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Scrittori religiosi del Duecento

di Giorgio Petrocchi

© 1974 – Giorgio Petrocchi


Premessa

Sotto il riguardo letterario, oltre che spirituale e morale, il Duecento prende avvio e sviluppo dall’apostolato caritativo di san Francesco d’Assisi, rivelando nel tema religioso la più valida o una delle più valide fonti d’ispirazione della letteratura del secolo. E questo tema non resta relegato o esclusivamente espresso in meditazioni solitarie e in rivelazioni mistiche, ma si espande potentemente in ogni settore dell’attività letteraria; ne restano conquistati allo stesso momento la lingua e la società, quella adattandosi alle nuove necessità dell’espressione, questa modificandosi nelle proprie componenti di gusto e di costume, di cultura e di vita. L’indirizzo mistico della scuola francescana non si rivela solo nel fraterno abbraccio del creato, ma anche in una preminenza affettiva dell’ontologia sulla logica, in uno slancio tutto patetico che ha il suo inizio e la sua conclusione nella Divinità. Ma come il panorama religioso in senso stretto, così quello poetico e letterario apparirebbe diminuito e parziale se si ponesse l’accento esclusivamente sul Francescanesimo; il movimento dell’Alleluia e soprattutto quello dei Flagellanti o Disciplinati sono alla base della formazione e delle motivazioni spirituali della Lauda. Al tempo medesimo non si comprende l’origine della scuola poetica del Dolce Stil Nuovo senza porla in stretta correlazione con la dottrina scolastica dell’amor divino, e senza stabilire rigorosi rapporti tra la Summa theologiae di san Tommaso e la concezione poetico-amorosa del Guinizelli. Infine le correnti del profetismo duecentesco, dalle straordinarie rivelazioni millenarie di Gioacchino da Fiore a quella dei monaci celestiniani, sono al fondamento della visione poetico-religiosa della Commedia di Dante. Ne risulta un complesso di tensioni e di esigenze spirituali ricchissimo, con agganci e influssi sull’intera attività della letteratura, sospingendo a un incessante approfondi mento della ricerca morale, a un affinamento costante della sensibilità artistica che si manifesta in opere sempre più impegnate nel rigore dell’indagine psicologica e della comprensione dell’umanità, in uno spirito di affratellamento e in un esaltante bisogno di purezza e di sacrificio. Il che fa supporre indispensabile l’avvento di un’età di totale purificazione dell’umanità che Gioacchino da Fiore preannuncia imminente, svolgendo la sua teoria storica che fa derivare l’arrivo dello Spirito Santo, distruttore dell’Anticristo, dal calcolo delle generazioni e dall’essenza del mistero trinitario. È naturale che in un così ampio prospetto storico debba farsi posto, non rilevante però, all’opera letteraria o meglio all’influsso che sulla letteratura hanno le sette ereticali o eterodosse (molte delle quali riconducibili agli scritti profetici di Gioacchino), i movimenti di riforma della Chiesa, le frazioni dissidenti degli Ordini: così i seguaci di Arnaldo da Brescia, gli Umiliati, i cosiddetti Poveri Cattolici, i Fraticelli, e anche i Valdesi; sempreché si abbia l’accortezza di conservare al Francescanesimo una posizione assolutamente centrale e determinante, come nel programma di riforma e nel superiore spirito di conciliazione, così nelle conseguenze che esso ebbe sulla letteratura e sulla poesia a partire dalla Regola e dal Testamento che il Serafico ebbe a dettare, accanto alle varie admonitiones e lettere, alle Laudes de virtutibus, alle Laudes Dei, per riscontrare poi la fonte primaria dell’influsso sulla lirica religiosa del Duecento nelle Laudes creaturarum in volgare, e cioè nel cosiddetto Cantico di Frate Sole.

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UpUltimo aggiornamento: 16/08/08