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Scrittori religiosi del Trecento

di Giorgio Petrocchi

© 1974 – Giorgio Petrocchi


Testi

14. Ugo Panziera

II beato Ugo Panziera, nato a Pomarance (e non a Prato, come si credeva) verso il 1260, e morto in Tartaria nel 1330 circa. Dottore in teologia, entro molto giovane nell'Ordine, ma per umiltà restò laico; partito nel 1307 in missione nell'Oriente, ivi visse fino alla morte; ma è da ritenersi che le sue opere, sia i trattati che le laudi, venissero scritte quando Ugo si trovava ancora in Italia.


Dalle «Laudi» [1]

[I]
Diletto Gesù Cristo,
d'amor per te languisco.
Languisco per amore
del mio sovran diletto,
nella mente e nel core 5
lo porto con affetto.
Arderai d'uno ardore
ch'a trovar m'à costretto;
dirò quant'è 'l diletto
quando lo concupisco. 10
Concupisco il gioioso
ognora lui pensando
quell'amor grazioso
per cui mi morrò amando;
che tanto è dilettoso 15
non si diria parlando:
ciascun lo pruovi amando,
di nulla vi mentisco.
Mentisco veramente
Ch'io nollo posso dire 20
lo dilecto di mente
ch'esso mi fa sentire;
giubilando sovente
fa l'anima rapire:
sguardando lo mio Sire 25
sovr'ogni ciel salisco.
Salisco in tale altezza:
più su null'è trovato
dinanzi alla bellezza
di Cristo umanizzato, 30
dov'è tutta allegrezza;
ciascun v'è inamorato,
sovr'ogni re ornato
Gesù Cristo abellisco.
Abellisco il Dio padre 35
e lo spirito santo,
Gesù nato di madre
in carne umana e santo;
dal figliuolo e dal padre
procede lo Spirito santo: 40
Cristo dal padre tanto
procede, v'averisco.
Averisco per certo
che Cristo nacque umano,
Dio come uomo offerto 45
fu dal padre soprano.
Nullo ne sia più incerto,
di lui non dubitiamo:
Cristo con corpo umano
in trinitade unisco. 50
Unisco tre persone
in una deitade:
per li santi si spone
com'è la veritade;
un'essenzia si pone 55
ch'in Dio è trinitade.
Alta divinitade,
la tua corte fiorisco.
Fiorisco veramente
con altri fior divini 60
dinanzi a te presente
sono gli amanti fini.
Dirò primieramente
dei santi serafini:
tanto son d'amor pieni 65
che a dir non me l'ardisco.
Ardisco ma temendo
dirò dei cherubini;
vera scienza, intendo,
anno da' serafini; 70
loro i troni vedendo
fànnosi sedie fini.
Tai servidor divini
pensando, revivisco. 75
Revivisco e rinnovo
per lo divino amore;
quando con lui mi
truovo abbracciolo in fervore;
tanta d'amor mi movo
che mi si strugge el core; 80
per piena di dolzore
in grande amor transisco.
Transisco inamorato
Cristo amor rimembrando
tuttor vivo infiammato 85
lui sempre contemplando;
tal colpo m'à donato
ch'io moro disiando,
tal morte vo cercando
che in diletto vivisco. 90
Vivisco più gioioso
tutt'ebrio e giocondo
di Gesù dilettoso,
per cui d'amor abondo;
chiamami di nascoso, 95
trami di questo mondo,
leggier vo sanza pondo,
volentier l'ubidisco.
Ubidisco el sovrano
quando chiamar mi sento; 100
con una voce piano
mi dice: «Non sia lento,
pigliami per la mano,
fammi comandamento:
vieni al dilettamento 105
del qual dico: 'Io sitisco'»
Sitisco te bevendo
e sonne inebriato,
io ti chiamo e attendo
e òtti in cor formato, 110
te nelle braccia avendo
t'abbo desiderato;
sempre ne sto affamato:
te gustando rapisco.
Rapisco contemplando 115
astratto e alienato,
vadomi trasformando
di radii circundato;
con giubilo cantando
sono in estasia levato; 120
ratto son via andato,
del mondo mi partisco.
Partiscomi ferito
d'un radio d'amore,
poi torno stabilito 125
in candido splendore;
ciascuno amante invito
che porti Cristo in core
laudandolo a tutt'ore:
di ciò ben v'amonisco. 130
Amoniscovi, amanti,
vivete giocondosi;
vostri cor contemplanti
sempre stieno amorosi;
siat'umili in sembianti 135
onesti e vergognosi:
vostr'atti luminosi
a tutti li largisco.
Largiscoli lucenti
se di virtù v'ornate, 140
accioch'a tutte genti
exemplo di voi diate.
Vivete splendienti,
d'amor vi circundate
insieme vi trovate: 145
questo non vi disdico.
Non disdico agli amanti
la loro raunanza
da poi che 'n tutti quanti
el mondo è in dispregianza; 150
ciascun per amor canti
della sua fin'amanza:
sien tutti freschi a danza,
qual non c'entra sbandisco.
[VII]

Or se' tu l'amore per cui io moro amando
e vo trapensando chiamando e gridando?

Languisco d'amor dolcemente gustando:
gaudente è quel cor che di Dio va cercando.
Al nome di Dio cantiam dell'amore
a laude e gloria dello Salvatore
e della beata vergine fiore: 5
cantiam dell'amor di Gesù gloriando.
Or che fai, cor mio, che non prendi gioia
del più vago amor che sia senza noia?
Stammi la mente sì pensosa e croia,
non sente l'amore, non vo giubilando. 10
Infra la gente lo mio cor si smera
di Cristo amor dolce in cui post'ò la spera.
Fioriscan le prata per ogni rivera
e venga l'amor tra li fior dilettando.
Venut'è 'l mio amore e mettemi in caccia 15
Prende 'l mio core e stringe e allaccia;
àmmi rinchiuso infra le sue braccia;
o bel mio diletto, per te vo danzando.
Or se' tu il mio amore che m'ài tolto il core
ed àimi mandato un sì grande ardore 20
ch'i' piango e sospiro con dolce sapore?
Jesù redentore, te vo dimandando.
L'amor m'à preso e ragion non mi tiene,
fa 'l suo piacere e io porto le pene;
più mi stringe forte che mille catene, 25
dentro e di fuore mi va divampando.
L'amor mi pon posta e sì mi saetta
tre milia coltella nel cor sì mi ficca.
Vedete, amanti, or che guerra è questa;
a voi me ne doglio e vo richiamando. 30
L'amor mio dolce mi fa innamorare
che finar non posso ne loco trovare
ma se io potesse lassuso andare,
andreimene ai santi così richiamando.
O franco cuore, dell'amor che faremo? 35
s'e' ci combatte, d'amor ci morremo;
o anime sante or noi goderemo
c'arem Gesù bello al nostro comando.
Fra i freschi gigli e le bianche rose
vegna l'amore a far le sue pose; 40
vegnanci tutte l'anime amorose
tègnanlo in braccio coi fior dilettando.
Al cor m'a ferito lo mio amor giocondo
ed io più non posso in tutt'esto mondo,
son accorato, ind' el parlare abondo. 45
Jesù mio giocondo, di te vo cantando.
A te 'l dico, bella, farai meco un patto
che io pur voglio Jesù intrasatto,
e mettermene voglio a ogni baratto:
lo ciel e la terra ne vo gir andando. 50
Occhi miei, col cuore v'accordate
di Gesù il mio amore mai non rifinate;
non ne tacete, sempre ne parlate,
andianlo chierendo così sospirando.
Venite amanti, sì mi soccorrete: 55
Jesù mi percuote sì grandi ferite;
prego ve faccio, correte e venite,
che duramente mi va fracassando.
O beatissima virgo regina
delle mie pene siate medicina; 60
sì grand'è la guerra che Jesù mi mena;
coi suoi gran colpi mi va pur colpando.
Perché m'a' il mio amore così accagionato,
ferito 'l mio core percosso e sparato,
e famme gire così taupinato? 65
per la foresta vo peregrinando.
Venite, amanti, a darmi conforto
andiamo al giardino e cerchiaio tutto l'orto.
Se vi trovassimo il nostro diporto,
venite meco, andremo chiamando. 70
Andiam tra le rose e cerchiam i verzieri,
e mettiam le guardie per ogni sentieri,
e andiam cercando per ogni manieri
che tra gigli e rose si va riposando.
Ragion non mi tien lo dolcissimo viso 75
e io più non posso, sì m'à conquiso;
ma s'io potessi andare in Paradiso,
andreimene ai santi così lamentando.
Che per vaghezza il trovò Maddalena,
d'amor li ardea il cuore, di grazia era piena; 80
trovò in dell'orto la luce divina
perch'olla andava Jesù dimandando.
O Maddalena, che andasti al sepolcro
ove Jesù Nazaren fu riposto,
andasti e cercasti, trovastilo in l'orto: 85
gaudente è il tuo cor che di lui andò cercando.
O Maddalena che tanto l'amasti
lo dolce amor Cristo li cui pie' baciasti,
a te mi raccomando in tutti i miei fatti.
Dinanzi all'amore per voi sì pregando, 90
venite amanti, apritemi il core
dentro vi mettete a posar lo mio amore;
facciansi immoti pur mele e dolciore
e sian nostre lingue di Gesù gir parlando.

[1] Dall'ed. a cura di V. DI BENEDETTO, Roma, 1963, pp. 29-34, 59-62.

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UpUltimo aggiornamento: 10/12/06