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La mercatura medievale

di Armando Sapori

© 1972-2006 – Armando Sapori


3. Il mercante all'opera

1. Il mercante e la città

[v. LETTURA 4]. Henri Pirenne, premesso che la funzione della città fu decisiva per la ripresa del mondo occidentale, ne attribuì il «ritorno» al mercante: a lui si sarebbe dovuto se le città superstiti, tali soltanto in senso fisico – fortezze con una piccola popolazione che consumava i prodotti delle campagne senza produrre beni di scambio –, tornarono città nel senso pieno della parola in quanto vi si ebbero più classi sociali e si ebbe il lavoro esplicato con la differenziazione dei mestieri. Sarebbero stati i trafficanti girovaghi, dai piedi impolverati nel cammino (i pieds poudreux) che dopo essere passati da località in località, senza cittadinanza e quindi liberi, presero a fermarsi sotto l'oppidum, prima temporaneamente e poi stabilmente, chiudendosi a protezione entro steccati e fossati, e dando origine ai burgi (origine, dice l' A., del termine «borghese»), che alla fine furono incorporati nella cinta delle mura.

La diversità delle situazioni nell'Europa occidentale e la mancanza di sincronismo della loro evoluzione non consentono di generalizzare, quanto all'origine della città, sulla base della teoria pirenniana. Si può piuttosto fare un'altra generalizzazione: i mercanti, che furono elemento decisivo per le fortune della città di cui presero le redini del governo (l'esempio tipico si ha in Italia), furono elementi essenziali per lo sviluppo dell'economia anche laddove non poterono arrivare alla direzione della cosa pubblica per il processo verso la costituzione di stati unitari, i cui sovrani fecero leva, appunto, sulla borghesia mercantesca per debellare le forze conservatrici dei feudatari.

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UpUltimo aggiornamento: 19/11/06