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L'impero mongolo fra Oriente e Occidente (secoli XIII-XV)
a cura di L. Mantelli - L. Pubblici
[versione 1.0 - settembre 2007]
© 2007 -
L. Mantelli e L. Pubblici
per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214
Nota introduttiva
Al
tramonto del XII secolo un insieme di popolazioni nomadi insediate su
un vasto territorio, corrispondente grosso modo all'odierna
Mongolia nord-orientale, visse un processo di unificazione frutto di
molteplici fattori e il cui risultato più significativo fu la
nascita di un'unione destinata a diventare leggendaria per potenza
militare e determinazione politica. Questo fenomeno, tutto sommato
rapido, fu portato avanti grazie all'abilità di un uomo
passato alla storia per la sua presunta malvagità e
spietatezza: Timujin, da tutti conosciuto come Gengis Khan. Il
signore dei Mongoli era in realtà un pastore nomade
discendente di uno dei tanti clan che componevano il complesso
tessuto sociale dei nuclei umani che vivevano nelle steppe dell'Asia
centro-orientale. Questi gruppi diedero vita al più vasto
impero che sia mai esistito, disteso su due continenti e trasversale
quanto a culture, lingue, sistemi di governo, economie, credenze
religiose. Proprio a questo illustre passato l'attuale Mongolia
àncora un tentativo di recupero della propria dimensione
identitaria, finalizzato a scrollarsi di dosso i quasi settanta anni
di dominazione sovietica, durante i quali le celebrazioni
tradizionali erano severamente proibite e talvolta represse. È
anche vero però che fu proprio l'ambiente accademico
sovietico a produrre alcune delle ricerche fondamentali sulla storia
dei khanati che si formarono dopo l'espansione mongola, lavori che
hanno impegnato alcuni dei suoi massimi studiosi, da B. A. Rybakov a
L. N. Gumilev da B. D. Grekov a A. Ju. Jakubovskij e, passando per le
indagini socio-culturali di B. Ja. Vladimircov, fino ai lavori più
recenti di M. B. Sverdlov e Ju. V. Krivošeev. In Occidente, d'altro
canto, gli studi sull'impero mongolo non hanno mai conosciuto
periodi di stasi mentre la filologia uralo-altaica ha contribuito in
modo decisivo all'avanzamento della conoscenza di questo composito
universo umano. Gli eventi che hanno definito l'epopea mongola
racchiudono senza dubbio un fascino immutato, che ha attratto in ogni
epoca l'attenzione di sedicenti esperti impegnati a esaltare
caratteri storicamente marginali, come l'insistenza sugli aspetti
più cruenti della strategia militare mongola, giudicati più
facilmente spendibili presso il grande pubblico, o le stragi di massa
da essi perpetrate in conseguenza delle conquiste.
Questo insieme di lavori, spesso
confinanti più con la letteratura storica che con la
produzione scientifica, ha però inciso profondamente
sull'immaginario occidentale, che ha così progressivamente
definito uno stereotipo ormai consolidato che vede nel «tartaro»
solo un predatore senza scrupoli mettendo in secondo piano tutto ciò
che questo aspetto della cultura nomade ha rielaborato attingendo
dalle numerose civiltà con le quali essa è venuta in
contatto. Alcuni dei caratteri storici tipici dell'espansione
mongola hanno progressivamente determinato una vera e propria
moltiplicazione di temi storiografici e antropologici in parte
connessi con il contatto, inizialmente traumatico ma poi più
meditato, stabilito con le più evolute culture persiana,
araba, greca e infine cristiana. Si sono intensificati così
gli studi sulle culture nomadi a contatto con le civiltà
sedentarie, sulle ragioni economiche, sociali e militari che
favorirono la formazione dell'impero, sulle nuove entità
istituzionali che i Mongoli formarono nella loro marcia verso
occidente, il khanato di Chagatai, quello dell'Orda d'Oro ed
infine l'ilkhanato di Persia. Sul fronte della storiografia latina,
ma aggiungeremmo anche su quella bizantina, armena e arabo-persiana,
il «fattore mongolo» coagulò un insieme
disordinato di paure millenaristiche, curiosità di tipo
etnologico e fondate speranze di natura politico-economica. È
chiaro che una tale quantità di dati, di influenze, di
rapporti incrociati ha reso molto difficoltosa dal punto di vista
metodologico una organizzazione razionale della materia storica,
limitando l'opera degli storici e lasciando il campo libero ai
linguisti i quali hanno, dal loro punto d'osservazione, portato
avanti le nostre conoscenze. Una problematizzazione storica risulta
di assoluta necessità per favorire il progresso delle
ricerche.
Questa
scheda vuol essere un punto di partenza per tutti coloro che, storici
professionisti, non conoscono a fondo la vicenda mongola e per chi,
specialista della materia, fatica a trovare un repertorio delle
risorse disponibili sull'argomento, che nel frattempo si sono
incrementate grazie all'evoluzione informatica. È un lavoro
in movimento, un magma informativo che ci impegniamo, per quanto
possibile, ad aggiornare costantemente.
La vastità della materia ha imposto delle scelte che, almeno in
questa prima fase, ci hanno obbligato a rispettare delle priorità.
Cronologicamente siamo partiti dalla fine del XII secolo allorquando
l'unica fonte mongola coeva alle vicende di cui ci stiamo occupando
(La Storia Segreta dei Mongoli) getta una luce sulla vita
delle popolazioni turco-nomadi alla vigilia dell'unificazione
operata da Timujin. Attraversando gli sviluppi che hanno portato alla
costruzione dello stato, sotto forma di impero, abbiamo deciso di
fermarci all'alba del XV secolo: il 1395 è l'anno in cui
si abbatté su gran parte dell'Asia Centrale e del Caucaso la
tempesta timuride. Gli eserciti di Tamerlano sciamarono da
Bukara a Tbilisi, da Saraj al mar d'Azov riesumando in parte la
distruzione che solo un secolo e mezzo prima era stata portata da
Gengis Khan e dai suoi generali. Fu però un evento dalle
caratteristiche e soprattutto dagli sviluppi assai diversi. Le
conquiste di Tamerlano, figura affascinante e controversa,
rappresentano per certi versi il punto in cui un cerchio si chiude;
l'età d'oro dei cavalieri delle steppe, nel frattempo in
buona parte divenuti sedentari, si chiuse, anche se l'esperienza
mongola perdurerà e verrà definitivamente regolata solo
nel XVII secolo, quando una famiglia di mercanti russi, gli
Stroganov, aiutati da un esercito irregolare di origine contadina che
combatteva sotto il nome di Cosacchi, sconfiggeranno l'esercito
dell'ultimo khanato, quello di Siberia, coronando l'ascesa di
Mosca e regalando allo zar (Ivan IV, il Terribile) uno stato
tricontinentale.
Risorse
1. Archivi e istituti di conservazione della memoria scritta
I Mongoli ebbero una conoscenza mediata della cultura scritta. I primi
sistemi grafici furono importati da popolazioni vicine, in
particolare dagli Uiguri. Le vicende storiche che coinvolsero le
regioni sottoposte al dominio dei gengiskanidi non hanno favorito la
conservazione della documentazione, andata in gran parte e
definitivamente perduta. Gli istituti che conservano la memoria
scritta dell'esperienza mongola sono quindi pochi e quasi tutti
culturalmente e geograficamente esterni alla Mongolia attuale.
Tuttavia chi volesse indagare le origini delle prime entità
organizzate potrebbe ricorrere alla produzione documentaria di chi
ebbe un rapporto più o meno diretto coi Mongoli nei decenni
successivi alla formazione dell'impero, oltre che alla copiosa
letteratura scientifica sull'argomento (coll. ipertestuale alla
sezione). Le istituzioni di conservazione mongole possiedeono
documentazione tarda rispetto al medioevo convenzionalmente definito
(dal secolo XVI in poi). Molto più ricche di materiale per lo
studio sono le biblioteche. In ogni caso una solida preparazione
linguistica è condizione indispensabile per accedere alle
fonti.
Le istituzioni archivistiche che conservano documentazione direttamente
legata alla storia dell'impero mongolo si riducono alle poche qua
sotto elencate:
1.1 Biblioteca Nazionale della Mongolia,
direttore: dr. Serjee
4 Chinggis Avenue
Ulaanbaatar
210648
Tel:+976 11 323 833
Fax:+976 11 323 833
E-mail:ext-rel@mnlibrary.org
Catalogo online (dal sito dell'Università Nazionale della Mongolia con interfaccia in inglese)
Orario di apertura: da settembre a maggio: 9-20; da giugno ad Agosto: 9-17.
L'istituto rimane chiuso dal 15 luglio al 15 agosto.
L'Istituto contiene molte pubblicazioni dedicate alla storia del Paese con particolare riguardo al periodo gengiskanide. Gran parte del patrimonio librario è in lingua russa, tibetana, sanscrito e, naturalmente, in mongolo. La biblioteca ha inoltre pubblicato un cd-rom contenente un database di tutti i libri pubblicati in Mongolia e sulla Mongolia dal 1921 al 2000.
Lo studioso può trovare nella BNM fonti molto interessanti per il periodo successivo al Medioevo. Di notevole interesse la traduzione in mongolo della Storia della Dinastia Yüan (coll. ipert. alla sezione fonti).
1.2 Archivio Nazionale Centrale della Mongolia,
6 Amar Street
Ulaanbaatar 210646
Mongolia
Tel: 976 11 324 533; 324 913
Fax: 976 11 324 533
E-mail:mongolarchives@mongol.net
Catalogo online
Orario di apertura: dal lunedì al giovedì: 9-18
L'Ente si occupa di raccogliere e conservare tutti i documenti che riguardano la storia nazionale. Il materiale riguarda un periodo successivo al 1674.
1.3 Biblioteca del Research Institute for Inner Asian Studies (RIFIAS),
Research Institute for Inner Asian Studies
Goodbody Hall 344
Indiana University
1011 East 3rd Street
Bloomington, IN 47405-7005
USA
Tel: 812-855-1605(ufficio)
812-855-9510(biblioteca)
Fax: 812-855-7500
E-mail: rifias @ indiana.edu
È uno degli enti principali a livello internazionale per le serie
bibliografiche riguardanti l'Eurasia e il nomadismo dall'Antichità
ai giorni nostri.
Il
catalogo
della biblioteca comprende circa 8.000 volumi e la sottoscrizione ai
maggiori periodici sulla materia. Vi sono pubblicazioni in lingua di
grande pregio (quali cinese, giapponese, tibetano, mongolo, manchu,
persiano, arabo, turco, uzbeco ecc.).
Nei
locali della biblioteca è possibile consultare il Central
Asian Archives, un progetto che prevede una ricca collezione di
rare pubblicazioni (per lo più antiche) in lingua russa,
mongola, tibetana, persiana, araba e altre messe su microfilm e
agevolmente consultabili. Molte le fonti manoscritte già
microfilmante e disponibili per gli studiosi.
Di
grande importanza per lo studio dell'esperienza mongola in
Medioriente e nell'area del Caucaso restano i colofoni
armeni; annotazioni a margine
di manoscritti, di argomento per lo più religioso, apposte
direttamente dai copisti. I colofoni
rappresentano spesso il punto di vista individuale e libero del
copista stesso e rivestono anche per questo motivo un importanza
documentaria fondamentale. Si trovano, per la maggior parte, nelle
seguenti istituzioni:
1.4
Accademia delle Scienze di Armenia, sezione storica,
Marshall Bghramian, 24
0019 - Erevan
Tel. +374 10 529263/581931
Fax +374 10 569281
Email: history@sci.am
È
la più prestigiosa istituzione culturale del Paese. La sua
attività si concentra sulla storia nazionale dalle origini
alla contemporaneità. Di grande rilievo sono le pubblicazioni
dell'Accademia e la sua ricca biblioteca.
1.5
Biblioteca nazionale di Armenia (ՀԱՅԱՍՏԱՆԻ ԱԶԳԱՅԻՆ ԳՐԱԴԱՐԱՆ)
375009, ՀՀ Երևան Տերյան 72
Էլ.փոստ nla@arm.r.am
ֆաքս (3742) 52-97-11
http://www.nla.am
Costruita
dal 1939 conserva molte pubblicazioni specialistiche di argomento
storico medievale e in particolare sul periodo della dominazione
mongola. Le pubblicazioni sono prevalentemente in lingua armena, ma
non mancano libri in inglese, francese e altre lingue occidentali e
comprensibili ai più.
1.6
Archivi russi.
Pur
non essendo ricchi di documentazione relativa al medioevo gli archivi
russi rappresentano un punto di riferimento imprescindibile per lo
studio della storia mongola.
Qua è possibile trovare i maggiori
(http://www.iisg.nl/~abb/#search)
Di
lunga data e con un'importante tradizione alle spalle è la
presenza degli Armeni a Venezia, sull'isola di S. Lazzaro. Qua si
trova la più importante biblioteca di armenistica italiana con
una ricca collezione di manoscritti e stampe.
1.7 Accademia dei Padri Mechitaristi di San Lazzaro degli Armeni
Venezia San Lazzaro, cap. 30100,
tel. 041.5260104
1.8
Pontificio Istituto Orientale
Roma,
piazza Santa Maria Maggiore 7, cap. 00185,
tel.
06.4465593
Prezioso
ente di conservazione della cultura armena. Vi si possono trovare
molti testi di argomento religioso e letterario, ma anche storico.
Uno
dei più importanti centri per la conservazione della memoria
scritta sulla storia dei paesi caucasici è l'Istituto
Kakelidze, dell'Accademia delle Scienze di Tbilisi:
1.9 K. Kekelidze Institute of Manuscripts
Merab Aleksidze st., Korp. 3
Tbilisi, Georgia
Tel: 36-24-54 36-47-08
Fax: (995 32) 94 25 18
E-mail:manuscript@iatp.org.ge
In
Italia gli archivi e alcune delle biblioteche costituiscono un
prezioso riferimento per la conservazione della documentazione di chi
ebbe rapporti più o meno diretti con i mongoli.
1.10
Biblioteca Nazionale Marciana
Piazzetta
San Marco n.7
30124
Venezia
Tel:
041/2407211
Fax:
041/5238803
Dispone
di un ricco fondo bibliografico e numerosi e preziosi manoscritti,
fra i quali il codex
cumanicus,
fonte unica per contenuto e accuratezza dei dati contenuti.
1.11
Archivio di Stato di Venezia
Uno
dei più ricchi enti di conservazione documentaria italiani.
Particolarmente interessante il fondo notarile e i Procuratori di San
Marco nei quali è possibile trovare memoria delle relazioni
che la città lagunare ebbe con gli emporia del suo sistema
commerciale in Oriente (soprattutto sulle coste settentrionali del
Mar Nero) i quali erano geograficamente parte dell'impero mongolo
nella sua espressione occidentale.
Campo
dei Frari, 3002 - 30125 Venezia
Tel:
041/5222281
Fax:041/5229220
E-Mail:
asve@archivi.beniculturali.it
1.12
Archivio di Stato di Genova
Dispone
di uno dei maggiori fondi notarili italiani; particolarmente
interessante in quanto espressione della vocazione internazionale che
Genova sviluppò assai precocemente costruendo un sistema
commerciale di vaste proporzioni e che interagì per almeno due
secoli con le istituzioni mongole dell'Orda d'Oro (con gli
emporia sulle coste del mar Nero) e dell'Ilkhanato (soprattutto con
l'emporium di Tabriz).
Piazza
S. Maria in Via Lata, 7
Piazza
San Leonardo, 2 (Ingresso disabili)
Via
Santa Chiara, 28R (Ingresso manifestazioni)
16128
Genova
Tel:
0105957581 – 0105957591
Fax:0105538220
Via
T. Reggio 14 - 16123 Genova
(in
ristrutturazione)
Via
R. Bianchi - Genova-Campi
E-Mail:
asge@archivi.beniculturali.it
2. Musei
Non
sono molti i musei che contengono materiale sulla storia mongola e i
più interessanti sono sparsi in vari paesi spesso distanti fra
loro. Elenchiamo i più significativi:
1.
Mongolia
Museo
Nazionale di Storia Mongola
Il
museo si trova nel centro della città di Ulaanbaatar. Fu
fondato nel 1924 e contiene circa 40mila reperti archeologici. Di
grande interesse la sezione dedicata al medioevo.
Tel:
976 - 11 - 325 656
Fax:
976 - 11 - 326 802
E-mail:
nmmh@mongol.net
Chingeltei
duureg,
Hudaldaanii
gudamj 1,
Ulaanbaatar
210646
Mongolia Home page: http://www.nationalmuseum.mn/
Museo
delle Arti Zanabazar
Il
museo fu fondato nel 1966 e contiene manifestazioni artistiche
mongole dal Paleolitico fino al XX secolo. Contiene alcuni fra i più
famosi ritratti di Gengis Khan, Ogodey e Kubilay.
Tel: 976 - 11 - 326 - 060
Fax: 976 - 11 - 323 - 986
Home page: http://www.zanabazarmuseum.org/
2. Russia
Museo
Storico del Cremlino. Mosca
Una
delle più antiche istituzioni russe. Si trova nel centro della
città, all'interno del Cremlino e contiene alcuni tesori di
inestimabile valore. In particolare la sezione dedicata ai Mongoli in
Russia e all'Orda d'Oro, ma anche quella dedicata alla Rus'
kieviana e ai principi russi dei secoli XII e XIII.
Home
page (in inglese)
Museo
dell'Ermitage S. Pietroburgo
È
il più famoso museo russo all'estero e fra i più
ricchi del pianeta. La collezione dei reperti di origine mongola è
una delle più interessanti e complete che si possano trovare.
In essa si possono trovare i
tesori dell'Orda d'Oro.
Home
page del museo (in inglese).
Visita
virtuale ai tesori dell'Orda d'Oro (in inglese).
3. Centri di ricerca
I centri di ricerca che si occupano
direttamente di storia mongola sono
molti, ma molte sono anche le associazioni che affrontano la vicenda
storica con approccio folklorico senza alcuna pretesa scientifica.
Qui di seguito si troveranno quelle istituzioni che promuovono e
sostengono la ricerca a livello internazionale. La lista non ha
alcuna pretesa di esaustività; essa vuole essere uno strumento
orientativo. Vengono inoltre segnalate le riviste dei centri laddove
questi ne pubblicano.
1. Stati Uniti
1.1
Central Eurasian Studies (CEUS)
Il centro studi dipartimentale
dell'Indiana University, emerge
come uno tra i più prestigiosi centri di ricerca su temi
euro-asiatici e gode di una notevole reputazione internazionale per
l'alta qualità delle ricerche e delle pubblicazioni
promosse. L'attuale struttura dei corsi è il risultato della
riorganizzazione realizzata nel 1993; fondato nel 1943 il centro
nacque come programma di formazione linguistica dell'area
eurasiatica. Nella vasta offerta formativa si prospettano percorsi di
ricerca articolati sia su base linguistica che storico-economica a
livello regionale. Organizza convegni internazionali annuali di
aggiornamento scientifico sugli studi centro-asiatici. La ricerca
promossa dal CEUS si sviluppa in stretta connessione con il Research
Institute for Inner Asian Studies (RIFIAS), con l'Inner Asian and
Uralic National Resource Center (IAUNRC) e con il Center for
Languages of the Central Asian Region. Pubblica anche la rivista
Central Eurasian Bulletin,
un resconto informativo sulle attività del Dipartimento
dell‘Indiana University. Pur non essendo legata ufficialmente ad alcuna istituzione fa
riferimento a questo dipartimento anche la rivista Journal
of Asian History.
1.2
East Asian Studies Istituto di studi orientali dell'Università
di Princeton. Fra i più prestigiosi centri di ricerca a
livello internazionale. Possiede una ricca biblioteca specialistica.
1.3
American Center for Mongolian Studies (ACMS)
Ente curato dalla Western
Washington University e dotato di un ufficio in loco, a
Ulaambaator.
L'Istituto si propone di stimolare la
ricerca storica inerente l'area mongolica e centro asiatica
favorendo la collaborazione tra centri di studio statunitensi e delle
zone interessate alla ricerca, senza limitazioni cronologiche o
tematiche. L'ACMS promuove e favorisce il lavoro dei ricercatori
stimolando il contatto e la collaborazione con i principali luoghi di
ricerca relativi al mondo centro-asiatico e le biblioteche
(collegamento alla sezione ARCHIVI ecc.) in Mongolia, delle quali si
presentano schede dettagliate.
1.4
Association for Asian Studies (AAS)
La più grande società di
studi asiatici del mondo è stata fondata nel 1941 e si è
sviluppata notevolmente nel corso degli anni, diversificando i suoi
interessi e gli strumenti messi a disposizione degli studiosi. Dal
1970 si è ristrutturata in quattro sezioni geografiche: il
Northeast Asia Council (NEAC), il South Asia Council (SAC),il
Southeast Asia Council (SEAC) e il China and Inner Asia Council
(CIAC). L'AAS organizza numerosi congressi annuali di studi
asiatici, fornisce risorse per le pubblicazioni inerenti la storia,
la politica e le società di questo continente, pubblica il
Journal
of Asian Studies del quale sono a disposizione indici e selezione degli articoli.
1.5
Central Eurasian Studies Society (CESS)
L'organizzazione, nata nel 1999,
accoglie gli interessi degli studiosi e degli appassionati che si
occupano di storia, lingua e cultura dell'Eurasia, intendendo le
aree del Mar Nero, Crimea, Caucaso, regione del Volga, Asia centrale,
Siberia, Mongolia e Tibet. Oltre a promuovere un alto livello di
ricerca il CESS favorisce i contatti tra gli studiosi e la diffusione
dei loro lavori attraverso pubblicazioni e l'organizzazione di un
congresso annuale dedicato espressamente alla produzione scientifica
relativa a questa area. Pubblica la Central Eurasian Studies Review
ad uscita semestrale, che offre l'opportunità di una
consultazione on line.
1.6
Slavic and Eurasian Studies
Il Dipartimento di Slavistica e di Studi
Euroasiatici dell'Università del Texas ad Austin raccoglie e
coordina differenti aspetti: da una parte infatti è inserito
nel contesto di una grande università, dall'altra è
un piccolo dipartimento che accompagna gli studenti nel loro percorso
di ricerca con l'attenzione propria di un piccolo centro di
ricerca. Nato nel 1915 si è distinto per gli studi circa le
lingue slave dell'est europeo: russo, ceco, bielorusso, bulgaro e
ucraino, ma anche per l'approfondimento di temi storici,
antropologici e sociali.
1.7
American Oriental Society
È la più antica società
americana di studi orientali di ambito umanistico, fondata negli
Stati Uniti nel 1842. Il riferimento principale ha tradizionalmente
riguardato la ricerca e lo studio delle lingue e delle letterature
asiatiche, includendo progressivamente ambiti scientifici sempre più
vasti che spaziano dalla filologia alla critica testuale,
dall'archeologia alla storia, dalla filosofia all'arte. Non
vengono posti limiti temporali agli studi promossi e diffusi dalla
Società. L'AOS pubblica il Journal
of American of Oriental Society (attraverso Jstor), oltre a
fornire assistenza e finanziamenti per la pubblicazione di
monografie, saggi e traduzioni, distribuite in tre distinte collane
editoriali. Organizza riunioni annuali che rappresentano una sede
prestigiosa di confronto e discussione.
1.8
Oriental Institute of the University of Chicago
Ente interdisciplinare dell'Università
di Chicago. Si propone di integrare la ricerca archeologica e storica
sulla regione mediorientale fino al periodo medievale. Promuove
iniziative di rilievo scientifico quali scavi, pubblicazioni, studi
linguistici. L'istituto cura una preziosa collezione museale.
1.9
Council of American Overseas Research Centers (CAORC)
Il CARC, strutturato attraverso diciotto
centri di studio operanti presso le nazioni interessate, si occupa di
incentivare le ricerche relative all'area medio-orientale,
mediterranea e asiatica, garantendo un supporto scientifico e
finanziario, promuovendo la pubblicazione di studi e approfondimenti.
Tra gli strumenti offerti dal CAORC si segnala la Digital
Library for International Research (DLIR).
1.10
The Mongolia Society
Associazione che si occupa di promuovere
la ricerca scientifica sulla Mongolia nella sua dimensione storica.
All'interno del sito dell'Associazione si possono trovare
informazioni interessanti e utili quali le schede
biografiche di alcuni fra i maggiori specialisti della materia e
le pubblicazioni curate dall'Associazione stessa. Pubblica la
rivista Mongolian Studies.
2. Gran Bretagna
2.1
Department of Social Anthropology. Cambridge University
Dipartimento di antropologia sociale
dell'Università di Cambridge che si occupa prevalentemente
di studi sull'Asia centrale. Organo di grande autorevolezza nel
settore cura la pubblicazione di Inner Asia.
2.2
British Society for Middle Eastern Studies (BRISMES)
La società è stata fondata
nel 1973 per garantire la promozione degli studi sul medioriente in
Gran Bretagna. Collegato all'Università di Durham il BRISMES
riunisce un'ampia categoria di intellettuali che si occupano
professionalmente di medioriente, favorisce lo scambio e
l'interazione tra le associazioni di studio sul medioriente
operando in una tradizionale e stretta collaborazione con l'European
Association for Middle Eastern Studies (EURAMES) e con la Middle
East Studies Association of North America (MESA). Gli ambiti
cronologici e tematici degli studi promossi dalla società sono
particolarmente estesi e vengono dibattuti pubblicamente attraverso
un congresso annuale, mentre le pubblicazioni di aggiornamento
consistono in un bollettino e nel British Journal of Middle Eastern
Studies.
2.3
Committee for Central and Inner Asia
Associazione che fa parte dell'Università
di Cambridge. Fondata nel 2002 promuove la ricerca scientifica nel
campo delle scienze umane relativamente alla regione asiatica. Conta
autorevoli specialisti della disciplina.
2.4
The Royal Asiatic Society
Fondata nel 1823 si occupa della
formazione linguistica, storica letteraria, antropologica e religiosa
relativamente all'area asiatica. Pubblica
la rivista Journal
of the Royal Asiatic Society (JRAS).
3. Germania
3.1
Seminar für Sprach und Kulturwissenschaft Zentralasiens
Il dipartimento di mongolistica
dell'Università
di Bonn organizza questo seminario permanente di studi che si
preoccupa di formare gli studenti non solo nell'ambito delle
discipline linguistiche afferenti all'area geografica
centrasiatica, dunque affrontando le problematiche legate ai vari
dialetti mongoli, ma anche in riferimento alla storia di questa parte
dell'Asia, comprendendo al suo interno anche l'area tibetana e
cinese.
4. Francia
4.1
Société des Etudes Euro-Asiatiques
Fondata nel 1977, si preoccupa di
promuovere in Francia tutte le attività relative alle scienze
umane che abbiano come fulcro della ricerca argomenti concernenti
l'Europa e l'Asia. Votata all'interdisciplinarità vede
la partecipazione di etnologi, geografi, storici, specialisti in
scienze religiose, in letteratura e linguisti ai quali offre la
possibilità di confronto tra differenti approcci e ambiti
accademici mantenendo un orizzonte geografico d'interesse molto
ampio che comprende l'Europa, il Mediterraneo e l'Asia. La
società cura la pubblicazione di una collana dedicata a questo
specifico ambito di studi.
4.2 Association Française pour
l'étude de la Méditerranée orientale et du
monde turco-iranien (AFEMOTI)
Promuove la divulgazione e la ricerca
sull'area caucasica, iranica, centroasiatica e del Mediterraneo
orientale per ambiti storico-politici ed economici, favorendo la
cooperazione tra istituzioni culturali e studiosi. Pubblica la
rivista Cahiers
d'études sur la Méditerranée orientale et le
monde turco-iranien (CEMOTI), che nel sito mette a disposizione
indici, riassunti e una selezione di articoli apparsi nei numeri
precedenti.
4.3
Société Asiatique
Una delle istituzioni di ricerca più
antiche e prestigiose di Francia. Fondata nel 1822 cura progetti di
indagine scientifica in molteplici settori dell'Orientalistica con
particolare riguardo all'Asia Centro-orientale. Pubblica il Journal
Asiatique, uno degli organi di ricerca più autorevoli nel
settore.
5. Russia
5.1
Istoričeskaij Fakul'tet MGU
La facoltà storica dell'università
statale di Mosca ha una sezione che studia il periodo mongolo e gli
sviluppi dell'Orda d'Oro. Assai ricca è la biblioteca
elettronica in cui si possono trovare le edizioni complete degli
Annali.
5.2
Institut Stran Azii i Afriki. MGU
Centro di eccellenza per la Russia negli
studi sull'Asia centrale e orientale. Annovera oltre 250 membri fra
ricercatori, dottorandi e studenti. Numerose le aree disciplinari di
competenza dell'Istituto fra le quali giova segnalare il
dipartimento di studi caucasici.
4.
Risorse elettroniche
L'interesse
suscitato dall'impero mongolo nel corso dei secoli ha trovato nella
rete un nuovo e straordinario mezzo di comunicazione; orientarsi fra
i molti siti che forniscono informazioni sull'argomento è
assai difficile. Le risorse elettroniche di una certa autorevolezza e
che forniscono elementi davvero utili alla ricerca scientifica sui
Mongoli si riducono sostanzialmente alle edizioni di fonti e ad
alcune pubblicazioni full-text altrimenti difficili da reperire
attraverso i canali tradizionali. Restano di fondamentale importanza
i centri di ricerca e i dipartimenti universitari specialistici e per
i quali rimandiamo alla sezione Centri di Ricerca.
1. Annaly,
chroniki, istorii srednevekovaja Rus'
Sito dell'Università di Mosca
dedicato interamente alle fonti russe medievali, particolarmente
interessanti per lo studio dell'esperienza mongola in ambito slavo
e per l'Orda d'Oro. La maggior parte degli annali è
disponibile in full-text nelle autorevoli edizioni della Polnoe
Sobranie Russkich Letopis'ej. Si tenga presente che per
srednevekovaja Rus' (Russia medievale) in ambito slavo non
si intende la periodizzazione convenzionalmente accettata in Europa,
ma un periodo più ampio che va dalla caduta dell'impero
romano fino all'ascesa di Pietro il Grande (inizio del XVIII
secolo).
2. Rukopisnye
pamjatniki Drevnej Rusi
Il sito ospita la sezione fonti
storiche della Russia antica
dell'Institut ruskogo jazyka
intitolato a V.V. Vinogradov. Vi sono pubblicate fonti di rilevante
interesse storico in full-text. Le edizioni sono autorevoli e
disponibili anche in formato immagine, nella lingua originale ovvero
lo slavo ecclesiastico.
3. Research
Institute for Inner Asian Studies Library
Opac librario di uno dei più
autorevoli centri di ricerca sull'Asia centrale. La biblioteca è
ricca di pubblicazioni specialistiche e assai rare. Utile per
un'indagine bibliografica affidabile e rapida.
4. Armenian
Historical Sources
Sito creato dall'armenista R. Bedrosian
sul quale è possibile trovare alcune fra le principali fonti
letterarie armene e georgiane. Le traduzioni, opera spesso dello
stesso Bedrosian, sono ben curate. Utile per un approccio
documentario. Tutte le traduzioni sono in lingua inglese.
5. Brani scelti di fonti in full-text. Le
fonti sono sul sito De
re militari e sono tutte
in lingua inglese.
5.1
Estratti da Giovanni di Pian del Carpine sul modo di combattere dei
Mongoli
5.2
Ibn al-Athir sulla Rus'
5.3
Rashid ad-Din sulle invasioni mongole in Medioriente
5.4
Ad-Dhababi sulla distruzione di Damasco da parte dei Mongoli
5.5
Sull'importanza dell'arco in battaglia. Un trattato fra
Mamelucchi e Kipchaki del XIV secolo.
5.6
Alcune fonti letterarie su Tamerlano
5. Riviste
Le
riviste che si occupano delle molteplici implicazioni scaturite
dall'esperienza storica mongola sono numerose, ma nessuna di queste
in maniera esclusiva. Ci limitiamo a segnalare quelle pubblicazioni
che ci sembrano più rilevanti nel panorama editoriale e
scientifico internazionale.
1. Harvard Journal for
Asiatic Studies (da Jstor)
L'autorevole rivista statunitense fu
fondata nel 1936 e dal 1977 esce semestralmente.
2. Journal
of Central Asian Studies
Pubblicato
dall'Association for the Advancement of Central Asian Research
(AACAR) esce dal 1996. Sul sito della rivista sono disponibili
gli indici.
3. Journal
Asiatique
Pubblicato dalla Société
Asiatique con il contributo del CNRF esce dal 1822. Sul sito della
rivista si possono consultare gli indici e scaricare i numeri in
formato pdf (servizio a pagamento).
4. Archivum Eurasiae Medii Aevi
Pubblicazione specialistica per l'ambito
disciplinare di cui ci occupiamo. La rivista contiene saggi di
argomento specifico sulle origini e i successivi sviluppi dell'impero
mongolo e delle realtà vicine fra le quali troviamo in primo
piano la Rus' kieviana, l'area caucasica e quella balcanica,
oltre a un vivo interesse per l'Asia Centrale. Si può
accedere agli indici della rivista attraverso il sito dell'
editore.
5. Journal
of Asian History
Rivista pubblicata dall'Università
dell'Indiana (Bloomington) e curata da Denis Sinor. Si occupa
prevalentemente del periodo medievale.
6. T'oung
Pao
Antica rivista di sinologia. Su essa ha
pubblicato alcune delle sue opere migliori il grande orientalista e
mongolista Paul Pelliot. Indici alla pagina dell'editore Brill.
7. Inner
Asia
Organo
di indagine scientifica pubblicato dall'Università di
Cambridge e dedicato interamente alla Mongolia e alle realtà
centro asiatiche.
8. Journal
of Asian Studies
Pubblicata dall'Association of Asian Studies costituisce uno dei più autorevoli organi di
informazione scientifica nel panorama internazionale.
6.
Principale bibliografia di riferimento
Il lettore non specialista della materia rischia di rimanere invischiato
in pubblicazioni apparentemente autorevoli, ma che spesso non
presentano caratteri istruttivi di sorta. Nel corso dei quasi tre
secoli di storiografia dedicata all'impero mongolo si sono
succedute opere di grande importanza e che, anche a distanza di anni,
rappresentano un punto di riferimento imprescindibile per chiunque
volesse avvicinarsi alla materia criticamente. Elenchiamo alcune
delle pubblicazioni più importanti dividendole per area
tematica.
1. Sul nomadismo eurasiatico nel periodo precedente l'invasione mongola:
Golubovskij,
P., Pečenegi, torki i
polovcy do našestvija tatar,
Kiev 1884.
Kudrjašov,
K.V., Poloveckaja step',
Moskva 1948.
Artamonov,
M.I., Istoria Khazar, Leningrad
1962.
Pletneva,
S.A., Poloveckaja zemlja,
Moskva 1975.
Pletneva,
S.A., Polovcy, Moskva
1990.
Bais,
M., Albania Caucasica. Ethnos,
storia, territorio attraverso le fonti greche, latine e armene,
Milano 2001.
2. Opere di sintesi:
Anche
se non specificamente dedicato all'impero mongolo resta
imprescindibile la lettura dell'opera di G.I. Bratianu e in
particolare:
La Mer Noire, des origines a la conquête Ottomane, München 1969.
Fondamentali sono ancora oggi:
Grousset,
R., L'Empire des Steppes :
Attila, Gengis Khan, Tamerlan, Paris
1969.
Più
recenti e molto importanti :
Bartold, V.V., Turkestan
v epokhu Mongolskago naščestviya, 2 voll., Sankt Peterburg 1900. Tradotto in
inglese: Turkestan
down to the Mongol invasion, London,
London 19774.
L. Olschki,
L'Asia di Marco Polo, Firenze 1957.
Pelliot, P., La
Haute Asie, Paris 1937.
Pelliot, P. - Hambis,
L., Histoire des campagnes de Gengis
Khan, Leiden 1951.
Cahen, C., Pre-Ottoman
Turkey, London 1968.
D. Bigalli, I
Tartari e l'Apocalisse. Ricerche sull'escatologia in Adamo Marsh
e Ruggero Bacone, Firenze 1971.
Morgan, D.O., The Mongols, Malden
(MA) 1990.
K.-E. Lupprian, Die
Beziehungen der Päpste zu islamischen and mongolischen
Herrschern im 13. Jahrundert anhand ihre Briefwechsels,
Città del Vaticano 1981 (Studi e testi, 291)
G. G. Merlo, I Mongoli da
Gengis khān a Tamerlano, in
La Storia. I grandi problemi
dal Medioevo all'Età Contemporanea. Il Medioevo, 2 (Popoli e
strutture politiche), a cura
di N. Tranfaglia e M. Firpo, Torino 1986, pp. 555-574
F. E. Reichert, Incontri con la Cina.
La scoperta dell'Asia orientale nel Medioevo, trad. it. Milano
1997 (ed. orig. Sigmaringen 1992)
Amitai Preiss R.- Morgan, The Mongol
Empire and its Legacy, Leiden-Boston-Köln 1998.
Allsen, T.T., Culture and Conquest in
Mongol Eurasia, Cambridge 2001.
Roux, J.P., Genghis Khan and the
Mongol Empire, New York 2003.
Spinei V., The great migrations in
the East and South East of Europe. From the Ninth to the Thirteenth
Century, Cluj-Napoca 2003.
3. Sulla società mongola delle origini:
Vladimircov, V.Ja., Obšcestvennyj
stroj mongolov, Moskva-Leningrad 1934. Tradotto anche in
francese: Le régime social des Mongols. Le
féodalisme nomade, Paris 1948.
Field, H.,
Contributions
to the anthropology of the Caucasus,
Harvard (MA), 1953.
Krader, L., Social
organization of the Mongol Turkic pastoral nomads,
The Hague 1963.
Fedorov-Davydov, G.A.,
Kočevniki
Vostočniki Evropy pod vlast'ju zolotoordynskich chanov:
Archeologičeskie pamiatniki, Moskva
1966.
Gumilev, L.N., Drevnie
Tjurki,
Moskva 1993.
Khazanov, A.M., Nomads
and the outside World,
Cmbridge 19942.
Scholz, F.,
Nomadismus.
Teorie und Wandel einer sozio-okologischen Kulturweise, Stuttgart
1995.
Bold, B.O., Mongolian Nomadic Society:
A Reconstruction of the 'Medieval' History of Mongolia, New York
(NY) 2001.
Di Cosmo, N., Warfare in Inner Asian
History 500-1800: 500-1800, Leiden 2002.
4. Sui Mongoli e la
Rus'
Rybakov, B.A., Istorija
kul'tury Drevnej Rusi. Domongol'skij
period,
2 vol.,
Moskva-Leningrad
1948.
Vernadsky, G., The
Mongols and Russia, New
Heaven-London 1953.
Grekov,
B.D.-Jakubovskij, A.Ju., Zolotaja
Orda i ee Padenie, Moskva
1958 (trad. it. L'Orda
d'Oro, Firenze 1959).
Čerepnin, L.V., Obrazovanie
Russkogo Centralizovannogo Gosudarstva v XIV-XV vekach,
Moskva, 1960.
Kargalov, V.V., Mongolo-tatarskoe
našestvie na Rus'.XIII
vek,
Moskva 1966.
Kargalov, V.V.,
Vnešnepolitičeskie
faktory razvitija feodal'noj Rusi. Feodal'naja Rus' i
kočevniki, Moskva
1967.
Egorov, V.L.,
Istoričeskaja
geografija Zolotoj Ordy v XIII-XIV vv.,
Moskva 1985.
Halperin, C., Russia
and the Golden Horde, The Mongol impact on Medieval Russian History,
Bloomington
(ID) 1985.
Ostrowsky, D., Muscovy
and the Mongols: Cross-Cultural Influences on the Steppe Frontier,
1304-1589, Cambridge
2002.
Krivošeev, Ju.V.,
Rus' i Mongoly, Sankt
Peterburg 20032.
Toločko, P.P.,
Kočevye
narody stepej i Kievskaja Rus',
Sankt Peterburg 2003.
5. Sui Mongoli e il Caucaso
Minorsky, V., Studies
in Caucasian History, Cambridge 1957.
Toumanoff, C., Studies
in Christian Caucasian History,
Georgetown (TE) 1963.
Bunjatov, Z. M.,
Gosudarstvo atabekov Azerbaidžana
(1136-1225 godu), Baku 1978.
Minorsky, V., The
Turks, Iran and the Caucasus in the Middle Ages,
London 1978.
Bedrosian, R., The Turco-Mongol Invasions and the Lords
of Armenia in the 13-14th Centuries,
Ph. D. Dissertation, Columbia University (NY) 1979.
7. Fonti
Si raccolgono alcune delle principali edizioni di fonti relative alla
storia dell'impero mongolo. Il carattere stesso dell'espansione
condotta da Gengis Khan e dai suoi discendenti impone una
diversificazione linguistica delle fonti medesime.
Si
vedano i Recueil des Historiens
des croisades, Hist.
orient. e Hist.
Arm. oggi disponibili in
full-text
attraverso il sito Crusades
Encyclopedia.
1. Miscellanei
1.1 B. Spuler, History of the Mongols.
Based on Eastern and Western Accounts of the Thirteenth and
Fourteenth Centuries, Berkeley 1972.
2. Fonti mongole
Le fonti mongole medievali si riducono alla Storia segreta un
documento di straordinaria importanza in quanto scritto probabilmente
attorno al 1240, quindi uno dei più antichi che tratti
direttamente della società mongola tradizionale e interno alla
realtà che descrive. Molte sono le edizioni:
2.1
Storia segreta dei mongoli, a cura di S. Kozin, Milano 2000;
Secret History of the Mongols, ed. F.W.
Cleeves, Harvard 1982; The History and
the Life of Ginggis Khan, ed. U. Onon,
Leiden 1990; Histoire secrète des
Mongols, a cura di M.D. Even e R. Pop,
Paris 1994; The Mongol Chronicle,
Wiesbaden 1956; Sokrovennoe
Skazanie, Mongol'skaja chronika, 1240 g,
a cura di S.A. Kozin, Leningrad 1941; Manghol
un Niuca Toba'an: Die Geheime Geschichte der Mongolen,
ed. E. Haenisch, Leipzig 1937; Die
Geheime Geschichte der Mongolen, ed. E.
Haenisch, Leipzig 1941.
3. Fonti cinesi
3.1
Ch'ang Ch'un (1148-1227), Racconto del suo viaggio tradotto dal
cinese in E. Bretschneider, Medieval
Researches from Eastern Asiatic Sources,
I, London 1888, pp. 35-108; A. Waley, Travels
of an Alchemist: the Journey of the Taoist, Ch'ang Ch'un from
China to the Hindukush and the Summons of Chingiz Khan,
London 1931; J. Mirsky, The Great
Chinese Travelers, Chicago 1964, pp.
115-71.
3.2
Histoire des campagnes de Gengis Khan,
a cura di P. Pelliot e L. Hambis, Leyden 1951.
3.3
Yuan-Shi (Storia della dinastia Yuan), parzialmente tradotta in
tedesco da F.E.A. Krause, Gingis Han, Heidelberg 1922.
4. Fonti persiane
Anche le fonti persiane sono molte e non
è semplice orientarsi. Fra le edizioni migliori si segnalano
le seguenti:
4.1
E.G. Browne, A History of Persian
Literature under Tartar Dominion (AD 1265-1505),
Cambridge 1920;
4.2 E.G. Browne, A
Literary History of Persia, ristampa, 4
voll., Nuova Delhi 1997.
4.3
Juvayni Ata Malik (1226-1283), Tarikh-I jahan-gusha, ed. M.
Qazvini, 3 voll., London-Leiden, 1912-1937;
4.4 The
History of the World Conqueror, 2
voll., ed. J.A. Boyle, Cambridge (Mass.) 1958; Juvaini:
Gengiskhan, il conquistatore del mondo, a cura di G. Scarcia,
Milano 1962.
4.5
Juzjani Minhaj Siraj (1193-1260), Tabaqat-I Nasiri, 2 voll.,
Kabul 1963-1964; trad. inglese a cura di H.G. Raverty, 2 voll.,
London 1881.
4.6
Rashid al-Din (1247-1318), Jami' al-tavarikh, ed. M.
Rawshan, Tehran 1995; The Successors of
Genghis Khan, ed. J.A. Boyle, New
York-London 1971; Sbornik Letopis'ej:
Istorija Mongolov, ed. I.N. Berezin,
San Pietroburgo 1858-1888; Histoire des
Mongols de la Perse écrite en persan par Raschideldin,
a cura di M.E. Quatremère, Paris 1836; Ta'rih-i
mubarak-i Gazani des Rasid al-Din Fadl Allah Abi-l-Hair: Geschichte
der Ilhane Abaga bis Gaihatu (1265-1295),
ed. K. Jahl, Praga 1941; Histoire des
Mongols depuis Tchinguiz-khan jusqu'a Timour Bey ou Tamerlane,
a cura di C. D'Ohsson, 4 voll., Amsterdam 1834-1835.
4.7
Wassaf, Ketab-e mostatab-e Wassaf,
5 voll., Bombay 1852-1853; Geschichte
Wassaft, ed. J.von
Hammer-Purgstall, Wien 1856; C.A. Storey, Persian
Literature: A Bio-Bibliographical Survey,
London 1936, pp. 267-70.
5. Fonti arabe
5.1
M. Defremery, Fragments des géographes
et historiens arabo-persans inédits relatifs aux ancients
peuples du Caucase et de la Russie méridionale,
Paris 1849.
5.2
Ibn al-Athir, Chronicon, ed. K.J. Tornberg,
Leiden 1851-1876.
5.3
Ibn Arabshah (1392-1450), Aja'ib
al-maqdur fi akhbar Timur, ed. A.
Himsi, Beirut 1986; J.H. Sanders, Tamerlane,
London 1936; Tamerlano or Timur the
Great Amir, ed. J.H. Saunders, Lahore
1976.
5.4
Ibn Battuta (1304-1368), Rihla; Voyages d'Ibn Battuta,
4 voll., a cura di C. Defremery e B.R. Sanguinetti, Paris 1854; The
Travels of Ibn Battuta, 4 voll., ed. H.A.R. Gibb, Cambridge
1971-1995; Gli straordinari viaggi di Ibn Battuta, Milano
1998; I viaggi di Ibn Battuta, a cura di F. Gabrieli, Firenze
1961; I viaggi, a cura di C.M. Tresso, Torino 2006.
5.5
Ibn Khaldun, Discours sur l'Histoire
universelle Al-Muqaddima, ed. V.
Monteil, Arles 1997
5.6
Ibn Jubayr, Viaggio in Spagna, Sicilia, Siria, Palestina,
Mesopotamia, Arabia, Egitto, a cura di C. Schiaparelli, Palermo
1995
5.7
Mu'in al-Din Natanzi, Muntakhab al-tawarikh-i, ed. J.
Aubin, Tehran 1957.
5.8
Nasawi Muhammad b. Ahmad, Sirat Jajaj al-Din, a cura di O.
Houdas, 2 voll., Paris 1891-1895.
5.9
Umari Ibn Fadl Allah (1301-1349), Masalik
al-absar fi mamalik al-amsar; Das
Mongolische Weltreich: Al Umari's Darstellung der mongolischen
Reiche in seinem Werk Masalik, ed. K.
Lech, Wiesbaden 1968.
6. Fonti siriache
6.1
Bar Ebreo, Chronicon Syriacum, ed. P.
Bedjan, Paris 1890; The Chronography of
Abu'l Faraj (Bar Hebraeus), ed. A.E.
Wallis Budge, London 1976.
6.2
Rabban Sauma, Histoire de Mar Jab-alaha,
patriarchi, et de Raban Sauma, ed. P.
Bedjan, Paris 1888; Storia di Mar Yahballaha e di Rabban Sauma,
Torino 2000.
7. Fonti latine
7.1 G.A. Bezzola, Die Mongolen in
Abendländischer Sicht (1220-1270),
Bern und München 1974.
7.2
Federico II Hohenstaufen, Encyclice contra Tartaros, in MGH,
Costitutiones, II, Hannover 1896; Epistola de adventu Tartarorum,
Matteo Paris, Cronica Majora, ed. H.R.
Luard, IV, London 1877, pp. 112-9.
7.3
Giovanni di Pian del Carpine, Geschichte
der Mongolen und Reisebericht 1245-1247,
ed. F. Risch, Leipzig 1930; D.J. Becquet – L. Hambis, Jean
de Plan Carpin, Histoire des Mongols,
Paris 1965; Relation des Mongols ou
Tartares par le frère Jean du Plan de Carpine de l'Ordre de
Frères Mineurs, ed. M. D'Avezac, Paris 1838; Historia
Mongalorum. Viaggio di F. Giovanni da Pian del Carpine
ai Tartari, a cura di G. Pullè in «Studi di
filologia indoiranica», IX(1913); Storia dei Mongoli, a
cura di P. Daffinà, C. Leonardi, M.C. Lungarotti, E. Menestò,
L. Petech, Spoleto 1989; Fr. Johannes de Plano Carpini, Ystoria
Mongalorum, a cura di A. van den Wyngaert, in «Sinica
Franciscana», I, Firenze 1929.
7.4
G. Golubovich, Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e
dell'Oriente francescano, 5 voll., Quaracchi (Firenze)
1906-1927.
7.5
Guglielmo di Rubruc, Itinerarium, in «Sinica
Franciscana», I, a cura di A. Van de Wyngaert, Firenze 1929;
Viaggio nell'impero dei mongoli, a cura di L. Dalledonne e
G.L. Podestà, Genova 2002; The Mongol Mission, ed. Ch.
Dawson, London-New York 1955, pp. 87-220; The
Journey of William Rubruck, ed. W.W.
Rockhill, London 1909.
7.6
Hayton Armeno (Héthum), La Storia dei Tartari di Hayton
l'Armeno, in G.B. Ramusio, Navigazioni e viaggi, III,
pp. 299-355; The Flower of Histoires of the East, ed. R.
Bedrosian, Long Branch (NJ) 2004; Héthoum
l'Historien, in «Recueil des
Historiens des Croisades. Documents Arméniens», I, Paris
1869, pp. 467-687.
7.7
Ricoldo da Montecroce, Il libro della peregrinazione nelle parti
d'Oriente di Frate Ricoldo da Montecroce, a cura di U. Monneret
de Villard, Roma 1948.
8. Fonti armene
8.1
D.E. Dulaurier, Les Mongols d'après
les historiens arméniens, Paris
1858-1860.
8.2
Gregorio di Akner, History of the Nation
of Archers, ed. R. Blake R. Frye in
«Harvard Journal of Asiatic Studies», 3-4(1949), pp.
400-44; History of the Nation of
Archers, ed. R. Bedrosian, Long Branch
(NJ) 2003.
8.3
Kiriakos Gandiate, Kiriakos Ganjaket's
History of the Armenians, ed. R.
Bedrosian, New York 1986.
9. Fonti georgiane
9.1
M.F. Brosset, Histoire de la Géorgie
depuis l'antiquité jusqu'au XIX siècle,
Paris 1849-1858.
9.2
S.H. Rapp, Studies in Medieval Georgian
Historiography : Early texts and Eurasian contexts,
Lovanio 2003.
10. Fonti russe
10.1
Annali di Lavrent'ev, Lavrent'evskaja Letopis',
Leningrad 1926-1927.
10.2
Annali Ipat'ev, Polnoe Sobranie Russkich Letopis'ej,
Ipat'evskaja Letopis', a cura di A.A. Sachmatov, Mosca 1962.
10.3
Cronaca di Nikonian, Chronique de Nikon; The Nikonian
Chronicle, 2 voll., ed. A. Serge – A. Zenkovskij, Princeton
1984.
10.4
Cronaca di Novgorod, The Chronicle of Novgorod, ed. R. Michell
– N. Forbes, London 1914.
10.5
Cronaca Laurentina, Chronique laurentina, relativa a Kiev e
alla Galizia.
10.6
E.T. Saronne, Pianto sulla distruzione di Rjazan', Parma
1992.
11. Fonti in volgare
11.1
Giosafa Barbaro, Viaggio di Josafa Barbaro alla Tana e in Persia,
in G.B. Ramusio, Navigazioni e viaggi, III, 481-576.
11.2
Marco Polo, The Description of the
World, ed. A.C. Moule and P.
Pelliot, London 1938; Il Milione, a cura di M. Ciccuto, Milano
1998.
11.3
Marco Polo, a cura a cura di V. Bertolucci Pizzorusso, Milano 1975
(19822).
11.4
Ruj González de Clavijo, Embajada a Tamorlan, a cura di
F. Lopez Estrada, Madrid 1943; Embassy to Tamerlane, 1403-1406,
ed. G. Le Strange, London 1928; Viaggio a Samarcanda (1403-1406).
Un ambasciatore spagnolo alla corte di Tamerlano, Roma 1999.
Segnalazioni
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Curatori
Luca
Mantelli (Torino 1969) è studioso di temi e problemi
legati alla reciproca percezione dell'alterità nella
cristianità e nel mondo islamico per il periodo
due-trecentesco. Dal 2005 è dottorando di ricerca presso
l'Istituto di Studi Umanistici di Firenze (ISU) con una proposta di
ricerca centrata sullo studio dei progetti di alleanza
cristiano-ilkhanide contro i mamelucchi tra XIII e XIV secolo
attraverso le pagine di Giovanni Villani. È autore di saggi,
articoli e recensioni sui rapporti fra mondo mongolo-iranico e
Occidente cristiano. È inoltre collaboratore della Società
Internazionale di Studi sul Medioevo Latino (SISMEL).
Lorenzo
Pubblici (Firenze 1972) è storico del Medioevo e in
particolare dei rapporti intercorsi fra mondo slavo e Occidente
europeo nel periodo delle invasioni turco-mongole. Professore a
contratto di Storia dell'Europa Orientale presso l'Università
degli Studi di Firenze; Docente di Ancient Roman and Early Medieval
History a S.Reparata International School of Art e Sarah
Lawrence College. Florence Program. Già borsista presso
l'Università Statale di Mosca “Lomonosov”. Dottore di
ricerca in Storia Medievale dal 2005 è autore di saggi,
articoli e recensioni sul nomadismo eurasiatico, sui fenomeni di
interazione fra modello nomade e società sedentarie
occidentali e sui processi di formazione degli stati dai modelli
nomadi dell'Asia centro-occidentale nei secoli X-XIV. Collabora con
la Società Internazionale di Studi sul Medioevo Latino
(SISMEL).
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