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Organizzazione corporativa e artigiani nell’Italia medievale

a cura di Denise Bezzina

[versione 1.0 - maggio 2013]

© 2013 - Denise Bezzina per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214



Nota introduttiva

L’insieme dei lavoratori del settore artigianale costituiva almeno a partire dai secoli centrali del medioevo non solo la compagine sociale numericamente più consistente delle realtà urbane, ma soprattutto una realtà di fondamentale importanza economica. Proprio per questo motivo al tema è stato dedicato un gran numero di studi che si possono ricondurre a due linee di ricerca principali, attorno a cui sono organizzati sia la seguente nota introduttiva sia la successiva bibliografia:
1. la capacità degli appartenenti ai mestieri di esprimersi a livello istituzionale, un ambito di ricerca che è stato a lungo l’unica lente attraverso la quale veniva studiato il mondo dei mestieri;
2. la condizione degli appartenenti alle categorie di mestiere, inquadrati entro strutture di lavoro e di produzione peculiari. Si tratta di un campo di indagine relativamente recente, che ha cominciato ad affermarsi a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso.

1. L’organizzazione corporativa

Sebbene il dibattito sulle origini delle corporazioni (termine in realtà moderno per indicare le arti) e sulla continuità con le associazioni di età romana abbia occupato per lungo tempo la storiografia rivolta a queste istituzioni, è ormai un dato acquisito che non può essere rilevata una chiara e diretta continuità con le istituzioni del mondo classico. La diffusa comparsa delle arti – prevalentemente nelle città dell’Italia centro-settentrionale e con tratti distintivi abbastanza generalizzati – è infatti da collocare nella piena età comunale. Le forme di associazionismo artigiano (collegia/scholae/ministeria) attestate prima del secolo XII erano organismi controllati dall’autorità pubblica, circoscritti ai pochi ambiti lavorativi ritenuti fondamentali per la sussistenza della società cittadina, e risultano limitati a un numero ristretto di centri urbani. Solamente dal terzo decennio del secolo XII, con tempi e sviluppi che variano da contesto a contesto, cominciarono a comparire associazioni artigiane su base volontaria. Collegate in taluni casi con i sodalizi confraternali, queste associazioni erano svincolate dall’autorità pubblica: una novità che testimonia la capacità degli appartenenti ai mestieri di organizzarsi in forme istituzionali proprie e di codificare in piena autonomia norme comportamentali, rese esplicite dalla redazione di statuti. Proprio questi statuti – che per molto tempo hanno costituito la fonte privilegiata per lo studio del mondo del lavoro – lasciano trasparire come le corporazioni esercitassero un’autorità su di un largo spettro di ambiti e prerogative, a partire dalle relazioni fra i singoli, grazie all’elaborazione di codici etici, fino al disciplinamento del quadro sia della produzione di beni e sia dell’approvvigionamento di materie prime. Non solo, le arti si ponevano come organismi preposti al regolamento delle strutture lavorative, soprattutto nella salvaguardia e nella trasmissione del sapere tecnico attraverso la regolamentazione dell’apprendistato. A questa autorità decisionale va aggiunto l’aspetto religioso, solidale e assistenziale, espletato attraverso il già citato collegamento con le confraternite religiose. L’autorità assunta dalle arti e in particolare la loro funzione di coordinamento e di sostegno delle singole botteghe sollecitavano un’adesione pressoché generalizzata, nonostante in questa prima fase l’iscrizione all’arte non fosse obbligatoria al fine di esercitare un mestiere.

Già a partire dal pieno secolo XII, dunque, le corporazioni assommarono un potere sia economico – attraverso la gestione del settore produttivo, spazio vitale per l’economia cittadina – sia giurisdizionale. L’assunzione di tale connotato quasi pubblico da parte delle corporazioni rese necessario l’instaurarsi di un rapporto dialettico con le istituzioni di governo. Le arti cominciarono così ad acquisire una valenza politica – espressa con modalità ed esiti diversi da città in città – che si avverte già verso la metà del secolo XII.

La partecipazione delle corporazioni alla dinamica politica è tuttavia un problema, assai spinoso, che appartiene prettamente alla storia comunale, e non è dunque questa la sede per discuterne. Occorre tuttavia sottolineare che il potere economico assunto dalle arti non necessariamente implica uno sviluppo sul piano politico. Se vi furono realtà come Firenze dove le arti guadagnarono l’accesso al potere e mantennero la responsabilità assistenziale attraverso la gestione degli ospedali della città, dal lato opposto dello spettro, in una città pur economicamente importante come Milano, i paratici non riuscirono a trovare un sbocco politico, mentre in altre realtà, come Venezia, nonostante la forte e pervasiva presenza delle associazioni di mestiere che si intersecavano alle confraternite religiose (scholae), la precoce affermazione del ceto mercantile e la subordinazione delle arti alla magistratura della Giustizia Vecchia mantenne saldamente in equilibrio i poteri, frenando qualsiasi pretesa da parte delle arti.

Va comunque detto che la storiografia ha sottolineato come le corporazioni uscissero trasformate da questa continua dialettica con le istituzioni cittadine: già a partire dagli ultimi decenni del secolo XIII le arti cominciarono a essere ordinate a seconda del peso politico esercitato da ciascuna. Contestualmente cominciarono a perdere il connotato solidaristico delle origini e si trasformarono in organismi con un assetto interno nettamente verticistico. A questa progressiva gerarchizzazione interna contribuirono anche le particolari congiunture economiche di metà secolo XIV che resero necessaria una più accentuata difesa degli spazi d’azione di quanti già appartenevano alle arti. La chiusura è ravvisabile nella tendenza a porre severe limitazioni all’accesso alle corporazioni – e di conseguenza all’esercizio dei mestieri e alla mobilità sociale – a quanti non facevano parte dei nuclei familiari degli iscritti all'arte. Le corporazioni si trasformarono così in gruppi privilegiati; una posizione che tuttavia sarà frenata con l’ascesa delle signorie cittadine e la successiva transizione verso gli stati territoriali. Le istituzioni corporative, ormai considerate come un freno all’autorità pubblica o come un valido strumento per attuare una strategia di controllo sul territorio, cominciarono a subire una politica volta a limitarne l’autonomia.

2. Organizzazione del lavoro e struttura della produzione

L’esperienza corporativa fornisce una visione solo parziale del mondo del lavoro, poiché la rigida normativa statutaria tende a restituire l’idea che gli appartenenti alle categorie professionali fossero gruppi sociali omogenei e compatti. A fronte di questa considerazione e attraverso l’analisi di altre tipologie di fonti di carattere privato, la storiografia più recente tende invece a sottolineare come l’insieme dei lavoratori costituisca una realtà composita e multiforme, di cui si può cogliere la complessità solamente volgendo lo sguardo verso le dinamiche dell’organizzazione del lavoro e la struttura della produzione.

A eccezione dei mestieri svolti in cantiere, l’organizzazione del lavoro durante l’età medievale si incentrava sulla bottega: ambito importante al fine di definire anche gli aspetti più tecnici dei processi di lavorazione, campo di indagine in cui è fondamentale l’apporto dell’archeologia medievale. Il principale centro di produzione e di trasmissione del sapere era la singola unità domestica guidata da un maestro artigiano che coordinava il lavoro sia dei membri della propria famiglia sia di uno o più apprendisti e/o salariati. La famiglia aveva dunque un ruolo centrale nella definizione delle strutture produttive. All’interno di questo assetto “familiare” era di fondamentale importanza il periodo di apprendistato non solo perché l’avviamento verso un mestiere di innumerevoli giovani – estranei al nucleo familiare del maestro e spesso provenienti dal contado – concretizzava, almeno fino al tardo secolo XIV, la possibilità di un rimescolamento interno degli strati medio-bassi della società, ma anche perché erano questi giovani tirocinanti a costituire la principale forza lavoro attiva nelle realtà urbane.

La preponderanza degli apprendisti all’interno del quadro organizzativo del lavoro, a cui si è accennato, non deve indurre a considerare il lavoro salariato come un fenomeno marginale. Gli storici che oggi si occupano di storia del lavoro tendono a sottolineare come a partire dal pieno secolo XII si fosse sviluppata una pluralità di tipologie di rapporti di lavoro: salariati specializzati e non, impiegati a tempo o lavoratori a cottimo, apprendisti e, a partire dal tardo secolo XIII, anche apprendisti retribuiti. Assieme con queste categorie di lavoratori sussistevano anche forme di lavoro non specializzato in cui erano impiegati donne e bambini, la cui effettiva importanza all’interno del quadro della produzione è estremamente difficile da determinare. In particolare, la valutazione del ruolo delle donne nel mondo del lavoro, che il più delle volte compaiono nelle fonti in veste di collaboratrici del coniuge, ma che sono documentate anche come lavoratrici autonome, magistrae, intente a gestire la propria attività, è un campo di indagine che si è sviluppato negli ultimi decenni.

La coesistenza di diverse figure professionali faceva sì che le strutture lavorative e le relazioni di dipendenza che ne scaturivano fossero assai complesse. Si trattava di una situazione fluida e flessibile, ben esemplificata dalle diverse condizioni di lavoro, da variegate forme contrattuali e da articolati sistemi retributivi, frutto di una pattuizione fra il datore di lavoro e il dipendente e soggetti all’influenza di una pluralità di variabili (congiunture economiche, capacità di contrattazione, grado di professionalità del sottoposto, necessità o meno da parte del maestro-artigiano di manodopera altamente qualificata). A questo reticolo di relazioni si aggiunge la figura del mercante, personaggio chiave all’interno del processo produttivo poiché fornitore delle materie prime. A partire dal tardo secolo XIV, si riscontra in vari settori professionali un più accentuato inserimento del mercante all’interno delle dinamiche della produzione, attraverso il finanziamento e l’anticipo delle materie prime in cambio del prodotto finito il mercante-imprenditore riesce a porre un forte limite all’autonomia dell’artigiano privandolo dell’accesso diretto al mercato. Va detto che questo fenomeno (Verlagssystem) prevalentemente italiano – poiché nel resto d’Europa è predominante la figura dell’artigiano-imprenditore –, è più precoce e più pervasivo in taluni ambiti come quello del tessile (fine secolo XIII), ambito lavorativo dominante sia in termini di occupati e di ricchezza prodotta, sia dal punto di vista storiografico per il numero di studi che riguardano tale attività.

Proprio a causa dell’intreccio di rapporti e della poliedricità di situazioni che ne derivano, gli studiosi che trattano il tema concordano su come non sia lecito fare ampie generalizzazioni a proposito del mondo del lavoro nel medioevo. Quella degli appartenenti alle categorie di mestiere è una realtà all’interno della quale è larghissima la gamma di situazioni che dipendono non solo dalle congiunture economiche e dalle potenzialità insite nel mestiere praticato, ma anche dalla posizione che ciascun lavoratore, con le sue attitudini e le sue specifiche capacità, occupa all’interno del quadro produttivo.


Risorse

1. Archivi

Le fonti che ci informano delle tematiche legate al mondo dei lavoratori e all’organizzazione corporativa sono sparse nelle varie sedi degli Archivi di Stato. Anche se non vi è un archivio dedicato esclusivamente a collezioni di documenti che riguardano questo tema, la homepage del sistema informativo degli Archivi di Stato permette di accedere alla lista dei fondi reperibili in ciascuna sede <http://www.archivi-sias.it/>. È altrettanto utile il portale SAN (Sistema archivistico italiano) <http://san.beniculturali.it/web/san/home>, punto d'accesso privilegiato a SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche), che permette, attraverso il suo motore di ricerca dedicato, di ricercare anche materiale conservato al di fuori degli Archivi di Stato. Il sito è munito di un motore di ricerca dedicato che facilita notevolmente la navigazione attraverso i fondi disponibili negli archivi, mentre attraverso la pagina dedicata agli Archivi di Stato <http://www.archivi.beniculturali.it/UCBAWEB/indice.html> è possibile trovare informazioni su ciascuna sede di archivio. Nonostante sia ormai datata, resta comunque molto utile la Guida generale degli Archivi di Stato italiani, 4 voll., Roma 1981-1994. Gli archivi relativi alle arti e corporazioni sono indicati, per ciascuna sede, nella sezione III. Va inoltre detto che dato l’intersecarsi delle confraternite religiose con la storia delle corporazioni, è opportuno un controllo nelle sezioni degli Archivi di Stato e nelle altre sedi in cui si conserva il materiale relativo a queste istituzioni.

2. Biblioteche

Non vi è in Italia una biblioteca dedicata esclusivamente al tema delle corporazioni e del mondo dei mestieri. Tuttavia le biblioteche delle maggiori università italiane, i cataloghi di alcune delle quali sono riportati di seguito, permettono di reperire facilmente le opere specializzate che trattano questi aspetti.
Università di Firenze <http://www.sba.unifi.it/>
Università di Genova <http://www.sba.unige.it/>
Università di Milano <http://www.sba.unimi.it/>
Università di Pisa <http://biblio.unipi.it/>
Università di Torino <http://cavour.cilea.it/SebinaOpac/Opac>

Gli studi più importanti che riguardano il tema qui trattato si possono reperire anche nelle biblioteche delle prestigiose accademie straniere operanti in Italia, indicati di seguito, nonché nelle biblioteche dei centri di ricerca segnalati nel paragrafo 3.
Villa I Tatti: <http://itatti.harvard.edu/berenson-library/conducting-research>
British school at Rome: <http://www.bsr.ac.uk/library>
École française de Rome: <http://www.ecole-francaise.it/fr/bibliotheque/bibliotheque.html>
Istituto storico germanico di Roma: <http://www.ecole-francaise.it/fr/bibliotheque/bibliotheque.html

3. Centri di ricerca

Non c’è attualmente un centro di ricerca che si occupa esclusivamente di corporazioni e mondo del lavoro, poiché il Centro di studi per la storia della tecnica (CST), che era stato promotore di valide ricerche sul tema, è stato accorpato ad altri enti dando vita all'ISEM – Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del CNR <http://www.isem.cnr.it>, ente che si occupa oggi di tematiche più ad ampio raggio. In ragione dell’impegno svolto nel quadro della storia economica, e per le tematiche scelte per i congressi organizzati negli ultimi decenni – a margine dei quali sono recentemente stati pubblicati dei volumi che riguardano in modo specifico il tema qui proposto – si segnalano l’Istituto Internazionale di Storia economica ‘Francesco Datini’, con sede a Prato <http://www.istitutodatini.it/> e il Centro Italiano di Studi di Storia e d'Arte (CISSA) a Pistoia <http://www.cissa-pistoia.it/detail.asp?IDSezione=39&idn=1>. Trattandosi di un tema che è stato affrontato anche dal punto di vista interdisciplinare in cui l’archeologia occupa una parte importante al fine di definire l’evoluzione delle tecniche di produzione, si segnala anche l’Istituto di storia della cultura materiale (ISCUM) ubicato a Genova, <http://www.iscum.it/Iscum/Home.html>, che è stato promotore di una serie di studi volti a inquadrare aspetti dell’archeologia della produzione.

4. Riviste

Benché non vi siano riviste dedicate specificamente all’argomento, molti articoli che riguardano le corporazioni e gli artigiani si possono reperire nelle riviste, sia italiane sia estere, specializzate in storia economica. In particolare si segnalano le ricerche volte verso l’inquadramento dei problemi relativi alle strutture del mondo del lavoro prodotte dalle storiografie belga e francese e pubblicate sulle riviste «Revue historique», «Revue du nord» e «Médiévales», utili a fini comparativi con la casistica italiana. Proprio quest’ultima rivista ha dedicato un intero numero alle dinamiche della dipendenza sul lavoro (segnalato qui oltre nel paragrafo Studi), contenente contributi di alcuni degli studiosi che con maggior profitto attualmente si occupano di artigiani e mondo del lavoro su aspetti che fino a non molto tempo fa rimanevano estranei alla ricerca.

5. Bibliografie

La bibliografie più recenti e aggiornate sono sicuramente quelle compilate da Franco Franceschi, nel volume «… e saremo tutti ricchi». Lavoro, mobilità sociale e conflitti nelle città dell’Italia medievale, che raccoglie una serie di saggi dello studioso, e da Maria Paola Zanoboni nel suo volume sui salariati nel medio evo che tuttavia si concentra quasi esclusivamente sull’aspetto dell’organizzazione del lavoro. Meno recente – ma pur sempre molto valida perché copre tutte le tematiche legate alle arti e al mondo degli artigiani – la bibliografia posta in appendice al volume sugli artigiani di Donata Degrassi, che fra l’altro propone una bibliografia tematica ragionata a conclusione di ciascun capitolo. Di taglio diverso il saggio bibliografico di Roberto Greci: aggiornato agli studi pubblicati fino alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, è suddiviso in una prima parte che elenca gli studi a carattere generale e una seconda parte con un elenco di studi e fonti articolato per regioni e città d’Italia. Condivide la stessa struttura della bibliografia elaborata da Greci il sito Bibliografia statutaria italiana, contente indicazioni su studi ed edizioni che riguardano le fonti normative (non solo quelle corporative) dal medioevo fino ai tempi moderni. È decisamente imperniata sul tema delle corporazioni la vasta ricognizione bibliografica di taglio diacronico compilata da Luciana Frangioni. Di seguito i volumi ordinati secondo la data di pubblicazione.

F. Franceschi, «… e saremo tutti ricchi». Lavoro, mobilità sociale e conflitti nelle città dell’Italia medievale, Pisa 2012.
M.P. Zanoboni, Salariati nel Medioevo (secoli XIII-XV), Ferrara 2009.
L. Frangioni, Corporazioni e dintorni. Saggio bibliografico sulle corporazioni e i gruppi professionali dall’età romana a quella fascista (e oltre), Firenze 1998.
Bibliografia statutaria italiana, <http://www.statuti.unibo.it/Statuti/default.htm>, Biblioteca del Senato della Repubblica, Centro di studi sulla civiltà del tardo Medioevo di S. Miniato, Comitato per gli studi e le edizioni delle fonti normative, a cura di G. Albini, S. Bulgarelli, M.P. Cesaretti, R. Dondarini, G.M. Varanini, M. Venticelli, Roma 1998.
D. Degrassi, L’economia artigiana nell’Italia medievale, Roma 1996.
R. Greci, Un saggio bibliografico sulle corporazioni e sul mondo del lavoro, in R. Greci, Corporazioni e mondo del lavoro nell’Italia padana medievale, Bologna 1988, pp. 47-92.

6. Collezioni di fonti

Nell’analisi storica che tratta l’organizzazione corporativa e il mondo dei mestieri si ricorre a sei tipologie di fonti:

  • Fonti normative: gli statuti e le matricole delle arti costituiscono la fonte primaria studiata dalla storiografia che da circa metà del secolo XIX fino ai primi decenni del secolo XX ha trattato il tema delle categorie professionali. Oggi le fonti corporative sono accostate ad altre tipologie di fonti nella consapevolezza che la normativa può offrire una visione solo molto ristretta del mondo del lavoro. Assieme agli statuti, sono molto utili anche le fonti giudiziarie, al fine di definire aspetti che riguardano i conflitti nel mondo del lavoro e le relazioni interpersonali: basti pensare agli studi condotti, per esempio, sul tribunale dell’arte della lana fiorentino.
  • Riformagioni, Provvigioni o Riformanze: spesso contengono provvedimenti di politica economica adottati dai governi con il consenso più o meno esplicito delle associazioni di mestiere interessate.
  • Fonti fiscali: gli estimi e i catasti che a partire da fine Duecento cominciano a essere elaborati dagli organismi comunali forniscono molte informazioni sul mondo dei lavoratori. In particolare sono fonti molto utili al fine di deteminare la composizione della famiglia artigiana.
  • Libri dei conti: si tratta di una fonte molto usata nello studio della manifattura tessile. La contabilità delle grandi aziende è utile al fine di determinare la struttura e l’organizzazione del lavoro. I libri dei conti forniscono infatti informazioni sia sui costi di materie prime, sia sui salari.
  • Fonti notarili: si tratta di una fonte che solo da qualche decennio comincia a essere scandagliata per inquadrare i problemi storici relativi alle categorie di mestiere. L’insieme di contratti (non solo quelli di lavoro e di apprendistato, ma anche compravendite, locazioni, testamenti e mutui) sono utili al fine di definire meglio gli aspetti della vita economica e sociale del ceto produttivo.
  • Libri di ricordanze e diari privati: cominciano a diffondersi a partire dal Trecento prevalentemente – ma non esclusivamente – in ambito toscano. Si tratta di una tipologia di fonte estremamente ricca di dettagli, di fondamentale importanza per lo studio della memoria, delle famiglie e dei livelli di vita, molto utile al fine di mettere in guardia rispetto a generalizzazioni troppo marcate.

Manuali dell’arte: disponibili per il Quattrocento prevalentemente per l’arte della lana, della seta e della tintoria, questi trattati sono utili al fine di chiarire gli aspetti più tecnici della produzione.

7. Edizioni di fonti

Fonti corporative

Le fonti statutarie sono state sicuramente una delle tipologie di fonti privilegiate nella trasposizione in forma edita. Di seguito si elencano alcune delle raccolte più importanti. Per un elenco più completo di edizioni si rimanda al saggio bibliografico di Roberto Greci e al sito Bibliografia statutaria italiana segnalati nel paragrafo Bibliografie.

Bologna
Statuti delle società di popolo a Bologna, a cura di A. Gaudenzi, 2, Società delle Arti, Roma 1896 (Fonti per la storia d’Italia, 4), <http://archive.org/details/statutidellesoci02gaud>.

Firenze
Statuti delle arti dei corazzai, dei chiavaioli, ferraioli e calderai e dei fabbri di Firenze (1321-1344) con appendice dei marchi di fabbrica dal 1369, a cura di G. Camerani Marri, Firenze 1957 (Fonti sulle corporazioni medievali raccolte a cura della Deputazione di storia patria per la Toscana, 6).
Statuti delle arti dei correggiai, tavolacciai e scudai, dei vaiai e pellicciai di Firenze (1338-1386), a cura di G. Camerani Marri, Firenze 1960 (Fonti sulle corporazioni medievali raccolte a cura della Deputazione di storia patria per la Toscana, 8).
Statuti delle arti dei fornai e dei vinattieri di Firenze (1337-1339) con appendice di documenti relativi alle arti dei farsettai e dei tintori (1378-1379), a cura di F. Morandini, Firenze 1956 (Fonti sulle corporazioni medievali raccolte a cura della Deputazione di storia patria per la Toscana, 5).
Statuto dell’arte della lana di Firenze (1317-1319), a cura di A.M.E. Agnoletti, Firenze 1940 (Fonti sulle corporazioni medievali raccolte a cura della Deputazione di storia patria per la Toscana, 1).
Statuti dell'arte dei legnaioli di Firenze (1301-1346), a cura di F. Morandini, Firenze 1958 (Fonti sulle corporazioni medievali raccolte a cura della Deputazione di storia patria per la Toscana, 7).
Statuti delle Arti degli oliandoli e pizzicagnoli e dei beccai di Firenze (1318-1346), a cura di F. Morandini, Firenze 1961 (Fonti sulle corporazioni medievali raccolte a cura della Deputazione di storia patria per la Toscana, 9).

Mantova
«Liber muratorum statutorum». Gli statuti dell’arte dei muratori di Mantova (1338-1520), a cura di L. Franchi, Mantova 1887, <http://archive.org/details/liberstatutorum00muragoog>.

Roma
Statuti dell’arte dei merciai e della lana di Roma, a cura di E. Stevenson, Roma 1893, <http://archive.org/details/statutidelleart00lanagoog>.

Padova
M. Roberti, Le corporazioni padovane d’arti e mestieri. Studio storico-giuridico con documenti e statuti inediti, Venezia 1902.

Piacenza
V. Pancotti, I paratici piacentini e i loro statuti, 3 voll, Piacenza 1925-1930.
Statuti di corporazioni artigiane piacentine, secoli XV-XVIII, a cura di E. Nasalli Rocca, Milano 1955.

Siena
Statuti senesi scritti in volgare ne’ secoli XIII e XIV e pubblicati secondo i testi del R. Archivio di Stato in Siena, 2 voll., a cura di P.L. Polidori, Bologna 1863, <http://archive.org/details/statutisenesiscr01poliuoft>, <http://archive.org/details/statutisenesiscr02poliuoft>.

Venezia
I capitolari delle arti veneziane sottoposte alla guistizia e poi alla giustizia vecchia dalle origini al MCCCXXX, 3 voll., a cura di G. Monticolo, E. Besta, Roma 1896-1914 (Fonti per la storia d'Italia, 26-28), <http://archive.org/details/icapitolaridell04bestgoog>, <http://archive.org/details/icapitolaridell03bestgoog>, <http://archive.org/details/icapitolaridell02bestgoog>.
La Mariegola dell’Arte della Lana di Venezia (1244-1595), a cura di A. Mozzato, Venezia 2002 (Fonti per la storia di Venezia, Sez. V - Fondi Vari).
La “Regula” bilingue della scuola dei calzolai tedeschi a Venezia del 1383, a cura di L. Böninger, Venezia 2002 (Fonti per la storia di Venezia, Sez. V - Fondi Vari) [Non si tratta di uno statuto corporativo bensì dei capitoli di una confraternita devozionale legata all’arte dei calzolai, utile a mostrare l’aspetto devozionale e solidaristico delle arti].

Verona
Gli antichi statuti delle arti veronesi secondo la revisione scaligera del 1319 con una notizia sull'origine delle corporazioni a Verona, a cura di L. Simeoni, Venezia 1914 (Monumenti storici publicati dalla R. Deputazione veneta di storia patria, Serie 2 – Statuti, 4).

Fonti notarili
Sono disponibili a stampa alcune delle fonti notarili più antiche, in diverse città d’Italia.  

Firenze
Palmerio di Corbizo da Ugolone notaio. Imbreviature, 1237-1238, a cura di L. Mosiici e F. Sznura, Firenze 1982.
Ser Matteo di Billotto notaio. Imbreviature. I registro (anni 1294-1296), a cura di M. Soffici e F. Sznura, Firenze 2002 (Memoria scripturarum. Testi I).
Biagio di Boccadibue (1298-1314), 4 voll., a cura di L. De Angelis, E. Gigli, F. Sznura, Firenze 1978 (Fonti di storia medievale e umanistica. I notai fiorentini dell'età di Dante).

Genova
Bonvillano (1198), a cura di E. Eierman, H.G. Krueger, R.L. Reynolds, Genova 1939 (Notai liguri del XII secolo), <http://www.storiapatriagenova.it/BD_NOTAI_03.asp>.
Il cartolare di Giovanni Scriba 1154-1164, a cura di M. Chiudano, M. Moresco, 2 voll., Torino 1935 (Documenti e studi per la storia del commercio e del diritto commerciale italiano).
Giovanni di Guiberto (1200-1211), a cura di M.W. Hall-Cole, R.G. Reinert, M. Winslow Hall, 2 voll., Torino 1939-40 (Notai liguri dei secoli XII), <http://www.storiapatriagenova.it/BD_NOTAI_05.asp>.
Guglielmo Cassinese 1190-1192, 2 voll., a cura di M.W. Hall, H.C. Krueger, R.L. Reynolds, Genova, 1938 (Notai liguri dei secoli XII), <http://www.storiapatriagenova.it/BD_NOTAI_02.asp>.
Lanfranco (1206-1226), a cura di H.G. Krueger, R.L. Reynolds, 3 voll., Genova 1951-1953 (Notai liguri dei secoli XII-XV), <http://www.storiapatriagenova.it/BD_NOTAI_06.asp>.
Liber magistri Salmonis sacri palatii notarii 1222-1226, a cura di A. Ferretto in «Atti della Società ligure di storia patria» 36 (1906), <http://archive.org/details/attidellasociet36sociuoft>.
Oberto Scriba de Mercato (1186), a cura di M. Chiudano, Genova 1940 (Notai liguri del secolo XII), <http://www.storiapatriagenova.it/BD_NOTAI_04.asp>.
Oberto Scriba de Mercato (1190), a cura di M. Chiudano, R. Morozzo della Rocca, Genova 1940 (Notai liguri del secolo XII), <http://www.storiapatriagenova.it/BD_NOTAI_01.asp>.

Palermo
Le imbreviature del notaio Adamo de Citella a Palermo (1° registro 1286-1287), a cura di P. Bulgarella, Roma 1981 (Fonti e studi del Corpus membranarum Italicarum. 3. ser., Imbreviature, matricole, statuti e formulari notarili medievali, 1).
Le imbreviature del notaio Adamo de Citella a Palermo (2° registro 1298-1299), a cura di P. Gullotta, Roma 1982 (Fonti e studi del Corpus membranarum Italicarum. 3. ser., Imbreviature, matricole, statuti e formulari notarili medievali, 2).
Le imbreviature del notaio Bartolomeo de Alamanna a Palermo, a cura di M.S. Guccione, Roma 1982 (Fonti e studi del Corpus membranarum Italicarum. 3. ser., Imbreviature, matricole, statuti e formulari notarili medievali, 3).

Venezia
Documenti del commercio Veneziano nei secoli XI-XIII, a cura di R. Morozzo Della Rocca, A. Lombardo, 2 voll., Torino 1940 (Documenti e studi per la storia del commercio e del diritto commerciale italiano).
Nuovi documenti del commercio Veneziano nei secoli XI-XIII, a cura di R. Morozzo Della Rocca, A. Lombardo, Venezia 1953.
Domenico prete di S. Maurizio notaio in Venezia (1309-1316), a cura di M.F. Tiepolo, Venezia 1970 (Fonti per la storia di Venezia, Sez. III - Archivi Notarili).
Felice de Merlis prete e notaio in Venezia ed Ayas (1315-1348), 3 voll., a cura di A. Bondi Sebellico, Venezia 1973 (Fonti per la storia di Venezia, Sez. III - Archivi Notarili).
Nicola de Boateriis notaio in Famagosta e Venezia (1355-1365), a cura di A. Lombardo, Venezia 1973 (Fonti per la storia di Venezia, Sez. III - Archivi Notarili).
Susinello Marino notaio in Chioggia Minore (1348-1364), a cura di S. Pierini, Venezia 2001 (Fonti per la storia di Venezia, Sez. III - Archivi Notarili).
Servodio Peccator, notaio in Venezia e Alessandria d’Egitto (1444-1449), a cura di F. Rossi, Venezia 1983 (Fonti per la storia di Venezia, Sez. III - Archivi Notarili).
Moretto Bon notaio in Venezia, Trebisonda e Tana (1403-1408), a cura di S. De’ Colli, Venezia 1963 (Fonti per la storia di Venezia, Sez. III - Archivi Notarili).
Bernardo de Rodulfis, notaio in Venezia (1392-1399), a cura di G. Tamba, Venezia 1974 (Fonti per la storia di Venezia, Sez. III - Archivi Notarili).
Notaio di Venezia del sec. XIII (1290-1292), a cura di M. Baroni, Venezia 1977 (Fonti per la storia di Venezia, Sez. III - Archivi Notarili).

Libri di ricordanze e scritture private

Risulta decisamente più difficile reperire libri di ricordanze e memoriali di artigiani in forma edita nonostante il forte interesse per questa tipologia di fonte e la relativa abbondanza di scritture in volgare, almeno per alcune città dell'Italia centro-settentrionale. Di seguito si riportano alcune fra le edizioni più note e di facile reperibilità di diari redatti da artigiani.

N. di Bicci, Le ricordanze (10 marzo 1453 - 24 aprile 1475), a cura di B. Santi, Pisa 1976.
B. del Corazza, Diario fiorentino. Anni 1405-1438, a cura di R. Gentile, Roma 1991 [disponibile anche in edizioni precedenti elaborate secondo criteri lontani dagli odierni canoni di edizione delle fonti. Si rimanda principalmente a G.O. Corazzini, Diario fiorentino di Bartolomeo di Michele del Corazza, in «Archivio storico italiano», s. 5, 14 (1894), pp. 233-298].
O. d’Andrea di Credi, Ricordanze di Oderigo d'Andrea di Credi orafo, cittadino fiorentino, dal 1405 al 1425, a cura di F. Polidori, in «Archivio storico italiano» 1 (1843), 4, pp. 53-110, <http://www.archive.org/details/archiviostoricoi04depuuoft>.
B. Dini, Le ricordanze di un rammendatore (1488-1538), in «Nuova rivista storica», 74 (1990), pp. 417-444 [i due libri di conti del rammendatore fiorentino Marco di Zanobi non sono pubblicati per esteso, ma i dati vengono rielaborati dall’autore del saggio, che ne riporta ampi stralci nelle note].
G.A. da Faie, Libro de croniche e memorie e amaystramento per l’avenire, in Uno scrittore lunigianese del  ’400: Giovanni Antonio da Faie, Pontremoli, 1971.
L. Landucci, Diario fiorentino dal 1450 al 1516 continuato da un anonimo fino al 1542, a cura di I. Del Badia, Firenze 1883 (ristampa Firenze 1969).
B. Masi, Ricordanze. Dal 1478 al 1526, a cura di G.O. Corazzini, Firenze 1906.
G. Nadi, Diario bolognese, a cura di C. Ricci e A. Bacchi della Lega, Bologna 1886 (ristampa Bologna 1969).

Manuali dell’arte

Risulta altrettanto difficile reperire trattati in forma edita. Di seguito uno dei manuali più celebri e studiati, liberamente consultabile online.

L’arte della seta in Firenze, trattato del secolo XV pubblicato per la prima volta e dialoghi, a cura di G. Gargiolli, Firenze 1868 <http://www.archive.org/details/lartedellasetai00garggoog>.

8. Siti web tematici

L’interesse per le organizzazioni artigianali e per la storia del mondo del lavoro è poco sentito per quanto riguarda le risorse online. Si segnala la pagina del sito web del «Laboratoire de Médiévistique Occidentale de Paris» relativa alla serie di tavole rotonde organizzati dall’università di Parigi 1, della Provenza e di Lille, tenutesi in Francia dal 2006-2008 attorno al problema dei salari, Salaire et Salariat au Moyen-Âge, <http://lamop.univ-paris1.fr/spip.php?article57>, che contiene sia la descrizione delle linee che hanno guidato la ricerca, sia una breve sintesi dei risultati raggiunti. Sono inoltre disponibili le bozze degli atti a margine dei colloqui (indicati anche nella sezione Studi in calce) che sono tutt’ora in corso di stampa. Considerando l’impegno della storiografia francese che negli ultimi anni si è molto occupata della definizione dei problemi storici legati al mondo del lavoro si segnala, nonostante non si tratti di una pagina dedicata specificamente al tema, il sito Persée: portail de revues en sciences humaines et sociales <http://www.persee.fr/web/guest/home> che permette di scaricare liberamente una quantità di articoli pubblicati nelle riviste francofone, alcuni dei quali trattano il contesto italiano e sono menzionati anche nel paragrafo Studi. Da segnalare anche il sito della biblioteca Augusta di Perugia, dove si possono consultare alcuni libri di matricole delle arti, presenti sul sito in forma digitalizzata <http://cdwdoc.demo.alchimedia.it/index1.aspx?prov=matr>.

9. Studi

Mentre la nota introduttiva si concentra esclusivamente sul panorama italiano, si è deciso di inserire nella bibliografia anche riferimenti a selezionati studi che trattano il contesto europeo, al fine di sottolineare sia le similitudini sia le peculiarità del contesto italiano rispetto al resto d’Europa. La necessità di porre a confronto le diverse storiografie è molto sentita specialmente per quanto riguarda l’aspetto organizzativo del lavoro e della produzione. Si tratta di un tema che nei più recenti studi è stato affrontato anche dal punto di vista comparativo – in tal senso sono fondamentali le già menzionate iniziative promosse dal «Laboratoire de Médiévistique Occidentale de Paris» – con l’intento di trovare sia le peculiarità sia i punti di raccordo nelle dinamiche e nell’evoluzione delle strutture lavorative di diverse aree geografiche.
A fronte di un corpus così disomogeneo di studi si è deciso inoltre di inserire una sottocategoria dedicata a ricerche di taglio storiografico utili sia per orientarsi all’interno di un argomento tanto vasto, sia perché questi saggi rendono conto della storiografia più risalente che, salvo per alcuni studi ritenuti fondamentali, è stata omessa dalla bibliografia. Infine, come introduzione al tema si propongono preliminarmente alcune opere generali o di sintesi che possono fornire un primo rapido inquadramento dei principali problemi.

D. Degrassi, L’economia artigiana nell’Italia medievale, Roma 1996.
A. Degrandi, Artigiani nel Vercellese dei secoli XII e XIII, Pisa 1996.
S.E. Epstein, Wage labor and guilds in medieval Europe, Chapel Hill-London 1991.
M.P. Zanoboni, Salariati nel Medioevo (secoli XIII-XV), Ferrara 2009.

1. L’organizzazione corporativa

1.1 Bilanci storiografici sul tema delle corporazioni

E. Artifoni, Forme del potere e organizzazione corporativa in età comunale: un percorso storiografico, in Economia e corporazioni. Il governo degli interessi nella storia d’Italia dal medioevo all’età contemporanea, a cura di C. Mozzarelli, Milano 1988, pp. 9-40.
M. Gazzini, Confraternite/corporazioni: i volti molteplici della “schola” medievale, in Corpi, “fraternità”, mestieri nella storia della società europea, a cura di D. Zardin, Roma 1998 (Quaderni di Cheiron, 7), pp. 51-71 (ora in M. Gazzini, Confraternite e società cittadina nel medioevo italiano, Bologna 2006, pp. 59-81).
R. Greci, Un ambiguo patrimonio di studi tra polemiche, inerzie e prospettive, in R. Greci, Corporazioni e mondo del lavoro nell’Italia padana medievale, Bologna 1988, pp. 11-43.
E. Occhipinti, Quarant’anni di studi italiani sulle corporazioni medievali tra storiografia e ideologia, in «Nuova rivista storica», 74 (1990), pp. 101-174.

1.2. L’organizzazione corporativa: studi

E. Artifoni, Corporazioni e società di «popolo»: un problema della politica comunale nel secolo XIII, in «Quaderni storici», 25 (1990), 74, pp. 387-404 (ora in Itinerarium: università, corporazioni e mutualismo ottocentesco: fonti e percorsi storici, Atti del convegno di studi (Gubbio, 12-14 gennaio 1990), a cura di E. Menestò, G. Pellegrini, Spoleto 1994, pp. 17-40).
J. Canning, The corporation in the political thought of the Italian jurists of the thirteenth and fourteenth century, in «History of political thought», 1 (1980), pp. 9-32.
Artigiani a Bologna. Identità, regole, lavoro (secc. XIII-XIV), a cura di A. Campanini, R. Rinaldi, Bologna 2008 (Dpm Quaderni, Ricerche e Strumenti, 3), <http://www.dpm.unibo.it/NR/rdonlyres/6FE85293-2E71-47D2-8E0F-368FBFAAD825/204343/ricercheestrumenti3.pdf>.
M.B. Becker, G.A. Brucker, The «arti minori» in Florentine politics, 1342-1378, in «Medieval studies», 18 (1956), pp. 93-104.
G.A. Brucker, The Florentine popolo minuto and its political role, 1340-1450, in Violence and civil disorder in Italian cities, 1200-1500, a cura di L. Martines, Berkeley 1972, pp. 155-183.
D. Degrassi, Organizzazioni di mestiere, corpi professionali e istituzioni alla fine del medioevo nell’Italia centro settentrionale, in Le regole dei mestieri e delle professioni, secc. XV-XIX, a cura di M. Meriggi e A. Pastore, Milano 2000, pp. 17-35.
A. Doren, Le arti fiorentine, 2 voll., Firenze 1940 (Fonti e studi sulle corporazioni artigiane del medioevo per cura della R. Deputazione di storia patria per la Toscana, Studi 1).
Forme ed evoluzione del mondo del lavoro in Europa secc. 13-18,Atti della tredicesima settimana di studio 2-7 maggio 1981, a cura di A. Guarducci, Firenze 1991.
Itinerarium. Università, corporazioni e mutualismo ottocentesco: fonti e percorsi storici, Atti del Convegno di studi, Gubbio, 12-14 gennaio 1990, a cura di E. Menestò, G. Pellegrini, Spoleto 1994.
R. Greci, Corporazioni e mondo del lavoro nell’Italia padana medievale, Bologna 1988.
R. Greci, Le corporazioni. Associazioni di mestiere nell’Italia del medio evo, in «Storia e dossier» 99 (1995), pp. 61-106, <http://www.itinerarimedievali.unipr.it/v2/pdf/G_greci_corporazioni_rivista.pdf>.
C.M. de la Roncière, Corporations et mouvements sociaux en Italie du nord et du centre au XIVe siècle, in Forme ed evoluzione del lavoro in Europa: XIII-XVIII secc., Atti della XIII Settimana di Studi dell’Istituto di Storia Economica ‘F. Datini’, 2-7 maggio 1281, a cura di A. Guarducci, Firenze 1991, pp. 397-416.
R.S. Lopez, Continuità e adattamento nel Medioevo: un millennio di storia delle associazioni di monetieri nell'Europa meridionale, in Studi in onore di Gino Luzzatto, 2, Milano 1949, pp. 74-117.
R. Mackenney, Tradesmen and traders. The world of the guilds in Venice and Europe, c. 1250 - c. 1650, London e Sydney 1987.
P. Mainoni, Le corporazioni a Milano alla fine del medioevo. Un’ipotesi di lavoro, in Milan et les États Bourguignons: deux ensemble politiques princiers entre Moyen Âge et Renaissance (XIV-XVI siècle), Bâle 1988, pp. 173-272.
P. Mainoni, Arti, mestieri e corporazioni, in Storia illustrata di Milano, vol. 2, a cura di F. Della Peruta, Milano 1992, pp. 461-480.
G.M. Monti, Le corporazioni nell’evo antico e nell’alto medio evo. Lineamenti e ricerche, Bari 1934.
J.M. Najemy, Corporatism and consensus in Florentine electoral politics, 1280-1400, Chapel Hill 1982.
J.M. Najemy, Guild republicanism in Trecento Florence: the successes and ultimate failure of corporate politics, in «The American historical review», 84 (1979), 1, pp. 53-71.
I. Petrone, Le corporazioni artigiane e la loro funzione economica, in «Rivista internazionale di scienze sociali», 1 (1983), pp. 53-74.
A.I. Pini, In tema di corporazioni medievali: la ‘Schola piscatorum’ e la ‘Casa Matha’ di Ravenna, in «Nuova rivista storica», 76 (1992), pp. 729-776.
A.I. Pini, Città, comuni e corporazioni nel medioevo italiano, Bologna 1986.
A.I. Pini, L'associazionismo medievale: comune e corporazioni, Bologna 1976.
P. Racine, Les associations de métiers en Italie durant le haut Moyen Âge, in «Nuova rivista storica», 64 (1980), pp. 505-523.
M. Roberti, Le corporazioni padovane d’arti e mestieri. Studio storico-giuridico, Venezia 1902.
V. Rutenburg, Arti e corporazioni, in Storia d’Italia, diretta da R. Romano, C. Vivanti, 5/1, I documenti, Torino 1973, pp. 616-642.
E. Sestan, Le corporazioni delle arti in Italia, in E. Sestan, Scritti vari, 2, Italia comunale e signorile, Firenze 1989, pp. 231-244.
L. Simeoni, Il documento ferrarese del 1112 della fondazione dell’arte dei callegari, in «Rendiconti della R. Accademia delle Scienze di Bologna. Classe di scienze morali», s. 3, 7 (1933), pp. 58-71.
N. Tamassia, Le associazioni romane nel periodo precomunale, in «Archivio giuridico Filippo Serafini», 66 (1898), pp. 112-141.
Tra economia e politica: le corporazioni nell’Europa medievale, Centro italiano di studi di storia e d’arte, Atti del ventesimo convegno internazionale di studi, Pistoia, 13-16 maggio 2005, Pistoia 2007.

2. Organizzazione del lavoro e struttura della produzione

2.1. Bilanci storiografici sul tema dell’organizzazione del lavoro

G. Cherubini, I lavoratori nell’Italia dei secoli XIII-XV: considerazioni e prospettive di ricerca, in Artigiani e salariati. Il mondo del lavoro nell’Italia dei secoli XII-XV, Centro italiano di studi di storia e d’arte, Atti del decimo convegno internazionale di studi, Pistoia 9-13 ottobre 1981, Pistoia 1984, pp. 1-24.
R. Greci, Un ambiguo patrimonio di studi tra polemiche, inerzie e prospettive, in R. Greci, Corporazioni e mondo del lavoro nell’Italia padana medievale, Bologna 1988, pp. 11-43.
M.P. Zanoboni, Salariati nel Medioevo (secoli XIII-XV), Ferrara 2009.

2.2.Organizzazione del lavoro e struttura della produzione: studi

Artigianato e tecnica nella società dell’alto medioevo occidentale, Settimana di studio del centro italiano di studi sull’alto medioevo, 2-8 aprile 1970, Spoleto 1971.
Artigiani a Bologna. Identità, regole, lavoro (secc. XIII-XIV), a cura di A. Campanini, R. Rinaldi, Bologna 2008 (Dpm Quaderni, Ricerche e strumenti, 3), <http://www.dpm.unibo.it/NR/rdonlyres/6FE85293-2E71-47D2-8E0F-368FBFAAD825/204343/ricercheestrumenti3.pdf>.
Artigiani e salariati. Il mondo del lavoro nell’Italia dei secoli XII-XV, Centro italiano di studi di storia e d’arte, Atti del decimo Convegno internazionale (Pistoia 9-13 ottobre), Pistoia 1984.
D. Balestracci, «Li lavoranti non cognosciuti». Il salariato in una città medievale (Siena 1340-1344), «Bullettino senese di storia patria», 82-83 (1975-1976), pp. 67-157.
M. Berti, L'industria pisana agli inizi del Trecento, in Pisa come, perché. Esplorazione nella cultura del territorio, a cura di S. Burgalassi, A. Chimenti, Pisa 1984, pp. 51-63.
J.C. Brown, J. Goodman, Women and industry in Florence, in «The journal of economic history», 40 (1980), pp. 73-80.
G. Casarino, I giovani e l’apprendistato. Iniziazione e addestramento (Maestri e garzoni nella società genovese fra XV e XVI secolo), Genova 1982 (Quaderni del centro di studio sulla storia della tecnica del Consiglio Nazionale delle Ricerche 9).
P. Castagneto, L’arte della lana a Pisa nel Duecento e nei primi decenni del Trecento. Commercio, industria e istituzioni, Pisa 1996.
S.K. Cohn Jr., The labouring classes in Renaissance Florence, New York e London 1980.
P. Corrao, Note sul lavoro salariato a Palermo nella prima metà del Trecento, in «Medioevo. Saggi e rassegne», 5 (1980), pp. 105-123.
E. Crouzet-Pavan, Recherches sur les métiers d'une cité qui disparaît: Torcello (XIIIe-XVe siècles), in Les métiers au moyen âge. Aspects économiques et sociaux, Actes du colloque international de Louvain-la-Neuve, 7-9 octobre 1993, a cura di P. Lambrechts, J.P. Sosson, Louvain-la-Neuve 1994, pp. 75-97.
D. Degrassi, Gli artigiani nell’Italia comunale, in Ceti, modelli, comportamenti nella società medievale (secoli XIII-metà XIV), Centro italiano di studi di storia e d’arte, Atti del diciassettesimo convegno internazionale di studi, Pistoia 2001, pp. 147-173.
D. Degrassi, La trasmissione dei saperi: le botteghe artigiane, in La trasmissione dei saperi nel medioevo (secoli XII-XV), Centro italiano di studi di storia e d’arte, Atti del diciannovesimo convegno internazionale di studi, Pistoia 2005, pp. 53-87.
D. Degrassi, Il mondo dei mestieri artigianali, in La mobilità sociale nel Medioevo, a cura di S. Carocci, Roma 2010, pp. 273-287.
E. Demo, L’«anima della città». L’industria tessile a Verona e Vicenza (1400-1550), Milano 2001.
B. Dini, Saggi su un’economia-mondo. Firenze e l’Italia fra Mediterraneo ed Europa (secc. XIII-XVI), Pisa 1995.
B. Dini, Manifattura, commercio e banca nella Firenze medievale, Firenze 2001.
Donne e lavoro nell’Italia medievale, a cura di M.G. Muzzarelli, P. Galetti, B. Andreolli, Torino 1991.
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F. Franceschi, La grande manifattura tessile, in La trasmissione dei saperi nel medioevo (secoli XII-XV), Centro italiano di studi di storia e d’arte, Atti del diciannovesimo convegno internazionale di studi, Pistoia 2005, pp. 355-389.
F. Franceschi, Il mondo dei salariati urbani, in La mobilità sociale nel Medioevo, a cura di S. Carocci, Roma 2010, pp. 289-306.
F. Franceschi, «… e saremo tutti ricchi». Lavoro, mobilità sociale e conflitti nelle città dell’Italia medievale, Pisa 2012.
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E. Giannichedda, T. Mannoni, Archeologia della produzione, Torino 2003.
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H. Hoshino, L'arte della lana in Firenze nel basso medioevo. Il commercio della lana e il mercato dei panni fiorentini nei secoli XIII-XV, Firenze 1980.
H. Hoshino, Francesco di Jacopo del Bene, cittadino fiorentino del Trecento – la famiglia e l’economia, in «Annuario», a cura dell’Istituto Giapponese di Cultura in Roma, 4 (1966-1967), pp. 29-119; 5 (1967-1968), pp. 111-190.
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Maestranze e cantieri edili a Roma e nel Lazio. Lavoro, tecniche e materiali nei secoli XIII-XV, a cura di I. Ait, A. Lanconelli, Manziana (Viterbo) 2002 (Itinera. Profili di storia rurale e urbana, 1).
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F. Melis, Industria e commercio nella Toscana medievale, a cura di B. Dini, con introduzione di M. Tangheroni, Firenze 1989, <http://www.istitutodatini.it/biblio/online/sparse3/home.htm>.
F. Melis, L'economia fiorentina del Rinascimento, con introduzione e cura di B. Dini, Firenze 1984, <http://www.istitutodatini.it/biblio/online/sparse4/home.htm>.
L. Molà, La comunità dei lucchesi a Venezia. Immigrazione e industria della seta nel tardo Medioevo, Venezia 1994.
C.G. Mor, Gli incunaboli del contratto di apprendistato, in «Archivio giuridico», 156 (1964), pp. 9-45.
C. Pancera, L’infanzia laboriosa. Il rapporto mastro-apprendista, in Il bambino sociale. Privatizzazione e deprivatizzazione dell’infanzia, a cura di E. Becchi, Milano 1980, pp. 77-113.
R. Paris, Les «Ciompi»: cardeurs, foulons, bâtards?, in Les dépendances au travail, «Médiévales», 30 (1996), pp. 109-115, <http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/medi_0751-2708_1996_num_15_30_1356>.
G. Petti Balbi, Apprendisti e artigiani a Genova nel 1257, in «Atti della Società ligure di storia patria», 20 (1980), 2, pp. 135-170 (ora in G. Petti Balbi, Una città e il suo mare. Genova nel medioevo, Bologna 1991, pp. 84-115).
A.I. Pini, Società artigianali e locazioni d’opera a Bologna prima e dopo la peste del 1348, in Aspetti della vita economica medievale, Atti del convegno di studi nel X anniversario della morte di Federigo Melis, (Firenze-Pisa-Prato, 10-14 marzo 1984), Firenze 1985, pp. 786- 802.
Il problema storico dei salari, in «Rivista storica italiana», 78 (1966), 2.
Produttività e tecnologie nei secoli XII-XVII, a cura di S. Mariotti, Atti della terza settimana di studio (23-29 aprile 1971), Istituto internazionale di storia economica ‘F. Datini’, Firenze 1981.
Produzione, commercio e consumo dei panni di lana nei secoli XII-XVIII, a cura di M. Spallanzani, Atti della seconda settimana di studio (10-16 aprile 1970), Istituto internazionale di storia economica ‘F. Datini’, Firenze 1976.
Ch.M. de la Roncière, Prix et salaires à Florence au XIVe siècle (1280-1380), Roma 1982, <http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/monographie/efr_0000-0000_1982_mon_59_1#>.
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A. Stella, «La bottega e i lavoranti»: approche des conditions de travail des Ciompi, in «Annales. Économies, sociétés, civilisations», 44 (1989), 3, pp. 529-551, <http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/ahess_0395-2649_1989_num_44_3_283609>.
A. Stella, Les Ciompi et leurs familles, in «Médiévales» 9 (1990), 19, pp. 65-70, <http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/medi_0751-2708_1990_num_9_19_1184> .
A. Stella, La révolte des Ciompi. Les hommes, les lieux, le travail, Paris 1993.
Tecnica e società nell’Italia dei secoli XII-XVI, Centro italiano di studi di storia e d’arte, Undicesimo convegno internazionale di studio, Pistoia, 28-31 ottobre 1984, Pistoia 1987.
Il tumulto dei Ciompi. Un momento di storia fiorentina ed europea, Convegno internazionale di studi, Firenze, 16-19 settembre, 1979, Firenze 1981.
A. Zaninoni, «Foemina, domina, massara». Appunti sulla condizione socio-giuridica della donna a Piacenza tra XII e XIII secolo, in «Nuova rivista storica», 73 (1989), pp. 181-190.
M.P. Zanoboni, Produzioni, commerci, lavoro femminile nella Milano del XV secolo, Milano 1997.
M.P. Zanoboni, «Quod dicti denarii non stent mortui». Lavoro e imprenditoria femminile a Milano tra Quattro e Cinquecento, in «Archivio storico italiano», 125 (2007), 614, pp. 699-735.

3. Uno sguardo comparativo: corporazioni e mondo del lavoro in Europa

3.1. Bilanci storiografici sulle corporazioni in Europa

H. Bräuer, Entwicklungstendenzen und Perspektiven der Erforschung sächsischer Zunfthandwerksgeschichte, in «Jahrbuch für Regionalgeschichte und Landeskunde», 19 (1993), 4, pp. 35-65.
B. Gustavsson, The rise and economic behavior of medieval craft guilds. An economic-theoretical interpretation, in «Scandinavian Economic History Review», 35 (1987), pp. 1–40.

3.2. Le associazioni di mestiere in Europa: studi

A. Black, Guilds and Civil Society in European Political Thought from the Twelfth Century to the Present, New York 1984.
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3.3. Organizzazione del lavoro e struttura della produzione in Europa: bilanci storiografici

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 3.4 Organizzazione del lavoro e struttura della produzione in Europa: studi

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Forme ed evoluzione del lavoro in Europa: XIII-XVIII secc., Atti della XIII Settimana di Studi dell’Istituto di Storia Economica ‘F. Datini’, 2-7 maggio 1281, a cura di A. Guarducci, Firenze 1991.
Les formes du salaire (1): les modes du rémunérations du travail. Communications présentées au séminaire tenu au musée des Beaux-Arts de Dijon, les 8 et 9 juin 2007, <http://lamop.univ-paris1.fr/IMG/pdf/Salaire_salariat__3.pdf> [in corso di stampa].
Les formes du salaire (2) : évaluation des rémunérations. Communications présentées au séminaire tenu à la Faculté des Arts de l’Université de Barcelone les 19-20 octobre 2007, <http://lamop.univ-paris1.fr/IMG/pdf/Salaire__salariat__4.pdf> [in corso di stampa].
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Segnalazioni

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Curatrice

Denise Bezzina (Malta, 1979) laureata presso l'Università di Malta e successivamente presso l'Università di Genova, ha recentemente conseguito il titolo di dottore di ricerca presso l'Università di Torino con una tesi dal titolo Artigiani a Genova, secc. XII-XIII.

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Ultima modifica: 11/06/2013
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