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Ospedali nell’Italia medievale

a cura di Marina Gazzini

[Versione 1.0 – maggio 2014]

© 2014 - Marina Gazzini per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214



Nota introduttiva

L’ospedale nel medioevo «accoglieva, donava, curava» (Vauchez, 1978). Parlare di ospedali nei secoli di mezzo significa dunque soffermarsi su enti di ricovero e ospitalità, su luoghi di distribuzione elemosiniera, su centri di cura medica. Ma non solo.

Non è un caso se le fonti medievali fanno ricorso a diversi termini – dai più generici hospitale/is, hospitium, domus, mansio, ai più specifici xenodochium, brephotrophium, domus pontis, limitandoci ai lemmi latini – per indicare enti che oggi racchiudiamo sotto la denominazione univoca di “ospedale”, venendo pertanto a perdere consapevolezza del fatto che l’ospedale odierno, ente nosocomiale preposto alla cura dei malati e, in alcuni casi, alla ricerca scientifica, è cosa ben diversa dalle molteplici, spesso minuscole, realtà ospedaliere dell’epoca medievale. Queste realtà assistenziali svolgevano svariate funzioni, senza una specializzazione precisa (solo nel caso delle malattie più contagiose furono create istituzioni dedicate, come lebbrosari e lazzaretti), e con una rosa vasta di interventi. Non è dunque immediato oggi intuire che i ponti potevano rientrare fra le opere pie e assistenziali ed essere pertanto considerati ospedali, e tanto meno immaginare che le comunità ospedaliere si occupassero anche di lavori di sistemazione urbanistica, viaria, idrica, oltre che di assistenza alle persone, in un’applicazione assai concreta e ampia del concetto di «religiosità delle opere». Il medioevo conobbe comunque, anzi sperimentò per primo, anche quegli ospedali “grandi” che sono più vicini all’immagine che ci è consueta: in certe aree della penisola italiana, a partire dal XV secolo infatti alle tradizionali comunità ospedaliere dai tratti marcatamente religiosi, attraverso un processo di riforma, amministrativa e architettonica al tempo stesso, si sostituì (ma spesso solo si affiancò) un’istituzione centrale intesa come luogo di cura e di medicalizzazione, connotata in senso più laico, amministrata dal ceto dirigente locale e controllata dal potere pubblico, anche se mai escludente la presenza della Chiesa nel proprio governo.

La medievistica odierna si occupa dunque di storia ospedaliera sotto vari rispetti. Studia le comunità ospedaliere come luoghi di accoglienza per pellegrini, viaggiatori, malati, orfani, vecchi, vedove, ma soprattutto per i poveri, intesi nel senso che il termine pauper assunse nei secoli di mezzo, ovvero di individuo bisognoso di aiuto e di protezione. Individua negli ospedali la possibilità per gli uomini dell’epoca di assolvere esigenze spirituali e di esperire il religioso. I fratres, le sorores, i conversi, gli oblati, e tutte quelle altre figure che nel loro insieme formarono comunità ospedaliere più o meno grandi, si collocano infatti sotto l’ambigua denominazione del laicus religiosus, coniata nel XIII secolo da Enrico da Susa, cardinale Hostiensis, per indicare quegli uomini e quelle donne che vissero la propria vocazione cristiana senza abbandonare lo status laicale, consacrandosi a Dio senza necessariamente abbracciare una regola. Alcuni di questi laici religiosi dediti alle opere di carità entrarono comunque in veri e propri ordini ospedalieri, dotati quindi di norme prescrittive codificate, come gli ordini del Tempio, di S. Giovanni Gerosolimitano, dei cavalieri Teutonici, degli Antoniani, di S. Spirito in Sassia, giusto per fare esempi tra i più noti. Non tutti si limitavano a partecipare: qualcuno legò la memoria di sé o della propria famiglia alla nascita di un nuovo ente. La fondazione di ospedali riguardò tanto le élites aristocratiche – dalla nobiltà ai patriziati – quanto i ceti produttivi e popolari: tra la fine del XII secolo e i primi del XIV la moderna agiografia individua addirittura il diffondersi di una specifica categoria di «santi laici della carità e del lavoro», costituita da artigiani e mercanti messisi in luce per fondazioni ospedaliere e diventati oggetto di una devozione popolare che li portò alla beatificazione. Accanto ai singoli, si distinsero quali promotori e sostenitori di fondazioni ospedaliere anche le associazioni, come le confraternite e, più raramente, le corporazioni, e le istituzioni, laiche e soprattutto ecclesiastiche.

Oltre che come declinazione attiva dello spirito religioso di laici, ma anche di chierici ovviamente, visto che era alla Chiesa che in primis, per tradizione, spettava la cura dei poveri, sebbene fin dal 793 Carlo Magno avesse inserito fra i doveri del sovrano anche l’officium hospitalitatis, gli ospedali sono inoltre studiati come perni di organizzazione del territorio e della viabilità (si pensi agli ospedali sorti nei pressi delle strade o dei ponti, preposti non solo all’accoglienza dei viaggiatori ma anche alla manutenzione delle strutture di passaggio e di valico); come centri di gestione patrimoniale (grazie a lasciti e donazioni numerosi ospedali divennero grandi proprietari fondiari e gestori di capitali mobili, assumendo in certi casi la funzione di monti di deposito e di prestito); e, ancora, come fulcro dell’incontro fra chiese e autorità civili locali nel momento in cui si dovevano fronteggiare problemi come il pauperismo, le ondate epidemiche, e si voleva mettere mano a politiche non solo sanitarie e di ordine e decoro pubblico, ma anche di rafforzamento del potere e della sua immagine; dal momento che, infine, la carica di ministro ospedaliero era di fatto considerata alla stregua di un beneficio ecclesiastico, nonostante le indicazioni contrarie del diritto canonico trecentesco, gli ospedali rientrarono anche nell’ambito della negoziazione fra principi e pontefici in materia di provvista beneficiaria.

Ma non è solo la medievistica a interessarsi degli ospedali. Fare storia degli ospedali non significa infatti fare solo storia della religiosità e delle politiche assistenziali, ma anche storia dell’arte, dell’architettura, della salute, e ancora demografia storica, archeologia degli insediamenti, paleo-antropologia: le acquisizioni derivanti da tutte queste discipline sono imprescindibili per lo storico che voglia collocare gli ospedali nella complessità del paesaggio umano e istituzionale medievale.

Un repertorio ragionato di risorse sulla storia degli ospedali medievali si occuperà pertanto di fornire indicazione su studi, materiali, centri di conservazione documentaria e libraria, luoghi di studio e ricerca, musei, siti web, pertinenti alla storia dell’assistenza, della religiosità e della santità, alla storia della medicina e della professione medica, alla storia del pauperismo ma anche del pellegrinaggio, della viabilità, degli insediamenti, dei monumenti artistici e architettonici, in una parola alla storia della società. Le dinamiche economiche, sociali, politiche che ruotano intorno alla nascita e all’organizzazione degli ospedali medievali ne fanno difatti un elemento portante della società intera. Anzi, si potrebbe anche dire che la fisionomia che ospedali ed enti assistenziali in senso ampio (includiamo per esempio anche i monti di pietà, delle doti, e frumentari) assumono nei secoli e nei luoghi è rivelatrice della fisionomia della società che li ha prodotti.

In chiusura a questa breve nota introduttiva, avvertiamo che non sarà possibile presentare in maniera sistematica le risorse relative alla storia degli ordini ospedalieri, che per la loro complessità, ma anche per la fortuna storiografica e mediatica di cui sono oggetto, meritano senz’altro una voce di Repertorio a se stante. Ribadiamo infine che la scheda, come recita il titolo, si limita a offrire indicazioni sugli ospedali medievali sorti sul territorio italiano, sebbene in qualche caso si sia ritenuto opportuno citare strumenti relativi ad altri contesti europei, qualora questi riportassero informazioni utili anche allo studioso di cose italiane.


Risorse

1. Archivi

Nell’alto medioevo finalità estesamente assistenziali erano attribuite non solo e non tanto a specifiche strutture ospedaliere, quanto piuttosto a chiese e monasteri. Col procedere del tempo cominciarono a sorgere anche strutture separate, sempre comunque solitamente connesse con un istituto religioso (anche se non obbligatoriamente, soprattutto nel basso medioevo). Ecco perché per lo studio della storia degli ospedali bisogna spesso rifarsi agli archivi degli enti ecclesiastici e monastici; ma anche ai fondi documentari delle confraternite (si veda in proposito l’analoga voce del Repertorio di Reti Medievali sulle Confraternite religiose laiche: <http://www.repertorio.retimedievali.it/>) e, in casi più rari, delle corporazioni, associazioni che si occuparono anch’esse, per quanto in misura differente, di assistenza, a favore sia dei propri iscritti, sia degli esterni. Viceversa, notiamo come gli archivi ospedalieri contengano talvolta materiale documentario di enti monastici e di ordini religiosi soppressi fra Sette e Ottocento.

  • Il patrimonio documentario di questi istituti, come noto, è oggi in buona parte conservato presso gli Archivi di Stato dove sono stati inglobati anche gli archivi di ospedali storicamente soggetti a un forte controllo delle autorità pubbliche. Il materiale ospedaliero solitamente si rinviene nei fondi «Antichi ospizi», «Opere pie», «Luoghi pii» e simili. In mancanza di riferimenti archivistici precisi, è possibile rifarsi alla Guida generale degli archivi di stato, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali - Ufficio Centrale per i Beni archivistici, Roma 1981-94, 4 voll.: dal 2000 la Guida generale è stata resa consultabile anche on line, sia in formato PDF (<http://www.maas.ccr.it/guida/hl/listaPDF.htm>) sia attraverso una banca dati (<http://www.maas.ccr.it/h3/h3.exe/aguida/findex_guida>) che consente diverse modalità di ricerca, pur mantenendo la struttura organica in cui erano disposti i fondi archivistici. Digitando alla maschera «Ricerca per parola» il termine “ospedale” si ottiene un prezioso elenco dei fondi archivistici di tutta Italia in cui è possibile reperire materiale documentario relativo agli ospedali.
  • Solo nel caso di alcuni ospedali, dotati di maggiore autonomia nel corso del tempo, sopravvivono a tutt’oggi istituti archivistici distinti. Si tratta per esempio dell’Archivio dell’Ospedale Maggiore di Milano o dell’Archivio dell’Istituto degli Innocenti di Firenze. Per informazioni sul patrimonio dei due enti si vedano rispettivamente gli URL <http://www.policlinico.mi.it/beni_culturali/beni_storici_artistici/archivio.html> riferito all’archivio milanese, e l’URL <http://www.istitutodeglinnocenti.it/?q=content/archivio-storico> con l’inventario on line dell’archivio degli Innocenti.
  • Per il citato legame con le confraternite, sono da consultare anche gli archivi degli ECA (Enti Comunali di Assistenza), poi IPAB (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza), o similari (la denominazione di questi enti è in continuo aggiornamento). Se in alcuni casi si tratta di archivi autonomi, in altri i vecchi fondi ECA sono stati inglobati dagli Archivi di Stato.

Altro materiale è conservato negli archivi centrali degli ordini ospedalieri e nell’Archivio segreto vaticano, vista la dipendenza degli ospedali – compresi fra le operae pietatis o pia loca – dall’ordinamento ecclesiastico.

  • Fra i numerosi ordini ospedalieri sorti in età medievale si segnala senz’altro, anche per la continuità istituzionale, il Sovrano militare ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, di Rodi, di Malta. Prezioso materiale storico è conservato presso la sede centrale di Malta (<http://www.orderofmalta.int/biblioteca-e-archivi/817/biblioteca-magistrale/?lang=it>) e presso la National Library sempre di Malta (<http://education.gov.mt/en/education/malta-libraries/Pages/National%20Library/Archives.aspx>). . Dei tre Grandi priorati – di Lombardia e Venezia (comprendente anche la Sardegna), di Roma, di Napoli e Sicilia – presenti in Italia, il Gran priorato di Lombardia e Venezia, con sede a Venezia, ha reso libero l’accesso alla propria documentazione e messo a disposizione anche on line l’indice del contenuto dell’archivio veneziano relativo alle province dell’Italia settentrionale: già presente all’URL <http://www.smomve.org/archivio.php>, dal gennaio 2012 ha cambiato indirizzo: <http://ordinedimaltaitalia.org/gran-priorato-di-lombardia-e-venezia-archivio> dove tuttavia il materiale è in attesa di pubblicazione.
  • Per quanto concerne l’Archivio segreto vaticano (<http://asv.vatican.va/>), le serie dei registri sono troppo troppo numerose per poter essere menzionate qui di seguito; ci limitiamo pertanto a segnalare i seguenti fondi che contengono materiale di interesse ospedaliero, naturalmente non solo relativo al medioevo: Bullarium generale I e II, Bullarum registra, Luoghi pii dello stato pontificio, Registri delle suppliche, Registri Lateranensi, Registri Vaticani, Camera Apostolica (ma si tenga presente che il materiale dell’archivio camerale successivo al XV secolo è confluito nell’Archivio di Stato di Roma).

1.1 Opere di catalogazione archivistica locale, e studi storici archivistici, a stampa e on line

Piemonte

  • Il catasto della beneficenza. IPAB e ospedali in Piemonte 1861-1985, a cura di U. Levra, Regione Piemonte, Torino 1987, 15 voll.

Lombardia

  • Gli archivi storici degli ospedali lombardi: censimento descrittivo, Regione Lombardia, Milano 1982.
  • S. Arena, Documenti dell’Archivio di Stato di Milano per la storia dell’Ordine di Malta in Lombardia (secoli XII-XIX), con presentazione di G.C. Bascapè, 2 voll., Milano 1978-1981.
  • G.C. Bascapè, Documenti dell’Ordine di Malta nell’Archivio dell’Ospitale Maggiore di Milano, Milano 1934.
  • G. Bonelli, L’archivio dell’Ospedale di Brescia. Notizia e inventario, Brescia 1916.
  • J. Schiavini Trezzi, Per la storia dell’assistenza agli esposti in Bergamo. L’Ospedale Grande di San Marco e il suo archivio (secoli XV-XVIII), in «Benedetto chi ti porta, maledetto chi ti manda». L’infanzia abbandonata nel Triveneto (secoli XV-XIX), a cura di C. Grandi, Treviso 1997, pp. 115-131.
  • In Lombardia beni culturali, portale regionale del patrimonio culturale lombardo, si trova una guida on line dei beni storico artistici, accanto alle risorse storico archivistiche già ospitate dal sito, ora non più attivo, Lombardia Storica. In particolare, si veda la sezione Archivi Storici, soggetti produttori, alla voce Ospedale: <http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ricerca/?qs=ospedale>.

Veneto

  • Archivi del Veneto, Archivi di interesse locale <http://www.regione.veneto.it/web/cultura/archivi-di-interesse-locale>: su questo sito è possibile reperire elenchi dei fondi archivistici degli antichi ospedali veneti conservati presso enti di conservazione locale (IPAB, IRE, etc.).
  • L’Archivio IRE. Inventari dei fondi antichi degli ospedali e luoghi pii di Venezia, a cura di G. Ellero, Venezia 1987.
  • Ecclesiae Venetae <http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?RicProgetto=ev>: si tratta di una banca dati che contiene materiale relativo a enti delle diocesi venete, facente parte di un progetto che si collega al più ampio Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche, noto con l'acronimo SIUSA, punto di accesso primario per la consultazione e la ricerca del patrimonio archivistico non statale, pubblico e privato, conservato al di fuori degli Archivi di Stato.
  • I. Sartor, Vicende di beni culturali non minori: l’archivio antico, l’archivio di deposito, l’archivio riservato, la biblioteca dell’Ospedale, in Santa Maria dei Battuti di Treviso. L’ospedal Grando secc. XIII-XX, a cura di I. Sartor, Treviso 2010, III, pp. 442-458.

Friuli Venezia Giulia

  • Le carte di Ippocrate. Gli archivi per la sanità nel Friuli Venezia Giulia, Atti del convegno, Trieste-Udine 25-26 marzo 2003, Trieste 2005.

Emilia Romagna

  • L’Archivio dell’Opera Pia dei poveri vergognosi in Bologna. Inventario-regesto delle serie: istrumenti, verbali di congregazione, sommari e repertori, miscellanea, appendica, a cura di A. Accarino, L. Aquilano, Bologna 1999.
  • T. Filippini, L’archivio dell’ospedale Rodolfo Tanzi di Parma, in L’ospedale Rodolfo Tanzi di Parma in età medievale, a cura di R. Greci, Bologna 2004, pp. 295-336.
  • M. Gazzini, Ospedali a Parma nei secoli XII-XIII. Note storiche e archivistiche, in Ricerche archivistiche e bibliografiche sul percorso francigeno dell’Emilia occidentale, a cura di R. Greci, Bologna 2002, pp. 91-119.

Toscana

  • L’archivio dell’ospedale degli Innocenti di Firenze, inventario on line della sezione storica, a cura di L. Sandri, Firenze 2009 <http://archivio.istitutodeglinnocenti.it/defi/iyfon.htm>.
  • L’archivio dell’ospedale di San Giovanni di Dio di Firenze, inventario a cura di L. Sandri, Cernusco sul Naviglio (MI) 1991.
  • Archivio dell’ospedale di Santa Maria della Scala. Inventario, a cura di G. Cantucci, U. Morandi, 2 voll., Roma 1960-62 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, XXXVII).
  • A. Moriani, Fonti per la storia dell’assistenza e della sanità in territorio aretino: l’archivio dell’Ospedale di S. Maria Sopra i Ponti di Arezzo, in «Annali aretini», 5 (1997), pp. 81-98.

Basilicata

  • Corporazioni religiose opere pie. Inventari, a cura di V. Verrastro con la collaborazione di D. Guglielmi, D. Miranda, L. Rofrano, Archivio di Stato di Potenza, Potenza 1996.

Questo breve elenco, per quanto certamente passibile di integrazioni, mette tuttavia in luce una situazione di fondo, ovvero la diseguale distribuzione geografica e quantitativa delle risorse archivistiche ospedaliere, la quale a sua volta riflette un duplice dato, storico e conservativo al tempo stesso. Le fondazioni ospedaliere non si sono distribuite in maniera uniforme sull’intero territorio italiano nel corso dei secoli, proprio perché strettamente legate, come scritto, alle locali dinamiche sociali e istituzionali. Non ovunque, inoltre, hanno rivestito lo stesso peso e svolto le medesime funzioni e, di conseguenza, prodotto la stessa mole e tipologia di documentazione. Oltre a ciò, vanno anche considerati i tradizionali problemi di trasmissione, conservazione e consultazione archivistica che riguardano notoriamente le fonti medievali, problemi sui quali non è qui possibile soffermarsi nel dettaglio. Va da sé che anche la ricostruzione storiografica delle vicende di questi enti presenta vistose discrepanze sia a livello geografico sia tematico (ma per questo, vedi infra al punto 10).

2. Biblioteche

  • Biblioteca del Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità, Firenze: ente di riferimento per la ricognizione, la tutela e la conoscenza del patrimonio storico-medico, sia per il settore librario-archivistico, sia per quello strumentario, sia per quello attinente alla storia dell’assistenza nei suoi risvolti strutturali, politico-sociali, comportamentali e medici. È dotata di un catalogo on line: <http://www.cdocsanita.it/biblioteca.html>.
  • Biblioteca Innocenti Library, Firenze: costituita nel 2001 come Progetto di cooperazione fra l’Istituto degli Innocenti di Firenze e il Centro di Ricerca Innocenti (Innocenti Research Centre) dell’UNICEF in accordo con il Governo Italiano. On line sono disponibili i cataloghi bibliografici di entrambi gli istituti: <http://www.biblioteca.istitutodeglinnocenti.it/index.jsf>.
  • Biblioteca del Sovrano militare ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, di Rodi, di Malta. Nella sede centrale di Malta l’ordine conserva una preziosa biblioteca, il catalogo della quale è stato informatizzato: <http://www.orderofmalta.int/biblioteca-e-archivi/817/biblioteca-magistrale/?lang=it>.

3. Centri di ricerca

  • Centro italiano di storia ospedaliera (CISO). Precursore di un rinnovato interesse per la storia degli ospedali, vista come raccordo fra la storia giuridico-amministrativa, la storia medico-sanitaria, e la storia religiosa, dalla sua fondazione (1956) il Centro ha provveduto per un trentennio a incentivare studi e progetti sulla storia ospedaliera e sanitaria, a patrocinare pubblicazioni e a organizzare convegni. Mantenendo il medesimo acronimo è poi diventato nel 1979 Centro italiano di storia sanitaria e ospedaliera, pubblicando dal 1984 al 1992 il semestrale «Sanità scienza e storia». Ora la sua attività è sospesa, in attesa di definire un nuovo assetto; sono rimaste operanti, ma in autonomia, alcune Sezioni, a carattere regionale (in particolare il Veneto e la Toscana) o tematico (soprattutto di Medicina veterinaria).
  • Centro Interdipartimentale per lo Studio dellOspedale di Santa Maria della Scala. Sorto nel 1984 presso l’Università degli Studi di Siena, e riattivato nel 2003, grazie all’iniziativa congiunta di storici, archeologi, storici dell’arte e storici dell’architettura, il centro ha il fine di coordinare le ricerche svolte in diversi ambiti disciplinari su questo grande ospedale cittadino promuovere iniziative editoriali e organizzare mostre, convegni e giornate di studio. Il centro è dotato di un ottimo sito web (<http://www.storia.unisi.it/index.php?id=171>): fra le varie pagine si vedano quelle relative a Materiali, saggi e ricerche (<http://www.storia.unisi.it/index.php?id=765>).
  • Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità fiorentina. Sorto nel 1998, il centro si avvale della collaborazione dell’università, del comune, e della provincia di Firenze, nonché dell’ordine dei medici, ed è museo, centro conferenze, archivio. Indicazioni sulle attività del centro si trovano nel sito web: <http://www.centrosanita.net>.

Si segnala inoltre, per le informazioni relative anche agli ospedali italiani che può contenere, l’International Network for the History of Hospitals (INHH), sostenuto dalla European Association for the History of Medicine and Health <http://www.eahmh.net/>. Dal 1998 il network europeo di studiosi di storia ospedaliera si propone di sostenere gli studi relativi allo sviluppo storico degli ospedali dalle origini fino al presente promuovendo incontri internazional; l’organizzazione è dotata di un sito web: <http://inhh1.wordpress.com/>.
Simile, ma invece incentrato solo sulla storia francese, il sito della Société française d’Histoire des Hôpitaux (<http://www.biusante.parisdescartes.fr/sfhh/debut.htm>), di cui comunque riteniamo importante dare notizia perché permette, fra il resto, di accedere agli indici della propria rivista trimestrale, i contenuti della quale possono anche risultare di interesse generale.

4. Musei

Sono numerosi i musei che trovano collocazione presso i complessi monumentali di antichi ospedali riconvertiti nel loro uso. Per quanto non esclusivamente dedicati alla tematica oggetto della presente scheda, alcuni di questi musei offrono percorsi, sia materiali, sia virtuali, utili alla ricostruzione della vita ospedaliera nel passato.

  • Complesso museale dell’Ospedale Santa Maria della Scala, Siena: per la storia e le attività di questo museo ospitato all’interno delle strutture dell’antico ospedale di Santa Maria della Scala, non più operativo dal punto di vista nosocomiale solo dagli anni ottanta del XX secolo, si veda il bel sito web <http://www.santamariadellascala.com/w2d3/v3/view/sms2/home--0/index.html>.
  • Istituto e Museo di Storia della Scienza, dal 2010 Museo Galileo. On line. La sezione dedicata alla Storia della viabilità in Toscana contiene informazioni su ospedali e ordini ospedalieri, Altopascio in primis: <http://brunelleschi.imss.fi.it/itinerari/itinerario/StoriaViabilitaToscana.html>.
  • Museo del Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità, Firenze: costituisce la parte storico-monumentale dell’ex ospedale di San Giovanni di Dio, e conserva arredi, quadri e strumentazione medica, come brevemente descritto alla pagina web del Centro <http://www.cdocsanita.it/museo.html>.
  • Museo della Sanità, Bologna: ospitato nel complesso del duecentesco ospedale di S. Maria della Vita, gestito inizialmente dall’omonima compagnia di disciplinati, espone oggetti provenienti sia dal Santuario (risalente invece al secolo XVII) sia dall’Ospedale, che documentano la secolare e duplice attività, religiosa e assistenziale, svolta dalla confraternita della Vita a Bologna. Scarne notizie nel sito Genus Bononiae: <http://www.genusbononiae.it/index.php?pag=64>.
  • Museo dell’Ospedale del Ceppo, Pistoia. L’ospedale del Ceppo, di fondazione duecentesca, divenne a partire dal Seicento sede di una scuola medica, da cui proviene la strumentazione medica esposta nel museo. Non dispone di sito proprio, ma si veda la scheda presente sul sito <http://www.museionline.info/tipologia/item/museo-dell-ospedale-del-ceppo.html>.
  • Museo dell’Ospedale di S. Martino, Genova: già ospedale del Pammatone, di origini quattrocentesche, ha un sito web dedicato alla memoria dei propri benefattori (<http://www.statuesanmartino.altervista.org/index.html>); si veda anche la guida Museo degli Ospedali Civili di Genova (San Martino). Guide, Genova 1979.
  • Museo di storia della medicina e della salute, Padova, inaugurato ufficialmente il 21 febbraio 2014 presso il complesso monumentale quattrocentesco dell’ospedale di S. Francesco dell’Osservanza <http://www.musme.padova.it/>.
  • Museo storico nazionale dell’arte sanitaria, Roma: il Museo è situato nell’ala seicentesca dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia, attivo a Roma dall’alto medioevo come xenodochio, e passato nel XIII sotto l’ordine ospedaliero di Guido di Montpellier. Documenta soprattutto il percorso della moderna attività medica. (<http://www.museiscientificiroma.eu/artesanitaria/index.htm>).
  • Museo teatro della Commenda di San Giovanni di Pré, Genova. Dal 2009 la Commenda presenta un allestimento in forma di “museo teatro”, dove documenti e personaggi storici diventano immagine e spettacolo grazie alla collaborazione tra Galata Museo del Mare e Teatro del Suono. Informazioni di base presso il sito <http://www.museidigenova.it/spip.php?rubrique204>.
  • Museo virtuale della Scuola medica salernitana. Ospitato presso la struttura fisica della chiesa di S. Gregorio di Salerno, si avvale delle moderne tecnologie informatiche per ricostruzioni storico-artistiche virtuali dalle finalità didattiche. Per un saggio si veda <http://www.lascuolamedicasalernitana.beniculturali.it/index.php?it/8/museo-virtuale>.
  • Nuovo Museo dell’Istituto degli Innocenti, Firenze: il Nuovo Museo Degli Innocenti (MUDI), che fa capo al quattrocentesco Ospedale degli Innocenti, si articola in tre sezioni distinte: la Galleria, l’Archivio storico, e la didattica Bottega dei Ragazzi <http://www.istitutodeglinnocenti.it/mudi/index.htm>.

Questi ambienti museali ospitano spesso mostre dedicate alla storia degli ospedali, della sanità, dell’assistenza, esibizioni che diventano occasione per la pubblicazione di cataloghi, che solitamente affiancano alla fotoriproduzione degli oggetti esposti brevi saggi introduttivi. Tra gli esiti editoriali più recenti ricordiamo:

  • Arte e assistenza a Siena. Le copertine dipinte dell’Ospedale di Santa Maria della Scala, Catalogo della mostra, Siena, Ospedale Santa Maria della Scala, 7 marzo – 31 agosto 2003, a cura di G. Piccinni, C. Zarrilli, Pisa 2003.
  • Il Bene e il Bello. I luoghi della cura. Cinquemila anni di storia, Catalogo della mostra, Milano, Rotonda della Besana, febbraio-marzo 2000, Milano 2000.
  • L’Oro di Siena. Il Tesoro di Santa Maria della Scala, Catalogo della mostra, Siena, Ospedale di Santa Maria della Scala, dicembre 1996 – febbraio 1997, a cura di L. Bellosi, Milano 1997.
  • L’ospedale e la città. Cinquecento anni d’arte a Verona, Catalogo della mostra, Verona 8 marzo – 9 giugno 1996, a cura di A. Pastore, G.M. Varanini, P. Marini, G. Marini, Verona 1996.

5. Riviste

A partire dagli inizi del Novecento, molti enti ospedalieri hanno avviato la pubblicazione di periodici che il più delle volte consistono in bollettini delle attività medico-sanitarie locali, dalla periodicità indeterminata e con raro riferimento a dati storici. All’interno di questa categoria, ci limitiamo a ricordare l’esempio più longevo de «L’Ospedale Maggiore: rivista scientifico-pratica dell’Ospedale Maggiore di Milano ed Istituti sanitari annessi», edita dal 1906.

Più recenti e con un taglio invece specificamente storico:

  • «Medicina e storia. Rivista di storia della medicina e della sanità»: periodico semestrale sorto nel 2001 per iniziativa del Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità fiorentina. URL <http://www.fupress.net/index.php/mes>.
  • «Sanità scienza e storia», rivista semestrale del CISO, edita dal 1984 al 1992.

Di orizzonte “globale”, ma con qualche possibile riferimento italiano:

  • «Bulletin of the History of Medicine» (Baltimora, 1933-).
  • «Historia hospitalium», (Herzogenrath, 1966-).
  • «Social history of medicine», (Oxford, 1988-).

6. Collane editoriali

  • «Biblioteca di medicina e storia», iniziativa del Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità fiorentina. I volumi editi nella collana sono visualizzabili all’URL <http://www.centrosanita.net/detail.php?id_pag=152>.
  • «Ospedali medievali tra carità e servizio», a cura di G. Piccinni, collana del Dipartimento di Storia dell’Università di Siena che raccoglie ricerche originali sulla storia degli ospedali medievali italiani ed europei (<http://www.storia.unisi.it/index.php?id=204>).
  • «Ricerche e fonti», collana editoriale del Centro Interdipartimentale S. Maria della Scala di Siena, sorta nel 2010 (<http://www.storia.unisi.it/index.php?id=1173>).

7. Fonti e edizioni di fonti

Le fonti, scritte e non scritte, cui ci si rivolge per lo studio degli ospedali sono varie, di produzione interna come esterna. Nel novero delle fonti scritte, fra quelle interne le principali sono gli statuti, le regole ospedaliere, le deliberazioni capitolari, i libri di conti, i registri di contratti, balie, manovali, assistiti e ufficiali vari, le relazioni amministrative, nonché quegli atti notarili, in pergamena sciolta o in filza, redatti da notai “ospedalieri”, cioè da professionisti che dedicarono parte della loro attività alla registrazione di oblazioni e di negozi ospedalieri di varia natura. Tra le fonti esterne spiccano le lettere papali e vescovili e le fonti di matrice pubblica, legislative, giudiziarie, fiscali, sanitarie (registri dei vivi e dei morti, bollettini degli ufficiali di sanità), e altri atti di produzione notarile, come testamenti e donazioni inter vivos. Per un primo inquadramento del panorama documentario sono sempre utili le pagine dedicate a Confraternite e ospedali da P. Cammarosano in Italia medievale. Struttura e geografia delle fonti scritte, Roma 1991 (pp. 249 sgg.). In una prospettiva comparata europea, si veda inoltre il recente volume Quellen zur europäischen Spitalgeschichte in Mittelalter und Früher Neuzeit - Sources for the History of Hospitals in Medieval and Early Modern Europe, Wien-München 2010, all’interno del quale si confrontino, a dimostrazione dell’eterogeneità sopra ricordata, le tipologie pubblicate da Francesco Bianchi, Health and Welfare Institutions in Renaissance Italy: Selected Sources from the Veneto (pp. 209-242).

Rare risultano le fonti di tipo narrativo specificamente incentrate sugli ospedali, in particolare memorie redatte all’interno delle comunità e degli stessi enti assistenziali; ciononostante, tracce di intenti memorialistici si possono rinvenire in scritture finalizzate ad altri usi, ad esempio amministrativi (come documentato in G. Albini, La «Fundatio magni Hospitalis Mediolani» di Gian Giacomo Ghilini: relazione amministrativa e libro della memoria, in Libri, e altro. Nel passato e nel presente, Milano 2006, pp. 77-109). Più di un cenno si può rinvenire comunque nelle cronache municipali e soprattutto, essendo l’ospedale espressione tangibile dello spirito religioso e civico medievale, nelle laudes civitatum e nelle vite di santi: al proposito si veda almeno M. Gazzini, Memoria ‘religiosa’ e memoria ‘laica’: sulle origini di ospedali di area padana (secoli XII-XIV), in La mémoire des origines dans les institutions médiévales, Atti del Convegno, Roma 6-8 giugno 2002, in «Mélanges de l’école Française de Rome - Moyen Âge», 115 (2003), 1, pp. 361-384.

Alle fonti ospedaliere è stato dedicato nel 2003 il XVII seminario di studi organizzato dalla Fondazione Centro Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo di San Miniato, sotto la coordinazione di G. Piccinni e G. Pinto, per una cronaca del quale si rimanda a F. Bianchi, Le fonti ospedaliere (secc. XIV-XVI), in «Archivio storico italiano», 162 (2004), pp. 141-146 e A. Ricci, Le fonti ospedaliere. San Miniato (PI), 8-13 settembre 2003, in «Quaderni medievali», 57 (2004), pp. 147-153.

Fra le principali edizioni di fonti ospedaliere italiane si ricordano:

Regole e statuti ospedalieri

  • Antichi diplomi degli Arcivescovi di Milano e note di diplomatica episcopale, a cura di G.C. Bascapè, Firenze 1937.
  • G. Drossbach, Christliche caritas als Rechtsinstitut: Hospital und Orden von Santo Spirito in Sassia (1198-1378), Paderborn 2005 (Kirchen- und Staatskirchenrecht 2).
  • C. Marchesani, Gli statuti dell’ospedale genovese di S. Lazzaro: la lebbra nelle età medievali, Pietrabissara (Genova) 1999.
  • M. Pellegrini, La comunità ospedaliera di Santa Maria della Scala e il suo più antico statuto (Siena, 1305), Pisa 2006.
  • Gli statuti dell’ospedale di Lodi (1466), a cura di G. Cremascoli, M. Donnini, Lodi 1998.
  • Statuto dell’Ospedale di San Matteo ed annessi istituti in Pavia, Pavia 1872.
  • Si segnala altresì la sezione Die ältesten Regeln mittelalterlicher Hospitäler – Die Texte (<http://bernhard-hoepfner.de/editionen/index.html>) contenuta all’interno di un portale curato da Bernard Höpfner e diviso in più sezioni nel quale, nell’intento di fornire una definizione storica dell’istituzione ospedaliera nel medioevo, si presenta l’analisi e l’edizione di numerosi statuti ospedalieri, provenienti da varie parti d’Europa e redatti in diverse lingue tra il XII e il XVII secolo.

Ordinazioni capitolari

  • Le deliberazioni del capitolo dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena (1379-1381) <http://www.storia.unisi.it/index.php?id=956>, edizione digitale a cura di R. Lugarini.
  • R. Lugarini, Il Capitolo dell’ospedale di Santa Maria della Scala. Aspetti istituzionali e riflessi documentari (Siena, fine XII-XIV secolo), Siena 2011.
  • Materiali per la storia dell’Ospedale Maggiore di Milano: le Ordinazioni capitolari degli anni 1456-1498, serie di regesti a cura di G. Albini, M. Gazzini, in «Reti Medievali – Rivista», 12 (2011) <http://www.rivista.retimedievali.it/>.

Libri di conto

  • La contabilità delle case dell’Ordine Teutonico in Puglia e in Sicilia nel Quattrocento, a cura di K. Toomaspoeg, Galatina (Lecce) 2005.
  • T. Zerbi, Le origini della partita doppia. Gestioni aziendali e situazioni di mercato nei secoli XIV-XV, Milano 1952 (stralci di partite contabili di ospedali milanesi sono editi nel cap. XII, Partita doppia e bilanci in pubbliche aziende di erogazione a mezzo il secolo XV).

Naturalmente, come già accennato, nella ricostruzione della storia ospedaliera sono fondamentali anche le fonti non scritte: dai manufatti utili alla vita quotidiana all’interno di un ospedale (accessori da cucina, strumenti chirurgici, oggetti liturgici, arredi, quadri, monete), alle strutture architettoniche, agli stessi resti umani rinvenibili nei sepolcreti. Ma per queste testimonianze si rimanda a quanto esposto ai punti 4 e 9.

8. Bibliografie

8.1 A stampa

  • G. Albini, Bibliografia, in G. Albini, Città e ospedali nella Lombardia medievale, Bologna 1993, pp. 257-269.
  • Bibliografia Statutaria Italiana (1985-1995) Biblioteca del Senato della Repubblica, Centro di studi sulla civiltà del tardo Medioevo di S. Miniato, Comitato per gli studi e le edizioni delle fonti normative, a cura di G. Albini, S. Bulgarelli, M.P. Cesaretti, R. Dondarini, G.M. Varanini, M. Venticelli, Roma 1998, sezioni III (Studi che utilizzano normative locali quale fonte primaria) e IV (Edizioni e studi di normative di enti ecclesiastici, confraternite, ospedali).
  • E. Bressan, Bibliografia essenziale per una storia dell’assistenza in Lombardia, in E. Bressan, L’«Hospitale» e i poveri. La storiografia sull’assistenza: l’Italia e il “caso lombardo”, Milano 1981, pp. 127-169.
  • M. Garbellotti, Ospedali e storia nell’Italia moderna: percorsi di ricerca. Bibliografia, in «Medicina e storia. Rivista di storia della medicina e della sanità», 3 (2003), pp. 115-138 (pp. 132-138).
  • I. Ruffino, Fondo archivistico-bibliografico per la storia ospedaliera antoniana, Archivio Arcivescovile di Torino, Torino 1980.

8.2 In rete

9. Siti web tematici

  • Antropostoria. Antropologia fisica e ricerca storica <http://www.antropostoria.unimi.it/>. Sezione del Centro Interdipartimentale di Ricerca e Servizi per i Beni Culturali dell’Università degli Studi di Milano che presenta i risultati storici, demografici, paleoantropologici, paleopatologici delle indagini condotte da F.M. Vaglienti e da C. Cattaneo sui resti umani emersi dagli scavi nel Sepolcreto Grande dell’Ospedale Maggiore di Milano (1473-1695), e sui Registri dei Morti di Milano (1452-1695), fondo Atti di governo, Popolazione parte antica, dell’Archivio di Stato di Milano.
  • Un laboratorio di ricerca: l’ospedale Santa Maria della Scala di Siena <http://www.storia.unisi.it/index.php?id=952>. Sezione gestita dal Dipartimento di Storia dell’Università degli Studi di Siena, alla quale si accede anche dal sito del Centro Interdipartimentale per lo Studio dell'Ospedale di Santa Maria della Scala del medesimo ateneo, che raccoglie materiali diversi derivanti dalle ricerche sulla storia del maggiore ospedale medievale della città.
  • Gli ospedali nella Lunigiana medievale, a cura di E. Salvatori <http://web.arte.unipi.it/salvatori/luni/spedali.htm>: censimento degli ospedali lunigianesi del medioevo ricavato dallo spoglio di fonti edite, bibliografie, e di alcuni fondi archivistici inediti.
  • 10. Studi

    Già il Muratori aveva individuato negli hospitalia peregrinorum, infirmorum, infantium expositorum un tema degno di approfondimento storico (L.A. Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevii, tomo III, Milano 1739, diss. XXXVII). A lungo tuttavia intorno agli ospedali sono fiorite memorie prive di una visione storica complessiva del fenomeno ma finalizzate alla celebrazione municipalistica, per il valore simbolico spesso assunto dagli enti ospedalieri per la comunità locale. Solo a partire dal secondo dopoguerra europeo la storiografia sull’assistenza ha conosciuto una vera e propria svolta, grazie agli impulsi derivanti dal confronto con vari settori della ricerca (la storia delle istituzioni, la storia del diritto, la storia sociale, la storia economica, la storia della mentalità, la storia della medicina, la storia dell’architettura, la demografia storica). Attualmente, ammorbidite alcune iniziali rigidità interpretative di stampo marxista e cattolico, la storia ospedaliera si configura come uno dei temi che riscuotono grande interesse, forse anche sulla scia delle problematiche suscitate dalle politiche sanitarie adottate dai diversi governi, in base alle nuove urgenze sociali e sanitarie ma anche al succedersi delle ideologie dominanti e alla crisi del Welfare system. Di fronte a una tradizione di studi ampia e diversificata, per tenore, approccio ed impostazione, ci limitiamo a fornire qui di seguito solo indicazioni essenziali sulla principale produzione storiografica relativa al contesto italiano, selezionando tuttavia nella parte delle opere generali e di sintesi anche quegli studi (come le ricerche di Michel Mollat sulla storia della povertà) che hanno avuto un’influenza di ampio respiro geografico; viceversa, nella sezione relativa alle regioni italiane ci si concentrerà esclusivamente sulla storiografia relativa a enti sorti su questi territori. Sebbene l’ordine di elencazione prescelto sia alfabetico, risulterà lo stesso evidente che gli studi paiono essersi concentrati su alcune aree in particolare: ciò riflette le peculiarità delle origini e funzioni storiche degli ospedali, e delle dinamiche di produzione e conservazione della loro documentazione, già sottolineata in precedenza. Precisiamo infine che non si tratta di una bibliografia esaustiva, ma forzatamente selettiva, nella quale sono state privilegiate le opere più recenti che possano risultare di orientamento anche sulla storiografia anteriore.

    Opere generali e di sintesi

    • J. Agrimi, C. Crisciani, Malato, medico e medicina nel medioevo, Torino 1980.
    • G. Albini, Ospedali e cibo in età medievale, in I gusti della salute. Alimentazione, salute e sanità ieri e oggi, Atti del Convegno (Silea, 13-14 maggio 2000), Silea (TV) 2000, pp. 39-59.
    • G. Albini, Tra anima e corpo: modi e luoghi di cura nel Medioevo, in Il Bene e il Bello. I luoghi della cura. Cinquemila anni di storia, Catalogo della mostra, Milano, febbraio-marzo 2000, Milano 2000, pp. 67-78.
    • Assistance et charité, in «Cahiers de Fanjeaux», 13 (1978).
    • Assistenza e solidarietà in Europa. Secc. XIII-XVIII – Social assistance and solidarity in Europe from the 13th to the 18th centuries, a cura di F. Ammannati, XLIV settimana di studi, Istituto internazionale di storia economica Francesco Datini, Prato, 23-26 aprile 2012, Firenze 2013.
    • Atti del I Congresso Italiano di Storia Ospitaliera, Reggio Emilia 14-15 giugno 1956, Reggio Emilia 1957.
    • Atti del I Congresso Europeo di Storia Ospitaliera, Reggio Emilia 6-12 giugno 1960, Reggio Emilia 1962.
    • D. Balestracci, L’invenzione dell’ospedale. Assistenza e assistiti nel Medioevo, in Il Bene e il Bello. I luoghi della cura. Cinquemila anni di storia, Catalogo della mostra, Milano, febbraio-marzo 2000, Milano 2000, pp. 49-60.
    • S. Bertelli, Patriziati urbani, dignità ecclesiastiche, luoghi pii, in La crisi degli ordinamenti comunali e le origini dello Stato del rinascimento, a cura di G. Chittolini, Bologna 1979, pp. 273-285.
    • F. Bianchi, Italian Renaissance Hospitals: An Overview of the Recent Historiography, in «Mitteilungen des Instituts für österreichische Geschichtsforschung», 115 (2007), pp. 394-403.
    • F. Bianchi, M. Słoń , Le riforme ospedaliere del quattrocento in Italia e nell’Europa centrale, in «Ricerche di storia sociale e religiosa», 35 (2006), 69, pp. 7-45 (presente in Reti medievali – Biblioteca <http://www.biblioteca.retimedievali.it/>).
    • E. Bressan, Hospitals and Social Care in the Early Modern Period. The Realisation and Discussion of Welfare in Italy, in Europäisches Spitalwesen. Institutionelle Fürsorge in Mittelalter und Früher Neuzeit / Hospitals and Institutional Care in Medieval and Early Modern Europe, Wien-München 2008, pp. 135-147.
    • E. Bressan, Storia ospedaliera e storia della carità. Alle origini del CISO, in Gli ospedali in area padana fra Settecento e Novecento, a cura di M.L. Betri, E. Bressan, Atti del III Congresso italiano di storia ospedaliera, Montecchio Emilia 14-16 marzo 1990, Milano 1992, pp. 27-43.
    • La Chiesa e il potere politico dal medioevo all’età contemporanea, a cura di G. Chittolini, G. Miccoli, Storia d’Italia, Annali 9, Torino 1986.
    • G. Chittolini, Stati regionali e istituzioni ecclesiastiche nell’Italia centrosettentrionale del Quattrocento, in Storia d’Italia Einaudi, Annali 9, La Chiesa e il potere politico dal Medioevo all’età contemporanea, a cura di G. Chittolini, G. Miccoli, Torino 1986, pp. 147-193.
    • C.M. Cipolla, Contro un nemico invisibile. Epidemie e strutture sanitarie nell’Italia del Rinascimento, Bologna 1985.
    • Città e servizi sociali nell'Italia dei secoli XII-XV, Atti del Convegno, Pistoia 9-12 ottobre 1987, Pistoia 1990.
    • F. Cognasso, Ospedali di ponte, in Studi di storia ospedaliera piemontese in onore di Giovanni Donna d’Oldenico, Torino 1958, pp. 109-115.
    • La concezione della povertà nel Medioevo, a cura di O. Capitani, Bologna 1974.
    • G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia. Dalla peste europea alla guerra mondiale 1348-1918, Roma-Bari 1987.
    • G. Cosmacini, L’arte lunga. Storia della medicina dall’antichità ad oggi, Roma-Bari 1997.
    • A. Demurger, Chevaliers du Christ. Les Ordres religieux-militaires au Moyen Âge (XIe-XVIe siècle), Paris 2002 (tr. it. I cavalieri di Cristo. Gli ordini religioso-militari del Medioevo XI-XVI secolo, Milano 2004).
    • G. De Sandre Gasparini, Lebbrosi e lebbrosari tra misericordia e assistenza nei secoli XII-XIII, in La conversione alla povertà nell’Italia dei secoli XII-XV, Atti del Convegno, Todi 14-17 ottobre 1990, Spoleto 1991, pp. 239-268.
    • G. Drossbach, F.O. Touati, T. Frank, Einführung. Zur Perspektivität und Komplexität des mittelalterlichen Hospitals. Forschungsstand, Arbeitstechniken, Zielsetzungen, in Hospitäler in Mittelalter und Früher Neuzeit. Frankreich, Deutschland und Italien. Eine vergleichende Geschichte - Hôpitaux au Moyen Âge et aux Temps modernes. France, Allemagne et Italie. Une histoire comparée, a cura di G. Drossbach, München 2007, pp. 9-24.
    • L’enquête pontificale de 1373 sur l’ordre des Hospitaliers de Saint-Jean de Jérusalem, a cura di J. Glénisson, Parigi 1987.
    • Esperienze religiose e opere assistenziali nei secoli XII e XIII, a cura di G.G. Merlo, Torino 1987.
    • C.D. Fonseca, Canoniche e Ospedali, in Atti del I Congresso Europeo di Storia Ospedaliera, Reggio Emilia 1962, p. 482-499.
    • C.D. Fonseca, Forme assistenziali e strutture caritative nella Chiesa del Medioevo, in Stato e Chiesa di fronte al problema dell’assistenza, Roma 1982, pp. 13-29.
    • T. Frank, Confraternite e assistenza, in Studi confraternali: orientamenti, problemi, testimonianze, a cura di M. Gazzini, Firenze 2009 (Reti Medievali – Ebook), pp. 217-238, <http://www.ebook.retimedievali.it/>.
    • T. Frank, Spätmittelalterliche Hospitalreformen und Kanonistik, in «Reti Medievali – Rivista», 11 (2010), <http://www.rivista.retimedievali.it/>.
    • M. Gazzini, La fraternita come luogo di economia. Osservazioni sulla gestione delle attività e dei beni di ospedali e confraternite nell’Italia tardo-medievale, in Assistenza e solidarietà in Europa. Secc. XIII-XVIII – Social assistance and solidarity in Europe from the 13th to the 18th centuries, a cura di F. Ammannati, XLIV settimana di studi, Istituto internazionale di storia economica Francesco Datini, Prato, 23-26 aprile 2012, Firenze 2013, pp. 261-276.
    • B. Geremek, Il pauperismo nell’età preindustriale (secoli XIV-XVIII), in Storia d’Italia Einaudi, V, I documenti, Torino 1973, pp. 667-698.
    • M.D. Grmek, Storia del pensiero medico occidentale, 1, Antichità e medioevo, Roma-Bari 1993.
    • J. Henderson, The Renaissance Hospital. Healing the body and healing the soul, Yale 2006.
    • Hospitäler in Mittelalter und Früher Neuzeit. Frankreich, Deutschland und Italien. Eine vergleichende Geschichte - Hôpitaux au Moyen Âge et aux Temps modernes. France, Allemagne et Italie. Une histoire comparée, a cura di G. Drossbach, München (Oldenbourg) 2007.
    • Hospitaller Women in the Middle Age, a cura di A. Luttrell, H.J. Nicholson, Aldershot 2006.
    • The Hospitallers, the Mediterranean and Europe: Festschrift for Anthony Luttrell, a cura di K. Borchardt, N. Jaspert, H.J. Nicholson, Aldershot 2007.
    • J. Imbert, Les hôpitaux en droit canonique (du Decret de Gratien à la sécularisation de l’administration de l’Hôtel-Dieu de Paris en 1505), Paris 1947.
    • J. Imbert, voce Ospedale, in Dizionario degli istituti di perfezione, Roma 1980, VI, col. 922-942.
    • The Impact of Hospitals 300-2000 , a cura di J. Henderson, P. Horden, A. Pastore, Oxford-Bern-Berlin 2007.
    • Luoghi di strada nel medioevo. Fra il Po, il mare e le Alpi Occidentali, a cura di G. Sergi, Torino 1996 (presente in Reti Medievali – Biblioteca <http://www.biblioteca.retimedievali.it/>).
    • Medicina dell’anima, medicina del corpo: l’Ospedale in Europa tra Medio Evo ed Età Moderna, a cura di A. Pastore, J. Henderson, in «Medicina e storia. Rivista di storia della medicina e della sanità», 6 (2003).
    • A. Mischlewski, Un ordre hospitalier au Moyen Âge. Les chanoines reguliers de Saint-Antoine-en-Viennois, Grenoble 1995.
    • M. Mollat, Les pauvres au Moyen Âge, Paris 1978 (tr. it. I poveri nel medioevo, con introduzione di O. Capitani, Roma-Bari 1983).
    • M.G. Muzzarelli, Il denaro e la salvezza. L’invenzione del Monte di Pietà, Bologna 2001.
    • E. Nasalli Rocca, Il diritto ospedaliero nei suoi lineamenti storici, Milano 1956.
    • E. Nasalli Rocca, Ospedali e canoniche regolari, in La vita comune del clero nei secoli XII e XIII, Atti della settimana di studio, Mendola settembre 1959, Milano 1962, II, p. 16-25.
    • L’ordine teutonico nel Mediterraneo, a cura di H. Houben, Atti del Convegno, Torre Alemanna (Cerignola), Mesagne, Lecce, 16-18 ottobre 2003, Galatina (Lecce) 2004.
    • L’ordine teutonico tra Mediterraneo e Baltico. Incontri e scontri fra religioni, popoli e cultura, a cura di H. Houben, K. Toomaspoeg, Galatina (Lecce) 2008.
    • Gli ordini ospedalieri tra centro e periferia, a cura di A. Esposito, A. Rehberg, Atti della giornata di studio, Roma 16 giugno 2005, Ricerche dell’Istituto Storico Germanico di Roma, Roma 2007.
    • Ospedali e città. L’Italia del Centro-Nord, XIII-XVI secolo, a cura di A.J. Grieco, L. Sandri, Atti del Convegno Internazionale di Studio, Firenze 27-28 aprile 1995, Firenze 1997.
    • H. C. Peyer, Viaggiare nel medioevo. Dall’ospitalità alla locanda, Roma-Bari 1991.
    • G. Piccinni, El hospital como empresa de la caridad pública (Italia siglos XIII-XV), in Ricos y pobres: opulencia y desarraigo en el occidente medieval. XXXVI Semana de Estudios medievales, Estella 20-24 julio 2009, Gobierno de Navarra. Departamento de cultura y turismo. Institución Príncipe de Viana, 2010, pp. 87-103.
    • G. Pinto, Il lavoro, la povertà, l’assistenza, Roma 2008.
    • Povertà e innovazioni istituzionali in Italia. Dal Medioevo ad oggi, a cura di V. Zamagni, Bologna 2000.
    • B. Pullan, Poveri, mendicanti e vagabondi (secoli XIV-XVII), in Dal feudalesimo al capitalismo, Storia d’Italia Einaudi, Annali 1, Torino 1978, pp. 981-1047.
    • A. Rigon, Dalla regola di s. Agostino alla regola di Niccolò IV, in La «Supra montem» di Niccolò IV (1289): genesi e diffusione di una regola, a cura di R. Pazzelli, L. Temperini, Roma 1988, pp. 25-46.
    • A. Rigon, Scuole, confraternite e ospedali, in Pensiero e sperimentazioni istituzionali nella «Societas Christiana» (1046-1250), a cura di G. Andenna, Atti della sedicesima Settimana internazionale di studio (Mendola, 26-31 agosto 2004), Milano 2007, pp. 407-427.
    • J. Riley-Smith, Hospitallers: the history of the Order of St. John,London 1999.
    • A. Saunier, La vita quotidiana negli ospedali del Medioevo, in Per una storia delle malattie, a cura di J. Le Goff, J.Ch. Sournia, Bari 1986, pp. 235-246.
    • A. Spicciani, Per una storia degli ospedali nel Medioevo: aspetti economici ed istituzionali, Pisa 1994.
    • N. Terpstra, Abandoned Children of the Italian Renaissance: Orphan Care in Florence and Bologna, Baltimore 2005.
    • A. Turchini, I ‘loca pia’ degli antichi stati italiani fra società civile e poteri ecclesiastici, in Fonti ecclesiastiche per la storia sociale e religiosa d’Europa: XV-XVIII secolo, a cura di C. Nubola, A. Turchini, Bologna 1999, pp. 369-409.
    • Uomini e donne in comunità, «Quaderni di storia religiosa», 1 (1994).
    • L’uso del denaro. Patrimoni e amministrazione nei luoghi pii e negli enti ecclesiastici in Italia (secoli XV-XVIII), a cura di A. Pastore, M. Garbellotti, Bologna 2001.
    • A. Vauchez, Assistance et charité en Occident, XIIIe-XVe siècles, in Domanda e consumi. Livelli e strutture (nei secoli XIII-XVIII), a cura di V. Barbagli Bagnoli, Atti della settimana di studio, Prato 27 aprile-3 maggio 1974, Firenze 1978, pp. 151-162 (ora in A. Vauchez, Religion et société dans l’Occident Médiéval, Torino 1980, pp. 57-68).
    • A. Vauchez, Comparsa e affermazione di una religiosità laica (XII secolo-inizio XIV secolo), in Storia dell’Italia religiosa, 1, L’antichità e il Medioevo, a cura di G. De Rosa, T. Gregory, A. Vauchez,Roma-Bari 1993, pp. 397-425.
    • A. Vauchez, I laici nel medioevo. Pratiche ed esperienze religiose, Milano 1989.

    Saggi di riferimento regionale

    • G. Agnelli, Ospedale di Lodi. Monografia storica, Lodi 1950.
    • G. Albini, Carità e governo della povertà (secoli XII-XV), Milano 2002 (molti saggi e l’introduzione sono presenti in Reti Medievali – Biblioteca <http://www.biblioteca.retimedievali.it/>).
    • G. Albini, Città e ospedali nella Lombardia medievale, Bologna 1993.
    • G. Albini, Guerra, fame, peste. Crisi di mortalità e sistema sanitario nella Lombardia tardomedievale, Bologna 1982.
    • G. Albini, Strade e ospitalità, ponti e ospedali di ponte nell’Emilia occidentale (secc. XII-XIV), in Studi sull’Emilia occidentale nel Medioevo: società e istituzioni, a cura di R. Greci, Bologna 2001, pp. 205-251.
    • G. Archetti, Pellegrini e ospitalità nel Medioevo. Dalla storiografia locale all’ospedale di Santa Giulia di Brescia, in «Brixia sacra», 6 (2001) pp. 69-128.
    • G. Arlotta, Vie francigene, hospitalia e toponimi carolingi nella Sicilia medievale, in Tra Roma e Gerusalemme nel Medioevo. Paesaggi umani ed ambientali del pellegrinaggio meridionale, a cura di M. Oldoni, Atti del Convegno, Salerno 26-29 ottobre 2000, Salerno 2005, pp. 815-886.
    • M. Belli, F. Grassi, B. Sordini, La cucina di un ospedale del Trecento. Gli spazi, gli oggetti, il cibo nel Santa Maria della Scala di Siena, Pisa 2004.
    • E. Bellomo, Da mansione templare a casa gerosolimitana: S. Maria del Tempio di Brescia nel XIV secolo, in Riviera di Levante tra Emilia e Toscana. Un crocevia per l’Ordine di San Giovanni, a cura di J. Costa Restagno, Atti del convegno, Genova-Rapallo-Chiavari 9-12 settembre 1999, Bordighera 2001, pp. 357-376.
    • «Benedetto chi ti porta, maledetto chi ti manda». L’infanzia abbandonata nel Triveneto (secoli XV-XIX), a cura di C. Grandi, Treviso 1997.
    • F. Benente, L’ospedale di S. Nicolao di Pietra Colice, Chiavari (Genova) 2001.
    • F. Bianchi, La Ca’ di Dio di Padova nel Quattrocento. Riforma e governo di un ospedale per l’infanzia abbandonata, Venezia 2005.
    • E. Biggi, La presenza del monastero piacentino di S. Eufemia lungo la strada Romea: il patrimonio fondiario e l’ospedale di S. Giacomo de Madonaria, in Studi sull’Emilia occidentale nel Medioevo: società e istituzioni, a cura di R. Greci, Bologna 2001, pp. 277-321.
    • M. T. Brolis, Ospedali e assistenza a Bergamo nel medioevo, in «Bergomum», 102 (2007), pp. 7-40.
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    Segnalazioni

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    Curatore

    Marina Gazzini si è laureata presso l’Università degli Studi di Milano dove ha conseguito anche il titolo di dottore di ricerca in storia medievale. Attualmente è ricercatore confermato e professore aggregato all’Università degli Studi di Parma. Tra le sue pubblicazioni: “Dare et habere”. Il mondo di un mercante milanese del Quattrocento (con l’edizione del libro di conti di Donato Ferrario da Pantigliate), Ed. Camera di Commercio di Milano, Milano 1997 (riedito senza l’edizione della fonte contabile come Reti Medievali - E-book, Firenze 2002 <http://www.ebook.retimedievali.it/>; Confraternite e società cittadina nel medioevo italiano, Bologna 2006; Studi confraternali: orientamenti, problemi, testimonianze, a cura di M. Gazzini, Reti Medievali - E-book, Firenze 2009, <http://www.ebook.retimedievali.it/>; Materiali per la storia dell’Ospedale Maggiore di Milano: le Ordinazioni capitolari degli anni 1456-1498, a cura di G. Albini, M. Gazzini, in «Reti Medievali - Rivista», 12 (2011) <http://www.rivista.retimedievali.it/>.

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    Ultima modifica: 19/02/2012
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