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Credito, usura, prestito a interesse

a cura di Nicola Lorenzo Barile

[versione 1.0 - maggio 2010]

© 2010 -  Nicola Lorenzo Barile per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214




Alla descrizione sistematica delle risorse bibliografiche e informatiche utili per un primo approfondimento sul problema del prestito a interesse e dell’usura, ma anche più in generale della storia dell’economia monetaria – una distinzione non può evidentemente essere tracciata che in modo sfumato – si premette una schematica esposizione dello sviluppo dei principi dottrinali che hanno costituito, sino alla fine del medioevo, il filo conduttore della normativa ecclesiastica.

 

Nota introduttiva: La proibizione dell'usura nel medioevo


Le proibizioni dell’usura risalgono all’Antico e al Nuovo testamento: Esodo 22, 25 e Levitico 25, 35-37 vietavano di prestare denaro chiedendo qualcosa di più in cambio fra ebrei, e Deuteronomio 23, 19-26 estese questo divieto a tutti i beni. Altri testi biblici, come Sal 14, 5 e Lc 6, 35 furono riferimenti autorevoli che ricorsero assai frequentemente negli scritti dei teologi e dei canonisti. I primi concilî della Chiesa (I concilio di Nicea, 325 d. C.; III concilio di Cartagine, 398 d. C.) proibirono anch’essi l’usura, ma limitatamente al clero, come profitto immorale derivante da un affare illecito (turpe lucrum).
Il capitolare di Nimega dell’806, dovuto a Carlo Magno, estese la proibizione di esercitare l’usura anche ai laici: Usura est ubi amplius requiritur quam datur. Graziano nel suo Decretum (1140), citando un passo di sant’Ambrogio vescovo di Milano, definì usura tutto ciò che si riceveva in più rispetto alla somma prestata (Quicquid sorti accidit usura est), sia che si trattasse di beni consumabili (olio, grano, monete), sia che si trattasse di beni inconsumabili (come una abitazione). Goffredo da Trani (m. 1245), commentatore del Decretum, spiegò meglio l’etimologia del termine «usura» sostenendo che si trattava del prezzo pagato per l’uso di una cosa (usus rei) o per una somma richiesta in prestito (usus aeris).
Papa Urbano III (1185-1187), richiamando Lc 6, 35 («Et mutuum date nihil inde sperantes») in una sua decretale, la Consuluit nos, rafforzò la proibizione dell’usura, poiché compariva direttamente il termine mutuum per indicare il trasferimento temporaneo e spontaneo della proprietà di un bene consumabile: «quasi de meo tuum». Nel diritto romano il mutuum, a differenza della locatio, era un contratto per definizione gratuito. Dato che l’uso di un bene consumabile coincideva con il suo consumo o con la sua distruzione, il mutuatario era tenuto alla restituzione dell’equivalente della cosa mutuata: richiedere qualcos’altro o qualcosa di più era usura, sicché i canonisti potevano affermare concordemente che «solum in mutuo cadit usura». L’usura da turpe lucrum venne identificata sempre più come un peccato contro il settimo comandamento: «usura est rapinam facere». Mentre il guadagno derivante da turpe lucrum poteva essere espiato attraverso donazioni e elemosine, il guadagno derivante dalla violazione del settimo comandamento obbligava a una restituzione.
I concilî celebratisi nei secoli XII-XIV inasprirono la condanna canonica dell’usura: il III concilio del Laterano, presieduto nel 1179 da Alessandro III (1159-1181), comminò la scomunica e il divieto di sepoltura per chi prestava a interesse, mentre il concilio di Vienne (1311), presieduto da Clemente V (1305-1314), stabilì che doveva essere considerato eretico chi afferma la non peccaminosità dell’usura.
Ma anche un’altra linea di riflessione aveva alimentato l’opposizione ideale al prestito a interesse. Guglielmo di Auxerre (1160-1229), un teologo assai influente, aveva motivato la proibizione assoluta dell’usura spiegando che essa era un peccato in se che, a differenza dell’omicidio, non può mai avere giustificazione. Trattando in particolare delle vendite a credito, Guglielmo sviluppò un altro argomento, ripreso frequentemente fino alle soglie dell’età moderna: quello della condanna dell’usuraio come venditore del tempo, che, in quanto bene comune, non appartiene solo all’usuraio, ma a tutte le creature.
Le traduzioni in latino della Politica e dell’Etica a Nicomaco di Aristotele nel secolo XIII offrirono nuovi spunti di pensiero alla proibizione dell’usura. Secondo Aristotele, la moneta è un semplice mezzo di scambio da cui non si può ricavare altro denaro (nummus non parit nummos): serve per misurare il valore degli oggetti scambiati. Questa concezione della moneta «sterile» fu esposta in modo particolarmente raffinato da Tommaso d’Aquino (1225-1274).
Alla riflessione di Tommaso va affiancata tuttavia quella del frate minore Pietro di Giovanni Olivi (1247-1298), che distinse tra sterile pecunia e capitale, quest’ultimo capace di generare altro denaro se affidato a uomini capaci e industriosi come i mercanti. Con questa distinzione, Olivi mostrava attenzione ai prestiti al consumo, che, se vietati del tutto, avrebbero ulteriormente impoverito gente bisognosa di piccoli prestiti. Assai più tardi, in pieno Quattrocento, le idee dell’Olivi vennero fatte proprie da Bernardino da Siena (1380-1444) e da Antonino da Firenze (1389-1459), che le adoperarono nei loro scritti e nella loro predicazione, seppur con cautela, senza mai citare la fonte. Teologi e canonisti elaborarono una serie di casus excepti che, ammettevano, a certe condizioni, che il prestito potesse essere remunerato, come nel caso di richiesta di risarcimento per le perdite sostenute: i principali fra questi casi, desunti dal diritto romano, furono i casi di lucrum cessans e damnum emergens. Non tutti i teologi e i canonisti avevano accettato concordemente queste eccezioni: Tommaso d’Aquino era riluttante ad ammettere il damnum emergens, ma il civilista Azzone (m. dopo il 1229) coniò il sostantivo interesse per distinguere le perdite sostenute dall’usura illecita.
I concilî III del Laterano, 1215 e II di Lione, 1274 definirono, inoltre, la categoria degli usurarii manifesti, che apertamente, spesso in accordo con le autorità civili e religiose, prestavano denaro in cambio di un pegno sulle pubbliche piazze: è verso gli usurarii manifesti che si rivolse l’accusa di chiedere in cambio più del dovuto. Fra questi, spiccarono soprattutto i prestatori ebrei, dato che i divieti veterotestamentari di prestare denaro valevano al di fuori della comunità.
Un altro profilo significativo, a proposito della liceità/illiceità dell’interesse, è costituito dal prestito pubblico. L’aumento della spesa pubblica, soprattutto per la difesa, aveva spinto alcune città ad una accumulazione di capitali (mons) cui attingere nei momenti di difficoltà. Firenze aveva consolidato nel 1343-1345 le tassazioni straordinarie imposte ai cittadini (prestanze) istituendo un mons communis, che garantiva al singolo contribuente una rendita minima. La cessione dei crediti di questo mons a terzi, considerato da alcuni un prestito, da altri una compravendita, diede origine a una disputa fra Francesco da Empoli e Domenico Strozzi (1353-1354).
A questa filosofia si ispirarono i monti di pietà, che si specializzarono nel prestito su pegno per i bisognosi. Essi nacquero in Italia centrale, ma si diffusero ben presto su tutto il territorio italiano su impulso della predicazione di frati minori come s. Bernardino da Siena (1380-1444) e Bernardino da Feltre (1439-1494), che ha lasciato uno dei sermoni più significativi De monte pietatis (Pavia, 1493). La bolla Inter multiplices di papa Leone X (1515) pose fine alle dispute fra sostenitori e detrattori dei monti di pietà e ammise l’applicazione di un’aliquota ultra sortem, ma solo nei limiti delle spese necessarie per la gestione del monte. La bolla Inter multiplices non sopì del tutto, tuttavia, le controversie sulla liceità della richiesta di un di più oltre il capitale prestato: esse continuarono, in modo anche molto acceso, nella età moderna. La polemica più nota fu quella che oppose a metà del XVIII secolo il domenicano Daniele Concina (1687-1756) al marchese Scipione Maffei (1675-1755), tanto da suggerire a papa Benedetto XIV un’enciclica, la Vix pervenit (1° novembre 1745) che, insieme a una serie di pronunciamenti ufficiali della Chiesa, progressivamente stemperò le posizioni estreme, fino ad arrivare al Codice di diritto canonico del 1917, e ridusse l’usura semplicemente a richiesta di un lucrum immoderatum.




Risorse

1. Archivi e centri di ricerca

Per quel che riguarda gli archivi ecclesiastici, punto di partenza è la riflessione di G. Barbieri, Gli archivi ecclesiastici e la storiografia economico-sociale, in G. Barbieri, L’ordine economico nei pensatori ecclesiastici dell’epoca moderna, Bari 1961, pp. 239-251. Le guide migliori, tuttavia, sono costituite da: Archivi storici delle aziende di credito, I-II, Roma 1956, vecchia raccolta di saggi che può fungere ancora da primo approccio all’esplorazione dei principali archivi pubblici in materia di credito e usura; e, più recentemente, dal volume Gli archivi e la storia del pensiero economico, a cura di P. Barucci, L. Costabile, M. Di Matteo, Bologna 2008. Esso offre una riflessione metodologica sul problema delle fonti nella storia del pensiero economico; quindi presenta al lettore una selezione di studi specifici, dedicati a protagonisti della teoria e della politica economica, che utilizzano in larga misura fonti archivistiche accanto alle fonti edite. È il frutto di un lavoro di ricerca nato nell’ambito dell’Archivio Storico degli Economisti (ASE), al cui sito web, consultabile in rete agli indirizzi www.ase.signum.sns.it/ oppure www.sie.univpm.it, si rimanda. Obiettivo fondamentale del progetto “Archivio storico degli economisti”, sviluppatosi per iniziativa della Società Italiana degli Economisti (SIE), è fornire una guida generale alle carte degli economisti, conservate in Italia nei fondi manoscritti di biblioteche, negli archivi pubblici e privati, nelle accademie, nei musei, nelle case editrici, o in qualsiasi altra sede. L’idea ispiratrice è che lo sviluppo e la diffusione di questo “archivio virtuale” potrà favorire una migliore comprensione del contributo degli economisti italiani alla scienza economica. Il progetto, nato da un’idea di G. Becattini al tempo della sua presidenza della Società Italiana degli Economisti, idea poi accolta dai suoi successori A. Quadrio Curzio, A. Graziani, C. D’Adda, G. Lunghini e T. Cozzi, è in via di completamento. Grazie al trasferimento dei dati raccolti in tutto il territorio nazionale in un’unica banca dati elettronica, gli studiosi interessati a un determinato autore o tema, saranno informati, una volta che l’archivio sarà a regime, con una sola interrogazione, sulla collocazione dei manoscritti in tutte le biblioteche, archivi, e in ogni istituzione in Italia. Gli utenti hanno accessi multipli alle informazioni di loro interesse, interrogabili attraverso indici generali (nome dei fondi, istituzioni, ecc.), oppure usando appropriate parole-chiave (persone, luoghi, ecc.). All’indirizzo www.ase.signum.sns.it/archivio.html si rinvia per uno spoglio dei fondi che conservano materiale documentario riguardo al prestito a interesse. Per ulteriori rinvii a indirizzi di istituzioni e centri di ricerca italiani e stranieri e ai loro relativi archivi, si veda l’indirizzo www.ase.signum.sns.it/collegamenti.html .
Un importante archivio, recentemente digitalizzato e consultabile online all’indirizzo www.lacasadisangiorgio.it è quello del Banco di San Giorgio di Genova. L’archivio, formatosi durante la lunga esistenza della Casa di San Giorgio, ci è pervenuto sostanzialmente intatto e costituisce, con oltre 39.000 pezzi tra registri, filze e faldoni, una documentazione di eccezionale valore per la storia politica, economica e finanziaria. Esso è depositato attualmente presso l’Archivio di Stato di Genova. Il progetto è affidato alla responsabilità scientifica di G. Felloni, che ha lungamente studiato l’archivio: si veda G. Felloni, I primi banchi pubblici della Casa di San Giorgio (1408-45), in Banchi pubblici, banchi privati e monti di pietà nell’Europa preindustriale. Amministrazione, tecniche operative e ruoli economici, I, Atti del convegno, Genova, 1-6 ottobre 1990, Genova 1991, pp. 225-246.
L’archivio del mercante pratese Francesco di Marco Datini (relativo al 1335 e al 1410) è un esempio unico al mondo di archivio mercantile completo di tutte le tipologie di scritture, ricco soprattutto di carteggi e di titoli specializzati. Conservato presso l’Archivio di Stato di Prato, che ha sede nell’antica abitazione del mercante, ora è interamente digitalizzato e descritto informaticamente all’indirizzo: www.datini.archiviodistato.prato.it/www/indice.html
. È stato prodotto un corpus lemmatizzato del carteggio Datini, in una versione appositamente dedicata e interrogabile via web. Il corpus consta di 2.511 testi, 45.259 forme, 977.034 occorrenze di cui 126.663 lemmatizzate, 6.510 lemmi e 22 iperlemmi. Ai fini del nostro discorso, si segnala la lemmatizzazione di termini appartenenti ad alcuni settori di lessico: storico-economico, commerciale (incluso il commercio marittimo), militare, storico-giuridico, tecnicismi. Allo studio del mercante pratese ha dedicato la sua attività di studioso F. Melis, sul quale si veda l’ampio profilo di M. Del Treppo, Federigo Melis, storico, in Studi in memoria di Federigo Melis, I, Napoli 1978, pp. XXV-LXXXVII (distribuito ora anche in formato digitale all’indirizzo: www.fermi.univr.it/RM/biblioteca/scaffale/d.htm#Mario%Del%20Treppo). La figura di Melis è legata alla fondazione dell’Istituto internazionale di storia economica “Francesco Datini” di Prato, fondato da Melis stesso nel 1967. Le finalità dell’Istituto, dal 2007 costituito in fondazione, sono quelle di promuovere ricerche e pubblicazioni scientifiche su argomenti di storia economica dell’età preindustriale, anche in relazione alle fonti offerte dall’Archivio Datini, di organizzare a Prato corsi di studio e di specializzazione per giovani laureati che indirizzino i propri interessi scientifici verso gli studi storici, e Settimane di studi incentrate sui temi di storia economica dell’età preindustriale: si veda il sito dell’Istituto all’indirizzo www.istitutodatini.it/home.htm. Fra gli atti delle Settimane di studi più inerenti il nostro tema, si vedano i volumi: Credito, banche e investimenti. Secoli XIII-XX, Atti della VII Settimana di studi (Prato, 14-21 aprile 1971), a cura di A. Vannini Marx, Firenze 1985; La moneta nell’economia europea. Secoli XIII-XVIII, Atti della VII Settimana di studi (Prato, 11-17 aprile 1975), a cura di V. Barbagli Bagnoli, Firenze 1981; L’impresa. Industria Commercio Banca. Secc. XIII-XVIII, Atti della XXII Settimana di studi (Prato, 30 aprile - 4 maggio 1990), a cura di S. Cavaciocchi, Firenze 1991; La fiscalità nell’economia europea. Secc. XIII-XVIII, Atti della XXXIX Settimana di studi (Prato, 22-26 aprile 2007), a cura di S. Cavaciocchi, Firenze 2008. Nella sezione Indici delle Riviste www.istitutodatini.it/biblio/riviste/  è possibile spogliare gli indici dei più importanti periodici italiani e stranieri riguardanti la storia economica e sociale.
Tra le altre istituzioni va ricordato il “Centro interuniversitario di ricerca per la storia finanziaria italiana” (CIRSFI, indirizzo web www.dssi.unimi.it/dipstoria/biblio/cirsfi/index.html
), cui aderiscono le Università degli Studi di Milano, di Trento, di Udine, di Pavia, di Genova, di Pisa, di Siena, dell’Aquila, di Cassino, di Napoli Federico II di Palermo e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano. Il Centro, che ha sede presso il Dipartimento di Storia della società e delle istituzioni dell’Università degli Studi di Milano, ha fra i suoi scopi quello di incrementare un sito web, su cui ospitare strumenti bibliografici e archivistici come l’indice degli archivi di istituzioni di interesse finanziario, private e pubbliche, e uno schema per il loro riordino, banche dati, rapporti di lavoro, un forum di discussione sui temi in oggetto, e collegamenti telematici con analoghi strumenti di altri paesi e aggiornare una bibliografia di storia della finanza italiana on line.
Il “Centro di studi sui Monti di Pietà e sul Credito solidaristico” di Bologna (www.fondazionedelmonte.it/CENTRO_STUDI_MONTI.aspx
) si occupa della storia dei Monti di Pietà e ha finora rivolto la propria attenzione soprattutto al periodo delle origini e ai primi secoli di vita degli istituti fondati in Italia. Il Centro, che ha fra i suoi promotori Maria Giuseppina Muzzarelli e Mauro Carboni, ha avviato la raccolta di materiale documentario, storiografico e iconografico relativo ai Monti. È stato costituito un inventario bibliografico (www.fondazionedelmonte.it/CENTRO_STUDI_MONTI/Biblioteca/Libri.aspx) delle opere italiane e straniere sull’argomento ed è stata acquisita copia dei lavori ancora reperibili sul mercato, costituendo una piccola biblioteca specializzata, il cui contenuto è visibile all’url www.fondazionedelmonte.it/CENTRO_STUDI_MONTI/Biblioteca/Libri.as. Il Centro si propone come punto di riferimento per quanti provano interesse per la storia di questa originale istituzione e si propone di promuovere studi, organizzare incontri e iniziative per diffondere la conoscenza dell’esperienza dei Monti.
Il “Centro studi sui Lombardi, sul credito e sulla banca” (già “Centro studi sui lombardi e sul credito nel medioevo”), è stato istituito nel 1996 congiuntamente dal Comune di Asti e dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Asti, che ne è il sostegno finanziario. Ha sede presso l’Archivio Storico del Comune di Asti (indirizzo web www.comune.asti.it/uffici/area-2/archivio-storico/centro-studi.shtml
). Proprio da Asti, nella prima metà del Duecento, partirono, diretti verso il resto d’Europa, i primi mercanti che, in seguito, si specializzarono nel prestito su pegno. Questi mercanti astigiani, noti all’estero con il nome di Lombardi, con la loro attività posero le basi della moderna economia creditizia il cui studio ad Asti è favorito dalla copiosa documentazione conservata negli archivi cittadini e in particolare nell’Archivio Storico del Comune: si vedano i volumi L’uomo dei banchi di pegno. «Lombardi» e mercato del denaro nell’Europa medievale, a cura di R. Bordone, Torino 1997 e Lombardi in Europa nel Medioevo, a cura di R. Bordone e F. Spinelli, Milano 2005. Il Centro studi sui Lombardi e sul credito nel medioevo persegue come finalità la promozione di ricerche e pubblicazioni scientifiche sulla storia dei Lombardi, sul prestito e sul credito in età medievale fino alla prima età moderna e la realizzazione di convegni nazionali e internazionali di studio di carattere scientifico sull’attività europea dei Lombardi e sul credito nel medioevo e nella prima età moderna. Segnaliamo i volumi Credito e società: le fonti, le tecniche e gli uomini secc. XIV-XVI, Atti del convegno internazionale (Archivio Storico, Palazzo Mazzola, Amphitéatre de l’Université de Savoie, Asti-Chambéry, 24-27 settembre 1998), Asti 2003; Ideologia del Credito fra Tre e Quattrocento: dall’Astesano ad Angelo da Chiavasso, Atti del convegno internazionale (Archivio Storico, Palazzo Mazzola, Asti, 9-10 giugno 2000), a cura di B. Molina e G. Scarcia, Asti 2001 e Politiche del credito. Investimento consumo solidarietà, Atti del Congresso internazionale (Cassa di Risparmio di Asti, Asti, 20-22 marzo 2003), a cura di G. Boschiero e B. Molina, Asti 2004 e i «Quaderni/Cahiers», che ospitano i migliori lavori dei borsisti del Centro (sono stati pubblicati due numeri).
Segnaliamo infine iniziative di carattere più generale. Il sito sulla storia del pensiero economico
(www.luiss.it/biblioteca/link/content/?p=269) fornisce link di istituzioni economiche e accademiche e materiale da scaricare online; H.E.T.A. (History of Economic Thought Archives) - Banca dati di storia del pensiero economico, a cura di P. Bini, A. Magliulo e D. Parisi, Bologna 1995-2000 censisce e informa su quanto viene pubblicato nel mondo circa la storia del pensiero economico, sia per grandi aree tematiche, sia tenendo conto di alcune sezioni particolari come «il pensiero economico delle singole nazioni» o il «pensiero economico». Si veda A. Magliulo, La produzione saggistica di Storia del pensiero economico: 1982-1993, in La storia dell’economia nella ricerca e nell’insegnamento, Atti dei seminari di studio su “La storia dell’economia e il processo di formazione di laureati e docenti della disciplina alla luce della riforma universitaria” (Roma, 28 ottobre 1993 e 15 aprile 1994) e “La storia dell’economia tra storici ed economisti” (Firenze, 14 ottobre 1994), a cura di N. Ostuni, Bari 1996, pp. 215-237.
Per la bibliografia prodotta dagli studi di storia del diritto può inoltre essere consultato il sito di diritto comune “Iura communia” all’indirizzo: www.idr.unipi.it/iura-communia
.
Sempre utile infine il sito EconLit, che ospita bibliografia di carattere economico tratta da giornali, riviste, libri: www.aeaweb.org/econlit/index.php.

2. Biblioteche

Per le ricerche di ambito storico-giuridico risultano particolarmente idonee le biblioteche universitarie che hanno beneficiato del magistero di docenti di riferimento per tali temi, come Paolo Grossi per la Biblioteca dell’Istituto di studi storici dell’Università degli Studi di Macerata (http://www.unimc.it/ricerca/istituti/istituto-di-studi-storici). Per gli studi di storia sociale e religiosa, conviene invece fare riferimento alle biblioteche dei dipartimenti di storia delle principali università statali ed ecclesiastiche.

3. Periodici on line

La biblioteca intitolata a Mario Rostoni dall’Università Carlo Cattaneo di Castellanza (Varese) offre un interessante servizio di spoglio e reperimento di periodici di carattere storico-economico: http://www.biblio.liuc.it/essper/spoglio.htm. A Pietro di Giovanni Olivi è dedicata «Oliviana» (http://oliviana.revues.org/index.html), periodico on line diretto da Alain Boureau, che pubblica testi e fonti dei protagonisti dei movimenti e dei dissidenti spirituali nei secoli XIII-XIV, fra cui alcune quaestiones inedite dell'Olivi.

4. Fonti

Per trovare un trattato dedicato specificamente al tema dell’usura dobbiamo aspettare Egidio di Lessines, discepolo di Tommaso d’Aquino. Prima di Egidio, la tematica dell’usura è affrontata in scritti eterogenei e non sistematici, presenti nelle principali collezioni medievistiche (Patrologia Latina e Patrologia Greca, Monumenta Germaniae Historica), alcuni dei quali ristampati in prestigiose collane come il Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum e il Corpus Christianorum. Come si vedrà, si tratta di fonti prevalentemente di ambito teologico e giuridico. Fra queste ultime, va ricordata la legislazione statutaria dei comuni, che contiene spesso disposizioni in materia di usura: le più importanti sono edite nella collana “Fonti della storia d’Italia” dell’Istituto storico italiano per il medioevo. Tuttavia, occorre ricordare che molte fonti sono ancora inedite e giacciono manoscritte in biblioteche pubbliche ed ecclesiastiche sparse in tutta Europa.
Vogliamo ricordare anche alcune fonti di carattere più letterario: è il caso della rappresentazione degli usurai fatta da Dante nell’Inferno, XVII, 34-75, e della novella di ser Ciappelletto con cui si apre il Decameron di Boccaccio (I, 1). Queste fonti hanno stimolato studi critici serissimi: si vedano F. Sacchetti, Le Sposizioni di Vangeli, in F. Sacchetti, La battaglia delle belle donne, Le lettere, Le Sposizioni di Vangeli, a cura di A. Chiari, Bari 1938 (Scrittori d’Italia, 166), pp. 113-383. Le Sposizioni constano di 49 capitoli, ognuno dei quali è dedicato all’esposizione e al commento di un brano dei Vangeli o di altre scritture che si leggevano nelle messe quaresimali e pasquali. La Sposizione 35 (pp. 224-228) è incentrata sulla controversia circa le prestanze del monte comune di Firenze e ha ispirato un saggio di J. Kirshner. Alla figura storica dell’usuraio milanese Tommaso Grassi (1420 circa - 1482), protagonista di una novella di Matteo Bandello (Novelle, III, 53), G. Barbieri ha dedicato uno studio documentato.
Rassegne di fonti rispettivamente in traduzione italiana e inglese si possono leggere in G. Barbieri, Le dottrine economiche nel pensiero cristiano, in Grande Antologia Filosofica, diretta da U. A. Padovani, coordinata da A. M. Moschetti, V, Il pensiero cristiano, Milano 1954, pp. 1089-1329; T. P. Mc Laughlin, The Teaching of the Canonist on Usury (XII, XIII and XIV Centuries), in «Mediaeval Studies», 1 (1939), pp. 81-147; 2 (1940), pp. 1-22; University of Chicago, Readings in Western Civilization, IV, Medieval Europe, a cura di J. Kirshner e K. F. Morrison, Chicago e London 1986, pp. 312-336.

Senza alcuna pretesa di esaustività, elenchiamo in ordine alfabetico le principali fonti all’interno delle quali tale tematica è stata affrontata suddivise cronologicamente e per ambiti di appartenenza. 

Antichità
Aristotele, Etica Nicomachea, a cura di C. Natali, Roma-Bari 20054; Aristotele, Politica, a cura di R. Laurenti, Roma-Bari 20057; Marco Porcio Catone, L’agricoltura, a cura di L. Canali e E. Lelli, Milano, 2000; Marco Tullio Cicerone, Lettere ai familiari, a cura di C. Vitali, I-III, Bologna 1963-1968; Marco Tullio Cicerone, I doveri, a cura di D. Arfelli, Milano 19956; Publio Cornelio Tacito, Gli annali. La vita di Giulio Agricola, Milano 19834; Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, I-II, Milano 19872. 

La riflessione patristica
Ambrogio da Milano, De Iacob, De Ioseph, De patriarchis, De fuga saeculi, De interpellatione Iob et David, De apologia prophetae David, De Helia, De Nabuthae, De Tobia, a cura di C. Schenkl, Vindobonae-Lipsiae 1897 (Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum, 32/2); Basilio, Homiliae in Psalmum, in Migne, P. G. , XXIX, coll. 207-494; Clemente d’Alessandria, Stromata, in Clemente d’Alessandria, Opera, a cura di O. Stählin e L. Früchtel, II-III, Berlin 1960; Girolamo, Commentariorum in Ezechielem, in Migne, P.L., XXV, coll. 1-490; Girolamo, Breviarium in Psalmos, in Migne, P.L., XXVI, coll. 871-1382; Gregorio di Nissa, Oratio contra usurarios, in Migne, P.G., XLVI, coll. 433-452 (ma si veda anche la moderna edizione in Opere, a cura di E. Gebhart, Leiden 1967, pp. 193-207); Giovanni Crisostomo, Diatriba ad opus imperfectum in Matthaei, in Migne, P. G., LVI, coll. 601-946; Isidoro di Siviglia, Etimologie o origini, a cura di A. Valastro Canale, I-II, Torino 2004; Leone Magno, Epistolae, in Migne, P.L., LIV, col. 613 (IV, 3).

La legislazione ecclesiastica e secolare fra tardo antico e alto medioevo
Capitularia Regum Francorum, ed A. Boretius, in MGH, Leges, II, 1-2, Hannoverae 1960; Concilia Aevi Karolini, a cura di A. Werminghoff, in MGH LL, III, 2, Hannoverae et Lipsiae 1956; Conciliorum oecumenicorum decreta, a cura di G. Alberigo, G. Dossetti, P. Joannou, C. Leonardi, P. Prodi, Bologna 19733; Corpus Iuris Civilis, recognovit T. Mommsen et retractavit P. Krueger, I-II, Berlin-Neu Köllin 1954.

Le fonti conciliari e canonistiche dei secoli XII-XIV
Antonio da Budrio, In librum quintum Decretalium Commentarii, Venetiis 1578 (rist. Torino 1967); Bonifacio VIII, Liber sextus decretalium, in Corpus iuris canonici, a cura di E. Friedberg, II, Graz 1959; Clemente V, Constitutiones, in Corpus iuris canonici cit., II, coll. 1133-1200; Enchiridion symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, a cura di H. Denzinger e A. Schönmetzer, Barcinone-Friburgi Brisgoviae-Romae 197636; Giovanni d’Andrea, In quinque Decretalium libros novella commentaria, I-VI, Venetiis 1581 (rist. Torino 1963); Goffredo da Trani, Summa super titulis decretalium, Venetiis 1491 (rist. Darmstadt 1968); Graziano, Decretum, in Corpus iuris canonici, a cura di E. Friedberg, I, Graz 1959; Gregorio IX, Decretalium compilatio, in Corpus iuris canonici cit., II, coll. 4-928; Enrico di Susa, Summa aurea, Venetiis 1574 (rist. Torino 1963); C. J. Hefele e H. Leclerq, Histoire des Conciles d’après les documents originaux, Hildesheim e New York 1973; Innocenzo IV, Apparatus in quinque Decretalium libros, Francofurti ad Moenum 1570 (rist. anast. Frankfurt am Main 1968); Leone X, Inter Multiplices, in J. D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, XXXII, Graz 1960-1961, coll. 905-907; Paucapalea, Summa, a cura di J. F. Von Schulte, Giessen 1890; Roberto di Couçon, De usura, a cura di G. Lefèvre, Lille 1902 (Travaux et mémoires de l’Université de Lille, t. X, mem. 30).

La riflessione teologica nel tardo medioevo
Gerardo da Siena, Gerard of Siena on Usury and Restitution, a cura di L. Armstrong, in corso di pubblicazione; Pietro Lombardo, Sententiae in IV Libros distinctae, I-II, Grottaferrata 1971-1981 (Spicilegium bonaventurianum, 4-5); Guglielmo di Auxerre, Summa aurea, a cura di J. Ribaillier, I-VII, Paris-Rome 1980-1987.

I testi dei mendicanti: i frati minori
Alessandro di Hales, Glossa in quatuor Libros sententiarum Petri Lombardi, I-VII, Firenze 1951-1957 (Bibliotheca Franciscana scholastica Medii Aevi, 12); Alessandro di Alessandria, Tractatus de usuris, in Alessandro di Alessandria, Un traité de morale économique au XIVe siècle. Le Tractatus de usuris de maître Alexandre d’Alexandrie, a cura di A. M. Hamelin, Louvain-Montréal-Lille 1962, pp. 123-211; Antonino da Firenze, Summa theologica, a cura di P. e G. Ballerini, I-IV, Veronae 1740-1741; Bernardino da Siena, Le prediche volgari, a cura di C. Cannarozzi, Pistoia 1934-1940; Bernardino da Siena, Prediche volgari sul campo di Siena: 1427, a cura di C. Del Corno, Milano 1989; Bernardino da Siena, Quadragesimale de Evangelio aeterno, sermones XXXII-XLIV, in Bernardino da Siena, Opera Omnia, IV, Firenze 1956, pp. 117-416 (Tractatus de contractibus et usuris); Bonaventura da Bagnoregio, Apologia pauperum contra calumniatorem, in Bonaventura da Bagnoregio, Opera Omnia, VIII, Firenze 1898, pp. 233-330; Egidio di Lessines, De usuris in communi et de usurarum (in) contractibus, in Tommaso d’Aquino, Opera omnia, Parma 1852-1873, XVII, pp. 413-436; Francesc Eixemenis, Tractat d’usura, a cura di J. H. I Delgado, Barcelona 1985; Francesco da Empoli, Questio de monte, in L. Armstrong, The politics of usury in «Trecento» Florence: the «Questio de monte» of Francesco da Empoli, in «Mediaeval Studies», 61 (1999), pp. 1-44, qui pp. 28-44; Giovanni Duns Scoto, Quaestiones in quartum librum sententiarum, in Opera Omnia, XVIII, Paris 1894; Giovanni da Capestrano, Contra cupiditatem, Augustae Coloniae 1480; Pietro di Giovanni Olivi, Tractatus de emptionibus et venditionibus, de usuris, de restitutionibus, in G. Todeschini, Un trattato di economia politica francescana: il «De emptionibus et venditionibus, de usuris, de restitutionibus» di Pietro di Giovanni Olivi, Roma 1980, pp. 51-112; Pietro di Giovanni Olivi, Usure, compere e vendite. La scienza economica del XIII secolo, a cura di A. Spicciani, P. Vian e G. Andenna, Milano 1990; Sermoni del beato Bernardino Tomitano da Feltre, a cura di C. Varischi, I-III, Milano 1964; I testi dei mendicanti: i frati predicatori; Alberto Magno, Super quartum Sententiarum, in Alberto Magno, Opera Omnia, XXIX-XXX, Paris 1894; Durando da San Porziano, In sententias theologicas Petri Lombardi commentarium libri quatuor, Lugduni 1558; Giovanni da Napoli, Quaestiones disputatae, Neapoli 1618; Gregorio da Rimini, Tractatus de imprenstantiis Venetorum et de usura, Reggio Emilia 1508; Remigio de’ Girolami, De peccato usure, in O. Capitani, Il «De peccato usure» di Remigio de’ Girolami, in «Studi medievali», 3a s., 6 (1965), pp. 537-662, qui pp. 611-662; Rolando da Cremona, Summae liber tertius, a cura di A. Cortesi, Bergamo 1962 (Monumenta Bergomensia, 7); Santi Rucellai, Trattato del monte di Firenze, in E. Fumagalli, I trattati di fra Santi Rucellai, in «Aevum», LI (1977), pp. 289-332, qui pp. 324-332; Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, in Tommaso d’Aquino, Opera omnia, a cura di R. Busa, Stuttgart 1980.


Somme penitenziali
Angelo da Chivasso, Summa angelica de casibus conscientialibus, Venetiis 1578; Astesano, Summa de casibus, Lugduni 1519; Bartolomeo da San Concordio, Summa de casibus conscientiae cum supplemento Nicolai de Ausimo, Venetiis 1476; Giovanni di Erfurt, Summa Confessorum, a cura di N. Brieskorn, I-II, Frankfurt am Main, 1980-1981; Giovanni di Friburgo, Summa confessorum, Lugduni 1518; Monaldo di Capodistria, Summa perutilis atque aurea, Lugduni 1518; Raimondo de Peñafort, Summa de paenitentia, a cura di X. Ochoa, A. Diez, Roma 1976; Tommaso di Chobham, Summa confessorum, a cura di F. Broomfield, Louvain-Paris 1968.

I “civilisti”
Accursio, Glossa in Codicem, Venetiis 1488 (rist. Augustae Taurinorum 1968); Azzone, Summa super Codicem, Papie 1506 (rist. Augustae Taurinorum 1966); Baldo degli Ubaldi, Super quarto et quinto Codicis, Lugduni 1544; Bartolo da Sassoferrato, Commentaria in primam Codicis partem, Venetiis 1615; Cino da Pistoia, In Codicem et aliquot titulos primi Pandectorum tomi, id est, Digesti Veteris doctissima Commentaria, Francoforti ad Moenum 1578 (rist. Torino 1964). Per il Quattrocento, si veda Lorenzo Ridolfi, Tractatus de usuris, in L. Armstrong, Usury and Public Debt in Early Renaissance Florence: Lorenzo Ridolfi on the «Monte Comune», Toronto 2003 (Studies and Text, 144), pp. 131-260; Niccolò Tedeschi (il Panormitano), Commentaria ad quartum et quintum libros Decretalium, Augustae Taurinorum 1577.

Fonti dell’età moderna
Le controversie sull’usura non si esaurirono con la fine del medioevo, ma proseguirono nell’età moderna, all’interno di un nuovo contesto: quello della «seconda scolastica», che ebbe il suo centro propulsore in Spagna. Accenniamo brevemente ai principali trattati de iustitia et de iure scritti da questi teologi, che adoperano motivazioni non solo di carattere teologico, ma per la prima volta anche di natura sociale ed economica. Si veda dunque Charles Du Moulin, De eo quod interest, in Tractatus universi iuris, V, Venetiis 1584, cc. 17v-38v; Domingo de Soto, De iustitia et de iure libri decem, Madrid 1968; Francisco de Vitoria, Comentarios a la Seconda secundae de Santo Tomás, a cura di V. Beltrán de Heredia, III, Salamanca 1934; Tommaso de Vio (cardinale Gaetano), Opuscula omnia, Lugduni 1587 (rist. Hildesheim-Zürich, New York 1995).
Sorvolando sulla trattatistica del secolo XVII, considerato di estrema chiusura verso il tema dell’usura, sia perché esula dai limiti cronologici che ci siamo posti, sia perché annovera autori e problematiche che ci porterebbero lontano, ci limiteremo a ricordare alcune fonti dei secoli XVII-XVIII secolo, sia per la loro importanza, sia per la notorietà dei protagonisti coinvolti nelle controversie. Si veda Benedetto XIV, Vix pervenit. De usuris aliisque iniustis quaestibus, in Benedetto XIV, Bullarium, I, Venetiis 1778, pp. 258-260; Jeremy Bentham, Difesa dell’usura, Macerata 1997; Nicolas Broedersen, De usuris licitis et illicitis, vulgo nunc compensatoriis et lucratoriis, secundum ius naturale, divinum atque Novi Testamenti, ecclesiasticum et civile, ac iuxta doctrinam sanctorum veterumque Patrum, Utrecht 1743; Daniele Concina, Esposizione del Dogma che la Chiesa Romana propone a credersi intorno all’usura, alla confutazione del libro intitolato dell’Impiego del danaro, Napoli 1746; Scipione Maffei, Dell’impiego del danaro, a cura di G. Barbieri, Verona 1975; Gerard Noodt, Opera omnia, I, Lugduni Batavorum 1735; Marco Palescandolo, Trattato de’ cambi et in particolar de’ cambi detti di Lione o di Bisenzone, in G. Cassandro, Un trattato inedito e la dottrina dei cambi nel Cinquecento, Napoli 1962, pp. 111-167.

Testamenti
Sono state presentate, sin qui, fonti di carattere normativo, o trattati: in sostanza rielaborazioni teoriche. Ovviamente esse non esauriscono la tipologia delle fonti utili alla ricerca sul tema del prestito a interesse e dell’economia monetaria. Meritano una particolare segnalazione i testamenti, che la storiografia del Novecento ha attentamente valorizzato. Il riferimento cronologicamente più risalente è sicuramente A. Sapori, L’interesse del denaro a Firenze nel Trecento (Dal testamento di un usuraio), in A. Sapori, Studi di storia economica. Secoli XIV-XV, I, Firenze 19823, pp. 223-243, che pubblica ampi stralci del testamento del mercante fiorentino Bartolomeo di Cocchi Compagnoni (24 agosto 1389). Recenti edizioni di testamenti significativi hanno riguardato le ultime volontà di Enrico Scrovegni (12 marzo 1336) e del notaio fiorentino Angelo Corbinelli (1373-1419): Testamentum Angnoli Corbinelli, in L. Armstrong, Usury, Conscience and Public Debt: Angelo Corbinelli’s Testament of 1419, in A Renaissance of Conflicts. Visions and Revisions of Law and Society in Italy and Spain, a cura di J. A. Marino e T. Kuehn, Toronto 2004, pp. 173-240, qui pp. 217-237; Testamentum domini Enrici Scrovegni, a cura di A. Bartoli Langeli, in C. Frugoni, L’affare migliore di Enrico. Giotto e la cappella degli Scrovegni, Torino 2008, pp. 474-539.

4.1 Fonti on line

Del complesso insieme di fonti sopra evidenziato, non poche sono disponibili on line, a cominciare dalle fonti indispensabili a inquadrare le vicende della storia dei frati minori, che tanto impatto hanno avuto sul dibattito della ricchezza e della povertà: http://www.franciscan-archive.org. Molte delle fonti sul tema dell’usura non hanno trovato una edizione migliore di quella della Patrologia del Migne, che si può consultare all’indirizzo http://pld.chadwyck.com/.
Quodlibase è un database specializzato sulla letteratura quodlibetale medievale, cioè relativa alle dispute scolastiche pubbliche, coordinato da S. Piron, dell’École des hautes études en sciences sociales di Parigi (in collaborazione con A. Boureau, W. Duba e C. Schabel):
www.quodlibase.org. Un altro database è Scholasticon, a cura di J. Schmutz (Université Paris IV-Sorbonne): ospita in ordine alfabetico autori della seconda scolastica (1500-1800) e relativa bibliografia.
The Intratext. Digital library (Èulogos) dà la possibilità di interrogare attraverso una griglia alfabetica e una griglia cronologica il proprio fitto catalogo Biblioteca Latinitatis Mediaevalis (circa VII sec.-XIV sec.), comprendente opere che contengono spunti e passi relativi al tema dell’usura come Isidoro di Siviglia, il Corpus iuris civilis giustinianeo, Tommaso d’Aquino:
http://www.intratext.com. A tal proposito, la celebre raccolta giustinianea si può leggere al completo, insieme ad altre fonti essenziali del diritto romano, in The Roman Law Library, sito curato da Alexander Koptev e Yves Lassard: http://webu2.upmf-grenoble.fr/Haiti/Cours/Ak. L’edizione del Decretum di Graziano di Aemilius Friedberg è stato digitalizzato dalla Bayerische Staatsbibliothek ed è consultabile all’indirizzo http://mdz.bib-bvd.de/digbib/gratian/text.
Le opere di Tommaso d’Aquino e il De usuris in communi di Egidio di Lessins sono consultabili presso il Corpus Thomisticus coordinato da E. Alarcón all’indirizzo
http://www.corpusthomisticum.org.
Giovanna Murano ha realizzato Initia operum Iuris canonici Medii Aevi, un incipitario del diritto canonico medievale diffuso attraverso l’Università di Leipzig, consultabile all’url:
http://www.uni-leipzig.de/~jurarom/manuscr/dat/murano.htm.
The Philological Museum è una libreria on-line di testi umanistici curata da D.F. Sutton dell’Università di California in collaborazione con M. Wiggins presso lo «Shakespeare Institute» dell’Università di Birmingham (
http://www.philological.bham.ac.uk/). Pur raccogliendo prevalentemente scritti di umanisti inglesi dei secoli XVI e XVII, il sito contiene una bibliografia di testi neo-latini disponibili in rete con collegamenti ipertestuali.

5. Studi

Rassegne bibliografiche sull’usura si possono leggere in G. Todeschini, Il prezzo della salvezza. Lessici medievali del pensiero economico, Roma 1994, pp. 13-113; O. Capitani, Nuove acquisizioni del pensiero etico-economico francescano del Basso Medioevo, in La presenza francescana tra Medioevo e Modernità, a cura di M. Chessa e M. Poli, Firenze 1996, pp. 39-51; L. Armstrong, Usury and Public Debt in Late Medieval Italy. Select Bibliography (scaricabile dall’url: http://www.dse.unive.it/summerschool/papers/Armstrong2.pdf); più recentemente, si veda N.L. Barile, Il dibattito sul prestito a interesse negli ultimi trent’anni tra probabilisti e rigoristi. Un bilancio storiografico, in «Nuova rivista storica», 92 (2008), pp. 835-874. Per il quadro storiografico relativo a un singolo studioso, si vedano R. de Roover, Joseph A. Schumpeter and Scholastic Economics, in «Kyklos», 10 (1970), pp. 115-146 e J. Kirshner, Les travaux de Raymond de Roover sur le pensée économique des scolastiques, in «Annales. Économies Sociétés Civilisations», 30 (1975), pp. 318-338; A. Viglione, L’usura secondo Jacques Le Goff, in Educare all’uso responsabile del denaro. La comunità cristiana di fronte al fenomeno dell’usura, Roma 1995, pp. 278-281.

Fra le opere generali sul tema dell’usura nel medioevo, segnaliamo innanzi tutto le voci di alcuni dizionari ed enciclopedie: L. Armstrong, Usury, in The Oxford Encyclopedia of Economic History, a cura di J. Mokyr, V, New York 2003, pp. 183-185; M.A. Benedetto, Usura (diritto intermedio), in Novissimo digesto italiano, XX, Torino 1979, pp. 371-378; A. Bernard, Usure-La formation de la doctrine ecclésiastique sur l’usure, in Dictionnaire de Théologie Catholique, XV, 2, Paris 1923-1946, coll. 2316-2336; M. Boari, Usura (diritto intermedio), in Enciclopedia del diritto, XLV, Milano 1992, pp. 1141-1145; U. Brasiello, Usura. Diritto romano, in Novissimo Digesto Italiano cit., XX, pp. 368-371; P.G. Caron, Usura (diritto canonico), in Novissimo digesto italiano cit., XX, pp. 378-381; G. Cervenca, Usura (diritto romano), in Enciclopedia del diritto, XLV, Milano 1992, pp. 1124-1135; H.-J. Gilomel, Wucher, in Lexicon des Mittelalters, IX, Stuttgard-Weimar 1999, pp. 341-345; J. Kirshner, Wucher, in Vom Aktie bis Zoll: ein historisches Lexicon des Geldes, a cura di M. North, München 1995, pp. 430-434; G. Le Bras, Usure-La doctrine ecclésiastique de l’usure à l’époque classique (XIIe-XVe), in Dictionnaire de Théologie cit., XV, 2, coll. 2336-2372; A. Vermeersch, Intérêt (prêt a), in Dictionnaire Apologétique de la Foi Catholique, a cura di A. D’Alès, II, Paris 19244, coll. 1082-1090.

Fra le opere di consultazione generale, si tengano presenti: Alle origini della Banca. Etica e sviluppo economico, a cura di T. Fanfani, Roma 2002; G. Barbieri, Il pensiero economico dall’antichità al Rinascimento, Bari 1963; O. Bazzichi, Dall’usura al giusto profitto. L’etica economica della Scuola francescana, Cantalupa 2008; L. Baeck, The Mediterranean Tradition in Economic Thought, London e New York 1994; E. von Böhm-Bawerk, Storia e critica delle teorie dell’interesse e del capitale, I-III, Roma 1986-1996; R. de Roover, La pensée économique des Scolastiques. Doctrines et méthodes, Montréal-Paris 1971; R. de Roover, Business, Banking and Economic Thought in Late Medieval and Early Modern Europe, a cura di J. Kirshner, Chicago e London 1974; F. Edler de Roover, Glossary of Mediaeval Terms of Business: Italian Series 1200-1600, Cambridge Mass. 1934 (rist. New York 1970), pp. 145 e 307 (alle voci interesse e usura); R. M. Gelpi e F. Julien-Labruyère, Storia del credito a consumo. La dottrina e la pratica, Bologna 1994; J. Gilchrist, The Church and Economic Activity in the Middle Ages, London-Melbourne-Toronto-New York 1969; L. Goldschmidt, Storia universale del diritto commerciale, Torino 1913; C.P. Kindleberger, Storia della finanza nell’Europa occidentale, Milano-Roma-Bari 1987; O. Langholm, Economics in the Medieval Schools: Wealth, Exchange, Value, Money and Usury according to the Paris Theological Tradition, 1200-1350, Leiden-New York-Köln 1992; R. Manselli, Il pensiero economico del Medioevo, in Storia delle idee politiche, economiche e sociali, diretta da L. Firpo, II, 2, Il Medioevo, Torino 1983, pp. 817-865; B.N. Nelson, Usura e cristianesimo. Per una storia della genesi dell’etica moderna, Firenze 1964; J.T. Noonan Jr., The Scholastic Analysis of Usury, Cambridge Mass. 1957; O. Nuccio, Il pensiero economico italiano, I-II, Sassari 1985-1992; K. Pribram, Storia del pensiero economico, I, Torino 1988; A. Rich, Etica economica, Brescia 1993; U. Santarelli, Mercanti e società tra mercanti, Torino 19983; J. A. Schumpeter, Storia dell’analisi economica, I, Dai primordi al 1790, Torino 1990; A. Spicciani, Capitale e interesse tra mercatura e povertà nei teologi e canonisti dei secoli XIII-XV, Roma 1990, P. Spufford, Money and its use in Medieval Europe, Cambridge-New York-Port Chester-Melbourne-Sydney 1991; Storia d’Italia, Annali XXIII, La banca, a cura di A. Cova, S. La Francesca, A. Moioli e C. Bermond, Torino 2008; G. Todeschini, I mercanti e il tempio. La società cristiana e il circolo virtuoso della ricchezza fra Medioevo ed Età Moderna, Bologna 2002; G. Todeschini, Ricchezza francescana. Dalla povertà volontaria alla società di mercato, Bologna 2004; A. P. Usher, The Early History of Deposit Banking in Mediterranean Europe, Cambridge Mass. 1943.

Il rinnovato interesse per lo studio dell’usura nel medioevo si sviluppa dalla seconda metà del XIX secolo, in occasione dell’approfondimento del pensiero economico di teologi e canonisti. Gli studî più importanti sono quelli condotti da giuristi e storici cattolici: W.J. Ashley, An Introduction to English Economic History and Theory, I-II, London 1888-1893; H. Contzen, Thomas von Aquino als volkswirthschaftlicher Schriftsteller, Leipzig 1861; W. Endemann, Studien in der romanisch-kanonistischen Wirtschafts-und Rechtslehre bis gegen Ende des 17. Jahrhunderts, I-II, Berlin 1874-1883 (rist. Aalen 1962); F.X. Funk, Zins und Wucher, Tübingen 1868; J. Kautz, Die geschichtliche Entwickelung der National-Oekonomik und ihrer Literatur, Wien 1860.

Questi studî furono fatti propri sviluppati dalla cosiddetta “scuola economico-giuridica” italiana: G. Salvioli, La dottrina dell’usura secondo i canonisti e i civilisti italiani dei secoli XIII e XIV, in Studi giuridici in onore di Carlo Fadda pel XXV anno del suo insegnamento, II, Napoli 1906, pp. 259-278; G. Salvioli, Storia del diritto italiano, Torino 19309, pp. 604-623; G. Salvioli, Il capitalismo antico. Storia dell’economia romana, a cura di A. Giardina, Roma-Bari 1985; L. Zdekauer, L’interno di un banco di pegno nel 1417 con documenti inediti, Firenze 1896; L. Zdekauer, Per la storia del prestito a pegno in Colle Valdelsa, in «Miscellanea storica della Valdelsa», 7 (1899), pp. 1-3; L. Zdekauer, La fondazione del Monte Pio di Macerata ed i primordi della sua gestione (1469-1510), Torino 1900.

Anche nella cultura storiografica tedesca, ispirata dalla religiosità riformata, quando si cominciarono a studiare le origini del capitalismo, ci fu un’attenzione particolare al tema dell’usura, vista come retaggio della mentalità religiosa medievale e impedimento alla vita economica; solo l’ebraismo e il calvinismo avrebbero spinto l’economia medievale verso un più moderno sviluppo: W. Sombart, Il Borghese. Lo sviluppo e le fonti dello spirito capitalistico, Parma 1994 (ed. or. 1913), pp. 188-200; M. Weber, L’ etica protestante e lo spirito del capitalismo, Milano 1991 (ed. or. 1904-1905); M. Weber, Storia economica. Linee di una storia universale dell’economia e della società, Roma 1997 (ed. or. 1923). Le tesi dei due studiosi sono state oggetto di varie critiche nel corso del tempo: G. Barbieri, Werner Sombart nel centenario della nascita, in L’opera di Werner Sombart nel centenario della nascita, Milano 1964, pp. 155-167; L. Corsani, L’etica economica di Giovanni Calvino, in Protestantesimo e capitalismo da Calvino a Weber, Torino 1993, pp. 81-113; B. Dini, Le origini del capitalismo, Firenze 1979; A. Fanfani, Cattolicesimo e protestantesimo nella formazione storica del capitalismo, Milano 1934; L. Kaelber, Weber and Usury: Implications for Historical Research, in Money, Markets and Trade in Late Medieval Europe: Essays in Honour of John H. A. Munro, a cura di L. Armstrong, I. Elbl, M.M. Elbl, Leiden-Boston 2007, pp. 59-86; O. Nuccio, La civiltà italiana nella formazione della scienza economica, Milano 1995; A. Sapori, Werner Sombart (1863-1941), in A. Sapori, Studi di storia economica, II, Firenze 1967, pp. 1083-1111; R. Tawney, La religione e la genesi del capitalismo, Milano 19772; P. Zanotto, Il divieto di usura nella società cristiana. Valore morale, significato storico e implicazioni economiche, in P. Zanotto, Cattolicesimo, protestantesimo e capitalismo. Dottrina cristiana ed etica del lavoro, Soveria Mannelli-Treviglio 2005, pp. 217-263.
 
Soprattutto in Italia, nei primi decenni del XX secolo, le puntuali ricerche di archivio da parte di G. Luzzatto, A. Fanfani e A. Sapori hanno evidenziato la complessità e la ricchezza della vita economica medievale: A. Fanfani, Un mercante del Trecento, Milano 1935; A. Fanfani, Leonardo Fibonacci precursore di Nicola Oresme, in «Rivista di politica economica», 3a s., 44 (1954), pp. 136-143; A. Fanfani, Storia economica, I, Antichità-Medioevo-Età Moderna, Torino 1961; G.
Luzzatto, Tassi d’interesse e usura a Venezia nei secoli XIII-XV, in Miscellanea in onore di Roberto Cessi, I, Roma 1958, pp. 191-202; G. Luzzatto, I prestiti comunali e gli ebrei a Matelica nel secolo XIII, in G. Luzzatto, Per una storia economica delle Marche. Scritti e note in «Le Marche», 1902-1908, a cura di P. Giannotti, Urbino 1988, pp. 27-51; A. Sapori, L’usura nel Dugento a Pistoia, in Sapori, Studi di storia economica medievale cit., I, pp. 117-125; A. Sapori, Il giusto prezzo nella dottrina di S. Tommaso e nella pratica del suo tempo, in A. Sapori, Studi di storia economica medievale cit., I, pp. 264-303; A. Sapori, Una compagnia di prestatori fiorentini ad Avignone nella prima metà del Trecento, in A. Sapori, Studi di storia economica, III, Firenze 1967, pp. 101-119.

Gli studi d’archivio precedentemente citati misero in luce che il pensiero economico medievale, anche in tema di usura, aveva raggiunto un notevole livello di analisi economica, che spesso avrebbe anticipato intuizioni dell’economia politica. Negli anni Cinquanta del secolo scorso venne compiuto un passo in avanti, soprattutto grazie alle messe a punto di alcuni giuristi come P. Grossi e G. Tarello; P. Grossi, Somme penitenziali, diritto canonico, diritto comune, in «Annali della Facoltà di Giurisprudenza di Macerata», n. s., 1 (1966), pp. 95-134, soprattutto pp. 130-134 (Le «Summae» e la teorica dell’usura); P. Grossi, «Usus facti». La nozione di proprietà nella inaugurazione dell’età nuova, in «Quaderni Fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno», 1 (1972), pp. 287-355; G. Tarello, Profili giuridici della questione della povertà nel francescanesimo prima di Ockham, in Studi in onore di A. Falchi, Milano 1964, pp. 338-448. Essi partirono dalle controversie sul tema della povertà che agitarono i frati minori durante tutto il XII secolo, mostrando lo sforzo di ricercare soluzione nuove per affrontare le sfide che il mondo presentava loro in tema di proprietà e possesso. In particolare, Grossi invitò gli studiosi a considerare il problema dell’usura come «qualcosa di più e di ben più diverso del problema della sterilità o fecondità del denaro», che «attende una storicizzazione compiuta; e questa storicizzazione può essere conseguita soltanto esaminando da vicino, istituto per istituto, quali risultati si debbano all’inserimento di quel problema da parte del ricercatore medievale entro il tessuto dei vari istituti». Auspicando una lettura delle summae medievali, Grossi ricavò la convinzione che «il discorso che i dottori impostano in tema di usura non è mai generale, ma estremamente analitico». Queste feconde proposte vennero fatte proprie da O. Capitani in due antologie, L’etica economica medievale, a cura di O. Capitani, Bologna 1974 e Una economia politica nel Medioevo, a cura di O. Capitani, Bologna 1987. Capitani maturò la convinzione che la proibizione dell’usura nel medioevo non fosse la «proposizione di un’etica alternativa», ma una «casistica» che venne elaborata nel corso dei secoli attraverso «un lessico di base per le future speculazioni». Si ponevano così le basi per superare sia i tentativi di trovare i precursori della moderna economia politica, sia gli sforzi di vedere l’attualità in concetti sviluppati secoli fa. G. Todeschini, allievo di Capitani, ha letto i lessici che nel corso dei secoli il medioevo ha via via prodotto: dai capitolari carolingi e dalla libellistica prodotta durante lotta per le investiture, alla riflessione ebraica e ai testi dei mendicanti, soprattutto frati minori, maturando la convinzione che il divieto di usura non appare «come la forma di un’avversione incondizionata nei confronti delle transazioni creditizie, ma piuttosto come la forma giuridica in cui si concretizzava l’affermazione della volontà politica maturata nella sfera sacerdotale di assumere il controllo delle relazioni economiche che animavano la comunità cristiana». Di conseguenza, l’usuraio si definisce come «il responsabile di una disgregazione economica della società dei “fedeli” sostanzialmente derivante dalla disaffezione per il lavoro e la produttività indotte, appunto, da usura», «una prefigurazione dell’infidelis». Questa impostazione è stata oggetto di critiche: si vedano: A. Spicciani, L’etica economica medievale, in «Rivista internazionale di scienze sociali», 84 (1976), pp. 195-200; J. Kirshner e K. Lo Prete, Peter John Olivi’s Treatises on Contracts of Sale, Usury and Restitution: Minorite Economics or Minor Works?, in «Quaderni fiorentini», 13 (1984), pp. 233-286 (si veda pure la versione italiana: J. Kirshner e K. Lo Prete, I trattati di Pietro di Giovanni Olivi sui contratti di vendita, di usura e di restituzione: economia dei minori francescani o opera minori?, in Una economia politica cit., pp. 143-191).

Diamo conto ora dei principali studî, suddividendoli per periodi storici cui si riferiscono. Si tratta di ampi archi cronologici, che si giustificano per la trasversalità di alcune ricerche.

Antichità
A. Dosi e F. Schnell, I soldi nell’antica Roma. Banchieri e professioni, affari e malaffare, Milano 1993; P. De Francisci, «Iustum pretium», in Studi in onore di Ugo Enrico Paoli, Firenze 1956, pp. 211-217; L. De Salvo, Il giudizio sulla «mercatura» nel mondo romano, in  «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Macerata», 20 (1987), pp. 9-32; M.I. Finley, L’economia degli antichi e dei moderni, Milano 1995; A. Giardina, Le merci, il tempo, il silenzio. Ricerche su miti e valori sociali nel mondo greco e romano, in «Studi Storici», 27 (1986), pp. 277-302; O. Langholm, The Aristotelian Analysis of Usury, Oslo 1984; R.P. Maloney, Usury in Greek, Roman and Rabbinic Thought, in «Traditio», 27 (1971), pp. 79-109; C.A. Maschi, La gratuità del mutuo classico. Strutture giuridiche e realtà sociale, in Studi in onore di G. Balladore Pallieri, I, Milano 1978, pp. 289-299; A. Petrucci, Prime riflessioni su banca e interessi nell’esperienza romana, in L’usura ieri e oggi, a cura di S. Tafaro, Atti del convegno, Foggia, 7-8 aprile 1995, Bari 1995, pp. 61-97; L. Solidoro, «Ultra sortis summam usurae non exiguntur», in «Labeo», 28 (1982), pp. 164-179.

Alto medioevo
N.L. Barile, La costruzione di un «ordine perfetto»: la questione dell’usura nel Medioevo, in «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari», 44 (2001), pp. 201-251; E. Bianchi, In tema di usura. Canoni e legislazione imperiale del IV secolo. I, in «Athenaeum», 71 (1983), pp. 321-342; E. Bianchi, In tema di usura. Canoni e legislazione imperiale del IV secolo. II, in «Athenaeum», 72 (1984), pp. 136-153; M. Bianchini, La disciplina degli interessi convenzionali nella legislazione giustinianea, in Studi in onore di A. Biscardi, II, Milano 1982, pp. 389-426; L. Cesano, Il denarius e la usura nel tempo costantiniano, in «Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei», 18 (1908), pp. 237-256; L. Cracco Ruggini, Economia e società nell’«Italia annonaria». Rapporti fra agricoltura e commercio dal IV al VI secolo d. C., Bari 1995; L. Dattrino, I Padri della Chiesa e l’usura, Roma 2005; M. Forlin Patrucco, Povertà e ricchezza nell’avanzato IV secolo: la condanna dei mutui in Basilio di Cesarea, in «Aevum», 47 (1973), pp. 225-234; M. Giacchero, L’influsso di Plutarco sulla condanna basiliana del prestito a interesse (Plut., De vitando aere alieno e Basil., Hom. in Psalm. XIV, 2,), in Tetraonyma. Miscellanea Greco-Romana, Genova 1966, pp. 157-174; M. Giacchero, Aspetti economici fra III e IV secolo: prestito ad interesse e commercio nel pensiero dei Padri, in «Augustinianum», 17 (1977), pp. 24-37; M. Giacchero, «Fenus» «usura» «pignus» e «fideiussio» negli scrittori patristici del quarto secolo: Basilio, Gregorio, Ambrogio, Gerolamo, in Atti dell’Accademia romanistica costantiniana, III Convegno internazionale, Perugia 1979, pp. 441-473; M. Giacchero, L’atteggiamento dei concili in materia d’usura dal IV al IX secolo, in Atti dell’Accademia romanistica costantiniana, IV Convegno internazionale, Perugia 1981, pp. 305-365; M. La Matina, Basilio di Cesarea, Gregorio di Nissa e le passioni dell’usura, in «Pan. Studi dell’Istituto di Filologia Latina“Giusto Monaco”», 15/16 (1998), pp. 131-168; F. Marconcini, La illegittimità del prestito di moneta a interesse in due omelie del secolo IV, in Raccolta di scritti in memoria di Giuseppe Toniolo nel decennio della sua morte, Milano 1929, pp. 287-325; P. Radici Colace, Moneta, linguaggio e pensiero nei padri della chiesa fra tradizione pagana ed esegesi biblica, in «Koinonia», 14 (1996), pp. 47-64, G. Todeschini, Linguaggi teologici e linguaggi amministrativi: le logiche sacre del discorso economico fra VIII e X secolo, in «Quaderni storici», 34 (1999), 102, pp. 597-616; G. Todeschini, «Date otiosam pecuniam et recipiendis fructuosam gratiam» (Ambrogio, «De Tobia», 16, 56), in Credito e usura cit., pp. 57-71; C. Violante, Per uno studio dei prestiti dissimulati in territorio milanese (secoli X-XI), in Studi in onore di Amintore Fanfani, I, Milano 1962, pp. 641-735.

Tardo medioevo
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Bracci, Atti del Convegno di studio, Ascoli Piceno, 12 ottobre 1996 e Montegallo, 23 agosto 1997, Padova 1999, pp. 23-41; H. Angiolini, Polemica antiusuraria e propaganda antiebraica nel Quattrocento (Prime notizie per l’edizione dei «Consilia contra iudaeos fenerantes» di Alessandro Nievo e dei «Consilia de usuris» di Angelo di Castro), in «Il pensiero politico», 19 (1986), pp. 311-318; H. Angiolini, Prestito ebraico e monti di pietà: vecchie e nuove letture, in «Il pensiero politico», 28 (1994), pp. 193-214; S. Amatori, Nelle bisacce di Bernardino da Feltre. Gli scritti in difesa dei Monti di Pietà, Bologna 2007; L. Armstrong, The politics of usury in «Trecento» Florence: the «Questio de monte» of Francesco da Empoli, in «Mediaeval Studies», 61 (1999), pp. 1-44; L. Armstrong, Law, Ethics and Economy: Gerard of Siena and Giovanni d’Andrea on Usury, in Money, Markets cit., pp. 41-58; L’attività creditizia nella Toscana comunale, a cura di A. Duccini e G. Francesconi, Atti del convegno di studi, Pistoia-Colle Val d’Elsa, 26-27 settembre 1998, Castelfiorentino 2000; P. Avallone, Dall’assistenza al credito. La diffusione dei Monti di pietà nel regno di Napoli (secc. XV-XVIII), in Povertà e innovazioni istituzionali in Italia. Dal medioevo ad oggi, a cura di V. Zamagni, Bologna 2000, pp. 355-374; F. Bacchelli, Grassi, Tommaso de’, in Dizionario biografico degli italiani, LVIII, Roma 2002, pp. 693-694; N.L. Barile, La condanna dell’usura nella precettistica bassomedievale, ovvero la storia come falsificazione, in «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari», 43 (2000), pp. 21-50; G. Barbieri, Origine ed evoluzione storica dei monti di pietà in Italia, in «Economia e credito», n. s., 1 (1961), pp. 461-471; G. Barbieri, L’usuraio Tommaso Grassi nel racconto bandelliano e nella documentazione storica, in Studi in onore di A. Fanfani, II, Milano 1962, pp. 19-88; G. 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Capitani, San Bernardino e l’etica economica, in Una economia politica cit, pp. 121-141; O. Capitani, L’etica economica: considerazioni e riconsiderazioni di un vecchio studioso, in Italia 1350-1450: tra crisi, trasformazioni, sviluppo, Atti del XIII convegno internazionale di studi del Centro italiano di studi di storia e d’arte, Pistoia maggio 1991, Pistoia 1993, pp. 475-496; O. Capitani, Verso un diritto del quotidiano, in Dalla penitenza all’ascolto delle confessioni: il ruolo dei frati mendicanti, Atti del XXXII convegno internazionale della società di studi francescani, Assisi, 12-14 ottobre 1995, Spoleto 1996, pp. 3-29; E. Caliaro, Il prestito ad interesse a Vicenza tra XII e XIII secolo (1184-1222), in «Studi storici Luigi Simeoni», 33 (1983), pp. 103-120; F. Careri, Il «Presto ai Quattro Pavoni»: dal libro-giornale di Isacco da San Miniato (1473-75), in «Archivio storico italiano», 149 (2001), pp. 395-421; G. 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Segnalazioni


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Curatore


Nicola Lorenzo Barile è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze storiche e sociali dell’Università di Bari; collabora con le cattedre di Storia medievale, Storia bizantina e Antichità e istituzioni del medioevo e con l’Archivio di Stato di Bari. I suoi studi riguardano principalmente la storia economica e sociale del medioevo, con particolare attenzione al problema del credito e dell’usura fra XV e XVI secolo.

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Ultima modifica: 15/06/2010

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