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Le strutture della ricerca in Gran Bretagna (associazioni, enti, strutture accademiche)

a cura di Francesca Tinti

[versione 1.0 - ottobre 2009]

© 2009 - Francesca Tinti per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214



Nota introduttiva

Con questa scheda si intende fornire un quadro relativo alle strutture attraverso cui la ricerca medievistica è organizzata, finanziata e promossa in Gran Bretagna. Sebbene la maggioranza delle istituzioni qui presentate e descritte si trovino in Inghilterra, si è ritenuto opportuno non escludere la Scozia e il Galles da questa panoramica, non solo per tentare di fornire un quadro il più possibile completo, includendo associazioni e centri interdipartimentali attivi in quelle regioni, ma anche perché alcune delle principali istituzioni che finanziano e sostengono la ricerca in campo medievistico si delineano come agenzie e enti “britannici”, punti di riferimento per gli studiosi dell’intero paese.

Pur non essendo questa la sede adatta a una presentazione del sistema universitario britannico o della generale organizzazione della ricerca accademica, verrà dato ampio spazio alle istituzioni pubbliche che forniscono i principali finanziamenti per la ricerca umanistica, e quindi anche per quella medievistica. In altre parole, non verranno presi in considerazione solo quegli enti che si occupano in maniera esclusiva di medioevo, ma si cercherà di illustrare quali possibilità il singolo ricercatore, dallo studente di dottorato al professore universitario, ha a disposizione per finanziare la propria ricerca. Per poter rendere conto di queste possibilità sarà necessario aprire la scheda con un’introduzione alle istituzioni le cui attività comprendono la promozione e il finanziamento delle discipline umanistiche in generale. L’indagine si muoverà poi verso le fondazioni private che in maniera più o meno incisiva contribuiscono allo sviluppo del settore con il finanziamento di progetti di ricerca, il conferimento di borse di studio e altre analoghe iniziative.

Successivamente si tratterà di quegli enti e associazioni i cui interessi vertono più precisamente sull’epoca medievale. Così facendo, si darà necessariamente più spazio alla storia medievale, senza però trascurare discipline quali l’archeologia, la filologia o la toponomastica. Un ruolo fondamentale viene ricoperto in Gran Bretagna dalle associazioni locali che si occupano della valorizzazione della storia e dell’archeologia relative a una determinata contea o gruppo di contee. Se ne potranno elencare e descrivere solo alcune, ma preme sottolineare in questa nota introduttiva il prezioso lavoro svolto da queste associazioni locali, spesso di antica e prestigiosa fondazione. La loro esistenza e le loro attività, oltre agli intensi rapporti con le istituzioni accademiche presenti sui propri territori di riferimento, testimoniano l’importanza attribuita alla divulgazione dei risultati della ricerca storica e al ruolo che, più in generale, la storia e la valorizzazione del passato ricoprono all’interno della società britannica. Tutto ciò è particolarmente evidente sia nell’intensa attività museale, sia nel rilievo dato alla storia e all’archeologia nei programmi televisivi e radiofonici, nei quali non è raro imbattersi in docenti e ricercatori di varie università che discutono di invasioni vichinghe, di cronache medievali, o della conquista normanna del 1066.

L’ultima parte della scheda sarà riservata alle strutture accademiche, anche se occorre precisare che, per ovvie ragioni, si eviterà di fornire un elenco di tutti i dipartimenti universitari in cui si svolge ricerca di ambito medievistico. È comunque opportuno ricordare che i dipartimenti sono le strutture attraverso cui, in Gran Bretagna come altrove, la ricerca accademica viene organizzata, promossa e valutata. Il sistema di valutazione meriterebbe particolare attenzione, data l’importanza che riveste nel finanziamento dei singoli dipartimenti, ma una dettagliata trattazione esulerebbe dagli scopi di questa scheda. Basterà ricordare che il sistema sta attraversando una fase di revisione e sviluppo, caratterizzata anche da una vivace discussione, sostanzialmente destinata al potenziamento di strumenti quanto più possibile obiettivi per la valutazione dei prodotti della ricerca. Il sistema precedentemente noto come RAE - Research Assessment Exercise (http://www.rae.ac.uk/) è stato recentemente trasformato in REF - Research Excellence Framework (http://www.hefce.ac.uk/research/ref/).

Nella sezione dedicata alle strutture accademiche l’attenzione sarà rivolta soprattutto a quei centri interdipartimentali il cui obiettivo principale è la promozione dell’interdisciplinarietà attraverso l’incontro e la discussione tra i vari docenti, ricercatori e studenti del medesimo ateneo che, pur provenendo da diversi dipartimenti, si occupano tutti del periodo medievale. Nella maggioranza dei casi si tratta di centri istituiti attingendo dalle strutture già presenti (ovvero, i dipartimenti) per creare una cornice entro cui inquadrare varie attività, di natura soprattutto seminariale. Di fatto, il seminario di ricerca rappresenta l’attività principale di tutte le strutture accademiche che verranno qui menzionate. Non esiste centro o dipartimento che non si preoccupi di fornire un programma annuale che in genere affianca storici afferenti al centro stesso a degli esterni, invitati a presentare i risultati della propria ricerca. Preme sottolineare la regolarità con cui tali eventi vengono organizzati e il largo anticipo con cui sono annunciati nella maggioranza delle strutture accademiche, l’assiduità con cui i membri del dipartimento o del centro ospitante generalmente vi partecipano, e la gratitudine degli studiosi esterni invitati a prendere parte a tali seminari, i quali normalmente non prevedono l’erogazione di un gettone di presenza, ma bensì un mero rimborso spese.


Risorse


1. Strutture centrali e finanziamenti pubblici

1.1 L'Arts and Humanities Research Council

Un esame delle strutture attraverso cui la ricerca di ambito medievistico viene finanziata e organizzata nel Regno Unito non può che iniziare con una breve descrizione della natura, del funzionamento e della finalità dell’AHRC - Arts and Humanities Research Council (http://www.ahrc.ac.uk), ovvero una delle sette agenzie governative (Research Councils UK: http://www.rcuk.ac.uk) responsabili del coordinamento e del finanziamento delle diverse aree della ricerca. Fondata nel 1998, quando era nota come Arts and Humanties Research Board, ha assunto lo status di council nel 2005, grazie al quale l’AHRC può oggi contare su un budget annuale di 100 milioni di sterline, delineandosi come il principale punto di riferimento per il finanziamento di progetti di ricerca di area umanistica a qualsiasi livello: dalle borse per l’accesso ai corsi di master ai grandi progetti pluriennali interuniversitari, passando per la ricerca dottorale, quella post-dottorale e il cosiddetto research leave (ora noto come fellowship scheme), ovvero un periodo sabbatico di un massimo di nove mesi, libero (in maggiore o minore misura) da impegni di tipo didattico o amministrativo, da destinarsi alla conclusione di progetti di ricerca già in essere. L’AHRC si configura come l’unico ente pubblico nazionale in grado di finanziare una vasta varietà di progetti di area umanistica, siano essi promossi da singoli ricercatori che da gruppi formati da membri appartenenti a una o più istituzioni accademiche.

Data la natura pubblica dell’agenzia e, ovviamente, dei fondi da questa gestiti, larga parte della pagina di presentazione dell’AHRC sul proprio sito web è riservata al ruolo delle arti e delle discipline umanistiche nella società contemporanea e alle ragioni per cui è fondamentale promuovere la ricerca in tali aree, ricerca che, nelle parole dell’agenzia stessa, «consente di interpretare le nostre esperienze, indagare la nostra identità, interrogare i nostri presupposti culturali e comprendere il nostro contesto storico, sociale, economico e politico. La ricerca in ambito umanistico contribuisce al successo economico del Regno Unito (…) e a incrementare il capitale sociale e intellettuale, il senso di appartenenza alla comunità, le capacità di apprendimento, lo sviluppo tecnologico e la qualità di vita del paese».

Ogni anno l’agenzia finanzia circa 700 progetti distribuiti su vari settori disciplinari. Ciascun progetto di ricerca inviato all’AHRC deve affrontare un processo di selezione molto competitivo, come dimostrano i dati pubblicati dall’agenzia, da cui si deduce che circa il 20-25% dei progetti presentati risultano vincenti. Grazie al database disponibile in una delle pagine del sito web dell’AHRC (http://www.ahrc.ac.uk/FundedResearch/BrowseResearch.aspx), è possibile verificare quali e quanti progetti sono stati finanziati nel corso degli anni, oltre all’entità del finanziamento stesso, il nome del responsabile del progetto e la struttura accademica di appartenenza. Il database permette anche di constatare come la classificazione dei settori disciplinari si sia evoluta nel corso del tempo: se infatti la storia medievale figurava come un settore a sé stante sino al 2004, in anni più recenti la vecchia suddivisione cronologica è stata sostituita da una nuova classificazione tematica, per cui i progetti relativi al medioevo possono ora essere compresi in diverse categorie come la storia culturale, economica, religiosa, politica o sociale. Anche i settori dell’archeologia, dell’archivistica e delle applicazioni informatiche per le discipline umanistiche rientrano tra quelli finanziati dall’AHRC, ma figurano in un raggruppamento distinto rispetto alla storia (http://www.ahrc.ac.uk/FundingOpportunities/Pages/Eligibility.aspx). La profonda interconnessione che da diversi anni a questa parte sta caratterizzando il rapporto tra studi medievistici e risorse digitali risulta particolarmente evidente dall’analisi dei progetti finanziati dall’AHRC: a quelli che comportano la costruzione di database elettronici o l’edizione digitale di fonti manoscritte (generalmente avvalendosi della collaborazione di centri specializzati come il Centre for Computing in the Humanities del King’s College di Londra, http://www.kcl.ac.uk/schools/humanities/depts/cch) vengono assegnate le cifre più alte, che possono raggiungere o superare il milione di sterline.

L’AHRC finanzia ogni anno circa 1500 postgraduate grants, ovvero borse di studio per gli studenti di master e dottorato in discipline umanistiche. Negli ultimi tempi il sistema attraverso cui queste vengono assegnate è stato modificato: se infatti negli anni precedenti la selezione dei candidati veniva gestita a livello nazionale dall’AHRC, ora le borse vengono assegnate alle università che si occupano di selezionare gli studenti.

1.2 La British Academy

Altrettanto importante ma di ben più antica fondazione è la British Academy(http://www.britac.ac.uk/index.cfm), l’accademia che dal 1902 promuove e sostiene le discipline umanistiche e le scienze sociali. Il suo scopo è quello di ispirare, dare riconoscimento e sostenere l’eccellenza della ricerca. Risulta appropriato trattarne in questa sede non tanto per i riconoscimenti elargiti o per la presenza – tra i suoi fellows – dei più eminenti medievisti britannici, quanto invece per le diverse iniziative intraprese allo scopo di promuovere e valorizzare gli studi medievistici. Sebbene la disponibilità finanziaria non sia paragonabile a quella dell’AHRC, anche la British Academy offre una serie di opportunità, le quali, proprio per la marcata selettività, vengono spesso indicate come le più prestigiose. Tra le principali iniziative promosse vanno menzionate le postdoctoral fellowships che consentono a dei giovani dottori di ricerca di proseguire i propri studi per un periodo di tre anni dopo il conseguimento del titolo dottorale. Ogni anno ne vengono assegnate 45. Nell’ultima selezione quattro di queste sono state aggiudicate a dei promettenti giovani medievisti (http://www.britac.ac.uk/funding/awards/posts/PDF_Awards_2008.cfm). L’accademia finanzia anche altri tipi di progetti, come le small research grants, di un massimo di 7500 sterline, destinate a coprire solo i costi della ricerca per un periodo non superiore ai due anni, e offre altre opportunità, rivolte anche alla promozione dei contatti e della mobilità internazionali.

Degne di particolare attenzione sono le iniziative editoriali della British Academy promosse in collaborazione con la Oxford University Press. Tra queste spiccano le collane (series) dell’accademia, dato che quattro delle sette attualmente in esistenza sono di interesse esclusivamente medievistico. Il Dictionary of Medieval Latin from British Sources, per esempio, rientra fra queste iniziative, così come gli Anglo-Saxon Charters, un progetto che sta procedendo alla produzione di una edizione critica di tutte le fonti documentarie inglesi precedenti la conquista normanna del 1066, organizzate per archivio di provenienza, e che si sta progressivamente sostituendo alle vecchie e incomplete edizioni ottocentesche.

2. Fondazioni e finanziamenti privati

Nel Regno Unito esistono diverse fondazioni e consorzi privati (solitamente definiti trusts o foundations) che annoverano tra le proprie attività e finalità la promozione della ricerca umanistica e, quindi, anche quella storica. Tra tutti spicca il Leverhulme Trust (http://www.leverhulme.ac.uk/), un ente la cui origine risale all’inizio del Novecento, quando l’imprenditore del sapone William Hesketh Lever, le cui fortune sono successivamente confluite nella multinazionale Unilever, destinò parte del suo lascito testamentario alla costituzione di una fondazione per il finanziamento della ricerca. La maggioranza dei fondi gestiti dal Leverhulme Trust, per un totale di circa 40 milioni di sterline l’anno, sono aperti a ricercatori di tutte le discipline. Segnaliamo in particolare le Early Career Fellowships, riservate a coloro che hanno da poco conseguito un dottorato di ricerca, che consentono di proseguire le proprie ricerche a tempo pieno per un periodo di due o tre anni. La fondazione finanzia anche progetti che coinvolgono gruppi di ricercatori sotto la guida di un Principal Investigator. In genere tali finanziamenti ammontano a un massimo di 250.000 sterline da destinarsi ai costi della ricerca e alle borse da assegnare ai collaboratori, per un periodo compreso tra i due e i tre anni. La fondazione si occupa anche del finanziamento di forme di mobilità internazionale per quei ricercatori che necessitano di periodi di ricerca all’estero, oltre che per la costituzione di International Networks che consentono di includere fino a un massimo di sette diverse istituzioni accademiche, di cui una obbligatoriamente situata nel Regno Unito. Un fondo speciale viene riservato al finanziamento di periodi di sabbatico finalizzati alla ricerca (research leave), la cui durata non può superare i due anni. Interessante risulta, infine, un’altra forma di finanziamento offerta dalla fondazione, ovvero quella denominata Emeritus Fellowship, destinata a coprire i costi della ricerca (per un massimo di 22.000 sterline) dei professori in pensione, una condizione che nel Regno Unito scatta obbligatoriamente quando si raggiungono i 65 anni di età, senza possibilità di procrastinazione.

Per coloro che si occupano di storia della medicina, una serie di interessanti possibilità di finanziamento sono offerte da un colosso quale il Wellcome Trust (http://www.wellcome.ac.uk/index.htm), che fu fondato nel 1936 e che dispone di un capitale di circa 600 miliardi di sterline. Ovviamente la sezione Medical humanities (suddivisa a sua volta in Bioethical medicine e History of medicine) rappresenta solo una parte delle diverse attività di ricerca in campo medico finanziate da questa fondazione, ma è interessante notare che alcuni dei progetti di ricerca e delle fellowhips finanziati negli ultimi anni riguardano proprio l’epoca medievale.

In Scozia si segnala il Carnegie Trust for the Universities of Scotland (http://www.carnegie-trust.org/) che fornisce alcune possibilità di finanziamento per gli studenti, i dottorandi, i ricercatori e i docenti delle 14 università presenti sul territorio scozzese.

Esistono inoltre molte altre fondazioni private minori, alcune dedicate alla memoria di medievisti scomparsi, che bandiscono forme di finanziamento della ricerca a livello dottorale e post-dottorale o che conferiscono borse per il raggiungimento di obiettivi precisi, come la pubblicazione di una monografia. Tra quelle che si interessano esclusivamente del periodo medievale, possiamo menzionare il Lynne Grundy Memorial Trust (http://www.lynnegrundytrust.org.uk/), che assegna borse di modesta entità per coprire costi relativi alla ricerca o per facilitare la partecipazione a convegni di giovani dottorandi e studiosi che si occupano di storia dell’Inghilterra anglosassone, di letteratura antico inglese o di applicazioni informatiche allo studio delle discipline umanistiche. La Scouloudi Foundation è invece una fondazione che elargisce finanziamenti per gli studi storici; ogni anno conferisce un certo numero di borse (http://www.history.ac.uk/awards/prizes#scouha) destinate a coprire i costi di un progetto di ricerca in campo storico o quelli per la pubblicazione di una monografia.

3. Associazioni

Numerose sono le cosiddette learned societies che nel Regno Unito si occupano dello studio e della valorizzazione del passato. Sebbene i suoi interessi abbraccino un periodo necessariamente più ampio dell’epoca medievale, la prestigiosa Royal Historical Society (http://www.royalhistoricalsociety.org/) merita di essere trattata per prima. Dall’epoca della sua fondazione nel 1868, ha sempre rappresentato l’organo maggiormente impegnato nella difesa e promozione dell’importanza dello studio e della ricerca storica. Tra le principali attività si segnalano le conferenze e i convegni organizzati nel corso di un fitto programma annuale, oltre alle attività editoriali. Tra queste ultime segnaliamo il periodico Transactions of the Royal Historical Society, la collana Studies in History, pubblicata in collaborazione con la casa editrice Boydell & Brewer, e, infine, la Camden series, collana riservata all’edizione di fonti, i cui volumi vengono stampati e distribuiti dalla Cambridge University Press. Benché nessuna di queste iniziative riguardi esclusivamente il periodo medievale, occorre ricordare che alcuni dei saggi e delle fonti più importanti per la storia medievale britannica sono stati pubblicati proprio nell’ambito di queste attività editoriali.

Seppur prevalentemente orientata verso lo studio, la preservazione e la valorizzazione dei resti materiali del passato, con un interesse particolare per la storia dell’architettura e l’archeologia, non possiamo mancare di segnalare in questa sede la Society of Antiquaries in London (http://www.sal.org.uk/history/), la cui fondazione risale al 1751 e che oggi conta 2500 membri. Pur non ricevendo alcun tipo di finanziamento pubblico, possiede la più vasta biblioteca di archeologia di tutto il Regno Unito, amministra una serie di borse di studio e di ricerca e pubblica due importanti periodici, «Antiquaries Journal» (http://www.sal.org.uk/books/theantiquariesjournal/) e «Archaeologia»). In Scozia troviamo un’altra prestigiosa associazione con simili finalità: la Society of Antiquaries of Scotland (http://www.socantscot.org/), fondata nel 1780, promuove conferenze, convegni, pubblicazioni e altre attività volte alla valorizzazione della storia e dell’archeologia del territorio scozzese.

Di dimensioni e disponibilità economiche indubbiamente minori, ma interessata esclusivamente al periodo medievale è invece la London Medieval Society (http://www.the-lms.org/). Le sue attività consistono soprattutto nell’organizzazione di tre eventi di tipo seminariale ogni anno, uno dei quali è sempre riservato a studenti di master e dottorato.

Occorre inoltre segnalare la presenza di molte associazioni a carattere locale o regionale che possono essere paragonate alle Deputazioni e Società di Storia Patria italiane. Diverse di queste si configurano come county societies, in quanto i loro interessi si incentrano sulla storia di una determinata contea. Tra le più antiche possiamo menzionare l’Oxfordshire Architectural and Historical Society (http://www.oahs.org.uk/), fondata nel 1839, la cui attività principale può essere individuata nella pubblicazione del periodico Oxoniensia, e la Surtees Society (http://www.surteessociety.org.uk/) che si occupa de territorio che costituiva l’antico regno di Northumbria attraverso la pubblicazione di fonti documentarie relative alla storia medievale e moderna della regione.

Diverse di queste società hanno interessi prevalentemente archeologici o, comunque, rivolti al censimento e allo studio dei resti materiali del passato preservatisi nel territorio di riferimento. Tra queste possiamo elencare, a titolo esemplificativo, la Buckinghamshire Archaeological Society (http://www.bucksas.org.uk/records.html), che pubblica la rivista Records of Buckinghamshire; la Worcestershire Archaeological Society, il cui periodico prende il nome di Transactions of the Worcestershire Archaeological Society e la Bristol and Gloucestershire Archaeological Society (http://www.bgas.org.uk/aboutbgas.htm), che, a sua volta, pubblica con cadenza annuale un volume di Transactions.

Una menzione a parte merita la Scottish History Society (http://www.scottishhistorysociety.org/), data la natura e l’ampiezza dei suoi interessi, in quanto promuove la pubblicazione di edizioni di fonti manoscritte scozzesi risalenti a tutto il periodo compreso tra il secolo XII e l’epoca contemporanea.

Altre learned societies sono sorte allo scopo di procedere alla pubblicazione di determinati gruppi di fonti accomunate dalla lingua o dal periodo in cui furono scritte, oppure dalla tipologia in cui è possibile classificarle. L’Early English Text Society (http://www.eets.org.uk/), fondata nel 1864, rientra fra queste. Il suo fine era ed è ancora la pubblicazione e diffusione dei più antichi testi composti in lingua inglese (ovvero in antico e medio inglese). Si tratta di una istituzione di fondamentale importanza per tutti i filologi e gli storici del medioevo inglese, la quale, nonostante alcuni periodi di notevoli difficoltà economiche, riesce ancora ad avere in catalogo la stragrande maggioranza dei 475 volumi che sono stati pubblicati fino ad oggi, grazie soprattutto ad un importante accordo raggiunto negli anni Settanta con una ditta americana di reprint. Con scopi simili, sebbene marcatamente più focalizzati, venne fondata nel 1937 l’Anglo-Norman Text Society (http://www.bbk.ac.uk/llc/forstudents/fs_fr/fr_interests_as), la quale si occupa della promozione dello studio dell’anglo-normanno, ovvero il dialetto francese approdato sull’isola britannica in seguito alla conquista normanna del 1066. L’Anglo-Norman Text Society ha patrocinato e continua a promuovere la pubblicazione di una serie di testi di grande valore storico, linguistico e letterario. Gli interessi della Henry Bradshaw Society (http://www.henrybradshawsociety.org/), fondata nel 1890, vertono invece su fonti di tipo liturgico, di origine quasi esclusivamente medievale. Sono stati pubblicati sinora più di cento volumi che costituiscono una risorsa fondamentale per lo studio della chiesa medievale. Altrettanto importanti sono le pubblicazioni promosse dalla Canterbury and York Society (http://www.canterburyandyork.org/), che si occupa soprattutto dell’edizione di registri vescovili medievali.

Infine, è opportuno menzionare l’esistenza di un’altra importante associazione il cui scopo è lo studio della toponomastica inglese, dati i suoi spiccati interessi per l’epoca medievale, ovvero la English Place-Name Society (http://www.nottingham.ac.uk/english/ins/epns/), che dal 1923 si occupa di ricostruire l’origine e l’evoluzione di tutti i toponimi inglesi, procedendo in maniera sistematica e organizzando le proprie pubblicazioni secondo uno schema che riflette quello della divisione amministrativa in contee.

4. Strutture accademiche

La struttura accademica da cui è opportuno cominciare, date le molteplici risorse che offre per la promozione degli studi storici, è l’IHR - Institute of Historical Research (http://www.history.ac.uk/), che, insieme ad altri nove prestigiosi centri di ricerca del settore umanistico, fa parte della School of Advanced Study dell’Università di Londra. Numerose le attività organizzate e le risorse fornite da questo centro: in primo luogo, una ricchissima biblioteca a scaffale aperto che si caratterizza per l’eccezionale collezione di edizioni di fonti per lo studio della storia britannica, europea, coloniale e americana; secondariamente, il centro rappresenta un fondamentale punto di riferimento e di incontro per tutti gli storici medievali, moderni e contemporanei, grazie al fitto programma di seminari organizzati con cadenza settimanale. Si segnalano per il periodo medievale i cicli Earlier Middle Ages, Crusades and the Latin East, European History 1150-1550, Late Medieval and Early Modern Italy, Late Medieval Seminar, London Society for Medieval Studies. In terzo luogo, negli ultimi anni il centro ha sviluppato e potenziato una sezione del proprio sito web, chiamata History-on-Line (http://www.history.ac.uk/ihr/Resources/welcome.html), che consente il facile e rapido reperimento di tutta una serie di informazioni relative agli ultimi sviluppi negli studi storici. L’iniziativa, che ebbe origine nel 1993, vanta oggi un’invidiabile collezione di risorse digitali. Oltre a un database che permette di reperire informazioni sulle tesi di dottorato di interesse storico completate dal 1995 a oggi, o tuttora in corso, History-on-Line offre la possibilità di accedere a dati bibliografici relativi ai libri e agli articoli di interesse storico pubblicati dalle principali case editrici di lingua inglese. Le pubblicazioni sono classificate per periodo storico, per area geografica e area tematica (storia amministrativa, culturale, economica, urbana ecc.). Un’altra iniziativa digitale, lanciata dall’IHR nel 1996, prende il nome di Reviews in History (http://www.history.ac.uk/reviews/); si tratta di una rivista elettronica dedicata alla pubblicazione on-line, in tempi molto più rapidi di quelli che normalmente caratterizzano le pubblicazioni periodiche cartacee, di recensioni di monografie di recente pubblicazione. Interessante e peculiare caratteristica è la possibilità offerta agli autori di controbattere e replicare al proprio recensore.

L’IHR è anche sede della Victoria County History (http://www.victoriacountyhistory.ac.uk/NationalSite/Home/Main), un grande progetto di storia locale iniziato nel 1899, ovvero all’epoca della regina a cui è dedicato, che si occupa della ricostruzione della storia del territorio coperto da ogni contea dell’Inghilterra. Sebbene il periodo medievale costituisca solo parte degli interessi di questo progetto, ci pare opportuno menzionarlo in questa sede per rendere conto dell’ampiezza delle attività promosse dal più importante centro di studi storici del Regno Unito. Infine, l’IHR gestisce una serie di borse di studio e di finanziamenti, come quelli della Scouloudi Foundation, di cui si è già detto, rivolti soprattutto a sostenere la ricerca di dottorandi e giovani studiosi. Per una lista completa si veda http://www.history.ac.uk/awards/prizes.

Non lontano dall’IHR si trova il Warburg Institute (http://warburg.sas.ac.uk/), anch’esso parte della School of Advanced Study dell’Università di Londra, la cui ricca biblioteca costituisce una preziosa risorsa per gli studiosi di storia tardo-antica, medievale e rinascimentale.

Presso le università britanniche si è andata formando nel corso degli anni una fitta rete di centri e istituti il cui scopo è la promozione degli studi medievistici. L’elemento principale, benché non esaustivo, è la ricerca dell’interdisciplinarietà, oltre che il tentativo di offrire un punto di incontro e di confronto a tutti gli accademici che, pur afferendo a diversi dipartimenti (storia, inglese, lingue straniere, storia dell’arte, archeologia ecc), si occupano comunque del periodo medievale. Occorre ricordare, inoltre, che nella grande maggioranza dei casi queste strutture offrono la cornice entro cui vengono inquadrate le attività e la supervisione degli studenti di master e dottorato.

Tra tali centri e istituti si distingue per i propri ambiziosi obiettivi il Leeds Institute for Medieval Studies (http://www.leeds.ac.uk/ims/), noto soprattutto per l’organizzazione del congresso che ha luogo ogni anno nel mese di luglio e che si configura come il più grande evento europeo dedicato agli studi medievistici. Altrettanto nota è l’International Medieval Bibliography, ora disponibile anche on-line, la cui pubblicazione iniziò a Leeds nel 1967. Una tale gamma di iniziative, oltre ai più tradizionali seminari di ricerca che vengono organizzati periodicamente, è possibile grazie alla presenza presso lo stesso istituto di personale accademico e amministrativo le cui attività si incentrano esclusivamente sull’organizzazione del congresso, la pubblicazione della bibliografia e la supervisione dei postgraduate students.

L’università che vanta la paternità del primo centro interdipartimentale di questo tipo è quella di Reading, dove il Graduate Centre for Medieval Studies (http://www.rdg.ac.uk/AcaDepts/ln/Medieval/) venne fondato nel 1965. Tra le varie attività si segnala la pubblicazione annuale di un periodico intitolato Reading Medieval Studies. Particolarmente attivo è il Centre for Medieval Studies dell’Università di York (http://www.york.ac.uk/inst/cms/), situato nella suggestiva cornice del King’s Manor. Il centro offre un ricco programma di eventi e attività che include anche l’organizzazione di convegni internazionali, oltre ad essere sede della York Medieval Press, che, in collaborazione con la casa editrice Boydell and Brewer, promuove soprattutto la ricerca interdisciplinare. In Scozia possiamo segnalare le attività di un altro centro prestigioso, seppur di recente fondazione, il St Andrews Institute of Mediaeval Studies (http://www.st-andrews.ac.uk/saims/). L’Università di St Andrews ha una lunga tradizione di studi medievistici: il dipartimento di storia medievale è oggi uno dei più grandi al mondo e nel corso degli anni ha annoverato tra i suoi membri storici del calibro di Donald Bullough. L’istituto è stato creato da poco e inaugurato ufficialmente nel 2008; tra le sue finalità spicca, ancora una volta, la promozione dell’interdisciplinarietà.

Centri con medesimi propositi sono presenti oggi in quasi tutte le università che ospitano diversi dipartimenti la cui ricerca verte sull’epoca medievale. Un rapido elenco può includere Bristol (http://www.bristol.ac.uk/medievalcentre/), Leicester (http://www.le.ac.uk/at/medieval/), Durham (http://www.dur.ac.uk/cmrs/), Exeter (http://centres.exeter.ac.uk/medievalstudies/), Southampton (http://www.soton.ac.uk/cmrc/), Nottingham (http://www.nottingham.ac.uk/medieval/), Liverpool (http://www.liv.ac.uk/history/cms/index.htm), King’s College London (http://www.kcl.ac.uk/schools/humanities/hrc/clams/), Edinburgo (http://www.medren.ed.ac.uk/), Glasgow (http://www.gla.ac.uk/departments/glasgowcentreformedievalandrenaissancestudies/), Swansea (http://www.swan.ac.uk/arts/research/memo/), Aberystwyth e Bangor (http://www.imems.ac.uk/). Come si può notare, in alcuni casi si tratta di centri che includono tra i propri interessi gli studi rinascimentali oltre a quelli medievistici, mentre in altri casi, come quello del King’s College di Londra, all’epoca medievale si affianca quella tardo-antica.

Infine, in alcune università sono stati istituiti centri i cui interessi convergono verso aree tematiche specifiche. Per esempio, a Manchester è attivo il Manchester Centre for Anglo-Saxon Studies (http://www.arts.manchester.ac.uk/mancass/) che dal 1984 si occupa della promozione dello studio dell’epoca anglosassone soprattutto attraverso l’organizzazione di seminari, conferenze e convegni. Presso l’Università di Nottingham si trova il Centre for the Study of the Viking Age (http://vin.nottingham.ac.uk/english/csva/) che promuove e coordina la ricerca relativa all’epoca vichinga, soprattutto quella dedicata ai rapporti con le isole britanniche. Nel 2000 è stato invece istituito il Cardiff Centre for the Crusades (http://www.cardiff.ac.uk/hisar/research/centres/crusades/index.html), i cui interessi abbracciano tutta la storia delle crociate, la loro ideologia e l’archeologia dei territori conquistati.

La curatrice ringrazia il dott. Simon MacLean dell’Università di St Andrews e i referees anonimi di Reti Medievali per i commenti e i suggerimenti forniti.


Segnalazioni

Chi desiderasse fornire segnalazioni volte a integrare o aggiornare i contenuti della scheda può contattare direttamente la curatrice, Francesca Tinti: francesca_tinti@ehu.es.


Curatrice

Francesca Tinti (Roma 1971) si è laureata all’Università di Bologna, ha ottenuto il Diploma in Paleografia, Diplomatica e Archivistica presso l’Archivio di Stato di Modena e il Dottorato di Ricerca in Storia della Chiesa Medievale presso l’Università di Padova. Ha lavorato per cinque anni all’Università di Cambridge per il progetto denominato Prosopography of Anglo-Saxon England (www.pase.ac.uk) e, dopo aver vinto il “Rientro dei Cervelli”, nel 2005 è tornata a Bologna, dove ha insegnato Storia dell’Inghilterra Medievale e Storia d’Europa nel Medieovo. Nel 2009 si è trasferita all’Universidad del País Vasco, dopo aver ottenuto un incarico a tempo indeterminato finanziato dalla Fondazione Ikerbasque (http://www.ikerbasque.net/). Si occupa soprattutto dell’Inghilterra anglosassone, con particolare riguardo per la cura d’anime e l’organizzazione ecclesiastica. Ha studiato l’origine e il contesto di produzione dei più antichi cartolari inglesi e si sta attualmente occupando dei rapporti tra l’Italia e l’Inghilterra nell’alto medioevo e della percezione e della rappresentazione degli Anglosassoni in area continentale.

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Ultima modifica: 09/10/2009
 
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