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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > IV, 1 | |||||||||
FontiLa società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)a cura di Renato Bordone © 1984-2005 – Renato Bordone Sezione IV – La struttura politico-sociale1. Le città sedi ducaliL'invasione longobarda segnò il tracollo dell'«Italia romana», trasformando radicalmente la società preesistente. Tuttavia – e nonostante le numerose eccezioni – il sistema delle città continuò, seppur mutato, a sopravvivere, poiché, a detta del cronista di origine longobarda vissuto in età carolingia Paolo Diacono, i comandanti militari longobardi (duchi) si stanziarono con le loro tribù nelle antiche città romane, fortificate e più facilmente difendibili. Fonte: PAULI DIACONI Historia Langobardorum, II, 32, a cura di G. Waitz, Hannover, 1878 (MGH, Scriptores in usum scholarum), pp. 108-9. Dopo la morte [di Clefi], i Longobardi furono governati dai duchi e non ebbero per dieci anni più nessun re. Ciascuno di loro aveva infatti il governo di una città: Zaban Pavia, Uvallari Bergamo, Alachis Brescia, Evin Trento, Gisulfo Cividale. Oltre a questi vi erano altri trenta duchi e ognuno aveva una propria città. A quel tempo furono uccisi molti nobili romani a causa delle loro ricchezze; gli altri, suddivisi sotto il dominio dei conquistatori, furono resi tributari e dovettero pagare un terzo dei loro raccolti ai Longobardi. Per merito di questi duchi, sei anni dopo la venuta di Alboino e del suo popolo, gran parte dell'Italia venne occupata e sottoposta ai Longobardi, oltre alle aree già conquistate da Alboino, con saccheggi di chiese, uccisioni di sacerdoti, distruzioni di città e sterminio della popolazione cresciuta come il grano. |
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