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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > IV, 43 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
FontiLa società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)a cura di Renato Bordone © 1984-2005 – Renato Bordone Sezione IV – La struttura politico-sociale43. Le «spese ordinarie» del comune di Bologna alla fine del XIII secoloArticolazione e complicazione amministrativa segnano gli sviluppi in senso «statale» del comune duecentesco, esteso ormai a controllare un vasto contado e aperto alla partecipazione di un numero sempre più rilevante di ufficiali e funzionari. Solo il perfezionamento della macchina fiscale, che abbiamo visto muovere i suoi primi passi a Pisa fra imposte dirette e prestiti volontari o forzosi, consente di far fronte alle numerose spese connesse col funzionamento amministrativo, delle quali abbiamo un illuminante esempio in questo articolo degli statuti di Bologna del 1288. Fonte: G. PASOLI – P. SELLA (a cura di), Statuti di Bologna dell'anno 1288, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1937 (Studi e testi, 73-74), II, pp. 187-88.
[1] l. b., lire bolognine. |
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