Fonti
Le campagne nell’età comunale
(metà sec. XI –
metà sec. XIV)
a cura di Paolo Cammarosano
© 1974-2005 – Paolo Cammarosano
9. Un vescovo accusato di dilapidazione dei beni ecclesiastici Il documento è pubblicato in L. ASTEGIANO, Codice Diplomatico
Cremonese, 715-1334, I, Torino, Bocca, 1895 (Historiae Patriae Monumenta,
Ser. II, XXI), p. 133, n. 234. Presbitero da Medolago era un nobile
e influente sacerdote della cattedrale di Cremona e fu eletto vescovo
tra la fine del 1162 e gli inizi del 1163; nel contrasto tra papa Alessandro
III e Federico Barbarossa, Presbitero fu dalla parte di quest’ultimo:
di qui la sua espulsione dalla città, al momento del prevalere
di un partito antimperiale, e il violento atto d’accusa che traduciamo
qui. Stilato certamente da un chierico della cattedrale e indirizzato
probabilmente al papa, il documento risale secondo l’editore al 1167,
anno della cacciata di Presbitero. Ecco i danni sofferti dalla chiesa di Cremona a causa di Presbitero
da Medolago. Quando dovette abbandonare il palazzo vescovile si portò
via una grossa somma – più di 600 lire di denari imperiali, come
ci è stato riferito da chi fu al corrente dei fatti, cioè
dai titolari delle chiese, cui estorse tutto ciò che poté,
e dai ministeriali delle curie del vescovato. Difatti in ogni
curtis fece vendere vino, pane, buoi e cavalli e beni ed attrezzi
agricoli. Spogliò anche il palazzo vescovile al punto di non
farvi trovare dentro più nulla.
Inoltre impegnò curtes e molti possedimenti fondiari
del vescovato: impegnò per 50 lire di denari imperiali il castello
di S. Felice, per 25 quello di Derovere, per 47 Gussola e Crotta, per
20 la terra di Genivolta. Qui mandò in rovina, con donazioni
e vendite, due eccellenti boschi, causando alla chiesa di Cremona un
danno di oltre 100 lire.
Si aggiunga che per conquistare stabilmente, con la forza, il seggio
vescovile che aveva usurpato, diede molti possedimenti in feudo […].
Ai suoi fratelli diede poi una terra della curtis di Maleo,
che vale più di 150 lire di imperiali […].
Ho deciso di rendervi note queste cose, padre santissimo, perché
rechiate aiuto alla chiesa di Cremona, soprattutto nel recupero dei
beni – dei possedimenti fondiari in particolare – che le sono stati
sottratti […] e colpiate con l’anatema quanti, a seguito di tali
circostanze, detengono possedimenti fondiari della chiesa, fintantoché
non ne faranno debita restituzione alla chiesa di Cremona.
|