Fonti
Le campagne nell’età comunale
(metà sec. XI –
metà sec. XIV)
a cura di Paolo Cammarosano
© 1974-2005 – Paolo Cammarosano
1. Cause per decime in territorio piemontese Il documento (tratto da SCARZELLO, MORANDI, LEONE, Le carte dell’Archivio Capitolare di Santa Maria di Novara, III, cit., p. 314, n. DCCXXXI) attesta con molta chiarezza l’esigenza, da parte dei coltivatori, di non versare alla chiesa la decima di tutto il raccolto, ma soltanto la decima del raccolto netto: dedotte cioè le spese, la quantità di prodotti necessaria per la semina, i tributi dovuti ad autorità signorili; solo su quest’ultimo punto, come si vede, i contadini di Trecate ottennero soddisfazione. Nell’anno dell’Incarnazione del Signore millesimo duecentesimo terzo, indizione settima, il secondo giorno del mese di ottobre. Al cospetto del Signor Alberto, per grazia di Dio vescovo di Vercelli, si trattava la vertenza tra il Signor Giacomo, preposto della chiesa di S. Maria di Novara, che […] agiva come procuratore per il capitolo di S. Maria di Novara, da una parte, e dall’altra parte Guido di Milam, Ottone di Rodolfo e Girardo da Legnano, tutti di Trecate, sulla questione della decima delle terre che questi ultimi lavorano. Il preposto, a nome del capitolo, diceva che costoro non davano la decima al capitolo integralmente, come avrebbero dovuto e come dichiaravano in giudizio. In effetti essi sostenevano di dover ottenere prima la copertura di tutte le spese e di dover consegnare la decima in seguito, su ciò che avanzava. Il vescovo […] sentenziò e ordinò che questi uomini dovessero versare la decima delle terre in questione integralmente e nella misura legale, senza detrarre alcuna spesa per sementi o letame od altro, ma detraendo solo la quota di grano che dovevano ai loro signori.
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