Fonti
Le campagne nell’età comunale
(metà sec. XI –
metà sec. XIV)
a cura di Paolo Cammarosano
© 1974-2005 – Paolo Cammarosano
2. Un contratto di investitura nel territorio di Ivrea Numerose, e interessanti sono le investiture concesse dai canonici
della cattedrale di Ivrea a partire dalla metà del secolo XII. Il materiale
documentario proveniente dall’archivio dei canonici fu edito da
E. DURANDO, Le carte dell’archivio capitolare d’Ivrea fino
al 1230, con una scelta delle più notevoli dal 1231 al 1313, Pinerolo,
1902 (Biblioteca della Società Storica Subalpina, IX, pp. 1-225). Il
documento che traduciamo qui si legge a p. 103, n. XCII; la compresenza
di canoni in natura, censi in danaro e contribuzioni di tipo signorile
(l’amiscere, come nel nostro caso, in altri documenti il fodro
e l’albergaria) potrà venir messa chiaramente in luce da un esame
complessivo di questa bella serie documentaria: a titolo di esempio
citiamo i documenti alle pp. 99 n. LXXXVII, 108 n. XCVI, 130 n. CXIX,
172 n. CLX, 173 n. CLXI, degli anni 1207-1229. Nell’anno millesimo duecentesimo nono dall’Incarnazione
di nostro Signore Gesù Cristo, alle Calende di febbraio (1° febbraio),
indizione dodicesima […] Maestro Nicola e il Signor Bonifacio,
canonici della chiesa di Ivrea, investirono, con un legno che tenevano
in mano, Guglielmo del fu Giacomo da Mont Bienca e Giovanni del fu Enrico
da Mont Bienca – quest’ultimo agiva in nome proprio e dei
propri fratelli – di due sedimi [1]
che i due detengono in nome dei canonici nel territorio di Mont Bienca,
con gli alberi e con tutte le cose che vi sono, nonché di un appezzamento
di vigna con la sua aia, che i canonici possiedono nel medesimo territorio,
in località Piscinetto, e che in loro nome era stata detenuta da Imelda,
nonché di un appezzamento di prato, che possiedono nel territorio di
Mont Bienca nella località detta Prati di Mont Bienca, e di undici giunte
[2]
di terra che possiedono nel territorio di Mont Bienca, con gli alberi
e con tutte le cose che vi sono, che sono detenute da Imelda, da Guglielmo
e dai loro nipoti […] e infine di una porzione di bosco che possiedono
nel medesimo territorio, sito nella località detta Montabono. D’ora
in avanti i detti Guglielmo, Giovanni e i loro eredi – sia maschi
che femmine – abbiano e detengano in perpetuo i sedimi, l’appezzamento
di vigna, il prato, la porzione di bosco e le undici giunte di cui sopra
e ne dispongano […] lavorando tali terreni e rendendoli migliori,
così che non risultino deteriorati bensì migliorati. Ogni anno i detti
Guglielmo, Giovanni e i fratelli di Giovanni e i loro eredi dovranno
dare ai Signori canonici suddetti e ai loro successori, al tempo della
mietitura, la terza parte del grano e dei legumi e di tutti i prodotti
dei campi, e al tempo della vendemmia la metà del vino della vigna sopra
indicata. Ogni anno a Natale daranno 2 soldi di denari di Susa, a titolo
di amiscere,e ogni cinque anni daranno 3 soldi di buoni denari di Susa
a titolo di wadia [3].
Quando i suddetti canonici moriranno, Guglielmo, Giovanni e i fratelli
di Giovanni dovranno dare agli altri canonici 3 soldi di buoni denari
di Susa; morti Guglielmo, Giovanni e i fratelli di Giovanni, i loro
eredi […] dovranno dare ai suddetti canonici o ai loro successori
3 soldi di buoni denari di Susa. Sia Guglielmo che Giovanni che i fratelli
di Giovanni potranno dividere al massimo in due parti le terre di cui
sopra […] Per questa investitura i due canonici dichiarano di
aver ricevuto da Guglielmo e da Giovanni 10 soldi di denari di Susa,
perché così avevano convenuto tra loro. Fatto ad Ivrea, nel palazzo
del vescovo.
[1] Sedime, termine corrente
nelle carte dell’Alta Italia, è detto il fondo rustico su cui sorge
un’abitazione cittadina, con l’aia, l’orto ecc.
[2] Cfr. doc. n. 5,
nota 2.
[3] È un termine germanico
che significa pegno, garanzia; nelle carte piemontesi indica spesso
la somma dovuta periodicamente per il rinnovo di un contratto fondiario.
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