![]() |
Didattica |
FontiL'ascesa della borghesia nell'Italia comunalea cura di Anna Maria Nada Patrone © 1974 – Anna Maria Nada Patrone Sezione III – La borghesia e la vita economica10. La crisi della manodopera dopo la peste del 1348Marchionne di Coppo Stefani, mercante e cronista fiorentino del secolo XIV, è autore di una cronaca fiorentina, in cui tra l'altro conduce una precisa analisi sociale del Tumulto dei Ciompi. Solo tra i cronisti-mercanti, mostra una certa probità storica, dimostrando che saccheggi ed incendi da parte dei Ciompi non furono motivati dal desiderio di bottino, ma soprattutto dalla volontà di protestare contro l'arrogante ostentazione della ricchezza, e contro la ricchezza stessa («Perché non si dicesse che andassero rubando, tennono un modo che quando giugneano per mettere fuoco alla casa, pigliavano ciò che altri ne traevano, drappi, perle, ariento e in sul fuoco ardeano ogni cosa. E vid'io in fino a uno pollo et uno pezzo di carne salata ch'aveva uno in mano, dargli d'una lancia nelle spalle perché non lo volea gettar nel fuoco»). Tale sua onestà d'interpretazione può far accettare il panorama abbastanza nero che egli dipinge riguardante i lavoratori e gli artigiani in conseguenza della decongestione demografica provocata dalla peste nera del 1348. Fonte: MARCHIONNE DI COPPO STEFANI, Cronaca, a cura di N. RODOLICO, in «Rerum Italicarum Scriptores», II ed., XXX, parte I, Bologna, Zanichelli, 1903, p. 232. Nel detto anno [1348], essendo ristata la mortalità […] in Firenze […] li sarti erano sì forte smisurati ne' pagamenti che non si potevano contentare […] Li fanti e fante erano sì spiacevoli con grandissimi prezzi che convenne farve grosse pene a raffrenarle. Li lavoratori delle terre del contado volieno tali patti che quasi ciò che si ricoglieva era loro, si potea dire. E aveano imparato a torre li buoi dall'oste [1] a rischio dell'oste, poi le buone opere e li belli dì a prezzo stavano altrui [2] e ancor ire a sconfessar li presti [3] e pagamenti. Di che fu fatto ordini gravi sopra ciò; e molto rincararo li lavoratori; li quali, erano, si potea dire, loro i poderi, tanto di buoi, di seme, di presto e di vantaggio voleano. |
|
© 2000 Reti Medievali |
Ultimo aggiornamento: 01/09/05 |