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Didattica |
FontiL'ascesa della borghesia nell'Italia comunalea cura di Anna Maria Nada Patrone © 1974 – Anna Maria Nada Patrone Sezione III – La borghesia e la vita economica2. La bottega nella città comunaleLe botteghe ed i fondaci erano numerosi nelle strade della città medievale. Molte botteghe e magazzini erano di proprietà comunale e venivano affittati ad artigiani e mercanti, altri erano di proprietà privata e solitamente erano incorporati alle case di abitazione. Se la bottega non era di proprietà comunale, si pagava per essa un'imposta che variava in rapporto all'importanza della strada in cui era situata. Le botteghe, come i mercati, avevano denominazioni diverse a seconda dei diversi paesi; tali termini vengono minuziosamente elencati dal Balducci Pegolotti, mercante toscano del XIV secolo e autore di una Pratica della Mercatura. Fonte: F. BALDUCCI PEGOLOTTI, La pratica della mercatura, University Press, Cambridge (U.S.A.), 1936, pp. 17-20. Definizione di mercato Mercato in Toscana e piazza in più lingue, bazarra [1] e raba in genovesco, fondaco in più lingue, fonda [2] in Cipro, alla in fiammingo, sugo in saracinesco, fiera in Toscana e in più linguaggi, panichiero in grechesco. Questi nomi vogliono dire luoghi dove le mercatantie si vendono nelle cittadi e nelle castella e nelle ville. Definizione delle botteghe Fondaco e bottega in Toscana, volta in genovesco; stazione in francesco; magazzino in più linguaggi; celliere in fiammingo. Questi nomi sono e vogliono dire luoghi dove si mette a guardia la mercatantia e dove stanno e riparano i mercatanti e gente a guadagnare e a salvare le loro mercatantie. |
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Ultimo aggiornamento: 01/09/05 |