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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > I, Nota bibliografica | |||||||||
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione I – L'inquadramento religioso delle popolazioni nell'alto medioevoNota bibliograficaPreliminare a una considerazione specifica della predicazione in quanto tale è la problematica dell'inquadramento religioso delle popolazioni nei secoli IX-XII e della politica ecclesiastica dei carolingi e degli ottoni. In particolare si possono vedere gli atti di un convegno organizzato dalla «Rivista di storia della Chiesa in Italia» sul tema: Vescovi e diocesi in Italia nel Medioevo (secc. IX-XIII), Padova, Antenore, 1964, e soprattutto il contributo di O. BERTOLINI, I vescovi del «Regnum Langobardorum» al tempo dei Carolingi, pp. 1-26; gli atti di un successivo convegno sul tema: Le istituzioni ecclesiastiche della «societas christiana» dei secoli XI e XII. Diocesi, pievi e parrocchie, Milano, Vita e Pensiero, 1977, e soprattutto il contributo di C. VIOLANTE, Pievi e parrocchie nell'Italia centro-settentrionale durante i secoli XI e XII, pp. 643-799; dello stesso autore è particolarmente importante il saggio intitolato: Il monachesimo cluniacense di fronte al mondo politico ed ecclesiastico. Secoli X e XI, in ID., Studi sulla cristianità medievale, Milano, Vita e Pensiero, 1975², pp. 3-67 (già in AA.VV., Spiritualità cluniacense, Todi, Accademia tudertina, 1960, pp. 153-242). Le vicende del monachesimo benedettino nei secoli dell'alto medioevo hanno profondamente influenzato le forme ed i modi della predicazione. Accanto ad un manuale classico, ricco di informazioni, come quello di G. PENCO, Storia del monachesimo in Italia dalle origini alla fine del Medioevo, Roma, Edizioni Paoline, 1961, si possono indicare raccolte di studi che rientrano nell'arco cronologico della maggiore influenza monastica sulla cultura e sulla pratica religiosa in Italia: AA.VV., Monasteri in alta Italia dopo le invasioni saracene e magiare (secc. X-XII), Torino, Deputazione Subalpina di Storia Patria, 1966; AA.VV., Il monachesimo e la riforma ecclesiastica (1049-1122), Milano, Vita e Pensiero, 1971; AA.VV., L'eremitismo in Occidente nei secoli XI e XII, Milano, Vita e Pensiero, 1965. Per il sorgere e l'affermarsi del movimento canonicale e per le caratteristiche della sua attività religiosa e pastorale sono molto importanti i due volumi di AA.VV., La vita comune del clero nei secoli XI e XII, Milano, Vita e Pensiero, 1962, e le ricerche di C. D. FONSECA, di cui si ricorda in particolare: Medioevo canonicale, Milano, Vita e Pensiero, 1970. Più direttamente attinenti al tema della predicazione sono alcuni studi incentrati sull'azione pastorale di monaci e chierici. Per l'età carolingia, in mancanza di studi in lingua italiana, segnalo: G. M. VERD, La predicación carolingia, in «Miscelanea Comillas», 35, 1977, pp. 297-344; ed alcuni studi in lingua francese sulla politica ecclesiastica carolingia e la posizione religiosa dei laici: E. DELARUELLE, Charlemagne et l'Église, in «Revue d'histoire de l'Église de France», 39, 1953, pp. 165-99; J. CHELINI, La pratique dominicale des laïcs dans l'Église sous le régne de Pépin, ivi, 42, 1956, pp. 161-74. Per il periodo della riforma gregoriana e la predicazione itinerante dei monaci sono molto importanti i lavori di G. MICCOLI, Pietro Igneo. Studi sull'età gregoriana, Roma, Istituto storico italiano per il Medio Evo, 1960; e di S. BOESCH GAJANO, Storia e tradizioni vallombrosane, in «Bullettino dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo», 76, 1964, pp. 99-215. Gli studi sulla produzione omiletica alto-medievale, quando non confluiscano nella letteratura storiografica già indicata, sono estremamente specialistici e per lo più redatti in lingua straniera. Per un inquadramento generale, che illustri il passaggio dalla predicazione omiletico-patristica alla predicazione monastica e alla predicazione scolastica, il rinvio d'obbligo è al raffinato volume di J. LECLERCQ, Cultura umanistica e desiderio di Dio, tr. it. Firenze, Sansoni, 1965, pp. 218-31 (ed. originale Paris, Ed. du Cerf, 1957). Si debbono indicazioni di metodo per la ricerca sulla letteratura omiletica alto-medievale allo stesso J. LECLERCQ, Tables pour l'inventaire des homiliaires manuscrits, in «Scriptorium», 2, 1948, pp. 195-214; e a R. GRÉGOIRE, Les homéliaires du Moyen Age. Inventaire et analyse des manuscrits, Roma, Herder, 1966. La produzione omiletica uscita dalla riforma ecclesiastica carolingia è stata studiata da H. BARRÉ, Les homéliaires carolingiens de l'Ecole d'Auxerre. Authenticité - Tableaux comparatifs - Initia, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica, 1962. È necessario, infine, almeno per gli autori di raccolte omiletiche alto-medievali (per gli altri si rinvia ai manuali segnalati nella nota bibliografica della Prefazione), segnalare alcuni studi specifici. Per i sermonari che precedono la raccolta di Paolo Diacono si vedano: G. LOEW, Il più antico sermonario di san Pietro in Vaticano, in «Rivista di archeologia cristiana», 19, 1942, pp. 143-83, studio rivisto da R. GRÉGOIRE, L'homeliaire de Saint-Pierre au Vatican, in «Studi medievali», serie III, 13, 1972, n. 2, pp. 233-55; per il sermonario del prete romano Agimondo: G. LOEW, Ein Stadtrömisches Lektionar des VIII. Jahrhunderts, in «Römische Quartalschrift», 37, 1929, pp. 15-39; e R. GRÉGOIRE, L'homéliaire romain d'Agimond, in «Ephemerides Liturgicae», 82, 1968, pp. 257-305, da integrare con il recente studio di A. CHAVASSE, Le sermonnaire d'Agimond. Ses sources immediates, in AA.VV., Kyriakon. Festschrift J. Quasten, Münster i. W., Aschendorff, 1970, pp. 800-10; per il sermonario di Alano di Farfa: E. HOSP, Il sermonario di Alano di Farfa, in «Ephemerides Liturgicae», 50, 1936, pp. 375-83, e 51, 1937, pp. 210-40, oltre ai più recenti studi di R. ÉTAIX, Le prologue du sermonnaire d'Alain de Farfa, in «Scriptorium», 18, 1964, pp. 6-9, e di T. LECCISOTTI, Alano di Farfa, in «Dizionario biografico degli italiani», I, 1960, p. 575. Per i secoli centrali del medioevo gli unici studi che si rifacciano ad omeliari italiani sono di H. BARRÉ, Un homéliaire bénéventain du XIe siècle (Vatican. lat. 4222), in AA.VV., Mélanges Eugene Tisserant, VI, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica, 1964, pp. 88-119, e di J. LEMARIÉ, Quatre homéliaires du XIIe siècle de la région bolonaise, in AA.VV., Miscellanea liturgica in onore di ... Giacomo Lercaro, Roma, Desclée & C., 1966, I, pp. 479-516. Tutti questi studi, di carattere esasperatamente filologico, sono condotti in prevalenza non allo scopo di ricostruire la predicazione omiletica alto-medievale, ma di rintracciare la tradizione manoscritta dei testi degli autori di età patristica. La prima testimonianza in Italia di una predicazione raccolta in lingua volgare sono i sermoni gallo-italici o subalpini, recentemente ripubblicati e studiati da W. BABILAS, Untersuchungen zu den Sermoni subalpini. Mit einem Excurs über die Zehn-Engelchor-Lehre, München, H. Hueber, 1968. |
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