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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > I, 20

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione I – L'inquadramento religioso delle popolazioni nell'alto medioevo

20. I monaci non debbono più uscire a predicare fuori dai chiostri

Quando Anselmo da Baggio, uno dei principali rappresentanti del movimento di riforma della chiesa e della lotta contro la simonia ecclesiastica, viene eletto papa con il nome di Alessandro II (1061-1073), mette un freno alla predicazione pubblica dei monaci: importante per convogliare la simpatia delle masse a favore della riforma ecclesiastica, questa predicazione deve rimanere un momento particolare, per non alterare la tradizionale struttura della chiesa.

Fonte: ALEXANDER PAPA II, Epistularum fragmenta, in J. D. MANSI, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, XIX, Venezia, A. Zatta, 1769, col. 979 (ristampa anastatica Graz, Akademische Druck- und Verlagsanstalt, 1960). La traduzione è mia.


Al clero e al popolo fiorentino.


I monaci rimangano dentro i chiostri, si astengano dal predicare e non amministrino i sacramenti.


Secondo il tenore dell'ottimo concilio di Calcedonia [1], ai monaci, benché religiosi, secondo la Regola di san Benedetto [2] comandiamo di rimanere all'interno del chiostro; gli vietiamo di andare per villaggi, castelli e città: a meno che taluno, preoccupato della salvezza della propria anima, non li voglia consultare all'interno del loro chiostro, per assumere il loro abito.

[1] Celebrato nel 451.

[2] Benedetto da Norcia (ca. 480 - dopo 546), autore della Regola che sta alla base del monachesimo occidentale.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006