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Didattica |
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione I – L'inquadramento religioso delle popolazioni nell'alto medioevo21. I predicatori evangelici debbono essere poveri come gli apostoliIl monaco ed eremita di Fonte Avellana Pier Damiani è uno dei maggiori teorici della riforma della chiesa nel secolo XI. La sua attività letteraria è pressoché frenetica: scrive libelli contro il clero simoniaco, sodomita e concubinario; prende posizione contro l'ignoranza dei chierici, per i quali richiede una adeguata formazione intellettuale; traccia il profilo dell'immagine ideale del vescovo nella riforma gregoriana. Nel suo opuscolo Contra clericos regulares proprietarios prende le mosse da un brano degli Atti degli apostoli, per mostrare come siano adatti a predicare solo i chierici i quali, nella loro vita, imitano in tutto e per tutto gli apostoli: a cominciare dalla povertà evangelica. Fonte: J.-P. MIGNE, Patrologia latina, t. 145, Paris, Ed. J.-P. Migne, 1853, coll. 489-490. La traduzione è mia. Chi è adatto all'ufficio della predicazione. Affinché il discorso torni a coloro, dai quali aveva avuto inizio, un
chierico, che è preso dall'amore del denaro, non è per niente adatto ad
amministrare le parole della dottrina. E ciò è dichiarato anche in quell'esempio
apostolico, che già in precedenza abbiamo proposto. Infatti la Scrittura
premette: «La moltitudine dei credenti aveva un cuor solo ed un'anima
sola»; e tosto soggiunge: «Né vi era chi dicesse suo ciò che possedeva,
ma tutto era fra loro comune»; e immediatamente aggiunge: «E con grande
efficacia gli apostoli rendevano testimonianza della resurrezione di nostro
signore Gesù Cristo, sicché era grande in tutti la grazia». E quindi aggiunge:
«E non vi era infatti alcun bisognoso tra loro». |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |