![]() |
Didattica |
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione I – L'inquadramento religioso delle popolazioni nell'alto medioevo23. Pretese di superiorità tra monaci e canonici regolariIn una società altamente statica, l'antichità di una istituzione costituisce la sua maggiore forza. Per questo l'autore anonimo del Rescriptum cuiusdam pro monachis va a cercare all'indietro le origini del monachesimo benedettino, per fissarle anteriormente alla supposta data di nascita dei canonici regolari. All'inizio del brano che pubblichiamo, però, vi è una importante ammissione: vi è uno strettissimo nesso tra ideale di perfezione ed esercizio della cura d'anime, che i canonici regolari vogliono esercitare. È questa la forza che consente loro di soppiantare nella predicazione lo statico monachesimo benedettino, ripiegato su se stesso. Fonte: J. LECLERCQ, Un débat sur le sacerdoce des moines au XIIe siècle, in AA.VV., Analecta monastica, IV, Roma, Pontificia Università S. Anselmo, 1957, pp. 78-79. La traduzione è mia. Ora, dunque, alcuni dei chierici, soffusi di pudore oppure, forse, accesi di zelo nei confronti di Dio, procacciandosi il vitto in folti frutteti con la fatica delle loro mani, abitando in comunità nelle chiesette parrocchiali, alla fine rivestono regolarmente l'abito canonico e, come sostengono, imitando l'esempio degli apostoli si sforzano di praticare quel tipo di vita sociale in due o in tre o non in molti di più. Ma chi sono costoro fra tanti? Infatti, quasi dappertutto si vedono i monaci nei monasteri, in duecento, in trecento o quattrocento, più o meno, in comune sotto la Regola del santo abate Benedetto, cioè del loro insigne legislatore, vivere delle elemosine e delle offerte dei fedeli ed anelare con tutti i loro sforzi al regno celeste, dal quale sono esiliati per la prima disobbedienza del primo progenitore, mdiante la perseveranza nella santa obbedienza. Sappiamo, poi, che prima di san Benedetto ed addirittura prima di san Gerolamo vi erano dei monaci, anche se eremiti; pertanto è noto che san Gerolamo parlò ad essi nei suoi scritti e ad essi diresse in particolare proprie lettere. Invece i canonici, che comunemente chiamano regolari, non sappiamo siano mai apparsi sulla faccia della terra prima di sant'Agostino, ma abbiamo appreso, e possiamo leggere nei suoi scritti, che lo stesso Agostino, prima di divenire vescovo di Ippona, li istituì per la prima volta e compose, per essi e su di essi, con uno splendido sermone, la regola che avrebbero dovuto seguire nel futuro. |
|
© 2000 Reti Medievali |
Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |