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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > I, 24 | |||||||||
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione I – L'inquadramento religioso delle popolazioni nell'alto medioevo24. Il tentativo di riformare una chiesa feudalizzataNel corso del secondo concilio del Laterano, radunato a Roma nell'aprile del 1139 da papa Innocenzo II, vennero emanati numerosi canoni, il cui scopo era realizzare la riforma della chiesa, restaurando l'antica disciplina ecclesiastica: ma non sembra che queste disposizioni, pur accolte nelle raccolte canonistiche, abbiano avuto una particolare efficacia. Il problema centrale della pastorale alla metà del secolo XII è il reclutamento del personale ecclesiastico che deve predicare, amministrare i sacramenti, ecc. Infatti, nel processo di «feudalizzazione» delle strutture della chiesa, queste sono divenute patrimonio dei signori laici: i quali collocano al loro interno le proprie clientele, quando non anche i propri discendenti, maschi e femmine. Contro questa situazione è diretto il decimo canone, che qui riproduciamo. Fonte: Conciliorum Oecumenicorum decreta cit., p. 175. La traduzione è mia. 10. Proibiamo, in virtù dell'autorità apostolica, che le decime ecclesiastiche, le quali sulla base della legislazione canonica sono chiaramente elargite a beneficio della pietà, siano possedute dai laici. Infatti, sia che le abbiano ricevute o da vescovi o da re oppure da qualsiasi altra persona, se non le restituiranno alla chiesa, sappiano di commettere il crimine di sacrilegio e di correre il pericolo di essere dannati in eterno. Comandiamo anche che i laici, i quali posseggono delle chiese, le restituiscano ai vescovi oppure siano sottoposti a scomunica. Rinnoviamo inoltre la prescrizione che nessuno, se non è diacono o presbitero, sia ordinato arcidiacono o decano; che poi gli arcidiaconi [1], i decani [2] e i prevosti [3], i quali si trovano negli ordini inferiori, se avranno avuto la presunzione di non farsi ordinare, disobbedendo a questo ordine, siano privati della dignità ricevuta. Proibiamo poi che le predette dignità vengano conferite ad adolescenti oppure a persone non consacrate, ma solo a coloro che si segnalano per prudenza e vita meritoria. Comandiamo infine che non vengano affidate chiese a presbiteri mercenari e che ogni chiesa, la quale abbia un suo patrimonio, abbia un proprio sacerdote. [1] L'arcidiacono è il capo dei diaconi di una chiesa, vicario del vescovo. [2] Il decano è un dignitario all'interno del capitolo di una chiesa. [3] Il prevosto è il sacerdote preposto ad un raggruppamento di parrocchie rurali. |
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