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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > I, 27

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione I – L'inquadramento religioso delle popolazioni nell'alto medioevo

27. Come Innocenzo III si propone ad esempio per i predicatori

Ancora agli inizi del secolo XIII, quando Innocenzo III vuole indicare la forma ottimale di predicazione, fa ricorso alla raccolta delle omelie latine di Gregorio Magno e, ostentatamente, la traduce in lingua volgare al popolo che assiste alla messa. Con questo egli in sostanza sanziona la prassi plurisecolare di mandare a memoria le prediche, in latino o in volgare, e di ripeterle meccanicamente ai fedeli.

Fonte: UMBERTO DI ROMANS, De eruditione praedicatorum, in ID., Opera de vita regulari, a cura di J. J. Berthier, II, Torino, Marietti, 1956, p. 397. La traduzione è mia.


Ho saputo che papa Innocenzo, sotto cui venne celebrato il concilio del Laterano, uomo di grande cultura, una volta, mentre predicava il giorno della festa della Maddalena [1], tenne presso di sé un diacono che reggeva un'omelia di Gregorio su quella festa, e parola per parola traduceva in volgare ciò che vi era scritto in latino, domandando come proseguisse a colui che reggeva il volume, quando non si ricordava. Quando poi, dopo la predica, gli domandarono per quale ragione si era comportato in quel modo, dal momento che era perfettamente in grado di dire molte altre cose, rispose che lo aveva fatto per rimproverare ed istruire coloro che disdegnano di ripetere quanto è già stato detto da altri.

[1] Il 22 luglio.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006