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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > II, 4 | |||||||||
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione II – Movimenti religiosi e sette ereticali: la lotta per la predicazione ai laici4. Imitazione degli apostoli e propaganda cataraNel 1144 vengono scoperti a Colonia i primi missionari catari, cioè i propagandisti delle dottrine dualistiche elaborate in seno al bogomilismo balcanico. Arrivati nella società occidentale, essi presentano la loro complessa dottrina ricollegandosi alle aspirazioni diffuse di rinnovamento della vita religiosa su imitazione degli apostoli. Ed allora sostengono di essere essi soli, fedeli sin dal tempo degli antichi martiri, i veri eredi degli apostoli e si servono ampiamente dei passi del Nuovo Testamento per confermare le loro affermazioni. Come appare anche da questo testo — una lettera che Evervino di Steinfeld scrive a Bernardo di Clairvaux — l' ideale della vita apostolica nella loro predicazione serve solo a propagandare credenze di natura non evangelica. Fonte: J.-P. MIGNE, Patrologia latina, t. 183, Paris, Ed. J.-P. Migne, 1854, coll. 676-680 (ristampa anastatica Turnhout, Brepols, 1976). La traduzione è mia. Recentemente presso di noi, vicino a Colonia, sono stati scoperti degli eretici, alcuni dei quali con soddisfazione ritornarono in seno alla chiesa. Due di loro, quello cioè che veniva definito il loro vescovo con il suo compagno, disputarono con noi in una riunione di chierici e di laici, alla presenza dello stesso signor arcivescovo e di molti uomini nobili, nel tentativo di difendere la loro eresia con le parole di Cristo e degli apostoli. Ma, quando si resero conto di non poter procedere oltre, chiesero che si stabilisse un giorno in cui potessero presentare uomini dei loro, esperti nella loro fede: promettevano che si sarebbero riuniti alla chiesa, se avessero trovato i loro maestri manchevoli nelle risposte; in caso contrario, avrebbero preferito morire piuttosto che smuoversi da tale opinione. Udito ciò, dopo che per tre giorni essi furono ammoniti e non vollero ravvedersi, furono rapiti dalla folla, spinta da un eccesso di zelo, e posti sul fuoco e bruciati, benché noi fossimo contrari; e ciò che più desta meraviglia, essi affrontarono e sostennero il tormento del fuoco non solo con sopportazione, ma addirittura con gioia. Pertanto, santo padre, vorrei, se fossi lì con te, avere il tuo parere, per sapere da dove a queste membra del diavolo derivi tanta forza nella loro eresia, quale a stento si trova persino in persone veramente religiose nella fede di Cristo. Questa è la loro eresia. Essi affermano che la chiesa è solo presso di loro, al punto che solo loro sono aderenti alle vestigia di Cristo e restano i veri ricercatori della vita apostolica, perché non cercano le cose che sono di questo mondo, non possedendo né casa né campi né patrimonio alcuno, allo stesso modo in cui Cristo non possedette né concesse ai suoi discepoli beni da possedere. «Voi, invece, — ci dicono — unite casa a casa, campo a campo, e cercate ciò che è di questo mondo: così persino coloro che tra di voi sono ritenuti i più perfetti, come i monaci o i canonici regolari, se anche non possiedono tali cose in proprio, le possiedono in comune, ed in ogni caso le possiedono tutte». E di sé dicono: «Noi, poveri di Cristo, senza una sede, fuggendo di città in città, come agnelli in mezzo ai lupi, soffriamo la persecuzione con gli apostoli ed i martiri: ma, tuttavia, conduciamo una vita santa e durissima nel digiuno e nella astinenza, rimanendo il giorno e la notte tra preghiere e fatiche; e delle cose della vita cerchiamo solo lo stretto necessario. Noi sopportiamo questo perché non siamo di questo mondo: voi invece, che amate il mondo, avete pace con il mondo, perché siete del mondo. Falsi apostoli, che adulterano la parola di Cristo, ricercarono le cose del mondo e fecero uscire dalla retta via voi ed i vostri padri. Noi ed i nostri padri, generati apostoli, restammo in grazia di Dio e ci rimarremo sino alla fine dei secoli. E per distinguere tra noi e voi Cristo disse: "Li riconoscerete dai loro frutti". I nostri frutti sono le vestigia di Cristo». Nei loro cibi essi vietano l'uso di qualunque genere di latte, e di tutto ciò che con il latte è fatto, e di tutto ciò che viene generato da un coito. Questo ci rinfacciano sulla base del loro comportamento. Nei loro sacramenti si coprono con un velo: tuttavia hanno ammesso apertamente, in nostra presenza, che, quando mangiano ogni giorno nella loro mensa, ad imitazione di Cristo e degli apostoli consacrano il loro cibo e le loro bevande nel corpo e nel sangue di Cristo per mezzo della preghiera del Signore, per essere così nutriti, membra e corpo di Cristo. Di noi invece dicono che non manteniamo la verità nei sacramenti, ma solo un'ombra ed una tradizione umana. Ed hanno confessato apertamente di battezzare e di essere battezzati, oltre che con l'acqua, nel fuoco e nello spirito, adducendo la testimonianza di Giovanni Battista che battezzava con l'acqua e che diceva di Cristo: «Egli vi battezzerà nello Spirito Santo e nel fuoco», ed in un altro passo: «Io vi battezzo con l'acqua», ma c'è uno maggiore di voi, «uno che sta in mezzo a voi, e che non conoscete», che vi battezzerà con un battesimo diverso, oltre che con l'acqua. Ed hanno tentato di dimostrare che tale battesimo deve essere attuato mediante l'imposizione delle mani, in base ad una testimonianza di Luca che negli Atti degli apostoli, descrivendo il battesimo di Paolo (che egli ricevette da Anania secondo il precetto di Cristo), non fa alcuna menzione dell'acqua, ma parla solamente dell'imposizione delle mani: e tutti i passi che si trovano, tanto negli Atti degli apostoli che nelle lettere di Paolo, relativi all'imposizione delle mani, essi sostengono che si riferiscono a questo battesimo. E chiunque tra loro sia stato battezzato in tale modo, essi dicono che è «eletto» e che ha il potere di impartire il battesimo agli altri, che ne sono degni, e di consacrare nella propria mensa il corpo e il sangue di Cristo. E per prima cosa, infatti, mediante l'imposizione delle mani lo accolgono tra i «credenti» dal numero di coloro che chiamano «uditori»: e così gli sarà permesso di partecipare alle loro preghiere, sino a che, essendo stato messo sufficientemente alla prova, non lo facciano «eletto». Non si curano del nostro battesimo. Condannano le nozze, ma non ho potuto sapere da loro il motivo: o perché non osavano confessarlo o piuttosto perché non lo sapevano. […] Coloro che furono mandati al rogo ci dissero, nella loro difesa, che questa eresia si era mantenuta di nascosto sino a questi tempi dal tempo dei martiri e che era rimasta viva in Grecia e in alcuni altri paesi. E costoro sono quegli eretici che si definiscono apostoli ed hanno un proprio papa. Altri invece considerano nullo il nostro papa, ma tuttavia non dichiarano di averne un altro diverso da lui. Questi apostoli di Satana hanno tra loro donne — come dicono — continenti, vedove, vergini, e le loro mogli, alcune tra le elette, altre tra le credenti. Quasi ad imitazione degli apostoli, cui fu concessa la facoltà di portare donne con sé. |
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