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Didattica |
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione II - Movimenti religiosi e sette ereticali: la lotta per la predicazione ai laici12. La predicazione evangelica dei valdesi secondo gli inquisitoriNessun testo della predicazione valdese medievale è arrivato sino a noi. Di essa dà però una descrizione abbastanza fedele l'inquisitore domenicano Bernard Gui, nel suo manuale ad uso degli inquisitori, Practica inquisitionis heretice pravitatis. Anche se la sua redazione risale agli inizi del secolo XIV, il racconto riflette la realtà della predicazione itinerante dei valdesi dopo la loro rottura con la chiesa di Roma, nel clima di clandestinità imposto dalla persecuzione antiereticale scatenata dalla gerarchia cattolica. Malgrado si tratti sempre di una predicazione in volgare, spesso mandata a memoria, perché i predicatori itineranti non sanno leggere, questi ultimi sono diventati a loro volta una sorta di chierici: veri e propri missionari i quali, in assoluta povertà e facendosi mantenere dai fedeli, vanno di località in località a predi care l'adesione letterale al messaggio evangelico. Fonte: B. GUI, Manuel de l'Inquisiteur, edizione critica a cura di G. Mollat, Paris, Société « des Belles Lettres », 1964, I, pp. 58-62. La traduzione è mia. A questo punto è necessario dire in breve qualche cosa del modo di insegnare o di predicare degli eretici valdesi. Vi sono dunque due categorie nella loro setta: infatti alcuni di loro sono «perfetti», e costoro sono chiamati propriamente valdesi. Essi, dopo avere ricevuta una preparazione, sono accolti nel loro ordine secondo un rito proprio, perché siano in grado di insegnare agli altri. Essi affermano di non avere nulla di proprio, non case, non proprietà, e neppure dimore stabili. Se poi qualcuno di loro in precedenza aveva moglie, quando viene accolto, la lascia. Essi sostengono di essere i successori degli apostoli, e sono maestri e confessori degli altri e se ne vanno in giro di terra in terra visitando e confermando i discepoli nell'errore. Alle loro necessità provvedono i discepoli e quanti credono in loro. In qualsiasi luogo poi siano giunti, si comunicano reciprocamente l loro arrivo ed in parecchi si radunano nella casa dove sono stati ospitati, per ascoltarli e per vederli; ad essi mandano tutto ciò che di buono da mangiare o da bere posseggono, e ascoltano la loro predicazione in conventicole frequentate soprattutto di notte, quando gli altri dormono o riposano. […] Talvolta predicano sui Vangeli e sulle Epistole oppure sugli exempla e i detti autorevoli dei santi. Affermano e portano a riferimento: «Questo è detto nell'Evangelo o nella lettera di san Pietro o di san Paolo o di san Giacomo», oppure dicono così: «Il tal santo o il tal dottore lo dice», di modo che le loro affermazioni sono più accettate dai loro ascoltatori. Posseggono poi i Vangeli e le Epistole, di solito in volgare, e anche in latino, poiché alcuni di loro lo comprendono. E alcuni sanno leggere e a volte leggono in un libro quanto dicono o predicano; a volte invece predicano senza libro, in particolare quelli che non sanno leggere, ma hanno imparato quelle cose a memoria. E così fanno le loro prediche nelle case di coloro che in essi credono, come si è spiegato, ma talvolta in viaggio o per la strada. |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |