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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > II, 16 | |||||||||
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione II - Movimenti religiosi e sette ereticali: la lotta per la predicazione ai laici16. La predicazione degli Umiliati agli occhi dei contemporaneiNel corso dei suoi viaggi in Italia Jacques de Vitry, canonico regolare fiammingo, ha modo di assistere a Milano all'intensa propaganda anti-ereticale degli Umiliati, dopo la loro riconciliazione con il papato. Nella lettera scritta da Genova ai primi di ottobre del 1216 egli si preoccupa di rilevare che, nonostante questo, non manca chi - probabilmente tra il clero - tenta di assimilarli di nuovo ai Patarini, cioè agli eretici. Fonte: Lettres de Jacques de Vitry (1160/70 - 1240), évéque de Saint-Jean-d'Acre, edizione critica a cura di R. B. C. Huygens, Leiden, J. Brill, 1960, pp. 72-73. La traduzione è mia. Dopo essere scampato alla furia di un fiume in piena giunsi in una città, vale a dire a Milano, che è un covo di eretici, dove rimasi per alcuni giorni e predicai in vari luoghi la parola di Dio. A stento si trova in tutta la città chi resista agli eretici, eccettuati taluni santi uomini e donne religiose, che dagli uomini maliziosi e mondani vengono chiamati "Patareni", mentre dal sommo pontefice - dal quale hanno ricevuto l'autorizzazione a predicare e ad opporsi agli eretici, e la conferma della loro forma di vita religiosa - sono chiamati "Umiliati": «essi sono coloro che», avendo lasciata ogni cosa per Cristo, si radunano in diversi luoghi, «vivono del lavoro delle loro mani», predicano di frequente la parola di Dio e la ascoltano volentieri, «perfetti e saldi nella fede, efficaci nelle opere». A tal punto si è moltiplicata questa forma di vita religiosa nella diocesi di Milano, che essi costituirono 150 congregazioni conventuali, di uomini da una parte, di donne dall'altra, eccettuati coloro che sono rimasti nelle proprie case. |
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