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Didattica

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione II - Movimenti religiosi e sette ereticali: la lotta per la predicazione ai laici

20. La vocazione apostolica di Francesco d'Assisi

Francesco d'Assisi nell'estate del 1206 indossa l'abito del penitente-eremita ed inizia a riparare la chiesetta di S. Damiano. Tre anni dopo, il 24 febbraio 1209, festa di S. Luca, assiste alla celebrazione della messa nella chiesa rurale di S. Maria degli Angeli, nella piana sottostante Assisi. Nel corso della messa il celebrante legge in latino il Vangelo in cui si narra come gli apostoli furono inviati a predicare in tutto il mondo: Francesco, laico, ne intuisce appena il senso, ed alla fine del rito si fa tradurre il brano dal sacerdote. In esso trova il senso della sua vocazione religiosa: la predicazione itinerante di penitenza, ad imitazione degli apostoli, di cui vuole riprendere alla lettera non solo il messaggio religioso, ma anche l'abbigliamento esteriore. Il racconto è contenuto nella Vita prima scritta da Tommaso da Celano.

Fonte: TOMMASO DA CELANO, Vita prima, in «Analecta franciscana», X, Quaracchi, Firenze, Collegio S. Bonaventura, 1926-1941, p. 19. La traduzione è mia.


Ma un giorno in cui in questa stessa chiesa di S. Maria della Porziuncola veniva letto il Vangelo, il passo in cui si dice che il Signore mandò i suoi discepoli a predicare, il santo, che era presente, avendo compreso in qualche modo le parole del Vangelo, una volta terminata la celebrazione della messa domandò e supplicò il sacerdote di esporgli il passo del Vangelo. Egli glielo narrò integralmente e per ordine, e san Francesco, sentendo che i discepoli di Cristo dovevano «non possedere oro oppure argento oppure denaro, non portare in viaggio né una bisaccia né un sacco né pane né bastone, non avere calzari né due tuniche, ma predicare il regno di Dio e la penitenza», subito, esultando nello spirito del Signore, disse: «Questo è ciò che voglio, questo è ciò che chiedo, questo bramo fare con tutte le fibre del mio cuore». Si affretta allora il padre santo, «traboccante di gioia», a mettere in pratica quanto ha ascoltato di salutare, né sopporta di frapporre alcun indugio a cominciare a mettere in pratica con devozione quanto ha udito. «Sciolse» immediatamente «i calzari dai piedi», depose il bastone dalle mani e, accontentandosi di una sola tunica, cambiò la sua cintura con una corda. Da quel momento prepara per sé una tunica che riproduce l'immagine della croce, per allontanare con essa tutte le tentazioni del demonio; la prepara ruvidissima, «per crocifiggere in essa la carne con i vizi» ed i peccati; la prepara infine poverissima e grossolana, in modo tale che nessuno al mondo potrebbe desiderarla. Invero tutte le altre cose che aveva ascoltato, le metteva in pratica con grandissima diligenza e riverenza.

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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006