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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > II, 23

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione II - Movimenti religiosi e sette ereticali: la lotta per la predicazione ai laici

23. Le prediche di Francesco come discorsi politici

Il 15 agosto 1222 Tommaso, arcidiacono e poi vescovo di Spalato, allora studente all'università di Bologna, assiste ad una predica che Francesco tiene sulla piazza antistante il palazzo del Comune. Colpito dalla devozione popolare suscitata da questo laico, ignaro di latino, estraneo alla cultura dotta del tempo, Tommaso annota con acume che Francesco non predica come un ecclesiastico, bensì parla come colui che prende la parola in un'assemblea pubblica di un Comune centro-italiano. Lo spessore «politico» della predicazione itinerante francescana è dato anche dall'argomento che sta al centro delle sue prediche: la pacificazione.

Fonte: TOMMASO DA SPALATO, Historia Pontificum Salonitanorum et Spalatensium, in Monumenta Germaniae Historica: Scriptores, XXIX, a cura di L. von Heinemann, Hannover, 1892, p. 580 (ristampa anastatica Stuttgart, Anton Hiersemann, 1975). La traduzione è mia.


In quello stesso anno, il giorno dell'Assunzione della madre di Dio, mentre mi trovavo allo Studio di Bologna, vidi san Francesco che predicava nella piazza antistante il palazzo comunale, dove era convenuta quasi tutta la cittadinanza. L'inizio del suo sermone fu questo: «gli angeli, gli uomini, i demoni»; di questi tre spiriti razionali predicò così bene e con tanto discernimento, da riempire molti dotti presenti di ammirazione per il sermone di un uomo incolto; né peraltro egli seguiva le regole di chi predicasse, ma quasi quelle di chi tenesse un discorso. Invero tutta la sostanza delle sue parole era rivolta ad estinguere le inimicizie e a ripristinare i patti di pace. Il suo abito era sordido, la sua persona spregevole, il suo aspetto indecoroso; ma a tal punto Dio conferì efficacia alle sue parole, che molte famiglie nobiliari, tra le quali l'inarrestabile furore di antiche inimicizie aveva imperversato con grande spargimento di sangue, vennero ricondotte a consigli di pace. Così grande era poi la reverenza e la devozione nei suoi confronti, che uomini e donne si gettavano in massa su di lui, cercando ansiosamente di toccare i lembi della sua veste o di portar via un pezzo dei suoi panni miserabili.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006