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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > II, 24

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione II - Movimenti religiosi e sette ereticali: la lotta per la predicazione ai laici

24. Le prediche di Francesco nella testimonianza di un medico

Nella Vita seconda, scritta da Tommaso da Celano nel 1246-1247, confluiscono una serie di testimonianze, talora amplificate, talora leggendarie, il più delle volte, invece, tramandate dalla viva voce dei superstiti compagni di Francesco. Malgrado il prevalere di moduli agiografici, il racconto delle reazioni di un anonimo medico di fronte ad una predica di Francesco non ne oblitera il dato fondamentale: l'impossibilità a ritenerne a memoria le parole, perché egli non si serviva delle regole della retorica sacra, utili al predicatore per organizzare il proprio discorso, ma anche tramite indispensabile perché gli ascoltatori, ricordandone lo schema, ne recepissero con questo il messaggio.

Fonte: TOMMASO DA CELANO, Vita secunda, in «Analecta franciscana», X cit., p. 640. La traduzione è mia.


Dell'efficacia delle sue prediche e della testimonianza di un medico a questo proposito.


Malgrado l'evangelista Francesco predicasse ai semplici per mezzo di argomenti concreti e grossolani, come colui che sapeva essere più necessarie le opere che le parole, tuttavia tra le persone spirituali e più colte esprimeva discorsi profondi e vivaci. In poche parole accennava a ciò che non si poteva esprimere, e inframmezzando il discorso con gesti e cenni infuocati, portava al settimo cielo tutti gli ascoltatori. Non si serviva del metodo delle distinctiones, poiché egli non dava ordine alle sue prediche, dal momento che non le escogitava da sé: «Alla sua parola dava voce di potenza Cristo, vera potenza e sapienza».

Disse una volta un medico, persona colta ed eloquente: «Mentre degli altri predicatori ricordo ogni cosa parola per parola, mi sfugge solo ciò che da san Francesco erompe. E se cerco di mandare a memoria qualche cosa, non mi sembra la stessa che prima stillavano le sue labbra».

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006