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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > II, 25

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione II - Movimenti religiosi e sette ereticali: la lotta per la predicazione ai laici

25. La predica di Francesco ai cardinali: il rifiuto del metodo chiericale

Francesco deve predicare davanti a grandi prelati, forse lo stesso papa ed i cardinali. Il cardinale Ugolino d'Ostia, preoccupato che egli possa fare una magra figura dinnanzi a una folla di dotti ecclesiastici, cerca di fargli imparare a memoria un sermone latino composto secondo le regole delle artes praedicandi. Francesco, però, non è in grado di ripeterlo, perché un laico incolto non può, di fatto, mandare a memoria un forbito e complesso discorso in latino: e allora ripropone la sua predicazione in volgare umbro, legata alla lettera della Scrittura. L'episodio ci è stato tramandato nel racconto del domenicano Stefano di Borbone.

Fonte: ETIENNE DE BOURBON, Anecdotes historiques cit., p. 215. La traduzione è mia.


Ho sentito raccontare da un nostro fratello sacerdote che, una volta in cui alcuni grandi prelati erano radunati in un luogo, avendo saputo che san Fran cesco predicava agli uomini e agli uccelli, pur essendo uomo semplice ed illetterato, come era noto, lo chiamarono, dicendo che volevano sentire in che modo predicava colui che si arrogava il diritto della predicazione, e gli fissarono un giorno in cui proferire le parole delle sue prediche davanti a loro. Allora un vescovo di grande importanza, che gli era amico, temendo che quell'uomo santo rimanesse confuso, lo chiamò in segreto a casa sua, facendogli imparare le parole di un sermone ben composto ed articolato. Quando però quell'uomo santo venne nel luogo stabilito, cercò di proferire quanto gli era stato insegnato e che aveva rimuginato a lungo, ma non vi riuscì assolutamente, perché le parole gli venivano meno. Poiché era incerto sul da farsi, ripose la sua speranza nel Signore e aprì a caso il suo Salterio e si imbatté in queste parole: «Per tutto il giorno la vergogna passata mi ha ricoperto». E dopo averle tradotte nel suo volgare, parlò a lungo dell'insolenza dei prelati e del loro cattivo esempio, e in che modo la chiesa tutta ne rimaneva per questo sfigurata, e come essi fossero il volto della chiesa, nel quale doveva risplendere tutta la sua bellezza […] e come la vergogna dei loro cattivi esempi l'aveva ricoperta. […] E tante altre cose disse intorno a questo argomento, che riuscì a confonderli in maniera salutare e ad edificarli.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006