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Didattica

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione III - Gli ordini mendicanti e la pastorale ecclesiastica nel basso medioevo

10. Predicazione sociale alle masse e fenomeni di divismo

Il chierico regolare Antonio da Lisbona, entrato nell'ordine dei frati minori, diviene il modello dei predicatori francescani del primo '200: sant'Antonio da Padova. Nel corso della grande predicazione quaresimale tenuta a Padova nel 1231 appaiono con chiarezza i temi «sociali» della prima predicazione mendicante alle masse: pacificazione delle fazioni cittadine, rettificazione puramente morale delle storture dell'economia mercantile, invito ad accostarsi regolarmente ai sacramenti. Compare anche, in mezzo all'entusiasmo della folla urbana e del contado per un fenomeno nuovo, il primo «divo» della predicazione medievale. Il racconto, che riportiamo qui di seguito, è conservato nella Legenda prima seu vita antiquissima, redatta tra 1232 e 1245.

Fonte: L. DE KERVAL, Sancti Antonii de Padua Vitae duae quarum altera hucusque inedita, Paris, Librairie Fischbacher, 1904, pp. 47-49. La traduzione è mia.


Sulla devozione del popolo di Padova e sui frutti della sua predicazione.


Dunque, dopo che il servo di Dio Antonio vide aprirsi la porta alla sua predicazione ed il popolo affluirvi in massa, come un campo che ha sete di pioggia, decise di sostare giorno dopo giorno nelle chiese della città; però, dal momento che per il gran numero di uomini e di donne che vi convenivano lo spazio di queste chiese non era affatto sufficiente ad accogliere tanta gente, poiché ancora ne cresceva il numero, se ne andò a predicare negli ampi spazi dei prati.

Giungeva infatti dalle città, dai castelli e dai villaggi circostanti Padova una folla quasi innumerevole di persone di entrambi i sessi, tutti assetati con somma devozione della parola di vita e riponendo la loro salvezza con fede sicura nella sua dottrina. E infatti, alzandosi nel cuore della notte, gareggiavano nell'arrivare l'uno prima dell'altro e, con le fiaccole accese, si affrettavano verso il luogo dove egli avrebbe predicato. Si potevano vedere soldati e nobili dame che accorrevano in mezzo all'oscurità e persone, che erano solite trascorrere una non piccola parte della giornata scaldando le membra illanguidite dal torpore tra soffici giacigli, senza alcuna fatica, come riferiscono, del tutto sveglie giungevano per prime a vedere il predicatore. Erano presenti i vecchi, vi accorrevano i giovani, uomini e donne insieme, di ogni età e condizione, e tutti, deposti gli abiti adorni, facevano uso di una veste per così dire religiosa.

Alla fine anche il venerabile vescovo di Padova con il suo clero seguì devotamente la predicazione del servo di Dio Antonio, e da pastore divenuto parte del gregge costituì con il suo esempio di umiltà un monito ad ascoltare con attenzione.

A tal punto invero gli astanti, in massa e singolarmente, rivolgevano la loro attenzione bramosa a quanto veniva detto, che, come si racconta, spesso trentamila persone assistevano alla sua predica, e tra tanta folla non si sentì mai il suono di uno strepito oppure un brusio: ma in assoluto silenzio, come un uomo solo, tutti lo ascoltavano parlare, con l'orecchio e con la mente ben tesi. I venditori di piazza, cioè tutti coloro che avevano hotteghe di qualunque tipo per vendere prodotti, per il troppo grande desiderio di ascoltare, non esponevano la loro merce in vendita ai passanti se non alla fine della predica. Le donne, infine, ferventi di devozione, portavano le forbici e gli tagliavano la tunica come se fosse una reliquia: e chi riusciva a toccare le frange del suo abito si riteneva beato. E non vi era per lui modo di difendersi dalle mani della folla se non, circondato da numerosi e robusti giovani, individuando prontamente un luogo in cui rifugiarsi, oppure attendendo egli stesso che passasse il tempo necessario a che la folla alla fine sgomberasse.

Riportava i litiganti ad una pace fraterna, donava la libertà a coloro che erano oppressi dalla prigionia, faceva restituire le usure e le rapine estorte con la violenza, a tal punto che, qualora fossero stati sottoposti a pignoramento case e terreni, ponevano il prezzo del riscatto ai suoi piedi e, dietro suo consiglio, restituivano le cose sottratte a coloro che ne erano stati spogliati. Distoglieva anche le prostitute dalla loro nefanda infamia e frenava ladri famosi dall'illecito contatto con le cose altrui: e così, portando a buon fine quaranta giorni, raccolse sollecitamente una messe gradita al Signore.

Né va taciuto il fatto che spingeva a confessare i propri peccati un numero talmente grande di persone di entrambi i sessi, che non erano sufficienti ad ascoltare le confessioni né i frati né gli altri sacerdoti i quali lo seguivano in numero non piccolo. Narravano anche coloro i quali venivano alla penitenza che, avvertiti da una visione divina di andare da Antonio, avevano ricevuto l'ordine di obbedire in ogni cosa ai suoi consigli. Alcuni, infine, dopo la sua morte, si recarono di nascosto dai frati e attestarono che il beato Antonio gli era apparso nel sonno ed aveva indicato i nomi dei frati dai quali li mandava.

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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006