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Didattica |
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione III - Gli ordini mendicanti e la pastorale ecclesiastica nel basso medioevo12. Predicazione e artifici nella devozione dell'AllelujaCon il passare del tempo la devozione dell'Alleluia, così detta dalla invocazione ripetuta dai penitenti nel corso delle processioni, perde il carattere di movimento religioso spontaneo: alla sua testa si pongono i frati degli ordini mendicanti, come il francescano Gerardo da Modena e i domenicani Giacomino da Parma e Giovanni da Vicenza. Essi accentuano lo scopo originario del moto, facendolo diventare un'organica campagna di pacificazione urbana. Per fare questo non disdegnano, peraltro, di ricorrere ad una frode devota, come è quella di «concordare» le loro prediche, allo scopo di convincere meglio i loro ascoltatori. Riportiamo il racconto, per nulla scandalizzato, di Salimbene da Parma. Fonte: SALIMBENE DE ADAM, Cronica cit., p. 108. La traduzione è mia. Che questi solenni predicatori talora si radunavano in qualche luogo e concordavano le loro prediche. Una sola cosa non deve essere passata sotto silenzio, cioè che al tempo della devozione dell'Alleluja questi solenni predicatori si radunavano a volte in qualche luogo e concordavano le loro prediche, vale a dire il luogo, il giorno, l'ora, e l'argomento. E l'uno diceva all'altro: «Tieni ben fermo quanto abbiamo concordato». E così infallibilmente accadeva, come si erano detti tra loro. Stava dunque frate Gerardo, come vidi con i miei occhi, sulla piazza del Comune di Parma, o altrove, dove voleva, sopra un pulpito di legno che aveva costruito per parlare, e, mentre il popolo aspettava, interrompeva la predica e calava il cappuccio sul capo, come se stesse meditando alcunché intorno a Dio. Poi, dopo un lungo intervallo, tra lo stupore del popolo, si toglieva il cappuccio e parlava. Quasi ripetesse il passo dell'Apocalisse, cap. I: «"Fui in ispirito nel giorno del Signore", e ascoltai il diletto frate nostro Giovanni da Vicenza, il quale predica presso Bologna nel greto del fiume Reno, ed ha una grande folla intorno a sé; e questo fu l'inizio della sua predica: "Beato il popolo, di cui Dio è il Signore, il popolo che egli ha scelto per sua eredità"». Diceva lo stesso di frate Giacomino: ed essi dicevano la stessa cosa di lui. Si meravigliavano i presenti e spinti dalla curiosità inviavano alcuni messaggeri, per sapere se costoro dicevano la verità. E avendo riscontrato che tutto ciò rispondeva a verità, si meravigliavano in maniera indicibile e, abbandonati gli affari del mondo, molti entrarono nell'ordine dei frati minori e nell'ordine dei frati predicatori. E in diversi modi e in molte parti del mondo, come vidi con i miei occhi, al tempo di quella devozione si fece molto bene. |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |