Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > III, 14

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione III - Gli ordini mendicanti e la pastorale ecclesiastica nel basso medioevo

14. La predicazione anti-ereticale del domenicano Pietro da Verona

Accanto ai trattati dottrinali contro gli eretici e ai manuali di procedura ad uso degli inquisitori, è lecito attendersi di trovare anche raccolte intitolate: «Sermoni contro gli eretici», oppure «Sermoni ad uso degli inquisitori». Invece a noi è arrivato poco o nulla del genere: forse perché non si predicava agli eretici, ma ai fedeli contro gli eretici. In realtà l'inquisitore, dal pulpito, più che predicare, disputa con gli eretici, come appare dal racconto molto encomiastico della legenda del domenicano Pietro da Verona, assassinato nel 1252 dagli eretici e da allora indicato come san Pietro Martire.

Fonte: S. ORLANDI, S. Pietro Martire da Verona. Leggenda di fra Tommaso Agni da Lentini nel volgare trecentesco, Firenze, Ed. «Il Rosario», 1952, pp. 18-19.


Un dìe che messere san Piero martire isaminava un vescovo de' paterini [1] ne la città di Melano, essendo raunati a questo fatto vedere molti vescovi e religiosi e gran parte de la città, essendo ancora prolungato il dìe sì per l'aspettare de la gente e sì per 'l disaminamento de l'eretico, affliggendo il caldo grandissimo, il detto vescovo de' paterini, veduto 'l tempo da fare schernìe, dinanzi a tutto 'l popolo cominciò a gridare e disse: «O Piero perverso, se tu se' così santo come questo popolo stolto ti tiene, perché il lasci tu così gravemente ardere di caldo, e non prieghi il Segnore che ci ponga in mezzo alcuna nuvola, a ciò che non muoia questo popolo stolto di tanta calura?». Al quale vescovo con ciò sia cosa che 'l cavaliere de la fede con gran fidanza avesse risposto di fare quel che quelli avea detto, se promettesse al postutto di rinegare la eresia e convertirsi a la fede, molti de' cristiani si cominciarono a contristare sopra l'obligagione di messer san Piero, temendo che la fede cattolica per questo non avesse vitoperio. E dall'altra parte molti dell'infedeli si rallegrarono, adomandando la vergogna del santo uomo con gran disiderio, massimamente con ciò fosse cosa che in tutta l'aire non apparisse pur una menima nuvoletta. Laonde con gran grida molestarono il lor vescovo, che sicuramente promettesse. Ma non potendosi per questo modo rompere la durezza di questo eretico non voglientesi abligare, né per verun modo non potendosi amollare, il beato san Piero, il quale né per l'allegrezza dell'infedeli, né per la paura de' fedeli, sperando nel Segnore, non era men confermato, sì parlò e disse: «Acciò che appaja che il buon Dio sia creatore de le cose visibili e fattore, il vo' pregare che a consolazione di coloro che credono in lui, ed a vergogna de' non credenti li piaccia di mandare alcuna nuvoletta tramezzante tra il sole e 'l popolo, la quale ne possa difendere da questo ardore di caldo». Compiuto ch'ebbe di dire, fatto 'l segno della santa croce di sul pulpito alto là ov'elli era, immantenente il Segnore fece loro com'un bel padiglione d'una nuvola, la quale per lungo tempo coll'ombra sua diede a tutto 'l popolo copertura, et accrehbe cagione a' fedeli di rallegrarsi, e contra gli eretici fare assalti.

[1] Patarini; qui sinonimo di eretici.

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006