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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > III, 19

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione III - Gli ordini mendicanti e la pastorale ecclesiastica nel basso medioevo

19. Cose sottili e cose grosse

Anche il sermo modernus, in qualche modo, deve prendere spunto dalla Scrittura. Salvo ribadire, però, nel corso della predicazione, che l'accesso diretto ad essa è limitato ai chierici, perché solo loro possono comprendere le sottigliezze della teologia. Nel sottolineare questo concetto Giordano da Pisa invita, nella sostanza, gli ascoltatori delle prediche non solo a porsi in un atteggiamento di ricezione passiva, ma anche a rinunciare ad ogni impulso critico.

Fonte: GIORDANO DA PISA, Quaresimale fiorentino 1305-1306 cit., pp. 170-71.


Disse il lettore: «La Scrittura dice che chi cava la citerna, ch'egli la cuopra poscia, però che, se tenendola aperta vi cadesse la bestia, si menderebbe e avrebbe a ristituire la detta bestia». Così fo io a voi: io cavo la citerna per avere' de l'acqua, ma io la ricuopro acciò che non ci caggiate, imperò che io lascio di dirvi le suttili cose e le profonde, però che nolle intenderesti. Onde, egli disse, quelle cose, le quali io v'hoe predicate già è tre anni, sono cose grossissime. Dovete sapere che non vi dico neente de le suttili; onde tutte le suttilissime cose e tutte le più profonde, e quelle di sommo lume, io non ve ne dico nulla, anzi quello che io vi predico sono cose grossissime, materiali, apo quelle che non vi dico, imperò che, cavata la citerna, e' la mi conviene ricoprire acciò che non vi caggiate entro. Onde però, se alcun'otta advenisse che udiste alcuna suttile cosa, come fuoro quelle che dicemmo l'altro dì, se avenisse che alcuno di voi nolla prendesse bene, non ne dee prendere errore, ma dee pensare e dire: «Io noll'ho intesa per lo mio difetto». Déi ritornare in su lo stato de la buona fede, ché quando tu sia la fede di Cristo, questo senno déi tu avere sempre: di mai non partirti da .cciò, da nullo articolo che sia ne la fede. E se udissi parola, o da predicatore o da altri che .tti paresse contra a alcuno, sì déi incontinente pensare: «O egli hae errato, o io l'ho mal presa, o noll'ho intesa bene». Questa è la via.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006