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Didattica |
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione IV - La predicazione evangelica e la Riforma protestante in Italia1. Eremiti e predicatori itineranti della fine del mondoTra la fine del 1472 e gli inizi del 1473 due predicatori itineranti percorrono l'Italia centro-meridionale, annunciando alle folle che la fine del mondo è vicina. Il primo, un sacerdote padovano di nome Antonio, ha gli attributi esterni dell'eremita (barba e «strana portatura»); il secondo è Guglielmo della Croce: così chiamato perché porta con sé una croce alta due metri. Guglielmo, benché laico, come la maggior parte di questi eremiti che compaiono alla fine del '400, viene autorizzato a predicare nelle chiese perché la sua predicazione, basata sulle profezie dell'Apocalisse, in sostanza esorta la popolazione solo a fare penitenza dei propri peccati. Nel mese di febbraio passano entrambi dalla città di Viterbo, come narra Niccolò della Tuccia. Fonte: NICCOLÒ DELLA TUCCIA, Cronaca di Viterbo, a cura di I. Ciampi, in Cronache e statuti della città di Viterbo, Firenze, G. P. Viesseux, 1872, p. 106. A dì 12 febraro venne in Viterbo un predicatore di strane portature, ed avea aria di greco con barba grechesca, e vestito di panno celistino con un mantelletto negro e un cappuccio celeste, e fece in Viterbo tre prediche in tre dì mirabilissime, dando terrore a tutti i cristiani di cose a venire. Poi l'ultima predica, che fece la domenica a dì 14, dì detto, si partì, e andò a Roma e fece poche prediche; poi andò a Napoli. A dì 24 del mese di febraro, giorno della festività di S. Mattia apostolo, venne un altro predicatore, vestito di panno listato di grosso pelo come sono le carpite [1], e portava in una mano una croce di legno. La sua altezza era circa a sei piedi, e giunto qui il mercoledì a sera, e' fece in piazza una predichetta ove assunse il tema: «Beati immaculati in via»: poi allegò il testo dell'Evangelio di quel grande omo che fece le nozze del suo figliolo, e l'invitati non volsero andare in villa perché chi voleva andare alla vigna e chi ad altri sui bisogni; per la qual cosa il signore mandò per le strade e vie quelli che trovavano, e così fu piena la corte, ecc. E sopra di questo fece una nobile predica con moltissime allegazioni di profeti, di Evangeli ed Epistole. A dì 25, di giovedì, fece una predica ove allegò l'Apocalisse al quattordicesimo capo, ove dice: «Timete Deum», ecc. Sopra di ciò fece una bella predica con moltissime allegazioni. A dì 26, venerdì, fece una mirabile predica, ove trattò la penitenza, e che si appressava il regno del cielo, ecc. E sempre stava con detta croce in mano, e né l'uno né l'altro di detti predicatori nominava il suo nome, né dicevano onde fussero nati. Il popolo stava tutto stupefatto a dette prediche: furne fatte nella piazza del Comune. E nessuno di detti predicatori passava l'età di quarant'anni. La sera propria predicò a S. Francesco a petizione di madonna Agnese, figlia del fu conte Averso e moglie del signor Matteo da Mugnano, ché lei venne a Viterbo per ordine del detto predicatore. La mattina seguente si partì di Viterbo, e andò verso Roma a cavallo sopra un asinello, accompagnato da due frati gesuati. [1] Panni di pelo lungo, villoso, di solito adoperati come coperte. |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |