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Didattica

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione IV - La predicazione evangelica e la Riforma protestante in Italia

2. La predicazione ufficiale e la predicazione degli eremiti

I predicatori itineranti, laici o chierici, non legati a nessuno degli ordini religiosi mendicanti, attirano una forte ostilità da parte dei predicatori «ufficiali», i quali vedono in essi una alternativa alla loro predicazione. Per questo motivo, e lo dimostra l'atteggiamento di Roberto Caracciolo da Lecce nei confronti del sacerdote padovano Antonio (doc. 1), essi cercano di dimostrare che gli eremiti sono simulatori, come falso è il loro messaggio relativo alla fine del mondo. E per questo sono destinati a finire male.

Fonte: ROBERTO DA LECCE, Specchio della fede, Venezia, 1495, c. 40r, citato in A. VOLPATO, La predicazione penitenziale-apocalittica di due predicatori del 1473, in «Bullettino dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo», 82, 1970, pp. 116-17.


Ancora, io ho veduti alli dì miei più persone ingannate dal dimonio, le quali si hanno creduto overo hanno finto havere rivelationi e spirito di profecia. E le cose dicte da loro son state false: como fo di quello dompno Antonio lo quale andava in uno habito apostolico, scalzo e con la barba, el quale, predicando io a Napoli nel millesimo CCCCLXXIII allo Arcivescovato, lui si condusse a predicare alla Annunciata: e non una, ma più volte, con astuta maniera affirmando, disse in quello anno profundarie Napoli e sei altre cità di Italia. Napoli e quelle cità non profundaro: e lui fece non troppo bona morte in Padova, dove era ritornato, poi che in Sicilia li foro cavati li occhi.

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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006