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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > IV, 6

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione IV - La predicazione evangelica e la Riforma protestante in Italia

6. La repressione della predicazione savonaroliana a Firenze

Nel 1508 predica a Firenze la Quaresima il francescano Antonio da Cremona — seguace del frate portoghese Amedeo Menez da Silva, morto nel 1482 e accreditato di una notevole fama profetica. Trattenutosi in città, vi predica anche il 26 dicembre, e, prendendo le mosse dal Vangelo di Matteo: «Ecco vi mando dei profeti», non esita ad alludere alla tragica sorte di Gerolamo Savonarola e alla città di Firenze che perseguita i buoni predicatori. Convocato dall'arcivescovo di Firenze, difende le sue affermazioni, ma si sottomette al divieto di predicare di nuovo: in questo modo si sottrae al procedimento disciplinare oppure alla ritrattazione.

Fonte: G. TOGNETTI, Un episodio inedito di repressione della predicazione savonaroliana, in «Bibliothèque d'Humanisme et Renaissance», 24, 1962, pp. 193-95.


Predica .XXIIII. di frate Antonio da Cremona degli Amadii facta adì .XXVI. di dicembre 1508 in Firenze.

«Ecce ego mitto ad vos prophetas» et cetera [1]. Quanto sia il zelo di Dio circha alla salute delle anime, si monstra in questo, che mai abandona li peccatori, ma sempre sta loro presente a chiamargli a penitentia. Onde è da sapere, secondo li teologi, che l'asistentia della divina virtù, la quale certissimamente conseguita il suo effecto, mai abandona li predestinati peccatori, ma sempre sta loro presente, o per inluminatione inluminando lo intellecto loro, o per i beni temporali, o per flagelli, li quali spesse volte sono causa di tale recongnitione, perché li flagelli illuminano ad congnioscere li peccati, secundo purgano da' peccati, tertio fanno perfetto quello che è causa della conversione, et per consequens di havere la gratia. Però molto giovano, atestante Paulo: «per molte tribulatione ci bisognia entrare nel regnio di Dio».

Va et leggi il Vecchio Testamento, et vedrai con quanto zelo et sollecitudine Idio chiamava il popolo suo ad penitentia. Et a fare questo, quando vedeva epso adverso a lui, Idio mandava propheti, li quali per parte di Dio chiamavano epso popolo dal peccato dell'idolatria alla penitentia, ma il popolo obstinato nel peccato non solo non si convertiva al Signiore, ma che peggio, e schaciava da sé li propheti servi del Singniore, anzi spesso li amazava, come è manifesto da Esaia, Hieremia e di molti altri, in tanto che la terra di Hierusalem era tutta imbratata del sangue de' propheti, come è manifesto in molti capitoli de' Libri de' re. Per questa cagione Idio si adirava contra il popolo, el quale per flagellarlo, gli mandava contra alcuna volta gli Assirii, alcuna volta gli Caldei, per li quali acremente gli puniva et gastigava. Così nel Nuovo Testamento Christo, vero Idio et huomo, zelante et desiderante la salute de' Giudei, li quali lo crucifixono, mandò propheti, cioè li apostoli, ad chiamare li decti Giudei ad penitentia del peccato che loro havevano facto per crocifigere decto Christo. Ecco quello che diceva santo Piero predicando loro: «pentitevi et convertitevi acciò che li vostri peccati vi sieno scancellati». Ma loro non solo non volsono convertirsi al Signiore et fare penitentia, ma ch' è peggio, e incarceronno Pietro et Giovanni, Iacobo decapitato, Stephano fu lapidato et li altri apostoli di Hierusalem scaccorono. Et però dice Christo in questo Evangelio: «Ecce ego mitto» et cetera, «et persequimini de civitate in civitatem» [2]. Vedendo li Giudei che quanti più uccidevano, tanto più moltiplicavano il numero de' credenti et che sarebbe loro difficile uccidere tanti credenti in Christo, però deliberorno scaciargli della Giudea, et gli scacciorno.

«Veniat super vos sanguis iustus», et cetera [3]. Idio non fece mai tanta gratia a persona d'altro popolo, quanta haveva facta al popolo Iudaico, al quale haveva promesso et mandato Christo suo figliolo in carnem. Però vedete quanta è la ira di Dio contra l'ingrati, e quali fanno sempre peggio: quanta gratia adunque haveva facta Idio a quel popolo, per la sua ingratitudine tanto magior flagello mandò sopra lui. Idio non mandò mai uno tale flagello sì crudele sopra alcuno popolo, come mandò sopra questi Giudei per havere scacciato et ucciso et Christo et li apostoli suoi, in tanto che tucta la pena, la quale havevano meritato tutti li chattivi huomini in perseguitare et uccidire tucti li amici di Dio et li santi propheti, incomincando da Abel iusto, el quale fu morto dal suo fratello, et venendo insino a Zacharia, el quale fu lapidato infra il tempio et lo altare, pare che Idio l'habbi mandato sopra gl'impii Giudei, et così crudelmente gli punì.
Certamente non sanza dolore io vegho tucto questo Evangelio extendersi sopra tucta la Italia et maxime sopra la mia ciptà di Firenze, alla quale Idio mandò tanti propheti, tanti predichatori a chiamare, et non solamente non gli ha voluti udire, ma più tosto gli ha perseguitati et scacciati, et alcuni di loro ha morti, per la qual cosa Christo è irato, il quale dice: «Ecce ego mitto. O Italia, o Firenze, io Christo ti ho mandato tanti propheti et santi predicatori ad chiamarti a penitentia, ad revocarti da' tuoi errori, da' tuoi peccati horribili, dalli quali non solo ti se' partito, ma più tosto gli hai perseguitati, et alcuni di loro hai uccisi». Però dice Christo: «et ex illis occidetis» [4]. Dimi, Firenze ingrata, non hai tu ucciso alcuni santi propheti perché riprehendevono li tuoi peccati et ti minacciavono nel nome di Dio? Guarda con quanto vituperio tu gli amazasti, perché tu gli inpiccasti e facestigli ardere. Questo hai tu facto, Firenze, et non bisognia nominargli. Il peccato tuo è publico, tu mi intendi.

«Et crucifigetis» [5]. Tu crucifigesti questi santi propheti perché non restavi con la tua pessima lingua di lacerare la loro fama et denigrarla, quando tu dicevi: «muoino costoro, muoino», sì come li Giudei dicevano a Pilato: «crocifiggi, crucifiggi lui». Et ancora non resti dire male di loro.

«Et ex eis flagelabitis in sinagogis vestris» [6]. Ricordati, Firenze, quando tu facesti flagellare questi santi propheti. Non facesti tu questo peccato? Ecco come questa Scriptura si virifica in te. Che vuoi tu più? Che resta, se non che Idio ti punisca perché tu se' obstinata come gli Giudei nel tuo peccato, del quale tu non ti vuoi riconoscere, anzi di dì in dì diventi peggiore, perché non ti bastano li peccati che tu hai facto contro a' santi propheti, ma ancora non resti di perseguitare li buoni predicatori, li quali Idio hora ti manda a chiamare da' grandi tua peccati li quali tu hai facti? Ideo dicit Christus: «et perseguimini de civitatem in civitatem» [7]. Ricordati, Firenze, quanti buoni et santi predicatori tu hai perseguitati, quanti tu n'hai scacciati da te minaccandogli che se non si partissino, tu gli uccideresti! Ma ancora tu non se' saziata, perché quello il quale è hora in te et diteti la verità, tu cerchi et pensi di schaccarlo da te. Tu aggiugni peccato a peccato. Che farai, Firenze? Non vedi tu che sprezando la verità tu sprezi Christo, el quale è somma verità? Guai a te, ciptà de' sangui, guai a te, città ingrata a Christo, guai a te, città piena di tucti li peccati. Tu farai tante cose contro a Christo che uno dì tu patirai la pena di tucti li tuoi peccati, et di quelli che tu hai facti tu e li tuoi padri. Però dice: «ut veniat super vos omnis sanguis iustus», et cetera [8]. Sai tu quello che vuole dire hora, che tucto il sangue fusto verrà sopra di te, el quale è versato, sopra la terra dal sangue di Abel iusto al sangue di Zacharia, el quale fu lapidato? Sa'lo tu? Vuoi tu che io te lo dicha? Odimi. Questo vuole dire, che Christo, vero Idio, manderà sopra da te, Firenze, tucta la pena la quale et tu et li tuoi, figliuoli et padri, hanno meritato per agravare, per oprimere, per rubare li pupilli, le vedove et li poveri, in perseguitare, in schaccare et uccidere li santi propheti et predicatori. Tanto è adirato Idio contra di te, che manderà sopra di te la pena di tucti questi peccati, et non solo di quelli che hai facti tu, ma di quelli che hanno facti la tua stirpe.

Zacharia fu lapidato infra il tempio et lo altare, perché diceva la verità al re: così tu lapidi infra il tempio et l'altare li predicatori li quali ti dicano la verità. Lo altare sopra il quale si fa il sacrificio significa li cherici et religiosi li quali fanno il vero sacrificio; el tempio significa voi mondani, e quali coveresti essere tempio dello spirto santo infra questi dua, cioè infra i mondani et li cherici. Tu lapidi e predichatori di Christo quando tu detrai loro, quando tu gli scacci da te, quando tu gli perseguiti, quando tu gli uccidi.

«Amen dico vobis: venient hec super generationem istam» [9]. O Italia insensata, o Firenze sorda et ciecha, odi tu quello che dice qui Christo? In verità io ti dico, perché tucte queste cose le quali ti ho predicte, verranno sopra la generatione del mio popolo Fiorentino che non vuole convertirsi a Christo, che non si vuole partire da tanti errori et peccati nelli quali iace obstinato. Guai a te, perché tucte le cose, cioè guerra, charestia, pestilentia, discordie et rixe, verranno sopra di te et non potrai schampare la iustitia di Dio che non ti punischa. Et che vi gioverà la vostra sapientia, o savi, la vostra abstutia che vi gioverà, le vostre richeze che vi gioveranno? Anzi vi noceranno. Nessuna cosa è che vi possa giovare se non la penitentia, alla quale Idio spese volte ti ha chiamato, acciò che tu ti salvassi. Però seguita: «Hierusalem, Hierusalem, que occidis prophetas et lapidas eos qui ad te missi sunt» [10]. Literalmente Christo dice dua volte Hierusalem ad denotare che quella ciptà doppiamente perseguitava li santi propheti, cioè nel corpo et nello honore. Però patì doppia pena, cioè temporale et eterna, la pena del corpo et della anima. Alegoricamente Hierusalem, la quale è interpretata visione di pace, significa la chiesa di Christo, la quale dovrebbe essere piena di pace, ma è piena di guerra, perché infra epsa et Idio è una gran guerra per li suoi peccati. Non ti maravigliare se io ti ho decto che Firenze è significata per Hierusalem, perché sì come in epsa David fece honore a Dio, così il pastore santo ha a fare molte cose nella ciptà di Firenze in. honore di Christo; ma prima sarà purgato per il fuoco della tribulatione. Non ti maravigliare adunque se el Signiore manda a Firenze tanti predicatori ad chiamare il popolo Fiorentino ad penitentia. «Hierusalem, Hierusalem, cioè: Firenze, Firenze, la quale uccidi e propheti e gli lapidi con le parole di detrationi et murmurationi, li quale ti sono mandati da me ad chiamarti ad penitentia». Hor vedi con quanta pietà Christo piange la ingratitudine di Firenze et el flagello sopra di epsa venturo.

Quale è quella ciptà alla quale Idio habbi data tanta abbundantia del verbo di Dio quanta ha data alla ciptà di Firenze? Et nondimeno non fece fructi degni di penitentia. Ecco grande ingratitudine. Et perché Christo la ama, perché la ha electa, però si duole et piange el futuro flagello sopra Firenze.

«Quotiens volui congregare filios tuos [11]. Dimmi, Firenze, quante volte mi sono io afaticato a mandarti li propheti miei servi a chiamarti a penitentia li miei figliuoli dispersi in molti peccati, per revocarli da quelli, et che venissino alla mia fede et amore. Questa è la causa che io ti ho mandati tanti propheti».

«Quemadmodum gallina», et cetera [12]. O Firenze ciecha, perché non ti converti tu a Christo tuo, el quale ti coprirebbe sotto le sua ale da tante tribulatione future? Ma tu non hai voluto, tu non ti vuoi convertire a Christo. Però dice: «Ecce relinquetur vobis domus vestra defecta» [13]. Io non dico che Firenze habbi a essere destructa come Hierusalem, nondimeno dico che la patirà per un certo tempo tante tribulatione et flagelli che la parrà abbandonata da Christo. Ancora con questo dico che in quello tempo molti palazzi saranno gitati per terra.

«Dico vobis veramente: io ti lascerò a tempo et non ritornerò a te, Firenze, insino a tanto che tu non ti ricognioscha, insino a tanto che tu ricogniosca li tuoi peccati, non ritornerò a te per gratia in sino a tanto che tu non confessi el peccato che tu hai facto. Io ti abandonerò sanza la gratia mia, sanza mio aiuto, et sanza la mia gratia, et non ritornerò ad te sino a tanto che tu non confessi fermamente che io ti habbia visitato per li miei propheti, li quali tu hai perseguitati».

O Firenze, convertiti a Christo tuo, il quale con tanto amore ti chiama, cogniosci li tuo' peccati, fa penitentia. Questo è il tuo remedio, mediante il quale Christo tuo habiterà teco, ritornerà a te. Et tu, Italia, sentina di tutti li peccati, tu se' habandonata da Christo. Li animali salvatichi sono entrati nella vignia abandonata da' custodi: così le gente barbere sono intrate in Italia, abandonata da Christo; adunque a poco a poco quella gittano per terra, Italia, che ti giovorono li tesori tua, che tante squadre, che tante fortezze, che la tua sapientia, che la tua astutia? Certo nulla, perché «egli è scripto: confonderò la sapientia de' sapienti et la prudentia de' prudenti reproverò». Ecco come tu se' confusa. Adunque ritorna a Christo, al quale sotto le ale della sua potentia et sapientia ti coprirà. Horsù, adunque, hoggi hodi, hodi la voce del Signiore et non volere più obdurare ne' peccati et regniare con Christo et cetera. Finis.

[1] «"Ecco io vi mando profeti", eccetera».

[2] «"Ecco io vi mando", eccetera, "e voi li perseguiterete di città in città"».

[3] «"Ricadrà su di voi tutto il sangue innocente", eccetera».

[4] «E voi ne ucciderete».

[5] «E crocifiggerete».

[6] «E ne flagellerete altri nelle vostre sinagoghe».

[7] «Perciò dice Cristo: "li perseguiterete di città in città"».

[8] «"Sicché ricadrà su di voi tutto il sangue innocente", eccetera».

[9] «In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione».

[10] «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che a te sono inviati».

[11] «Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli».

[12] «"Allo stesso modo in cui una gallina", eccetera».

[13] «Ecco, la vostra casa vi sarà lasciata deserta».

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006