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Didattica

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione IV - La predicazione evangelica e la Riforma protestante in Italia

7. Machiavelli non va alle prediche

A Firenze, durante l'Avvento del 1513, nella chiesa di S. Croce predica frate Francesco da Montepulciano, forse legato al portoghese Amedeo Menez da Silva e, in qualche modo, anche alle origini della riforma cappuccina. La sua predica del 23 dicembre, in cui riecheggiano le profezie savonaroliane di un imminente giudizio di Dio, incombente sulla città perché essa non si è convertita a fare penitenza, viene trascritta da un fedele amanuense delle prediche savonaroliane, e pubblicata a stampa molti anni dopo, nel 1590: Predica di frate Francesco da Montepulciano dell'ordine de' frati minori in Santa Croce 'di Firenze, facta a dì XXIII di Dicembre 1513 et raccolta per Ser Lorenzo Violi. Convocato dal vicario del vescovo, per rendere conto della sua predicazione, il frate accetta di dare una pubblica spiegazione delle proprie affermazioni, ma muore all'improvviso per un violento attacco di febbre. Alle sue prediche è dedicato un lungo passo della lettera che il 19 dicembre 1513 Niccolò Machiavelli indirizza a Francesco Vettori. Pur nel distaccato scetticismo dello scrittore, si dimostra quanto grande fosse la presa di queste prediche sulla società fiorentina di quegli anni.

Fonte: N. MACHIAVELLI, Lettere, a cura di F. Gaeta, Milano, Feltrinelli, 1961, pp. 308-9.


E' si trova in questa nostra città, calamita di tutti i ciurmatori del mondo, un frate di S. Francesco, che è mezzo romito, el quale, per haver più credito nel predicare, fa professione di profeta; et hier mattina, in Santa Croce, dove lui predica, dixe multa magna et mirabilia. Che avanti che passassi molto tempo, in modo che chi ha novanta anni lo potrà vedere, sarà un papa iniusto, creato contro ad un papa iusto, et harà seco falsi profeti, et farà cardinali, et dividerà la chiesia. Item [1], che il re di Francia si haveva ad nichilare, et uno della casa di Raona [2]a predominare Italia. La città nostra haveva a ire a fuoco et a sacco, le chiese sarebbono abbandonate et minate, e preti dispersi, et tre anni si haveva a stare senza divino offitio. Morìa sarebbe et fame grandissima; nella città non haveva a rimanere dieci huomini, nelle ville non harebbe a rimanere dua. Era stato diciotto anni un diavolo in uno corpo umano, et detto messa. Che bene dua milioni di diavoli erano scatenati per essere ministri della sopradetta cosa, et che egli entravano in di molti corpi che morivano, et non lasciavono putrefare quel corpo, accioché falsi propheti et religiosi potessono fare risuscitare morti, et essere creduti. […] La predica io non la udii, perché io non uso a simili pratiche, ma la ho sentita recitare così da tutto Firenze.

[1] Parimenti.

[2] Aragona.

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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006