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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > IV, 19

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione IV - La predicazione evangelica e la Riforma protestante in Italia

19. La Scrittura predicata in volgare

A causa dei suoi intensi contatti commerciali con il mondo di lingua tedesca, Venezia è uno dei centri di infiltrazione in Italia delle idee religiose maturate oltralpe. Per questo motivo vi si acuisce la vigilanza curiale, la quale prende di mira tutti i modi di predicazione che fanno accostare il popolo — mediante l'uso della lingua volgare — a quella parte della dottrina religiosa, che la lingua latina mantiene in un'area riservata ai chierici: a cominciare dal testo della Scrittura. La cancellatura e la correzione del dispaccio di Gerolamo Aleandro al nunzio papale a Venezia, del 1° ottobre 1533, testimonia, comunque, che vi sono ancora incertezze e contraddizioni, se non contrasti, negli ambienti curiali in merito alla linea da adottare nei confronti dei predicatori.

Fonte: FONTANA, Documenti vaticani contro l'eresia luterana in Italia cit., pp. 137-38. La traduzione è mia.


Ci è stato riferito che molti frati o religiosi dei diversi ordini, in particolare mendicanti, in questa città di Venezia interpretano e leggono pubblicamente nelle chiese le Epistole del beato Paolo e altri passi delle Sacre Scritture parola per parola, nella lingua volgare materna*: il che è sia inconsueto sia pericoloso per le anime semplici, che si imbevono di opinioni eretiche, a cagione dei mistici significati delle Scritture, che a stento possono essere colti da coloro che sono provetti. E ci è stato riferito che molti propongono pubbliche dispute intorno a conclusioni sulla sacra teologia che hanno sapore di eresia, e che vengono colà ogni anno a predicare la parola di Dio anche molti, i quali o altre volte costì o altrove predicarono alcune affermazioni che deviano dalla fede cattolica. Per questo motivo, sulla base della nostra autorità, proibisci tanto questo nuovo costume di interpretare pubblicamente nelle chiese la Scrittura parola per parola nella lingua materna volgare, quanto anche di disputare pubblicamente le dette conclusioni sulla sacra teologia, prima che queste siano state esaminate da te, e proibisci ai predicatori di parlare in pubblico in maniera siffatta e di predicare la parola di Dio prima che siano stati da te esaminati e approvati.


* In margine: «Cancellate. Non approvo quanto si dice sulla predica in volgare ecc., perché sembra pericoloso riguardo a quelli che vogliono interpretarlo male; ma sceglierei piuttosto questa strada: "il che, dal momento che non sono capaci se non i provetti di comprendere i misteri delle Sacre Scritture, in particolare delle epistole di Paolo, il cui senso, anche per la testimonianza di Pietro, ecc.". Pertanto provveda il nunzio, affinché gli scialacquatori non nuocciano troppo».

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006