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Didattica |
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione IV - La predicazione evangelica e la Riforma protestante in Italia20. Le prospettive senza esito di un rinnovamento umanistico nella predicazioneIn un dialogo in lingua latina, il De eloquentia dell'umanista Marco Antonio Maioragio, è riportato un intervento sull'oratoria sacra di Primo dei Conti, maestro di eloquenza a Conio, legatosi tra 1532 e 1537 ad uno dei maggiori esponenti della riforma cattolica, Girolamo Miani da Bergamo, iniziatore della congregazione dei Somaschi [1]. Egli ripropone la posizione di Erasmo da Rotterdam [2]: rifuggire i sofismi teologici, come quelli di Giovanni Duns Scoto, e presentare in maniera positiva la vita cristiana, grazie ad una eloquenza che si nutra dello studio della Sacra Scrittura, accostata con rigore filologico. È un atteggiamento anacronistico, in anni in cui il problema della predicazione sta diventando un affare disciplinare. Fonte: G. MICCOLI, La storia religiosa, in AA.VV., Storia d'Italia, a cura di R. Romano e C. Vivanti, II: Dalla caduta dell'Impero romano al secolo XVIII, Torino, Einaudi, 19784 (1ª ed. 1974), p. 1004. Che dire del predicatore cristiano? a cui tanto necessaria credo l'eloquenza quanto la cognizione delle sacre lettere. E come no? Non vediamo forse nella facoltà teologica, per lo più, uomini dottissimi, perché sono privi di facondia, predicare così freddamente, da non riuscire affatto a commuovere l'uditore, benché spendano moltissime parole, ma quasi tutto il tempo consumare con altissima vociferazione in questioncelle inutili, che sarebbe molto meglio fossero lasciate nel silenzio? Che importa infatti al popolo dei sogni di Scoto e dei suoi compagni di tal risma; mentre con tutto ciò esso non viene riscaldato menomamente d'amore alla religione? che anzi dopo aver udito tali discorsi viene reso più pigro verso la religione. Quanto sarebbe meglio attendere con ogni impegno all'eloquenza dopo aver studiato le Sacre Scritture! e lasciati i sofismi dei dialettici, sui quali invecchiano come sugli scogli delle sirene, acquistarsi collo studio tanta facondia da poter mutare le menti degli uditori, spingerle, tirarle, rapirle ad acquistarsi la costumatezza, da poter così bene dar addosso a qualunque malvagità. [1] Ordine religioso dedito alla cura degli orfani, fondato nel 1528. [2] Umanista olandese, personaggio di grande influenza sulla cultura del suo tempo (morto nel 1536). |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |