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Didattica |
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione IV - La predicazione evangelica e la Riforma protestante in Italia26. La predicazione come avvenimento mondanoNella prima metà del '500 il recarsi alle prediche è divenuto un avvenimento mondano, per una certa élite sociale che manifesta anche in questo modo il suo interessamento per il dibattito religioso del tempo. Attenti a cogliere non solo i motivi retorici, ma anche quelli più intimamente religiosi dei diversi frati che parlano dal pulpito, questi ascoltatori rivelano che il criterio adottato per il confronto è quello della capacità di «muovere» l'uditorio, ossia della capacità di toccare i tasti più delicati della sensibilità religiosa o dell'emozione. Il brano di lettera che segue, risalente all'anno 1539, fa parte del carteggio di Vittoria Colonna. Fonte: SOLMI, La fuga di Bernardino Ochino secondo i documenti dell'Archivio Gonzaga di Mantova cit., p. 45. Di predicatori siamo assai ben forniti a San Lorenzo, a Sant'Apostolo e alla Minerva, non di meno poi, che padre fra Bernardino vi predicò, tutti li altri vi son capitati fan conoscere la più excellentia del suo predicare. Del Siciliano che predica a Santo Apostolo che la Signoria Vostra Reverendissima ne sia informata per haverlo udito altre volte, benché adesso sia migliorato, perché, se non in tutto, in parte almeno ha lasciato quei prati e quei fiori e quel cantar versi. Fra Cornelio del medesimo ordine, che predica in San Lorenzo, non si può negare che non habbia dotrina e memoria grande, pare tutte le prediche sue credo che sian state composte da lui molti mesi sono, perché è impossibile a dire quante belle sententie, l'una dopo l'altra connexe, et non esce mai dal Testamento Vecchio et Novo, ma a mio giudicio non move. Il predicatore della Minerva attende solo alla dichiaratione del Evangelio, et a riprendere li vitii et move assai, ma fa in pergolo doi maniere di voce, che alcuni vogliano dire che paia Rosso buffone, dirieto ad un panno di razzo [1], non di meno la predica sua è utile, et si vede che le parole escono con tal vehementia della sua bocca, la maggior che sia al mondo. Et questo è quel che manco dispiace alla Marchesa di Pescara, et sua Excellentia gli dà tanti ricordi che lo farìa disvezzare di quel modo di parlare, e storcersi che fa sul pergolo, che levate queste doi cose sarrìa più mirabile assai, ma non bisogna pensare che niuno arrivi a quel segno di fra Bernardino. [1] Arazzo. |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |