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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > IV, 34

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione IV - La predicazione evangelica e la Riforma protestante in Italia

34. Le prediche protestanti riscritte da Ochino in esilio

Dopo la fuga oltralpe, nel 1542, per sottrarsi all'inquisizione, Bernardino Ochino si dedica ad una intensa attività editoriale, riscrivendo le sue prediche per diffondere in Italia le dottrine riformate. Quanto vi era di ambiguo e fluido nella sua predicazione degli ultimi anni, viene in questo modo riproposto in termini decisamente dipendenti dalle dottrine di Calvino [1]. Lo dimostra, ad esempio, un confronto tra il sunto della predica senese del 1540 (doc. 28) e la trattazione degli stessi temi nelle prediche stampate nel 1543. Riproduciamo un brano della XI predica del I libro e della VIII predica del IV libro.

Fonte: BELLADONNA, Alcune osservazioni intorno al sunto di una predica sconosciuta di Bernardino Ochino cit., pp. 149-54.


Ma quando dicevi, che starai in otio, o farai del male, poi che Christo t'ha liberato da ogni male, et acquistato somma felicità. Respondo. Se uno essendo menato alle forche per le sue ribalderie, et il signore suo per mera gratia liberandolo e pigliandolo per figlio, dicesse: «Il signore m'ha liberato da ogni male, et preso per figlio et herede, però voglio starmi in otio, et con satisfare alle mie voglie, ingiuriarlo», vede in tal caso quanto quelle sarebbeno empie parole? Hor così dici tu: «Christo m'ha liberato dall'inferno, et fatto figliolo di Dio, et herede del cielo, però voglio starmi come un poltrone, imo fare del male assai». Christo non è morto per te, satisfacendo alli tuoi debiti, et meritandoti il paradiso, per che ti stia in otio, facci de peccati, et sia un gran ribaldo, ma per che vedendo tanta sua charità, quanto gli dispiacciano i peccati, dapoi che volse morire per torgli del mondo, tu non pecchi più, ma l'ami, honori, ringratii, in lui ponga le speranze tue, et facci opere assai virtuose et buone, non da servo per fuggire l'inferno, havendotene liberato Christo, né per il paradiso, dapoi che lui te l'ha acquistato, ma da figlio, per gloria di Dio, mosso da impeto di fede, charità et spirito.


Dio per essere atto purissimo et attualissimo, opera sempre et di continuo: tal che più presto dall'atto dovrebbe essere chiamato conservante et reggente, che conservatore et rettore. Similmente l'anima di Christo subito che hebbe l'essere vedde Dio, et sempre in esso risguarda: et così in quel primo instante incominciò a amare Dio, et l'ha di poi amato di continuo, sì come et sempre l'amarà. Subito anco con l'occhio della mente vedde li suoi eletti, et visto che Dio voleva salvargli per suo mezo, et per la sua passione et morte, si contentò di tutto, et incominciò subito a amarci, sì come di poi ci ha amati sempre et amarà: tal che senza essere mai ociosa, ste' sempre in atti divinissimi. […]

Per essere l'huomo dell'altre creature più nobile, dovrebbe sopra tutte l'altre muoversi, massime con la sua agil mente et volontà: nientedimeno sta in ocio, come se non havesse vita né spirito, et fusse tutto terra. Tal che dove tutte l'altre creature si affadigano per la salute sua, esso sta in ocio, et non si muove alla sua propria felicità, se bene aciò è tirato da sì potente obietto, sì come è Christo in croce, et impulso dello spirito santo.

[1] Jean Calvin (Giovanni Calvino), riformatore religioso ginevrino (morto nel 1564).

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006