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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > IV, 41

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione IV - La predicazione evangelica e la Riforma protestante in Italia

41. Professione di fede di un predicatore riformato indipendente

Entrato in contatto con le chiese riformate dei paesi di lingua tedesca, Giovanni della Guartanuta, un valligiano della Carnia, si mette per conto suo a predicare, in parte con «dichiarazioni» intessute grazie all'ascolto e alla lettura diretta della Bibbia, in parte con dottrine teologiche più marcatamente protestanti. Lo si apprende da un lungo documento (ancora inedito) conservatoci nell'archivio dell'inquisizione di Udine, formalmente una confessione resa all'inquisitore, in pratica una vera e propria «professione di fede».

Fonte: MICCOLI, La storia religiosa cit., pp. 993-95.


«Ho creduto […] che tanto sia pregar per li morti da un altro quanto da un prette. Io ho anco creduto che nell'hostia non sia il corpo de Christo né il sangue nel calice, ma ben quando che si comunica perché dicono che Iddio ordinò così et io l'ho creduto. […] Io ho creduto che 'l far oratione a Iddio sia bono, ma ho ben anco imparato in terra thodesca, creduto et ditto molte volte, che tanto è a farla in casa che in altri luoghi, facendola di buon core; et che non giovi niente l'andar in volta a torno li campi in processione [1], con quelle cose con quelle croci, et che fosse meglio buttar nei campi del letame che andarli attorno a quel modo. Ho anco creduto che non sia purgatorio alcuno et che non sia se non duo sententie, salvation et condanation, et che chi è pentito delli soi pecati è salvato per Christo senza altro; et non ho creduto le indulgentie che concedino li pappi et altri se non che Christo è la vita et ha detto che nessun pol andar al paradiso se non per lui; et così me hanno insegna' in terra thodescha; et ho creduto che si debba pregar un sol Dio et non li santi che intercedino per noi perché Christo solo è intercessor per noi inanzi al Padre, il qual ne ha detto: "Domandate che vi sarà dato, battete che vi sarà aperto, cerchate che ritrovarete"; et che tutte le orationi sono nel Pater Noster, il quale fu fatto de Christo; et non se deve benedire né candele né olyvo perché Christo ha benedetto tutto et che nessuno pol far le cose meglior di quello che ha fatto messer Domenedio. Et circa la messa ho creduto che sia bona a chi l'intende, ma a chi non l'intenda non li zova».

Interrogatus circa venerationem imaginum sanctorum dixit [2]: «Io ho creduto che quando vedemo Christo in croce coronato che dovemo pensar li nostri pecati, li quali sono in quei chiodi et spini et dolerne di haverli comessi. Ma circa al onorar non ho creduto che sia né mal né ben et che l'onorar li santi consista in creder che sian stati boni et che quello che han fatto hano fatto per Christo et che siano essempio a far ancor noi quel che han fatto loro, et che imittandoli veniamo a onorarli». […]

Interrogatus dixit: «Circa autorithatem pontificis [3] io ho creduto che esso sia successor de s. Pietro facendo et vivendo sì come facea et vivea s. Pietro, perché Christo disse: "Voi sareti cognosciuti per mei discipoli se fareti quello che vi ho comandato"; ma se non vive come visse s. Pietro ho creduto che non vagli niente la sua authorità». Dixit etiam ex se [4]: «Io ho creduto che questi che vano in volta scalzi o facendo altre opere per salvarsi possino far senza perché noi siamo salvi per sola grazia et misericordia di Dio per la fede et non per le opere, et che è ben bene a far bene, ma che niuno si debba vantar per le opere, né d'esser salvo per le opere, et che non si deve farsi beffe de chi non le fa perché Christo ha opperato per mi et bisogna laudarlo per questo, ma non restar da far ben. Et ho creduto che dovemo far ben al prossimo nostro et haverli compassione come Christo ha fatto ben et ha havuto compassion a noi. Et circa al magnar io ho creduto che non dovemo disprezar chi magna carne o altre cose, né giudicarlo, et che non sia peccato a magnarne in ogni tempo, perché Christo ha detto che quel che entra nella bocha non è peccato, ma quello che esce, cioè le biasteme, ma che è ben vero che quando l'homo vede che 'l suo magnar carne scandaliza qualch'uno non deve lassarsi veder a magnarne perché così disse s. Paulo; et chi ne magna deve ringratiar Dio perché dovemo ringratiarlo d'ogni cosa che ne dà».

Interrogatus dixit: «Circa al pregar per li morti io ho creduto che dovemo pregar per tutti i vivi et morti et che il Signor ne facia resuscitar, ma che non sia necessario pregar per alcuno particolarmente perché quando uno more è giudicato in quel stato che si ritrova et in quel stato et grado resta. Circa alla penitentia io ho creduto che la penitentia sia non peccare più et restituir la robba a colui che è stata tiolta». Circa alli dezuni dixit: «Io ho creduto che non siamo obligati a dezunare et che nessuno possi comandar più di quello che ha comandato Iddio et che perciò non siamo obligati a obedir a quello che ha commandato il papa et la chiesa perché la loro materia consiste in quelli che han scritto li profeti, Christo et gli apostoli et che non debbiamo attender ad altro che a quello». Interrogatus se s'ha affaticato a insegnar queste cose ad altri dixit che l'ha insegnate a sua moier et quelli di casa et altri, ma nessun homo l'ha mai imparate. Interrogatus dixit: «Poi che il mio piovan de Piano comminciò a cacciarme fuori de chiesa io me ne alterai et dicea al popolo che era ivi di fori al segrado [5] le cose che io ho detto di sopra a Vostra Signoria et nessun mi sapea risponder ma dicean che era un matto; ma io non ho mai chiamato alcun fuori da chiesa se ben io li dicea che Christo non vol star con quelli che sono superbi ma con gli humili et che, essendo il prette superbo, Christo non era con lui né in quell'hostia se non quando l'homo si communica, ma è in cielo, perché io non credeva che Christo fosse in quella hostia quando si leva perché Christo non l'ha comandato che si levi, et ho creduto nella communione sia solamente il corpo de Christo ne l'hostia et non nel sangue et che nel vin consacrato sia il sangue et non il corpo et chi però si vol communicar bene si debba communicar sotto tutte doi le specie».

[1] Allusione alle rogazioni, pubbliche processioni di supplica accompagnate da litanie, celebrate per propiziare il raccolto.

[2] «Interrogato intorno alla venerazione delle immagini dei santi disse».

[3] «Interrogato disse: "Intorno all'autorità del pontefice"».

[4] «Disse anche spontaneamente».

[5] Sagrato, spazio antistante l'ingresso di una chiesa.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006