Logo di Reti Medievali

Didattica

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione V - La Controriforma e il concilio di Trento

4. Alla caccia dei predicatori eretici

Il 13 agosto 1540 il nunzio papale a Venezia, Giorgio Andreassi, scrive a Roma al cardinale Alessandro Farnese, per metterlo al corrente con estrema minuzia della predicazione tenuta nella chiesa di S. Cassiano dal frate agostiniano Giulio della Rovere da Milano. In questo caso, effettivamente, il predicatore è un propagandista delle idee riformate: la lettera che pubblichiamo è però importante sia perché documenta il clima di intrigo con cui ci si muove contro i predicatori sospetti sia perché mostra come il patriziato veneziano impedisca la loro punizione, più per timore dell'eccessiva invadenza dei tribunali ecclesiastici, che non per simpatie «lutherane» come sostiene il nunzio.

Fonte: TACCHI VENTURI, Storia della Compagnia di Gesù in Italia, I-2: Documenti cit., pp. 122-24.


Reverendissimo e Illustrissimo Signor et Patron mio Colendissimo [1].


Predicando la quaresima passata in San Cassiano di questa città un mastro Giulio della Rovere, milanese, frate dell'Ordine degli Heremitani di Santo Agostino, cominciò, intorno agli .VIII. dì della quaresima, a venirmi richiamo ch'egli predicava cose sospette d'heresia. A che volendo ovviare humanamente, lo féi venire da me, et ammonitolo a parlare catholicamente, se non volea pentirsene, lo rimandai. Avvenne, quattro o sei dì dapoi, che il serenissimo Principe [2] mandò a dirmi haver inteso come in San Cassiano predicava un lutherano et che ci provedessi; onde chiamatolo di nuovo, li dissi la nuova querela havuta di lui di bocca del Principe, soggiungendoli esserci richiamo che havea parlato della confessione, conchiudendo che solamente era cosa buona et utile per la vergogna che ha quel tale di palesar il suo peccato, et che già furo alcuni che volsero levarla et facevan male; tacendo che la fosse necessaria, et accennando quella esser de iure positivo et così non necessaria. Però, havendogli io imposto che predicasse quanto prima della necessità d'essa confessione, secondo che da molti gli veniva scritto et detto, non volse farlo.

Proseguendo dunque di predicare per modi pieni di colori, coperti et maligni, andò di mal in peggio insin all'ultimo, disseminando simili lutheranerie et in cambio di mostrarsi catholico, come mi prometteva, si scoperse il contrario. Tal che, venuta la settimana santa, poiché fin allhora non gli aveva tolta la predica per haverlo ammonito et trovato disposto al mio desiderio, anchorché havesse avuto il tratto doppio [3], lo lassai star insin all'ultimo dì di Pasqua, nel quale, sendo già moltiplicate in buona summa le querele di lui, fui astretto a mandargli a torre tutti i libri et scritture della camera, et lo féi arrestare. Trovarsi infra i libri due de' reprobati et molte lettere sospette et di persone sospette. Et perché, tosto che questo fu eseguito, si scoperse per lui il favore tropo in abbondanza et de primi gentilhuomini di questa repubblica, anchorché de prima anchora li fusser contrari. Segretamente, mi parve bene non usare rigore, et no 'l facendo carcerare, processi extraiudicialmente esaminando XXV testimoni, et costituito lui, sì sopra dette lettere trovategli, come sopra l'imputationi dategli, essendosi nel costituto mostrato molto sospetto, provando i testimoni non solamente l'infamia di quelli, ma molti articoli lutherani et cagionevoli di grande scandalo. M'era noto dalle lettere trovateli che in Trieste non havea fatto men mal uffitio, et da un processo formatoli contra in Bologna seppi il medesimo. Et benché per le lettere del Reverendissimo Ridolphi, protettor di cotal regione, mi fosse fatta fede che il padre generale dell'Ordine, di commissione di Sua Santità, havea già assoluto esso mastro Giulio, mi volsi consigliar da Savij ciò che, per il deposito de' testimoni et costituto su detto, mi havessi a fare. Sendo adunque stato risoluto da un collegio de dottori di dover procedere contra il medesimo mastro Giulio a più stretta inquisitione, ho, già quattro giorni, per honore della fede et debito dell'ufficio, fatto carcerarlo et, formata una inquisitione di trenta capitoli contra di lui, gliela manderò il primo dì giuridico [4] per farlo rispondere et poter procedere ad ulteriora, esaminando i testimoni giuditialmente et procedendo seconda la forma de' sacri canoni.

Perché dunque in quest'ultimo atto della carceratione sono più tosto accresciuti che scemati li favori de' gentilhuomini et grandi a questo frate, i quali non si guardavano manco d'accompagnarlo quando da principio lo facevo venire a costituirsi, e perché son certo che non opraranno manco mezi et fautori di costà, stando come sta, tutto 'l stato Veneto in aspettatione di veder l'esito di tal inquisitione contra il predetto mastro Giulio, ho voluto darne notizia a Vostra Signoria Reverendissima acciò la rappresenti a Sua Santità l'importanza di questa cosa, et qualmente passandosi di costà assolutione senza pena, come per il passato, ci corre rischio che in breve non si vegga tanto accresciuto il numero dei Lutherani in queste parti del dominio vinitiano, et qui principalmente, che non se ci possa rimediare dopoi per nessun verso. Io fra tanto seguirò il corso della giustitia et quanto Sua Santità m'ordinerà; et ciò fatto et fo per le commissioni datemi da quella a bocca, alla qual non ho voluto prima far intendere altro, non mi parendo conveniente per insin che la cosa non venisse al termine in che sta. Bacio le mani a Vostra Signoria Reverendissima et in sua buona gratia humilmente mi raccomando. Da Vinetia, alli .XIII. d'agosto 1545.

Di Vostra Reverendissima et Illustrissima Signoria

Humile servitor il Vescovo di Chiusi [5].

[1] Latinismo per «degno di molto ossequio».

[2] Il doge Gian Andrea Giustiniani.

[3] Avesse fatto il doppio gioco.

[4] Il primo giorno dopo le ferie giudiziarie.

[5] Così firmava i suoi dispacci l'Andreassi, in quanto vescovo della diocesi di Chiusi.

© 2000
Reti Medievali
Ultimo aggiornamento: 01/03/2006