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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > V, 6

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione V - La Controriforma e il concilio di Trento

6. L'inquisizione e il controllo della predicazione

Il 5 marzo 1543 il cardinal Bartolomeo Guidiccioni invia ai superiori e ai capitoli generali di tutti i maggiori ordini religiosi — eremiti agostiniani, canonici regolari lateranensi, domenicani, minori conventuali — un perentorio ordine a provvedere, in maniera energica, ad estirpare l'«heresia lutherana» che si diffonde in Italia, anche grazie all'ambiguo comportamento di predicatori e confessori: con la esplicita minaccia di togliere a ciascuno di questi ordini l'autorizzazione a predicare e confessare se non provvederanno ad un vaglio più rigoroso — in senso controriformistico — dei candidati al sacerdozio.

Fonte: FONTANA, Documenti vaticani contro l'eresia luterana in Italia cit., pp. 390-91. La traduzione è mia.


Agli amati figli.


Amati figli, salve. Dal momento che, per istigazione di Satana, la eresia luterana (il che riferiamo con dolore) si estende di giorno in giorno attraverso l'Italia e le altre province e la causa di questo male deriva soprattutto da coloro che predicano la parola di Dio, i quali spargono siffatti veleni sui miseri ascoltatori, pertanto, figli amatissimi, è necessario che voi, riuniti insieme per celebrare secondo l'uso il capitolo generale del vostro ordine, oltre a ciò che afferisce al vostro compito, all'onore di Dio e alla salvezza delle anime, curiate soprattutto questo e ad esso vi dedichiate in ogni modo: esaminate accuratamente i singoli appartenenti al vostro ordine che eravate soliti assegnare alla predicazione della parola di Dio e anche all'ascolto delle confessioni ed indagate scrupolosamente la loro fama, i loro sentimenti e le loro inclinazioni, e coloro che troverete infetti da tale eresia, o in qualunque modo sospetti di essa, rimuoveteli immediatamente dal compito della predicazione e dell'ascolto delle confessioni; anzi colpiteli con la pena canonica come pecore malate, perché non contagino quelle sane; ed al loro posto sostituite coloro che sono del tutto indenni da questo sospetto; ma a costoro che avete sostituito o che avete scelto altrimenti, prescrivete una forma ed una norma sicura, dalla quale non possano discostarsi nel predicare. E pertanto in questa materia provvedete in tal modo e fate uso di una attenzione così sollecita e diligente, che il peccato di coloro che sono stati designati da voi non risulti essere colpa vostra: in modo che per noi, che insieme ai nostri predecessori abbiamo permesso di buon grado che questi compiti della predicazione e dell'ascoltare le confessioni rimanessero sino ad ora nel vostro ordine e negli altri che ne facevano buon uso, non si renda necessario, se voi e gli altri ne fate ora un cattivo uso, trasferire questi stessi compiti ad altri che li useranno in modo migliore. Ma queste cose vi vengono dette da noi allo scopo di far leva sul vostro spirito di carità, non perché dubitiamo della totale sincerità del vostro ordine; ma tuttavia, se questa cura e questa solerzia fossero state messe in atto da noi e da altri sin dall'inizio di questo flagello, ora certamente non ci troveremmo in simili difficoltà. Il vostro ordine dunque, da sempre difensore della fede cattolica e della santa chiesa, deve essere purgato dalle presenti zizzanie, perché rifulga dello splendore che gli è solito; e dovrete vigilare non solo nel tempo in cui tenete questo capitolo, ma anche in seguito con un'attenzione continua ed assidua, perché coloro che sono stati da voi assegnati ad entrambi i compiti, li mettano in atto cattolicamente e piamente secondo il senso della chiesa universale e non recepiscano essi stessi le nuove ed antiche opinioni, né propinino ad altri i loro veleni. E se alcuni cadono in quest'eresia, siano immediatamente da voi sospesi e puniti debitamente, di modo che la pena di questi si trasformi in esempio per gli altri. E a ciò che compiate queste cose con efficacia, come è vostro compito, vi ammoniamo e prescriviamo in virtù della santa obbedienza per le prescrizioni apostoliche a voi impartite, decisi a prendere provvedimenti più duri, se non lo farete.

Dato a Bologna ecc., il 30 marzo 1543, anno nono del nostro pontificato [1].


Una copia agli amati figli, a Gerolamo Seripando, priore generale, e ai definitori [2] e ai vocali [3] e agli altri dell'ordine degli eremiti di sant'Agostino, radunati nel capitolo generale del detto ordine, che verrà prossimamente celebrato a Roma.

Una copia ai diletti figli, al maestro generale e ai definitori e ai vocali e agli altri dell'ordine dei minori conventuali radunati nel capitolo generale di detto ordine, che verrà prossimamente celebrato in Ancona.

Una copia ai diletti figli, al rettore generale e ai definitori e agli altri canonici regolari della congregazione del Laterano radunati nel capitolo generale della stessa congregazione, che verrà prossimamente celebrato in Piacenza.

Una copia ai diletti figli, al priore provinciale e ai definitori di entrambe le province della Lombardia dell'ordine dei predicatori radunati nel capitolo provinciale, che verrà celebrato in Parma.

Una copia ai diletti figli, al priore provinciale e ai definitori della provincia romana dell'ordine dei predicatori radunati nel loro capitolo provinciale, che verrà prossimamente celebrato in Pisa.

Ai capitoli provinciali delle congregazioni, radunati nel giorno ecc., affinché celebriate il vostro capitolo provinciale.


B. cardinale Guidiccioni.
Lo videro anche i cardinali di Santa Croce, Crescenzio e di San Silvestro.
Blos [4].

[1] Di papa Paolo III (1534-1549).

[2] Componenti del capitolo generale che assistono i superiori generali nel governo dell'ordine.

[3] I religiosi che hanno voce in capitolo.

[4] Sigla del cancelliere estensore del documento.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006