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Didattica > Fonti > Predicazione e vita religiosa > V, 11

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione V - La Controriforma e il concilio di Trento

11. Contro i predicatori sospetti di eresia

Giacomo Livreri, vicario del vescovo di Verona, scrive il 17 aprile 1550 al cardinal Marcello Cervini, a Roma, per informarlo dello zelo con cui vengono esaminati i predicatori prima dell'inizio della Quaresima. In particolare gli riferisce delle prediche «heretice» — ma non specifica perché, forse non è più nemmeno necessario… — del frate servita Gerolamo da Fiorenzuola e di come, dopo avere tentato di fargli mutare impostazione a metà Quaresima, si sia risolto a metterlo nelle mani dell'inquisizione.

Fonte: TACCHI VENTURI, Storia della Compagnia di Gesù in Italia, I-2: Documenti cit., pp. 152-53.


Reverendissimo et osservantissimo Monsignor mio.


Perché fa bisogno a' nostri giorni non solo usar ogni diligentia cerca predicatori, ma come zelosi invigilare et, quasi dirò, andare osservando che dottrina sia la sua, de qui è che, doppoché indegnamente mi trovo in questo officio, sempre inanti la quadragesima, ho fatti venir da me tutti i predicatori et gli ho aricordato che predicano dottrina sana, et cerchino sodisfare a catholici et non a novi christiani, per esser questa la mente di Monsignor mio Reverendissimo. Pur per questo non è restato questa quadragesima prossima un fra Hieronimo Fiorenzuola del Ordine dei Servi predicar cose molto scandalose et in tutto heretice, et avvenga che, passata la meza quadragesima, li facesse intendere che gli levaria la predica, se non mutasse registro, nondimeno costui sempre ha perseverato di male in peggio, sì che fui forzato formar processo contra di lui; et il sabbato santo, alla presentia di Monsignor Reverendissimo di Lanciano [1], qual si trova qui appresso di noi, inhibirli la predicatione et citarlo per il mercore seguente a deponer il suo constituto. Et perché costui si iatta essere per haver ogni favor lì in Roma et havendo in commissione da Monsignor mio Reverendissimo in ogni cosa d'importantia ricorrere a Vostra Signoria Illustrissima, ho voluto scrivere queste raguagliandola del tutto et mandandoli parte delle propositioni che firmamente ha insegnate per vere al popolo, riservandomi mandarli tutto il processo subito che sarà pienamente formato, supplicando umilmente Vostra Signoria Illustrissima voglia in ogni occorentia, che costui ricorresse de li pro iniusto suffragio, haver la cosa a core et raffrenar l'audacia di tali che, con sua falsa dottrina, cercan sovvertire il mondo. Et avvegna che in tutto l'anno si usi ogni cura et solicitudine per ridur le cose a bene, nondimeno vengono questi pseudopropheti et in una quadragesima destruzeno ogni cosa.

Vostra Signoria Reverendissima so, per sua innata bontà, sendo protettor di questa diocese, harrà la cosa a core, ridondando tutto in honor di Dio et salute delle anime.

A Vostra Signoria Illustrissima divotamente mi raccomando et bascio le sante mani. Da Verona, a 7 aprile 1550.


Di Vostra Signoria Illustrissima devotissimo servitore
Giacomo Livrerio Vicario di Verona.

[1] Juan Salazar de Burgos, vescovo di Lanciano.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2006