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Didattica

Fonti

Predicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)

a cura di Roberto Rusconi

© 1981-2006 – Roberto Rusconi


Sezione V - La Controriforma e il concilio di Trento

13. La predicazione dei gesuiti e le nuove forme di devozione

Ben presto dotati a loro volta dei «privilegi» garantiti ai predicatori degli ordini tradizionali, i gesuiti li affiancano nell'assicurare la diffusione delle nuove forme di devozione dettate dalla polemica anti-protestante. In questa lettera del gesuita sardo Giorgio Passiu, scritta nel 1559 al preposito generale [1] della compagnia di Gesù, lo spagnolo Giacomo Lainez, si racconta di come i gesuiti con le loro prediche abbiano diffuso con successo ad Amelia (Terni) la pratica delle «Quarantore»: cioè l'adorazione da parte dei fedeli della presenza reale di Cristo nell'eucaristia — negata dai protestanti.

Fonte: TACCHI VENTURI, Storia della Compagnia di Gesù in Italia, I-2: Documenti cit., pp. 73-74.


Il P. Gurrea ha predicato qua tutte le feste solenne et domeneche, dopo arrivò in qua, nella chiesa nostra, e la ultima domenica nel domo, con grandissima soddisfactione di tutti noi ed anche di tutto il populo più che mai; il che s'è veduto nel concorso della gente ha havuto; et spero il frutto, occulto per adesso, se ha fatto dalle sue prediche, esser di qualche momento. Il manifesto in genere è stato questo de la oratione delle XL hore se ha fatto, alle quali è concorsa tutta questa città, tanto huomini come donne, secondo il tempo ad ognuno deputato per questo. Quanto se ha potuto sapere, se son confessate et communicate per questo effetto più de 400 persone tra la nostra chiesa et le altre; pareva il venerdì, sabbatho et domenica in questa città fosse la quadragesima. Benedetto sia il Signore: cosa certo di edificatione grande. Per disponer l'animo di coloro havevano de entrare a la oratione, per spatio di un quarto di hora inanzi intrassero, in una cappella, remota da quella nella quale era il SS.mo Sacramento [2] et se faceva la oratione, si faceva una esortazione, dandoli il modo di orare et infervorandoli ad esso, adducendo santi concetti et nuova materia con grandissima soddisfattione et contento di tutti. Per non poterlo fare questo ad ogni hora, se faceva a quelle hore nelle quali havevano da intrare quelle persone pareva havevano più necessità di tale horatione.

Amelia, alli 3 di ottobre 1559.

Di Vostra Paternità Reverenda
Inutile servo in Gesù Christo
Georgio Passiu

[1] Il superiore dell'intero ordine.

[2] L'ostia consacrata.

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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006