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Didattica > Fonti > Stato e società nell'ancien régime > I, 14

Fonti

Stato e società nell'ancien régime

a cura di Angelo Torre

© 1983-2006 – Angelo Torre


Sezione I – La formazione dello stato rinascimentale

14. L'autorità del re nella periferia: un esempio di conflittualità

I problemi legati all'esercizio del potere regio nei diversi ambiti locali non si esauriscono certo nella definizione delle competenze e delle lealtà dei funzionari periferici: in realtà queste non possono essere disgiunte dalla rete di relazioni concrete in cui tali funzionari si devono inserire per esercitare il controllo in nome del re. È quindi il rapporto con una serie di famiglie dell'élite locale, con una gerarchia di status fondati sulla logica del prestigio, a determinare l'autorità effettiva del rappresentante del potere centrale. Perciò, nel conflitto tra il marchese di Lombay e alcuni rappresentanti dell'aristocrazia catalana, nei primi anni quaranta del Cinquecento, il contrasto sul sistema delle precedenze costituisce un elemento della strategia del prestigio perseguita dal duca di Cardona e dal conte di Modica nei confronti dei patrizi del Consiglio municipale di Barcellona per opporre precisi limiti all'autorità di Carlo V nel regno d'Aragona.

Fonte: Colección de documentos inéditos cit., tomo LI, pp. 556-72.


I luogotenenti di Vostra Maestà, in questo principato, hanno sempre goduto, tra le altre, di questa preminenza, e cioè che non è mai stato concesso ad alcun nobile di presentarsi in chiesa, nelle feste o in altri luoghi pubblici con baldacchini o troni, e questa preminenza non spetta solo al viceré, poiché gli stessi consiglieri municipali di Barcellona non hanno mai consentito al duca di Cardona di portarne in chiesa […] e ancora ultimamente l'arcivescovo di Saragozza, don Fadrique, fece togliere al duca e alla duchessa di Cardona un baldacchino che avevano posto a una finestra durante una festa al volger dell'anno scorso, e non fu di nessun aiuto il fatto che essi fossero buoni amici, e quest'anno passato 1540, in occasione di una festa in onore della badessa di Valdonzella cui erano invitati sia il duca che i consiglieri, questi ultimi trovarono al loro arrivo al monastero un seggio all'interno della chiesa, e lo fecero portar via; e il duca, saputolo, si rifiutò di entrare in chiesa. Inoltre questa quaresima si bandì con mia licenza un torneo reale, nel quale io facevo da giudice, insieme con altri da me nominati; ma prima di uscir di casa fui avvertito che nella piazza dove si doveva tenere il torneo era stato drizzato un baldacchino di broccato per il duca e la duchessa di Cardona, contrariamente agli anni precedenti, quando avevamo preso parte insieme alle feste e alle cerimonie religiose. Ma poiché il duca è molto vecchio, pensai di comporre l'incidente in via amichevole, e perciò inviai come messaggero Albanell, un vecchio famiglio di Vostra Maestà, zio della duchessa di Cardona […] per dirgli da parte mia di togliere il baldacchino prima del mio arrivo in piazza, e ricordargli che la preminenza spettava a Vostra Maestà, del quale egli era vassallo e servitore molto fedele […]. È pur vero che io non ci facevo tanto caso, ma a questo si aggiunse il fatto che i consiglieri municipali mi fecero sapere che una cosa simile non la si era mai tollerata in passato, e che non la si doveva tollerare per il presente, e che se io mi presentavo in piazza era meglio che lo facessi portar via. Quindi, vedendo che in via amichevole non era possibile convincere il duca a togliere il baldacchino, che oltretutto era molto grande, e che a questo se ne era aggiunto un altro dell'ammiraglio di Napoli, poiché desideravo risolvere l'incidente più con la tolleranza che con la forza, feci loro intimare dal maestro del torneo di portar via i baldacchini sotto pena della fedeltà e di duemila ducati […]; e, mentre io me ne stavo ancora in casa mia, venne da me il conte di Modica a chiedermi perché mai non lasciavo iniziare il torneo, e che cosa m'importava dei due baldacchini. Io gli risposi che me n'importava assai poco, ma che era in gioco la preminenza del re […]. Lui mi disse allora di star bene attento a ciò che ordinavo […].

Da Barcellona il 24 maggio 1542.


Bacia i Vostri piedi l'umile vassallo e servo vostro
Il marchese di Lombay

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UpUltimo aggiornamento: 01/04/2006