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Didattica |
FontiStato e società nell'ancien régimea cura di Angelo Torre © 1983-2006 – Angelo Torre Sezione I – La formazione dello stato rinascimentale18. Alle origini del sistema fiscale: la definizione di «cosa pubblica»Il documento che qui si pubblica, proprio perché appartiene a un periodo di poco precedente quello preso in considerazione in questa sezione, il regno di Carlo VII (1422-61), illustra il punto centrale dei conflitti messi in moto dallo sviluppo della fiscalità regia. Jouvenel des Ursins (Parigi, 1410 - Poitiers, 1457), arcivescovo di Reims, in questa lettera al re mette a fuoco l'esistenza di un duplice processo: da un lato, nel corso della guerra dei Cento anni, i donativi e le imposte riscosse dall'autorità centrale hanno perso il carattere di episodicità per divenire un fenomeno costante quanto la guerra stessa. Tali donativi, soprattutto, non vengono più riscossi per il tramite del consenso degli Stati - generali o provinciali -, ma vengono fissati centralmente dal re. Questo, da un altro punto di vista, consente al sovrano di concentrare nelle proprie mani il monopolio del potere fisico e della coercizione. La crescita parallela di potere impositivo e di potere coercitivo non sfuggì certo ai contemporanei, soprattutto come espressione simbolica della potenza sociale del sovrano. Ma è forse più interessante ancora notare come le reazioni di settori dell'élite alla crescita schiacciante del potere della funzione centrale insistano sul carattere «pubblico» del potere medesimo e dell'amministrazione: di qui il carattere polemico con cui vengono usati da Jouvenel des Ursins termini come «cosa pubblica», «patria» e «stato». Fonte: Jean Juvénal des Ursins, Epître au roi Charles VII, in P. VIOLLET, Histoire des institutions politiques et administratives de la France, Paris, 1903, Larose et Forcel, tomo III p. 465. I vostri predecessori si adeguavano alla consuetudine di convocare i tre Stati, quando dovevano fronteggiare la guerra, per rivolgere richieste ai membri della Chiesa, della nobiltà e del popolo delle città. E vi partecipavano di persona, e vi illustravano espressamente i problemi posti dalla resistenza al nemico, richiedendo il parere dell'assemblea sulla conduzione della guerra, e l'aiuto proporzionato delle persone appartenenti alle diverse condizioni. E voi stesso l'avete sempre fatto fino a che avete visto e saputo che Dio e la Fortuna, che è variabile, vi hanno prestato a tal punto il fianco da farvi ritenere superiore […] Gli aiuti ordinari, disposizioni, quarti, che voi avete applicato o siete stato costretto ad applicare come imposte ordinarie, non richiedono il consenso degli Stati. E anticamente […] si poteva ben definire questo regno come «Francia», perché i suoi abitanti si mantenevano in una condizione franca, godevano di franchigie e di libertà d'ogni sorta; ma ora essi sono peggio che servi, [poiché sono] soggetti a taglie arbitrarie […]. Chi considerasse con attenzione il popolo di questo regno, scoprirebbe che neppure un decimo ha potuto conservare tale condizione. Io non intendo limitare la vostra potenza, ma aumentarla per quanto è in mio potere. Ora, non vi è dubbio che un principe della vostra grandezza può imporre taglie ai propri sudditi, levare aides in certi casi, e ciò per difendere il regno e la cosa pubblica; ma lo si deve intendere in modo ragionevole. Perché ciò che è mio non è affatto vostro. Può ben esser vero che vi spetti la sovranità nella giustizia, e a voi vadano i frutti di essa; ma per quanto riguarda il diritto signorile voi non potete reclamare diritti che sui vostri domini, come ogni particolare sui suoi. Al contrario, oggi, non ci si limita a imporre taglie ai sudditi, o a spremerli ben bene, ma si giunge a scorticarli; non si sottraggono loro semplicemente i panni, ma la pelle, la carne, il sangue fino alle ossa […] È degno di essere privato e spossessato dei propri diritti signorili chi ne abusi a proprio piacimento, e non ne disponga a profitto dei sudditi. Voi siete l'anima della cosa pubblica, e non si dà che l'anima distrugga il corpo, ma piuttosto che questo esaurisca quella. Siate dunque attento a non lasciarvi distruggere l'anima dalla gran quantità di denaro che con gli aiuti traete dal corpo. Siete voi stesso il capo di tale corpo. E non sarebbe altro che tirannia se in una creatura umana il cervello distruggesse cuore, mani e piedi! |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |