![]() |
Didattica |
|
|
|
Didattica > Fonti > Stato e società nell'ancien régime > I, 20 | |||||||||
FontiStato e società nell'ancien régimea cura di Angelo Torre © 1983-2006 – Angelo Torre Sezione I – La formazione dello stato rinascimentale20. La fiscalità castigliana tra consenso e arbitrioRisalente ai primi anni del regno di Carlo V, questa lettera di Mercurino da Gattinara, oltre a dimostrare la crucialità della carica di cancelliere, sospesa a metà tra la funzione di vero e proprio consigliere politico e quella di segretario personale, illustra da un lato le necessità di razionalizzazione della contabilità delle finanze regie, in ultima analisi concretizzabili in una centralizzazione del tesoro. Dall'altro, tuttavia, il problema della fiscalità non viene scisso dal problema centrale del consenso: perciò si sottolineano le difficoltà incontrate da un sovrano straniero, che non parla la lingua dei sudditi, per convincere i sudditi più influenti riuniti nelle Cortes a esborsi di denaro destinati all'impiego in terra straniera, nel quadro della più ampia politica imperiale. Fonte: G. CLARETTA, Notice pur servir à la vie de Mercurin de Gattinare, Grand Chancellier de Charles-Quint, et d'après des documents originaux, in «Mémoirs de la Société savoisienne d'histoire et d'archéologie», tomo XXXVII, 1898, pp. 84-92. […] mi pare Signore che voi debbiate dar tale ordine che possiate voi medesimo sinora intendere alle vostre finanze et esserne il capo, et che tutti li danari vengano una volta in vostra camera chi per una livra chi per un altra, et scrivere le date da un giorno all'altro di mode che a tutte le ore vi piacerà di farle vedere possiate saper quello [che] sarà venuta nella camera et quello che sarà sortito, et a questo effetto bisogna che vi cerchiate un bon tesoriere tale che vi piacerà cercare che ebbi bon credito con scienza potenza et volere ben servire […] e se V. M. li provede come io spero voi troverete altre industrie et altri modi di far finanze et di trovar danari che mai sono stati pensati et messi per l'adietro sino al presente: vedrete bona et grossa quantità dove già ho qualche pensiero qual vi dichierarò quando sarà tempo. Ma Signore per sostener et corroborar il rimedio de' vostri interessi bisogna sopra il tutto diligentare di convocare le vostre corti dove tutti questi verranno non solamente per l servitio che si potrà avere presentemente o di danari o di gente, ma principalmente per acquistar l'affetto de' vostri sudditi, per mostrarli che non havete odio contro quelli e che li amate, et per mostrarli che li volete gratificare in cose che ponno concernere l bene del regno, et far per loro mezzo indirizzar altre cose, questo bene et ordine del vostro stato et per tenere in freno li gran mali che le dette corti potriano cercare, senza che pare che venghi da voi né da quelli di vostra casa […] E se vi pare che io stesso debbi far la propositione appresso alcune bone parole dette di vostra bocca li forzasse di cavarne la sostanza et farla mettere da alcuno in bon castigliano per ben incorporarla apresso et recitarla perché penso che la prenderebbero meglio che se fosse fatto per un castigliano, ad ogni modo la rimetto al vostro bon piacere qual mi potrebbe dichiarar presto et a tutta fortuna mi pare che V. M. non deve dilongar la radunanza di dette corti né lasciarsi dar ad intendere che in ciò si possi aver alcun danno, anzi più danno sarebbe il dilongarle più oltre e sarebbe segno di timore et diffidenza, e darli ad intendere che il rammarico vi pesa, che sarebbe cosa dannosa et da temere, il che sopra il tutto si deve fuggire, et intanto potrette, Signore, far preparare et disponere le cose et le genti che saranno a carico d'altri e che non vi ponno costar argento o ben poco, dimodoche in poco tempo corre la voce che fate armata e grosso apparecchio et che non lasciatte le cose senza valore come dicono. |
||||||||||
© 2000 Reti Medievali |
![]() |