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Didattica

Fonti

Stato e società nell'ancien régime

a cura di Angelo Torre

© 1983-2006 – Angelo Torre


Sezione II - I tentativi di riorganizzazione amministrativa e la loro crisi (1520-1560 circa)

1. L'assetto costituzionale dell'impero: i limiti dell'autorità imperiale

La struttura istituzionale tratteggiata da Gasparo Contarini in questa sua relazione al Senato di Venezia rende ben conto delle difficoltà legate alla creazione di un governo imperiale, quale si tentò tra Quattro e Cinquecento. Tali difficoltà sono di ordine duplice: da un lato pesa l'assetto istituzionale preso dall'Impero alla fine del Medioevo, allorché, a partire dalla Bolla d'Oro del 1356, si delinea un complesso equilibrio di organi e di personaggi, capace di impedire una effettiva dislocazione della capacità di prendere decisioni politiche generali e costituire il nucleo di un potere coercitivo. Una dieta di fatto ridotta al grado di conferenza diplomatica dei principi territoriali e delle autorità delle città tedesche, consacra l'autonomia di tali poteri locali, e fa dell'imperatore una sorta di mediatore, incapace dell'esercizio del potere arbitrale intorno al quale si vanno invece organizzando le dinastie sovrane dell'Europa occidentale. Inoltre l'imperatore, nominato da sette elettori (principi cui viene riconosciuta l'autorità regale sui propri territori), è di fatto una figura incapace di nuocere all'indipendenza di questi ultimi. Diversamente da essi, infatti, l'imperatore non possiede il diritto di battere moneta, di avere un esercito, di levare imposte, di rendere giustizia. Da un altro lato, inoltre, tale assetto istituzionale riesce a vanificare i tentativi di riforma degli imperatori della casa d'Asburgo, e in particolare di Massimiliano I (1493-1519): questi riuscì a imporre la pace perpetua, fece riconoscere l'appello sovrano della Camera di Giustizia imperiale (Reichskammergericht), ottenne un sussidio permanente (gemeine Pfennig) amministrato da sette tesorieri, ma di fatto mai totalmente pagato dai contribuenti. Le sconfitte militari di Massimiliano annullarono questi tentativi di riforma, e si giunge alla formazione di un Consiglio di stato che di fatto ne controllava l'operato. È questa la situazione cui si trovò di fronte Carlo d'Asburgo al momento della sua elezione, e della prima dieta da lui presieduta a Worms nel 1521, e che le vicende della Riforma luterana in territorio germanico impedirono di modificare nel senso della centralizzazione amministrativa (cfr. doc. 7), come illustra la relazione Contarini del 1525.

Fonte:: Relazione di Gasparo Contarini ritornato ambasciatore da Carlo V letta in Senato a dì 16 novembre 1525, in E. ALBÈRI (a cura di), Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato durante il secolo XVI, serie I, vol. I, tomo II, Firenze, 1840, pp. 9-75.


Il modo del governo di Germania fu statuito nell'ultima dieta imperiale fatta in Vormazia, nella quale si trovò la cesarea maestà, e questo è oltre al governo delli principi (li quali governano gli stati loro) e delle terre franche, le quali a modo di repubblica si governano da per sé. Il governo del quale parlo è l'universale di tutta la Germania. Furono dunque nella detta dieta di Vormazia instituiti due consigli, uno di stato, e l'altro di giustizia. Quello di stato è di ventidue membri, delli quali quattro sono posti da Cesare (due come imperatore, e due altri per conto degli stati, li quali sua maestà ha in Germania); sei poi sono posti dalli elettori, perocché ciascheduno di loro sei ne pone uno; li principi secolari, ne pongono eziandio essi uno; li principi ecclesiastici un altro; li conti e baroni ne pongono uno; gli altri signori ecclesiastici, che non sono principi, ne eleggono ciascun anno quattro, delli quali uno per tre mesi si ritrova sempre nel prefato consiglio […]. Similmente le otto principali città fra le terre franche nominate di sopra, pongono due nel detto consiglio, mutandoli di tre mesi in tre mesi […]. Li sei altri che mancano a compire il numero di ventidue, sono posti da sei parti, ovvero cantoni, nelli quali è divisa tutta la Germania, uno per ogni cantone […]. Questo consiglio ha da provvedere a quelle cose, che appartengono al beneficio dello stato di tutta Germania.

Fu anco, come è detto di sopra, instituito in questa dieta imperiale di Vormazia un altro consiglio, detto di giustizia, il quale è composto di diciannove membri, di cui il principale è il giudice della camera, il quale è eletto da Cesare con li altri principi, ed ordini dell'impero; due altri sono aggiunti a questo giudice della camera, i quali sono conti, ovvero baroni. A questi tre Cesare solo, come imperatore, ne aggiunge due, e due altri come principe dell'impero per gli stati, i quali sua maestà tiene nell'impero. Sei ne pongono gli elettori, ciascheduno di loro uno: gli altri che restano fino al numero di diciannove sono eletti da sei cantoni di Germania [diversi da quelli del Consiglio di stato] […]. A questo consiglio, come principale, si riferiscono tutte le cose di giustizia di momento, come saria le differenze tra un principe e l'altro, ovvero fra comunitadi, e simili negozj.

Qualche fiata in Germania si convocano diete, dove intervengono, se sono diete particolari di qualche provincia, li signori e gli oratori delle cittadi di quella provincia.

Nella dieta imperiale, quella che abbiamo detto essere universale di tutta Germania, entrano dunque gli elettori dell'impero, li principi secolari, li principi ecclesiastici, e le terre franche, cioè i deputati per esse. In capo della sala, nella quale si congregano, pongonsi gli elettori; dalla parte destra li principi ecclesiastici; dalla sinistra li principi secolari; e dall'altro capo li deputati delle terre franche all'incontro degli elettori, e così tutta la dieta si risolve in quattro voti; onde fatta la proposizione di qualche cosa per nome di Cesare, ovvero ora del luogotenente di Cesare, Ferdinando suo fratello, gli elettori si riducono insieme, e così da per sé insieme si riducono li principi ecclesiastici; li secolari e li deputati delle terre franche parimenti da sé; e consultata la materia, ciascheduna parte da il suo voto, ossia quello della maggior parte di essa, e quel che da tutte quattro è approvato, s'intende esser concluso dalla dieta imperiale: dalla deliberazione della quale se qualcheduno devia, è in potestà di Cesare d'ammonirlo, e poi, se è ostinato, di scomunicarlo, che è dar tutto il suo in preda a qualunque può più di quello, e quel che si acquista di esso de jure si può possedere […].

V'è eziandio in Germania la lega di Svezia, la quale comprende molti principi, molte terre franche e altri baroni. Le precipue fra le terre franche comprese in questa lega, sono Norimberga ed Augusta; fra li principi precipui sono il duca di Baviera e l'arciduca d'Austria. Questa lega è molto unita, e di grande riputazione, e fu precipua causa di cacciar il duca di Virtembergh di stato, e di far eleggere questo Carlo imperatore. Ultimamente poi ha rovinato Francesco di Sickingen, il quale era un signorotto capo de' luterani, ladro di strada, e capo de' gentiluomini poveri, inimici del viver quieto. Rovinò eziandio in Franconia molti altri signorotti simili, dati a rubare li mercadanti per le vie, e a perturbare il viver quieto delle terre franche […].

Di questa così grande provincia, la cesarea maestà ne ha pochissima entrata, perché li principi hanno li beni loro, e sebbene riconoscono l'imperatore per superiore, nientedimeno non gli pagano cosa alcuna. Le terre franche pagano, ma molto poco, talmente che il dottor Pettinger d'Augusta, uomo vecchio e pratico nelle cose di Germania, mi affermò che Cesare di Germania non aveva più entrata di dodici mila fiorini.

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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006