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Didattica |
FontiStato e società nell'ancien régimea cura di Angelo Torre © 1983-2006 – Angelo Torre Sezione II - I tentativi di riorganizzazione amministrativa e la loro crisi (1520-1560 circa)5. I rapporti tra stato e Chiesa: il Concordato francese del 1516Nella monarchia francese il ruolo della Corona nel governo temporale della Chiesa era altrettanto importante di quello del governo dello stato. Con il regno di Francesco I la Chiesa gallicana conobbe una trasformazione paragonabile all'espansione del patronaggio regio e della vendita degli uffici nella sfera secolare che affronteremo tra breve. Prima del Concordato di Bologna firmato nel 1516 tra il sovrano francese e Leone X, i rapporti tra la Corona e il papato erano regolati dalla Prammatica Sanzione conclusa a Bourges nel 1438 e dalle successive modifiche nei regni di Luigi XI e XII, le quali non avevano alterato il principio dell'elezione dei vescovi e degli abati da parte della gerarchia ecclesiastica interessata. Invece con l'accordo del 1516 sovrano e pontefice si spartirono le libertà della Chiesa gallicana. Il re ottenne il diritto alla nomina — da ratificare da parte del pontefice — ai benefici della Chiesa francese, che comprendevano gli ottocento principali monasteri e priorati, oltre naturalmente ai vescovati e agli arcivescovati. Tale misura diede alla Corona un controllo prima sconosciuto sul patronaggio ecclesiastico. In cambio, il papa si sottraeva alle prescrizioni dei concili della Chiesa gallicana, che venivano ancora ribadite negli accordi conclusi da Luigi XII e Giulio II pochi anni prima: segno di questa nuova autorità del pontefice romano era costituito dalla concessione (del tutto implicita nel documento ufficiale) del diritto alla riscossione in territorio francese delle annate (cioè un anno del reddito teorico di ogni beneficio che cambiava titolare). La conseguenza per il primo ordine della società francese di questo accordo consistette senza dubbio in un più deciso adeguamento della gerarchia ecclesiastica alla stratificazione sociale. Infatti il re poteva designare soltanto candidati che avessero compiuto i ventitre anni di età e che appartenessero allo stesso ordine dell'abbazia o del beneficio in questione, ma tali condizioni furono ben presto mitigate, col risultato che il Concordato stesso rappresentò un trionfo di natura politica ed economica per la Corona: anche se mancano indagini prosopografiche sui personali beneficiati dal re, sempre più questi tendono ad appartenere alla nobiltà antica. Perciò l'attribuzione di un beneficio a un membro della nobiltà costituisce per il sovrano un risparmio evidente, poiché la cospicua rendita dei vescovati e delle abbazie costituisce l'equivalente di un pari numero di cariche, pensioni, gratifiche e di «grazie» che il re non dovrà sborsare a questi personaggi. Fonti: F. A. ISAMBERT e altri, Recueil général des anciennes lois françaises depuis l'an 420 jusqu'à la Révolution de 1789, 29 voll., Paris, 1822-33, vol. XII, pp. 79 sgg. Il Concordato di Bologna, Rubrica I. Con il consiglio e l'unanime approvazione dei nostri fratelli, con la nostra
sicura coscienza e piena autorità, con il presente atto stabiliamo e
ordiniamo che d'ora in avanti e in perpetuo, invece della Prammatica
Sanzione o Costituzione, e di ogni capitolo in essa contenuto, vengano
osservati i seguenti: Dato a Roma in una pubblica assemblea tenutasi nella basilica del Laterano, nell'anno del Signore 1516, il 14 di gennaio, il quarto del nostro pontificato […]. Perciò i nostri cari e bene amati consiglieri ora e in futuro membri dei nostri parlamenti e tutti i giudici del nostro regno… e tutti gli altri ufficiali e sudditi hanno l'ordine e l'incarico, nella misura in cui ciascuno di essi sarà interessato, a mantenere, rispettare, osservare strettamente tutte le sopra ricordate decisioni […]. Dato a Parigi, il 13 maggio, nell'anno del Signore 1517, il terzo del nostro regno. |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |